Oggi era un giorno molto importante per noi. Era il nostro obiettivo da questa estate, da quel giorno in cui una fottuta siringa incappò nel nostro cammino, ci continuavamo a ripetere:"A Natale chiuderemo questa brutta storia". E dicembre sembrava davvero lontanissimo.
Poi ci si abitua a tutto, anche alle analisi periodiche, a tornare in quel reparto deprimente e si cerca di trovare il bello come in tutte le cose, in questo caso abbiamo fatto conoscenza con Giggi, il portantino romanista che, suo malgrado, ha conquistato le simpatie della Pop.
Ogni volta ci inventavamo un premio speciale per convincerla ad andare in ospedale.
Come mi ero immaginata questo giorno.
Tornare di nuovo in quel reparto, trovarlo addobbato con tristi alberelli striminziti e sbilenchi e commentare ironica:"Toh il Natale è arrivato persino qui", pensare a chi trascorrerà le feste in corsia. Oppure non trovare proprio niente e riflettere che è davvero un mondo a parte, che qui non cambia proprio nulla e certe cose rimangono al di fuori di queste porte.
Rivedere Giggi e ringraziarlo perchè è stato qualcosa di davvero umano in una vicenda che di umano aveva davvero poco.
Nella mia mente mandare a fanculo ogni mattone di quelle pareti e dire:"Spero di non vederti mai più. Auguri a te e famiglia".
In realtà io non sono proprio riuscita ad arrivare in ospedale, non ho fatto proprio in tempo. A causa del blocco delle auto (vi ho già detto che avete già abbondantemente strascassato i maroni con questi provvedimenti?!) la Pop si è avviata prima col babbo. Io avrei dovuti raggiungerli ma complice la Pop piccola che nonostante si sia svegliata prima ha fatto la piccola zavorra, si è preparata in maniera lentissima ed adduceva problemi vari per cui togli la scarpa - metti la scarpa - aritogli la scarpa - arimetti la scarpa; sono riuscita ad arrivare in ospedale quando tutto già era finito.
Dicono che mi sono persa l'analisi pìù difficoltosa di tutte, la Pop che si opponeva con tutte le sue forze e che l'hanno dovuta tenere ferma 10 persone.
Lunedì ritiro le analisi e spero davvero di aver chiuso per sempre questo capitolo triste e meschino che mi ha permesso di sentire ancora più vicino chi già lo era e di allontanare ancora di più chi già viaggiava a chilometri di distanza da me.
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