pubbli larga

martedì 26 giugno 2012

Il legionario (intervista possibile)



Forse dovrei aggiungere l'intervista imprevista.
Pensavo che quella con Michele fosse stato solo un fugace excursus in questo mondo dell'MMA per me così lontano e ignoto invece, a distanza di giorni, mi ci ritrovo ancora dentro.
Un po' per l'inaspettato successo che ha ottenuto la sua intervista, forse per il taglio personale e umano e per aver permesso a tanti profani, come me, di avvicinarsi a questo sport e un po' anche perchè dopo essermi iscritta a vari forum e siti a tema mi sentivo un po' carogna a linkare il mio post e poi sparire come se nulla fosse dopo averli usati biecamente per diffondere il mio articolo.
Documentandomi su internet più volte è uscito fuori il nome di Alessio Sakara, per cui mi sono detta: proviamo ad incontrarlo, a vedere un altro dei grandi di questo sport, a capirne di più.
Sono riuscita nell'intento con il metodo più semplice e banale, che ho scoperto anche essere il più vincente: chiedendoglielo direttamente.
Lui si è mostrato subito disponibile, mi ha dato appuntamento nella palestra dove si allena e insegna.
Sotto un sole torrido mi avventuro nel pulsante quartiere di Torpigna.
Mi è piaciuto molto questa cosa, ero curiosa di entrare lì dove si allenano i lottatori, vederli sul campo, respirare l'aria del sacrificio, della fatica, del sudore in presa diretta nella palestra testosteronica. Anzi quasi speravo che mi facesse vedere la palestra e che non ci fermassimo in qualche ufficio e così è stato.
Mi sentivo un po' fuori luogo, credo di essermi sentita come un uomo che entra nel bagno delle donne, di profanare un posto riservato ad altri. Sentivo gli sguardi puntati su di me, io, timorosa, col mio vestito a fiori blu.
Vedo un sacco di coppie di ragazzi a terra, avvinghiati, che lottano, c'è un'aria calda, forse viziata, si sente l'agonismo, la passione, io ci sento sudore e sangue. Mi fa sedere sul muretto del ring, vorrei essere trasparente e guardarmi intorno con calma e curiosità.
Lui è forse un po' stupito, ma gentile, si dedica subito a me.
Mi fa aspettare su un divanetto all'ingresso. Sul tavolino ci sono due riviste, una è Men's health: maronna mia, a mio avviso una delle più stupide del settore, un oltraggio all'intelligenza maschile. E poi ce n'è un'altra di settore, dove dovrebbe essere pubblicato un mio articolo...ecco la metto in bella vista.
Alessio arriva e mi fa: "Allora dimmi" e io: "No dimmi tu, inizia a parlare, poi io intervengo se mi vengono in mente delle cose".
Mi spiega l'origine del suo cognome, viene dall'Egitto. A lui piace molto questa cosa ed è appassionato della storia di Roma, è soprannominato il Legionario ed è un continuo rimando alla gloria dell'Impero: le sue citazioni, i suoi tatuaggi, ne ha ovunque, è un libro illustrato.
Si racconta con semplicità e umiltà. Ogni tanto veniamo interrotti dai suoi allievi che passano e lo salutano e lui dispensa "Ciao grande...sei stato bravo...". Con alcuni si salutano con baci e abbracci vigorosi e a me fa sempre un po' strano vedere 'sti cristoni salutarsi così.
Alessio ha iniziato giovanissimo, prima nel calcio, era quasi alle giovanili della Lazio, poi ha lasciato perdere, non gli piaceva quell'ambiente lì, troppe raccomandazioni, selezioni dubbie.
A 11 anni si dedica al pugilato e ben presto arrivano le prime vittorie: il torneo "Primi pugni", il campionato regionale, quello italiano...

Abbandona poi il pugilato e scopre casualmente il Valetudo, si reca in Brasile per il Jiu Jitsu dove combatte, vince e viene notato dagli organizzatori americani dell'UFC ed è stato il primo italiano a combattere nell'ottagono più importante del mondo.
Attualmente fa parte di un team americano, si reca a Miami per fare la preparazione agli incontri e sta pensando di aprire una palestra, forse qui, forse negli Usa.
E' molto legato all'Italia e a Roma, pensa più che altro alla possibilità di dare un futuro sicuro ai proprio figli e andrebbe via da qui solo quando loro avranno l'età per andare a scuola, ripromettendosi poi di passare le vacanze in Italia perchè gli americani sanno lavorare ma in fatto di rapporti umani lasciano molto a desiderare...
E' infastidito dai commenti fuori luogo che gli lasciano le persone, da chi dice la sua senza conoscere nulla di questo mondo, da chi pensa che questo sport sia solo l'anticamera della violenza senza regole e della rissa per strada. E' pessimista nei confronti dei giovani di periferia che vanno in palestra con la voglia di sfogarsi, di menare le mani e basta. Li considera irrecuperabili, senza speranza perchè ormai la famiglia, l'ambiente, le cattive compagnie li hanno troppo segnati. Io invece credo che lo sport, questo sport, sia sano e possa dare delle regole, insegnare lo spirito di sacrificio, l'umiltà, il coraggio di guardare la fatica negli occhi a chi non lo ha mai conosciuto.
La lotta è come il gioco degli scacchi, mi confida, ci sono regole, ragionamento, pianificazione, è un gioco psicologico con alla base sempre un grande rispetto per l'avversario.
Mi stupisce sentire, da uno che ha vinto tutto, che ha intenzione di continuare fino a 40 anni, poi farà altro perchè nella vita non c'è solo questo.
Prima di salutarci mi invita a partecipare ad un allenamento, io prima penso di aver capito male poi declino "Al momento non è possibile", lui "Infortunio?" io "Ehm...no...".
Lui capisce e sorridendo mi consiglia il nuoto.


ps ho scritto questo post circa 2 settimane fa, in genere le interviste possibili prima di pubblicarle mi piace farle leggere all'interessato. In questo caso non mi è stato possibile, il Sakara mi è sparito e non so come contattarlo. Questo fatto mi dispiace e non ne capisco il motivo.
In genere sono legata affettivamente a tutte le cose che scrivo, quando le pubblico è come prenderle per mano e lasciarle crescere, seguendole da vicino. Con questo post le cose vanno diversamente, mi sembra che tutto sia nato e morto con l'intervista, peccato perchè durante l'incontro ho avuto un'altra impressione. Gli ho lasciato tempo per rispondere ma non c'è stato nessun cenno di vita e siccome ormai l'avevo scritto lo pubblico anche se non lo sento più molto mio e mi lascia una sensazione non piacevole e di incompiuto...


- 1° intervista possibile http://www.buonecosedipessimogusto.blogspot.it/2012/05/mistero-misterioso.html

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