pubbli larga

lunedì 16 aprile 2012

Post autocelebrativo con errata corrige


Mi chiedono “Devi avere molto tempo a disposizione, ma quanto ci metti a scrivere?”.
Ci metto in genere una ventina di minuti, il momento migliore è in ufficio, intorno alle 11 appena cioè sono sufficientemente sveglia. Mi piace scrivere mentre intorno a me c’è silenzio. Forse riuscirei altrettanto bene di notte ma non oso privarmi del sonno e se lo facessi preferirei dedicarmi ad altro.
Scrivo di getto, come mi viene, spesso metto pochissima punteggiatura. Poi alla fine rileggo, prendo una manciata di virgole e le butto come coriandoli sul post.
Ho un po’ di problemi con la punteggiatura, mi viene in mente un consiglio che ci diede la mamma di un mio compagno alle elementari “Quando leggete, se trovate un punto fate una pausa facendo un respiro, se c’è la virgola fate una pausa più piccola”. Io ci provo a rileggere usando questo barbatrucco ma rimango sempre un po’ perplessa e con i miei dubbi.
Quando il post ti scappa non c’è niente da fare è come la pipì, urge che tu lo scriva e lo pubblichi in fretta.
La composizione di alcuni è sofferta, è un parto, forse ci sono talmente cose da dire che non sai da dove iniziare, o hai paura di non riuscire a rendere a parole quello che provi, quello dell’Aquila è stato così. Forse se l’avessi scritto di getto, appena visitata la città sarebbe stato diverso o forse è stato meglio avere un po’ di tempo di decantazione, tanto le emozioni vissute erano talmente forti da rimanere intatte per molto tempo.
Sono orgogliosa che sia stato molto letto, anche da persone estranee e che sia stato utile per far capire com’è la situazione in quella città, oltre le immagini e le chiacchiere che ci vengono proposte in tv. Non dimenticando che non avevo la pretesa di fare un dossier giornalistico ma un atto d’amore verso L’Aquila, un mio punto di vista, l’impressione che la vista delle macerie ha avuto su di me.
C’è un altro post che vorrei scrivere prima o poi, che preme e mi urge, che mi costerà lacrime, sudore e sangue e che vorrei ricevesse la giusta risposta…anche se so che alla fine della scrittura ne uscirò emotivamente distrutta; aspetto l’occasione giusta, consapevole che se scrivo è forse soprattutto per scrivere proprio di quello.
Poi è successo l’imponderabile, l’imprevisto, che l’ultima persona che pensi possa leggere quello che scrivi sul blog, lo legga: la socera. Complice il post sulla Bis ricevo i suoi complimenti e la perplessità del socero di fronte al mio lessico famigliare: Pop? Mm?...azz ma allora l’hanno letto sul serio!?
Giuro solennemente che questo incidente di percorso non cambierà la mia serenità e spontaneità nello scrivere, parolacce incluse.
Mi imbarazza molto parlare dal vivo, di persona con chi mi legge delle cose che scrivo, quindi se intendete intraprendere una conversazione con me maggiore di 5 minuti sull'argomento, può darsi che io mi limiti a sorridere o dopo un po' inizi a negare la maternità o paternità del blog.
Non ho ancora capito se i miei lo leggono oppure no. Il fatto è che se glielo chiedo rischio che magari non ne sapevano nulla e si sentano in obbligo di andarlo a vedere e così mi frego con le mie mani.
Abbiamo cambiato la grafica, se n'è occupato mm che è grafico, che fa la grafica a chiunque, al mondo, tranne che a me e finalmente ci si è dedicato un po'.
Un'amica mi fa "Ma hai cambiato la grafica del post? Era meglio prima" Ahahahhahaha l'ego di mm è ancora nascosto sotto qualche sasso.

Capita di scrivere post con l’anima pensando: “Ah si questo di sicuro spacca” che poi invece passano in sordina e altri su cui non avresti scommesso due lire che invece vengono osannati come i migliori, ad esempio il primo sul centro benessere megafico.
A proposito ovviamente immaginerete che è possibile vedere quante persone visualizzano un post, io mi diverto a vedere la classifica dei più letti e quante persone si collegano quando non ho pubblicato nulla che vanno a controllare se ci sono novità.

Tra le altre cose si può anche vedere in che modo le persone sono arrivate al blog, ad esempio cosa hanno digitato su google.
C’è un poveraccio, che già adoro ed ho eletto a mito dell’anno, che un giorno ha digitato su google “LA MEGAFICA” e gli è uscito il mio post sulla Spa megafica, che ha qualche elemento hard ma non quanto lui di sicuro stava cercando. Mi scuso con lui per lo shock subito, sarei curiosa di sapere se si è fermato a leggere qualcosa o se ha chiuso tutto schifato.
Da allora quel termine è entrato di diritto nel mio vocabolario come donna di rara bellezza e avvenenza.
Chissà perché però nessuna donna ha fatto la ricerca come “megafico” visto che ho anche quello tra i titoli!

Ci sono i post che spaccano, quelli incompresi e poi quelli come questo che definisco di transizione, di passaggio.
Ho commesso qualche erroruccio nei post passati, nessuno mi è stato segnalato da altri, li ho trovati io o mm che è un giudice severo e fra un po’ gli inibisco la lettura del blog, mi dà soddisfazione solo quando lo sento ridacchiare mentre legge.
Uno è nel post di Pasqua: avevo scritto che capita di lunedì, ovviamente invece è di domenica ma questo testimonia la mia scarsa simpatia e affinità con questa festa.
L'altro è in quello di ieri "Goldeneye & Broken Heart": avevo scritto erroneamente che il precordial thump andava dato 3 dita sotto lo sterno, poi ci ho ripensto, ho mimato il gesto, il cazzottone sarebbe arrivato in piena pancia…e ho capito che c’era qualcosa che non andava. E’ tre dita sopra.

Vorrei che i maschietti che mi leggono facessero outing, perchè ben venga il mio vibrante gineceo di fans ma vorrei pure sapere dell'altra metà della mela, tanto lo so che c'è, solo che partecipa in maniera silente.
Sia mai che io diventi un blog di settore, per sole fanciulle!

Progetti per il futuro? A parte il cinema...ci sono un paio di ideuzze che mi ronzano in capo, perchè a me il  Vatnajokull mi spiccia casa. Non ho ancora capito che sono sfizi che mi voglio togliere usando biecamente la scusa del blog o se sono diventata davvero così nobile d'animo.

C’è chi mi dice “Ma perché non scrivi un libro?”.
Perché un libro secondo me deve avere una storia, un filo conduttore, non essere un fritto misto di paranza.
O chi mi dice “Perché non scrivi per un giornale, per una rivista, per un vattelappesca?”.
Perché voglio la libertà di scrivere quando mi pare, dell’argomento che mi ispira, di smettere se mi va, di sputtanare chi mi pare o osannare chi mi va, perché non credo di essere in grado di scrivere su commissione, in sostanza perché non mi sento una marchettara (e andiamo che sono giorni che volevo usare questo termine!).


Aggiornamento del 7 maggio 2012: oltre all'ormai caro e già annoverato nel parlare comune, nell'edizione Zingarelli 2013, nonchè approvato dall'Accademia della Crusca termine "Megafica" il blog mi è risultato googlato da qualcuno scrivendo "Megafica al mare" e "Megafiga enorme".
Chissà cosa cercava con la versione balneare della stessa...bah.
Poi mi risulta un "massaggio+idromassaggio+ nudo" e direi che col filone hard siamo messi molto bene e anzi credo che mi dovrei buttare proprio su quello.
Inoltre registro un "pillola del giorno dopo non ha funzionato" da cui sarà stata dirottato su
http://www.buonecosedipessimogusto.blogspot.it/2012/05/quello-che-non-dovrebbe-mai-accadere.html il che mi fa forse credere che la pillola non l'avrà mai più usata, forse, chissà.
E poi qualcuno cercava "una corsa in taxi perdevo il treno stazione termini" e gli sono uscita io!!
Misteri di google...

Nessun commento:

Posta un commento