Sì, so che
questo non è il primo post.
Ma quando ho deciso di
iniziare il blog ho inserito come primo post quello che tanto successo aveva
riscosso su Fb, ovvero il centro benessere megafico.
Poi non ero pronta a fare
un post di presentazione, non sapevo cosa scrivere, mi sembrava troppo da Miss
Italia “Salve a tutti sono P. e amo gli animali” ma anche Estiqaatsi! Quindi
quello che doveva essere, lo faccio ora.
Forse andrebbe fatto a un
mese dall’inizio o al decimo o centesimo post ma non sono portata per le
ricorrenze e in definitiva il blog è mio e me lo gestisco io (oltre a tante
altre cosucce).
Mi è sempre piaciuto
scrivere, da quando ero piccola, tonnellate di diari, lettere, riflessioni.
Scrivevo sempre a mano,
al computer non riuscivo, mi bloccavo, mi veniva la sindrome da pagina bianca
(di Word). Invece poi lavorando al computer tutto il giorno è successo
l’opposto, ora non riesco quasi a tenere la penna in mano.
Per molto tempo comunque
non ho scritto, vuoi per il poco tempo, vuoi per il logorio della vita moderna.
L’occasione che mi ha permesso
di sbloccarmi è stata la malattia del papà della mia migliore amica.
Forse il senso di
impotenza, di frustrazione, di tristezza, il volerle stare vicino cercando
parole che non fossero banali mi ha fatto riversare tutto su carta.
Così ho avuto la visione-suggestione
del leone giallorosso.
Sono contenta che sia uno
dei post più letti del blog perché gli ha dato la giusta importanza che merita.
Orazio scriveva Exegi monumentum aere perennius...
"Ho innalzato un monumento più duraturo del bronzo e più alto della mole regale delle piramidi, (tale che) non la pioggia che corrode, non l’aquilone sfrenato o l’infinita serie degli anni e il susseguirsi delle stagioni (lo) potranno diroccare. Non morirò del tutto, anzi molta parte di me stesso eviterà Libitina sempre vivo, io crescerò continuamente nella lode dei posteri, finché il pontefice salirà, con la vergine silenziosa il Campidoglio."
E allo stesso modo mi piace che il ricordo del leone si sia diffuso fra tante persone mantenendolo vivo più che mai.
In quello che scrivo cerco di non essere troppo Pop-centrica, di alternare post scansonati, cazzari ad altri con spunti di riflessione o semplicemente scrivendo come mi viene.
Mm mi accusa di usare troppe parolacce, forse è vero ma delle volte è il modo più efficace per esprimere un concetto e poi mi piace alternare registri alti e bassi e accostarli.
Non cambio quasi mai quello che scrivo di getto, anche se 5 minuti dopo l’avrei già scritto diversamente e a rileggerlo poi cambierei tutto.
Amo le cose scritte e postate in maniera espressa, senza troppi ripensamenti. I miei post li considero un po’ tutti figli miei, pezzi di me, spremute di cuore, scritti col cuore in mano e i polsini insanguinati (come disse Groucho Marx?!).
Forse leggendo le mie cose dò l’impressione di essere una persona misantropa, insofferente nei confronti del genere umano e forse delle volte è pure vero…
Ma vi assicuro che ogni riferimento a fatti e persone non è puramente casuale e che è tutto vero!!
Sono curiosa per natura, della vita, delle vicende umane. Se state parlando con me e vi accorgete che sono distratta è perchè sto seguendo il vostro discorso, ma nel frattempo studio la copia seduta tre tavoli dietro cercando di immaginare la loro vita e sto carpendo frammenti di conversazione da quel gruppo di teenager di fronte a me.
Nessuno, e dico nessuno, mi ha chiesto spiegazioni del titolo del blog né ho ricevuto commenti.
La scelta era molto importante e delicata, perché il nome rimane per sempre e ti differenzia dagli altri.
Ho bocciato i nomi contenenti la parola blog, poi ho ripiegato su quelli che contenessero il mio nick Flu e alla fine cercavo qualcosa che mi caratterizzasse, una mia espressione tipica e alla fine mi sei è materializzata questa (un’altra visione).
È una frase che spesso mi viene in mente.
E’ tratta dalla poesia di Guido Gozzano "L'amica di nonna Speranza"
Loreto impagliato ed il busto d'Alfieri, di Napoleone
i fiori in cornice (le buone cose di pessimo gusto),
il caminetto un po' tetro, le scatole senza confetti,
i frutti di marmo protetti dalle campane di vetro,
un qualche raro balocco, gli scrigni fatti di valve,
gli oggetti col monito, salve, ricordo, le noci di cocco,
Venezia ritratta a musaici, gli acquarelli un po' scialbi,
le stampe, i cofani, gli albi dipinti d'anemoni arcaici,
le tele di Massimo d'Azeglio, le miniature,
i dagherottipi: figure sognanti in perplessita',
il gran lampadario vetusto che pende a mezzo il salone
e immilla nel quarzo le buone cose di pessimo gusto,
il cucu dell'ore che canta, le sedie parate a damasco
chermisi... rinasco, rinasco del mille ottocento cinquanta!
Quelle cose un po' kitsch ma in fondo in fondo rassicuranti e con il loro perchè, magari dal valore economico pari a zero ma con una carica emotiva enorme; la gondola sulla televisione, la palla di vetro con la neve.
Forse il titolo descrive proprio le cose che scrivo...
Poi ci sta proprio bene perchè mi piacciono gli ossimori (dal greco acuto e ottuso) che è la figura retorica in cui vengono accostati due parole di senso opposto e, se non si era capito, mi piace anche scoprire l’etimologia delle parole, w wikipedia mio pane quotidiano!!!
Uso questo blog come vaso di Pandora, infilandoci le mie emozioni quotidiane, le mie visioni e le mie riflessioni…e se riuscirò a coinvolgere qualche persona, ad avere venticinque affezionati lettori (come Manzoni) ma soprattutto a strappare un sorriso ne sarò lieta.
Ultima nota tecnica, nei commenti firmatevi please e non lasciateli anonimi che non ci si capisce nulla, quindi loggatevi a google senza timore!!!
bello pure qs Pe!! complimenti...ormai io sono una delle 25! ;) ah ok, mi firmo! Rox
RispondiEliminaRibadisco tutta la mia stima per te e la gratitudine per le risate sonore alternate alla commozione e l'ansia per ogni post successivo. Samira
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