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sabato 21 aprile 2012

Genitori in libera uscita

Il nido una volta al mese organizza una gran cosa: dà la possibilità ai genitori di lasciare i pupi di sera, dalle 19 alle 23. Mangiano lì la pizza, poi giocano e vanno a nanna e te li ridanno in fase dormiente.
Ieri per la prima volta abbiamo aderito a questa iniziativa.
Anche se sei combattuto, all'inizio pensi:" Che grande idea!", poi ti senti un po' carogna a portare il bimbo al nido pure di sera, poi cerchi di autoconvincerti che un po' di svago te lo meriti e che dopo tutto sta in un ambiente che conosce, con persone che vede sempre.
La portiamo al nido e la Pop si getta fra le braccia della maestra. Lei per fortuna ci va sempre volentieri, quando andiamo via ci saluta con la manina e sorride, un po' sei contento, un po' ti dispiace e ti vengono i dubbi: ma non è che sta pensando ma ancora che 'ntanavai??
Quindi se quando vi separate lei piange, fa scene strazianti, vai via col magone, ti si spezza il cuore ma un po' gongoli perchè ti senti indispensabile.
Se non lo fa, pensi che non le frega nulla di te, che sta bene al nido ecc. Insomma non siamo mai contenti!
Abbiamo 4 ore tutte per noi. Sono giorni che ci pensiamo che facciamo? che facciamo? La gamma di possibilità è talmente ampia che ti senti ubriaco, non sai cosa scegliere, vorresti fare di tutto.
Andare al cinema, andare a teatro, fare shopping con calma, dormire, fare sesso selvaggio e rumoroso, non fare niente e fissare il soffitto.
Per sfruttare il tempo al massimo arriviamo addirittura in anticipo..che carogne..pare che uno non vede l'ora di smollare la Pop!
Quindi per non fare sta figura aspettiamo in macchina 5 minuti.

L'euforia iniziale dovuta all'opportunità di avere tempo per noi è stata un po' smorzata dalle recenti vicende ma visto che ormai l'avevamo prenotato usiamolo!

Decidiamo di andare al cinema poi in qualche modo di cenare pure.

Andiamo a Porta di Roma, ah è una mia crociata personale, PortA no PortE, ne basta una... ma ormai pure quelli che fanno gli annunci dicono Porte, forse cambieranno il nome e mi rassegnerò.
Presi dall'entusiasmo, dalla novità sbagliamo pure strada un paio di volte, quella strada che conosciamo a memoria.
Arrivati lì andiamo a prendere i biglietti al cinema.
E' un anno e mezzo che non ci andiamo, chissà se è cambiato qualcosa, non è un'eternità.
Facciamo i biglietti al self service, la macchina ci chiede se abbiamo la tessera Skin qualcosa. E che è? Boh vedi che qualcosa è cambiato?
Vorremmo mangiare qualcosa prima di entrare ma è troppo presto e i ristoranti sono ancora chiusi e ripieghiamo per un panino al volo.
Anche qui siamo ubriachi di fronte alla possibilità di fare mille cose che non ci riusciamo a decidere.
E' come se ti fossi lasciata con un ragazzo da poco. Vedi i posti a te famigliari e sospiri "Ti ricordi qui siamo venuti con Lei quella volta che..." "Qui invece..." tutto ti riporta a lei, anche parlare di colecisti "Ti ricordi alla morfologica il medico si entusiasmò perchè lei si vedeva la colecisti?".
E' un continuo pensare a lei, e sentirne la mancanza, ogni bambino che vedi, dai 0 ai 18 anni fai "Toh un Pop, toh una Pop" e ti senti carogna per averla lasciata lì.
Entriamo al cinema un po' prima perchè a me piace vedere le pubblicità e rimango sconvolta dall'audio altissimo, ma che sono matti? non c'ero più abituata.
Cerchiamo il posto ma ora (altra novità) hanno messo dei simpatici cappucci ai sedili con la pubblicità di un'autofficina e non si leggono i numeri.
Io odiooooo sedermi nel posto che non è mio e poi alzarmi perchè giustamente uno viene a reclamare il suo legittimo.
E' buio e non si vede nulla, dopo innumerevoli tentativi ci mettiamo in dei posti che forse dovrebbero essere i nostri.
Anche le immagini mi danno fastidio, mi viene il mal di mare.
Arriva una coppia che a colpo sicuro ci fa "Quei posti sono nostri" ma come hanno fatto? senza manco controllare sotto i cappucci, tutta la mia ammirazione, dei geni!
E' talmente tanto che non andavamo al cinema che ormai non seguivo neanche più cosa c'era in giro, leggevo i titoli e non mi dicevano nulla, decidiamo di andare a vedere quello di Woody Allen.
Mah che dire...in alcuni punti è piacevole. In altri mostra degli stereotipi di quello che loro pensano siano gli Italiani un po' troppo da clichè; donne vestite e pettinate come negli anni '50, coi vestiti a fiori, quelle di una certa età brutte e coi baffi, case arredate come negli anni '50. Le canzoni che ti aspetti "Arrivederci Roma", "Volare"... L'ho trovato un po' riduttivo e quasi offensivo ma probabilmente anche noi faremmo lo stesso se dovessimo girare un film ambientato a New York. Alcune scene sono molto belle, del centro di Roma, dell'Auditorium ti fanno ancora di più innamorare di questa città e sono sicura che gli Americani adoreranno questo film anche per questo.
La scelta degli attori italiani mi lascia un po' perplessa, alcuni grandi sono stati presi per fare parti piccolissime e illustri sconosciuti hanno ruoli importanti. Ho sentito, non so dove, che hanno girato ad agosto quando non c'era nessuno e in pratica i pochi attori che erano rimasti hanno tutti partecipato al film.
Una cosa che realmente mi manda in bestia è il cosiddetto product placement, ovvero prodotti piazzati lì, in bella vista per fare pubblicità.
Posso accettarlo in un film sfigato e di quarta categoria, che non ha fondi, sostentamenti e allora cerca di raccimolare dove può un po' di soldi.
Ma in una grande produzione no, allora a 'sto punto non mi fai pagare il biglietto.
E' un continuo, io poi che, come detto, mi perdo nei particolari, li vedo tutti e mi incazzo.
Posso capire il barattolo di pelati posato sul tavolo con l'etichetta in bella vista ma che nella scena mi metti dopo aver fatto 4 primi piani dell'acqua San Benedetto "Caro ti offro da bere?Cosa vuoi?" "Un bicchiere d'acqua" che primo gli Americani ma quando mai bevono acqua? E secondo la protagonista a momenti si sloga un polso per portare la bottiglia e versarla sempre con l'etichetta in primo piano.
Le macchine presenti sono tutte Fiat, i ragazzi fanno il sugo usando ben 4 confezioni di pomodoro Mutti (per 4 persone?!), buste di Intimissimi lasciate in giro, pacchetti di prosciutto sul tavolo e un adesivo Beretta sul frigo, ma io dico, chi è che attacca sul frigo un adesivo del genere, e gigante pure!!!
Noooo mi incazzo e basta!
E poi nei titoli di coda c'è pure un annuncio mega che hanno ricevuto i fondi dalla regione Lazio e da chissà cos'altro...
Tornando al film: ho trovato molto azzeccata la scelta della Cesarona (non so come si chiami) e per un po' di gossip posso dire che Scamarcio ha un fisico da impiegato di banca ma Penelope Cruz è davvero una gran gnocca e non ho difficoltà ad ammetterlo.
L'ultimo film che avevamo visto era quello su Facebook e qui abbiamo ritrovato lo stesso attore: casualità...
Dopo il film abbiamo preso un dolcino, due passi nel centro commerciale coi negozi chiusi e poi siamo andati a prendere la Pop, con 10 minuti d'anticipo, lei dormiva beata, si è un po' svegliata e poi si è riaddormentata a casa e stanotte ha dormito 7 e dico 7 ore di fila.
E proprio il caso di dire ora To Rome with Love.






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