pubbli larga

mercoledì 30 maggio 2012

Caduti sul lavoro

L'altro ieri è morto un operaio vicino casa mia, è caduto da una gru.
Aveva 56 anni ed era rumeno.
Passavo spesso sotto quelle impalcature per andare a fare la spesa o gironzolando per il quartiere.
Forse è la prima volta che la morte, la cosiddetta morte bianca mi passa così vicino.
Già ma perchè si chiama così? Morte bianca, fammi cercare su internet, pensavo che il termine bianco si riferisse all'innocenza, al candore.
Invece no, si riferisce all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’incidente.


Ma stiamo scherzando?? La causa, la colpa, la negligenza responsabile di queste morti ha sempre un nome, anche più di uno.
Il giorno che è successo era mattina, i miei erano lì vicino, sentivano ambulanze, sirene, confusione, qualcuno ha chiesto "Cos'è successo?" e qualcun'altro ha risposto "Niente è morto un operaio".
Ci abbiamo fatto l'abitudine, non è accaduto nulla di grave, non vi preoccupate, il solito rumeno.
Non riesco neanche a trovare il nome e cognome di 'sto poro cristo.
Il giorno dopo passo lì vicino e non c'è neanche un fiore.
Non c'è nessuno che l'ha pianto, nessuno che aveva da dedicargli un pensiero.
Stava su una gru, il cestello si è staccato ed è venuto giù. Come può succedere? Succede... ma le cose sono andate realmente così? Chi può dirlo?


In Italia nel 2007 ci sono stati 1260 morti sul lavoro, tra il 1996 e il 2005 siamo il paese con il più alto numero di morti sul lavoro in Europa. Per non parlare della malattie professionali, degli infortuni...


E le vittime del terremoto dell'Emilia sono quasi tutti operai, l'altra volta del turno di notte, stavolta quelli che tentavano di far ripartire le attività dopo il sisma.


La morte non è mai bianca, è sempre nera, sempre bastarda, sempre infame, soprattutto se ti coglie mentre stai lavorando, e la colpa è di qualcuno che non rispetta le leggi, che vuole risparmiare sulla tua pelle e ti fa lavorare in un edificio non a norma, fatiscente.


Il piccolo e sconosciuto eroe del giorno è Ioan Dragot...perchè alla fine il nome io l'ho trovato.




Crisi d'identità

So che verrà anche per me il tempo delle tranquille ciacolate al parco con le altre mamme, mentre la Pop scorrazzerà a destra e sinistra in autonomia, io potrò dedicarmi a conoscere e interagire con gli altri genitori. Forse farò come quelle che fingono che non sia il proprio figlio anche se sta tirando la sabbia in testa agli altri, d'altra parte Tatalucia dice di non intromettersi nei giochi dei bambini e che si avvicinano con aria palesemente scocciata alla scena solo nell'attimo prima che il pargolo sta calando la mannaia sul collo dell'amichetto. 
Forse verranno quei tempi, al momento non è possibile.
Abbiamo passato, per fortuna, la fase di me gobba a pi greco mezzi, che cammino dietro alla Pop appesa per le braccia. Capitava di incontrare qualche mamma nella medesima condizione, ci sorridevamo senza parlare, scambiandoci uno sguardo della serie "Ci siamo capite non c'è bisogno di aggiungere nulla".
Ora siamo nella fase di 2.0, camminare con una manina, la mamma ha riacquistato la posizione eretta e la mia schiena ringrazia.
La Pop vuole pascolare a destra e sinistra e quando mi capita di attaccare bottone con qualcuno, lei dopo 3 secondi si scoccia e vuole andare dalla parte opposta oppure capita che il Pop dell'altro faccia altrettanto. 
Ci si saluta alzando le spalle "Scusa eh devo andare" poi forse ci si rincontra per il parco e quasi mai ci si riesce a salutare quando uno va via.
La Pop è massimamente interessata a i giochi degli altri, ai palloni di tutte le dimensioni e fogge, alle monnezze che trova in giro e...ai cani.
Colpa mia, ogni volta che vedo un cane glielo faccio vedere da vicino, glielo faccio toccare per fargli prendere confidenza, non sopporto i bambini che scappano alla vista di un animale.
Di familiarità coi gatti ne ha parecchia avendola a casa e dai nonni ma con i cani no.
Quindi ora li avvicina con entusiasmo, cerca di ficcargli una mano in bocca come la bocca della verità e spesso gli sventola un biscotto sotto il muso...roba da far imbufalire anche il cane più buono.
Ha troppe cose a cui pensare, non può mica stare dietro alla mamma che tenta di fare due chiacchiere.
Comunque tra un fugace contatto e l'altro sono riuscita a fare un breve sondaggio e capire che è praticamente l'unica ad essere stata presa al comunale, se venite avvicinati da una losca figura che chiede indicando il Pop "E' stato preso al nido?" sono io!
E pure ci sarebbero un bel po' di persone interessanti, cui mi sento affine, con cui poter approfondire vari discorsi...verrà il tempo.
Ieri ho conosciuto D., in realtà l'avevo già incrociata mille volte essendo le bimbe coetanee ma ci eravamo scambiate solo qualche parola. Stavolta abbiamo parlato un po' di più perchè lei Pop erano concentrate a giocare con la sabbia, ci siamo scambiate info utilissime, le prendeva appunti su un'agendina. Credo sia di fuori e anche il marito, non conoscono molte realtà di zona.
Mi fa un po' incazzare che non ci sia un'adeguata informazione su cosa fare e dove fare con un bimbo piccolo ma che spesso ci si debba basare su "Si dice", "Una mia amica mi ha detto" mica sono segreti di Stato, in fin dei conti si tratta semplicemente di vivere meglio.
Il piacevole discorso è stato bruscamente interrotto giusto un paio di volte quando ho sentito un sospetto crunch-crunch, era la Pop che mangiava sassi, per toglierglieli ho dovuto ficcarle le dita in bocca ma lei se la rideva beata e ne approfittava per azzannarmi la mano.
Mi ha colpito anche che D. si sia presentata col suo nome e abbia chiesto il mio.
Ed è la prima volta che succede da un anno e mezzo, prima era sempre e solo LA MAMMA DI..è uno status di cui vado orgogliosa e fiera, che mi appunterei sul petto come una medaglia ma vorrei assere innanzitutto me stessa, nella mia complessità e fra le altre cose essere anche "mamma di", non vorrei che l'unico mio merito e definizione fosse questa, lo trovo un po' limitante e riduttivo.
In piscina ci chiamano proprio così "mamma di xxx" perchè in fin dei conti non siamo nessuno ma solo dei banali accompagnatori.
D'ora in poi oltre ad avere una simpatia speciale per quelli che chiedono "Come stai?" (Baglioni Claudio in primis) ce l'avrò anche per quelli che chiedono "Come ti chiami?", la semplicità, al limite della banalità è un dono speciale e raro. 



lunedì 28 maggio 2012

Fai 'sta cazzo di nanna

La frase del titolo purtroppo non è mia ma di un libro uscito qualche tempo fa.
E' addirittura leggibile in toto qui
E che è successo, le menate del copyright e cose varie? Boh va bè godiamo e leggiamcelo!
Probabilmente, anzi sicuramente qualche volta ho pensato anche io questa frase sospirando.
Il fatto è che mentre stai addormentando la Pop, e i Pop in generale, l'importante è stare tranquilli per primi noi, infondere serenità perchè i bambini, anche se piccoli piccoli, anche se neonati sentono. Sentono già nella pancia.
I bimbi sentono, i gatti sentono, solo tu non capisci una mazza e devono farti delle illustrazioni esemplificative per chiarire  facili concetti.
Verso i due mesi (ma forse era anche il mese uno) ci fu il periodo delle coliche, le fanta-coliche.
Sono un po' scettica, l'ho detto cento volte, credo in poco o niente, vorrei dire che credo nei piedi e nelle mani (miei, su quelli degli altri ho pure qualche riserva) citando Fornaciari Adelmo in arte Zucchero. Non credo nelle coliche dei neonati, nel reflusso gastroesofageo e in un bel po' di altre cose che spesso i pediatri o i genitori decidono di affibbiare al bimbo quando piange e non si sa cosa abbia. Per carità ci saranno anche i casi veri ma che tutti o quasi i bimbi hanno questi disturbi mi sembra molto strano.
Secondo me delle volte semplicemente gli gira e basta, ha da passà a nuttata e basta.
Insomma verso le 5-6 di sera, quando il validissimo supporto nonnifero era andato via e stavo da sola in attesa del rientro del Papide, la Pop iniziava a piangere.
E tutti a dire "Pianto di sera? Sono coliche". 
Io ho resistenza zero nei confronti del pianto di un bambino, dicono che lo usano come forma di tortura a Guantanamo, io mi accollerei qualsiasi crimine anche il più orrendo pur di non sentirlo.
Mi ero documentata, avevo letto un po' in giro, sembrava non esserci soluzione, solo tenerla in braccio, farla rilassare con canzoni, camminare per casa, tenerle la mano sullo stomaco.
Non è affatto facile infonderle serenità mentre ti urla nelle orecchie.
Devi fare ricorso a tutta la forza di Greyskull, isolarti dal suo pianto, essere pervasa da una grande calma, ripetere qualche ohm-ohm di incoraggiamento e cercare di rilassarsi.
Cerchi di creare un'atmosfera appropriata, spegni le luci, la prendi, la coccoli e canti...ma in quel momento non ti viene in mente nessuna canzone decente, il vuoto.
A me veniva sempre in mente "Scende la pioggia" chissà perchè e con il movimento di scotuliamento al pancino a ritmo andava proprio bene.
Salvo poi accorgermi di conoscere solo due strofe e quindi andavo avanti in loop con quelle.
Non si è mai capito se poi alla fine si calmava per la canzone, per la vicinanza, perchè si era stufato o chissà che.
Mm invece si aggrappava alle canzoni degli alpini, lui che è stato in Marina...
Poi siamo andati un po' a periodi.
Per farla addormentare lui usava sballonzolarla cantando Ponciponciponcipo... si proprio quella del ti piace vincere facile e da lì come se fosse la cosa più normale del mondo a chi la teneva in braccio dicevamo "Falle ponciponci".
I primi tempi nei giorni festivi ci svegliamo alle 11, mezzogiorno e cercavamo di convincerci "Però chi l'avrebbe mai detto che ci saremmo svegliati così tardi con una Pop!?", si peccato che eravamo andati a dormire alle 3.
Io fino a mezzanotte reggevo, poi crollavo, lasciavo il testimone a mm e gli dicevo "Io dormo, se volete il mio latte, prendetelo tanto sapete dov'è", probabilmente avrei allattato pure un ladro che si fosse trovato a passare di là.
In quel periodo siamo diventati drogati di Real Time, l'unica tv in cui non c'è nulla che devi seguire, la accendi e già capisci tutto, non c'è un prima nè un dopo ma solo un durante. (Fico ora glielo vendo come frase ad effetto per la pubblicità).
Io resistevo fino a Barbara, ormai diventata una di casa, quella di "Paint your life", se riuscivo a vedere pure "Malattie misteriose" allora la situazione era critica.
A mezzanotte crollavo come un sasso e non sentivo più nulla, la mattina chiedevo a mm "Allora com'è andata poi ieri?" manco fosse la finale di Champions.
Ricordo anche delle fantastiche penniche pomeridiane di 2-3-4 ore grazie all'insostituibile supporto nonni nanni che mi consentivano di riprendermi e riconciliarmi col mondo.
Ci sono stati alcuni momenti duri, dovuti soprattutto al senso di impotenza, vederla piangere, non sapere cos'avesse e cosa poter fare per farla stare meglio.
Frustrazione, rabbia, stanchezza...in cui ho pensato, inutile negarlo: ma che hai da lamentarti tanto? ora te lo trovo io un motivo serio per lamentarti...
I primissimi tempi siamo stati bravi, lei dormiva nella sua culla, a due mesi in camera sua e a tre forse nel lettino. Non la facevamo dormire con noi perchè avevamo paura di schiacciarla. Io la allattavo in camera sua con la mia sedia, tenendo i tempi. Poi ben presto ho preso la mano e di notte allattavo raccogliendo con una mano le zucche di Farmville, si può dire sì? Non penso mi denuncino...Figlia mia non so bene cosa ti lascerò in eredità ma di certo avrai una fattoria fra le meglio gestite di Facebook!
Poi allattavo a letto e succedevano dei gran siparietti, perchè di notte saliva pure la gatta a dormire con noi, divertendosi, la fetente a stare fra le mie braccia nell'identica posizione in cui tenevo la Pop. Più volte mi sono svegliata incredula di sentire tutto quel pelo morbido sulla bimba o di soprassalto pensando che fosse saltata giù dal letto realizzando solo dopo che si trattava della felide.
Verso i 6 mesi o forse era l'anno, sono una madre debosciata e non mi ricordo nulla, mm un giorno si presenta con un attrezzo che ci avrebbe cambiato la vita.
Era una di quelle giostrine da attaccare al lettino, tipo quella con le api che avevamo noi da piccoli, ora c'è la versione fica con gli orsetti con una specie di Kway, con varie musiche, che proietta sul soffitto varie luci e c'è pure il telecomando per azionarlo da lontano. Ma lontano dove? Da Piazza del Popolo?? Con me ebbe effetto immediato, svariate volte mi sono addormentata prima io della Pop!
Per quanto riguarda le canzoni da cantare per farla addormentare, nonostante avessimo fatto due lezioni di musicoterapia al corso pre-parto, io faccio outing e confesso le mie.
Una delle prime fu "Favola" di Ramazzotti Eros, molto lenta, mi ricorda l'adolescenza, tratta da una storia di Herman Hesse.
Poi ci fu "Stelutis AlpinIS" di De Gregori Francesco di un alpino morto durante la Prima Guerra Mondiale.

Ed ultimamente udite udite, vai a capire che strani percorsi fa il cervello e cosa ti va a ricicciare fuori? la sigla di Fantastico 9 del 1988 cantata da Montesano Enrico.

Quanti ricordi, quante nottatacce...e cos'è cambiato da allora??
Direi, con terrore, poco o niente.
Dopo che ha iniziato il nido, causa i primi raffreddori, i "teniamola qui così la controlliamo" ci siamo completamente sbragati!
Ultimamente ho escogitato la tecnica dei tre letti.
La addormentavo su un letto singolo, un prototipo di mia invenzione, un misto tra un letto montessoriano e uno normale, va bè niente di che solo tanti cuscini intorno e un materasso a terra per attutire eventuali cadute.
Poi il babbo la spostava nel suo lettino anche perchè sennò stavo sempre con l'angoscia che cadesse e al primo risveglio intorno a mezzanotte, lui me la portava nel lettone perchè tanto io avevo staccato il turno e spesso manco la sentivo che piangeva.
E ora abbiamo di nuovo cambiato, visto che i bambini vanno a fasi.
La addormento nel lettone diventato lettone montessorianone con 870 cuscini, poi viene traslata nel lettino e poi a una certa me la ritrovo di nuovo nel lettone, con insieme la gatta sempre.
Io sospetto che ci sia un legame fra gatti e bimbi, la mia gatta riesce ad entrare in stanza qualche secondo prima che la Pop si addormenti, che delle volte ci entri correndo come un'invasata spalancando la porta e miagolando come se fosse posseduta questo è un altro discorso.

Avviso ai futuri genitori: non vi spaventate, c'è speranza pe' tutti, come ci sono riuscita io, ci può riuscire chiunque!
Non vi starò neanche a cojonare dicendo "Vedrete che gioia quando verrete ripagati da quei sorrisoni sdentati" è come se uno dicesse "Sarai miliardario ma prima devi fare una vita di stenti e privazioni". Perchè prima di arrivare alle gioie bisognerà passare nella palude vischiosa di "n" giornate no in cui nulla andrà per il verso giusto, in cui il morale starà ai minimi storici, ma passerà...fate il conto alla rovescia e passerà. Spesso dicono che dal terzo mese in poi cambia tutto e se non è il terzo, sarà il quarto, sennò il quinto, sennò puntate direttamente ai 18 anni! Insomma... ha da passà!










Elogio della spalla

Trattasi, ovviamente, non della parte del corpo che sta di fianco al collo o del taglio della mucca che si mangia.
Ho un debole per gli attori non protagonisti, per le figure secondarie di un evento, per quelli che quasi mai vengono nominati o ricevono una medaglia, che fai fatica a trovare nei titoli di coda, per quelli che non passeranno mai alla storia ma se non ci fossero stati niente sarebbe successo, per le storie minori, semplici, a cui spesso nessuno dà importanza abbagliato dalle notizie sensazionali, amo quelli che non cercano la fama, la gloria, ma fanno il loro dovere a testa bassa, al massimo e senza aspettarsi nulla in cambio, lo fanno perchè non possono fare altrimenti, lo fanno e basta.
Magari poi il merito se lo prendono altri, quelli che sgomitano, chi si sa vendere meglio, chi ha più faccia tosta e fa in tempo ad arrivare all'ultimo secondo, piazzarsi davanti ai fotografi a testimonianza che lui c'era e ha fatto tutto lui!
Dietro i grandi spesso c'è un lavoro lungo e faticoso di centinaia di invisibili, che nessuno ringrazierà ma senza i quali il successo degli altri non sarebbe mai arrivato.
Ognuno di noi sa se è più portato per il ruolo di protagonista o per quello di spalla.
Io mi sento spalla, lavoro in silenzio, con discrezione, non mi piace stare al centro dell'attenzione, avere sguardi su di me, non sono brava a gestire più persone a organizzare le cose, ma tesso le mie trame in silenzio e alla fine si fa spesso come dico io!
Mm, che è più aperto e socievole, spesso si appropria di mie idee o battute ma non importa, l'importante è che si realizzino, non mi interesse avere riconoscimenti.

Inutile dire che i grandi personaggi, comici, attori, sportivi spesso non sarebbero nessuno e non avrebbero avuto tutto quel successo senza una persona silenziosa e discreta al proprio fianco, anzi spesso un passo dietro di lui.


Non solo una vita da mediano ma anche da gregario che forse è la figura che sento più vicina a me: quello che non vincerà mai ma che deve far di tutto per aiutare il corridore più importante, la squadra.
Non mi piacciono gli eroi, quelli conosciuti da tutti, anche solo per nome, ma amo invece gli eroi silenziosi, ignoti, che spesso i più ignorano.
Mi piacciono i cammei, i dettagli, le piccole storie.
Forse amo lo sport, quello vero, di un tempo, quello in bianco e nero come le foto qui sopra.



Il mio eroe del giorno è Ughetto.
Ho trovato la sua storia leggendo questo manifesto affisso da chissà chi lungo la pista ciclabile (tutto torna).



Ugo Forno, chiamato Ughetto dai suoi compagni di scuola, ha 12 anni è un ragazzino gracile ma vivacissimo.
E' la mattina del 5 giugno 1944, esce di casa per andare a scuola ma in realtà ha già deciso di andare incontro agli Alleati. Ai giardinetti sente delle persone parlare e dire che i  Tedeschi stanno mettendo le mine al ponte di ferro sull'Aniene, quello che fiancheggia la via Salaria all'altezza dell'aeroporto dell'Urbe e sorregge i binari della ferrovia Roma-Firenze. Lo vogliono demolire perchè ci devono passare gli Americani.
Ughetto si mette a capo di un gruppo di contadini e armati arrivano sul posto, colpiscono a fucilate i tedeschi che stanno posizionando l'esplosivo sotto il ponte e che decidono di abbandonare e ritirarsi. Hanno un mortaio, però, e per coprirsi le spalle sparano tre colpi. Il terzo centra Ughetto, il capitano bambino cade di schianto, è già morto quando tocca terra.
I guastatori tedeschi fuggono, il ponte sull'Aniene rimane intatto, sono gli ultimi tedeschi a lasciare Roma e Ughetto Forno, 12 anni, è l'ultimo romano che muore combattendo per cacciarli, per la libertà, ultima vittima della resistenza romana.



Aggiornamento del 29 maggio 2012
Non volevo scriverne ma il richiamo dato da questo post è troppo forte.
Premesso che non capisco perchè venga data tutta questa importanza all'argomento e che i nomi citati per me sono quasi tutti sconosciuti, tema: calcioscommesse.
La mia domanda cretina del giorno è: ma che ci devono fare con tutti questi soldi?
Considerando che sono tutti calciatori di fama nazionale e che non prendono quindi mille euro al mese, ma davvero non gli bastano mai? Ma che ci fanno? Dopo aver comprato varie case qui e lì, donne, motori... secondo me va tutta in droga.
E l'altra considerazione è che è davvero triste vedere chi si accanisce con la squadra avversaria perchè gli inquisiti giocano lì, le partite truccate sono una sconfitta di tutto il calcio e dello sport in generale.

E visto che ci sono tiro fuori un altro argomento attinente, il mister Delio Rossi che ha dato un pugno al giocatore. Figura del cavolo e meschina, non è semplicemente un allenatore, non è un cittadino qualunque ma un privilegiato, è sotto gli occhi di migliaia (milioni?) di giovani che spesso hanno solo il rettangolo verde come unico parametro con cui confrontare la vita, ha una  grossa responsabilità e non solo sportiva.

giovedì 24 maggio 2012

Libertà di scelta


3 maggio 2012
L’alunna diciottenne di una mia amica è incinta. E’ fidanzata da due anni, il padre non è il ragazzo ufficiale ma uno conosciuto occasionalmente che ha già avuto modo di precisare “Fai finta che io sia sterile..” della serie "A bella mo’ so’ cazzi tua."
Lei si è recata al consultorio per la pillola del giorno dopo ma non ha funzionato, forse rientra in quel 5% di rari casi di insuccesso o forse non l’ha mai presa.
A me piace pensare che sia un po’ un segno del destino, che questo piccolo deve nascere, vuole nascere, che si stia aggrappando alla vita con tutte le sue forze.


16 maggio 2012
La studentessa ha deciso di abortire...perchè non ha soldi (no comment), ho dato alla mia amica prof il link di questo post dicendo che avevo parlato della sua vicenda e di bambini non nati. Che dire? Io spero tanto che ci ripensi, forse non è giusto, forse è davvero troppo immatura altrimenti non sarebbe successo il tutto ma sotto sotto spero che legga e ci ripensi.


oggi
La ragazza ha deciso di praticare l'IVG (interruzione volontaria di gravidanza), ok non sono fatti miei ma ci sono rimasta male.
E' vero che penso sempre che il benessere psico-fisico della mamma venga al primo posto, che non c'è niente di peggio che crescere in un corpo che non ti vuole (di essere allevato poi non ne parliamo...) ma mi dà fastidio la motivazione e la leggerezza con cui il tutto è avvenuto.
Me la immagino andare al consultorio e dire "Scusate mi sono trombata il ragazzo sbagliato".
Non sono nessuno per dirlo, non posso sapere, magari avrà vissuto momenti terribili, si sarà sentita sola.
Ma non capisco come ci si possa considerare grandi, fichi buttarsi a capofitto nel sesso e non prendere uno straccio di contraccezione quando ormai pure la chiesa ne parla liberamente (non esageriamo...). Non puoi considerarti maturo solo per quello che ti fa comodo.
Non puoi uccidere un esserino che ha l'unica colpa di trovarsi nel posto sbagliato nel momento sbagliato.
Avevi tutti i modi e i mezzi per far sì che questo non avvenisse e te ne sei fregata...tanto a me non capiterà mai.
Andare in ospedale e dire "toglietemelo di mezzo", un futuro individuo, sano, non concepito da una violenza ma da un rapporto per quanto occasionale ma di sicuro consenziente è come andare al pronto soccorso e chiedere di tagliarti un braccio.
L'aborto non può essere considerato come un metodo anticoncezionale.
Potevi farlo nascere e poi dare in affidamento...si e chi riuscirebbe a fare una cosa del genere?
Egoisticamente penso a chi sarebbe potuto nascere, a come sarebbe stato, sarebbe stato magari il novello Einstein o forse un cretino fra tanti o uno che avrebbe fatto sobbalzare il cuore  a chissà quanti altri...
Non riesco a immaginare come faccia un dottore ad operare con questi pensieri, ok qualcuno lo deve pur fare ma io non ci riuscirei a dormire la notte.
Forse la colpa è pure dei genitori, ma mamma non ti ha spiegato nulla e ti manda in giro da sola?
Mi devo mettere un cartello grosso così e ricordarmi di spiegare educazione sessuale alla Pop.
Ai miei tempi, e non parlo del '15-'18, i genitori un po' ne parlavano, poi c'erano le amiche e poi c'era Cioè.
Io, quando fu il momento, a 15 anni, andai per conto mio da un dottore cercato per caso sull'elenco telefonico e scelto per il nome simpatico "Loreto" come un pappagallo. Che ragazza, come primo appuntamento della vita scelsi un dottore uomo, mi stimo davvero col senno di poi!!
E non è possibile che dopo 20 anni i ragazzi si comportino così, anni di lotta femminile, di emancipazione buttati nel cesso, non è per questo che si sono condotte tante battaglie, è sacrosanto che venga data la possibilità di scelta ma non così, non così...







Nazionali blu dure ma soprattutto senza filtro

Negli ultimi tempi questa è la definizione che mi piace dare di me medesima, è come mi sento, forse anche per merito o a causa del Blog.
Mi faccio meno menate, quello che sento, lo esprimo, soprattutto se sono pensieri positivi. Forse sono cose che ho sempre pensato ma ultimamente mi sta venendo un po' la paura di non fare in tempo a dire certe cose agli altri. Alcune persone sono come meteore, ti attraversano la strada, poi magari all'improvviso spariscono per mille motivi, per cause esterne, per litigi, per incomprensioni, per mutate condizioni, perchè è così che va e allora ho l'angoscia che mi resti dentro qualcosa di inespresso che magari detto al momento opportuno avrebbe strappato un sorriso o un momento spensierato e di non poterlo più fare...but now, dear it's too late.
Quindi nel mio fagocitare con voracità attimi e sensazioni questa cosa cade a fagiuolo.
Rientra poi nel solito discorso di "metti in circolo il tuo cuore",
di far girare un po' di buoni sentimenti, di positività, so che vi state aspettando la frase "perchè in questo periodo ne abbiamo tanto bisogno..." ma non arriverà, dirò piuttosto perchè ci sta sempre bene.
Ma non perchè mi aspetti che il buono poi mi torni indietro, non ho un tornaconto personale, ma vorrei arrivasse indipendentemente. 
Abbiamo una timidezza emotiva ingiustificata, se una persona mi suscita pensieri positivi perchè non glielo devo dire, anche se è una con cui non ho confidenza, anche se magari due secondi dopo mi farà pentire di aver avuto questa sensazione su di lei?
E se, poniamo, qualcuno ci dicesse, o adesso o mai più, hai l'ultima occasione poi questa persona sparirà dalla tua vita? Di sicuro ci comporteremmo in maniera diversa.
Vuoteremmo il sacco e ci apriremmo senza problemi.
Nella vita non ci sono registi, non c'è chi ti avverte che il tempo sta per scadere, che è l'ultima chiamata per il tuo volo, quindi nel dubbio sono prodiga di, se vogliamo anche, complimenti.
Costa fatica, ti sudano le mani, pensi "ma chi me lo fa fare?" però vale la pena.
A te non costa nulla e all'altro fa un gran piacere.
Come consegnare l'ode alla mia pediatra.
Ero lì lì per rinunciare, mi sentivo cretina, avevo questo foglietto in tasca che mi bruciava, poi d'impeto gliel'ho dato farfugliando qualcosa e vedere lei, commessa, incredula, che mi ha abbracciato ancor prima di averla letta è una delle cose per cui vale la pena essersi alzata dal letto quella mattina!
Allo stesso modo spero di trovare il coraggio di dire alla mammina dolce che è proprio bella
magari lei si sente un mostro, brutta e sciatta, tutto il giorno dietro alle bimbe, io avrei pagato per avere qualcuno che me lo dicesse, magari anche mentendo.
Per questo ho un debito di riconoscenza nei confronti dei tassisti di piazza Fermi.

In passato, forse l'ho già detto, un atteggiamento di questo tipo non mi ha portato benissimo nelle relazioni interpersonali (leggasi cotte liceali), forse il mio atteggiamento era considerato troppo "aggressive", forse i tempi non erano maturi o forse ero semplicemente troppo cessa indipendentemente dal filtro!
Mi dichiarai ad un ragazzo regalandogli una rosa rossa e scrivendo un bigliettino che lasciai sul suo banco, lui arrivava sempre tardi a scuola quindi in pratica l'aveva letto tutta la sua classe prima che arrivasse e lo stavano aspettando, per uno timido penso sia una cosa da sotterrarsi senza indugi. Ovviamente poi non successe nulla ma è una di quelle piccole cose di cui vado più orgogliosa, forse lui non si sarà più ripreso da quel trauma!

L'essere senza filtro comporta far passare le sensazioni dal cuore alla bocca senza passare per la testa, tanto il cervello in questo serve a poco...
Delle volte mi escono così anche delle rispostacce, dei commenti negativi. Se uno è senza filtro lo è in tutti i casi, poi si sa che le sigarette senza filtro fanno ancora più male...

A proposito vorrei che questo tipo di sigarette speciali fossero le uniche usate da tutti noi, le altre, quelle del monopolio, lasciatele stare...

Ultime considerazioni: mi piace molto l'ondata di marea emotiva che alcuni miei post producono, mi piacciono i miei compagnucci di scuola che si emozionano quando racconto dei tempi passati forse non perchè fossero davvero bei tempi ma perchè il passato soprattutto  se remoto ha sempre un alone dorato intorno davvero speciale.
Mi onora che varie persone mi dicano che leggere il mio Blog 5 minuti al giorno è una parentesi spensierata durante la giornata, per questo un po' mi sento investita da una missione speciale ma continuerò comunque a scrivere sempre di amenità ma anche di mattonate perchè è così che va...


mercoledì 23 maggio 2012

C'è qualcosa che non mi torna

In questi giorni si sente un diffuso pessimismo in giro, uno smarrimento, un non sapere a cosa aggrapparsi, un è tutto uno schifo...dovuto ai recenti fatti di cronaca, come si dice in questi casi.
Io non condivido questo comune sentire.
Ho ascoltato, osservato, ne sono rimasta fuori, non mi piace essere travolta dall'onda emotiva dei più senza prima essermi soffermata un attimo a riflettere. Ho sentito pure tante, troppe cavolate fino ad essere diventate intollerabili. E quando è troppo non si può più tacere.


C'è chi inizia a pensare che questo sia un periodo storico sciagurato, segnato da personaggi cattivi, da tragedie e si chiede addirittura se sia stato giusto far nascere i propri figli ora.
Secondo me questa epoca non è nè più nè meno tremenda di altre. Anzi se devo essere sincera penso che il periodo in cui siamo nati noi sia stato peggiore e mi chiedo proprio con quale speranza e con che stato d'animo i nostri genitori ci abbiano tirati su convivendo con l'incertezza e l'angoscia degli anni di piombo, rapimento di Moro and so on... (ma ne riparleremo di questo).


Non mi piace chi si piange addosso, chi si lamenta senza trovare una soluzione, senza provarci, non tollero i lamentini, i disfattisti, per questi ho solo una soluzione: l'abbattimento seduta stante.
Capisco che delle volte è più semplice crogiolarsi in un fango di impotenza, che è più facile dire "Si stava meglio quando si stava peggio", pare sia una consuetudine del nostro paese lamentarsi, sempre e comunque.


E' facile farsi trascinare dagli altri, dalla tv che cerca sempre lo scoop, il sensazionalismo anche quando non c'è.
E' stato detto: è stata la mafia e poi ma come la mafia? ma non aveva tra i codici d'onore quello di lasciare illesi i bambini e le donne??


Allora...la mafia non ha rispetto di nulla, fuorchè di se stessa e dei suoi affiliati, ma dal momento che sgarrano tutto decade.
Non ha rispetto neanche per i preti sebbene i suoi riti di iniziazione siano corredati anche da un misto di religiosità.
Non ho simpatia per la chiesa ma la ho e anche sconfinata per chi fa il proprio compito (lavoro o missione) con passione, ho rispetto per gli uomini così e non per la divisa che indossano (la tonaca è pur sempre una divisa).


Don Pino Puglisi ucciso il giorno del suo compleanno, il 15 settembre 1993, davanti al suo portone di casa, uno l'ha chiamato e un altro alle spalle gli ha sparato alla nuca. Qualche tempo dopo ignoti hanno murato il portone del centro che aveva creato lasciando lì vicino gli attrezzi.

Negli ultimi 10 anni la mafia ha ucciso 2500 (ribadisco duemilaecinquecento) persone di cui 37 bambini.
Tra cui Caterina e Nadia Nencioni, bambine di 50 giorni e 9 anni, nella Strage di via dei Georgofili (27 maggio 1993), Claudio Domino (7 ottobre 1986), bambino di 11 anni, ucciso davanti al negozio dei genitori in quanto scomodo testimone di una relazione tra sua madre e Salvatore Graffagnino che venne poi indicato come uno dei responsabili dell'omicidio,  in seguito sequestrato e poi torturato e ucciso dalla mafia.


E di donne ce ne sono un'infinità, mogli o sorelle di pentiti.

Fa sempre bene parlare di mafia ma secondo me stavolta è stata tirata fuori un po' a sproposito.


Non credo nel legame mafia-anniversario di Falcone e Borsellino-Brindisi per il semplice fatto che la mafia non si mette a badare a questi sottili legami, non cerca assonanze, ricorrenze, accoppa e basta. E quando lo fa è sempre in maniera chirurgica o devastando col tritolo per essere sicuri del risultato e non con queste dinamiche.

Si è parlato pure di terrorismo internazionale ma non mi sembra il caso, con tutto il rispetto, non penso manco che sappiano dov'è sita Brindisi.

Per me, se proprio volete saperlo si tratta di delitto passionale, compiuto da un uomo, con la solita motivazione: non sei mia? allora non lo sarei neanche di nessun'altro.
Insomma il gesto isolato di un pazzo...a cui non bisognerebbe dare neanche tanto risalto per non fomentare emulatori.

Ma comunque, non si sta giocando alla signora Fletcher, c'è una morte in ballo, di una ragazza, il ferimento di altre e la brutalità che irrompe nella vita di centinaia di studentesse.

Ci si sente smarriti, fragili e vulnerabili.
Ma non c'è molto rimedio da porre, le cose cattive possono provenire da qualsiasi parte, si potrebbero mettere le telecamere fuori dalle scuole, non so se ci siano già ma non credo. Vigilare, vigilare, vigilare.
Soprattutto sui nostri figli, guardarli negli occhi, ascoltarli, percepire ombre di disagio, di paura.

Quando ci sono notizie del genere, spengo la tv, non guardo più nulla.
I giornalisti ci godono a rimestare nel torbido, a raccontare i particolari commuoventi della vittima, a far vedere i video della prima comunione...perchè in fondo è questo che cerca e si aspetta chi guarda un certo tipo di programmi.
Ma questo non è dare una notizia, quella l'hai data e basta. Tutto il resto è speculazione, è sensazionalismo, è mancanza di rispetto probabilmente in primis per le vittime.
Come anche seguire ogni voce, ogni si dice, dire tutto e il contrario di tutto, montare la notizia, avere fretta di darne una in anteprima rispetto agli altri senza verificare le fonti, cercare pubblico costi quel che costi, a dispetto della verità e della intelligenza di chi si ha di fronte...



















martedì 22 maggio 2012

Il mio parco d'infanzia

Il mio parco d'infanzia è proprio quello sotto casa. La prima volta che lo vidi, avevamo appena traslocato, mi sembrava il paradiso. Ricordo che scesi dalla macchina e mi misi a correre sotto la pioggia e non credendo ai miei occhi per lo spazio a disposizione, il verde, gli alberi. Non  so se andò proprio così ma mi piace avere questo ricordo. Venivamo da Montesacro, da una casa al primo piano, buia, non si vedeva mai il sole, sotto di noi c'era una tipografia, gli unici segni di vita simpatici erano i piccioni. C'era un parco giochi vicino non aveva l'erba ma i sassolini, poi l'hanno chiuso e ci hanno costruito una scuola.
E per gli strani percorsi che prende la vita dopo "tot" anni sono tornata proprio a vivere lì vicino e la Pop forse il prossimo anno andrà proprio ad un nido lì. Tutto torna e il cerchio si chiude.
Ho sempre adorato la luce della casa nuova, il fatto di stare su un cucuzzolo e di non avere case vicino, la fortuna di essere circondati da una zona archeologica non edificabile ha reso quel palazzone isolato rispetto agli altri.
Ed ora sono ritornata invece ad avere di nuovo palazzi intorno...
Il parco è grande, magnifico, lontano dal traffico e dalle macchine e basta attraversare il parcheggio per raggiungerlo.
Quando eravamo bambini era perfetto, era curato dal signor B. (non Berlusconi) che lo teneva in ordine ma aveva due fisse: sul prato non ci si doveva andare e non dovevano venire persone di altri palazzi.
Aveva un fiuto eccezionale, riusciva a vederti sempre e comunque che stavi sul prato anche solo per prendere la palla che ci era finita dentro, si affacciava e strillava.
Una volta sono dovuta andare a parlargli per intercedere e permettere al mio miglior amichetto di un altro palazzo di poter giocare lì.
Sono infiniti i ricordi legati a quel parco. Eravamo soli, i genitori stavano a casa, forse ci guardavano dalla finestra, quando era ora di rientrare alcuni urlavano di tornare, mio padre mi fischiava. Abbiamo un fischio che usiamo solo noi, c'è il fischio di richiamo e quello di risposta. Ho sempre pensato che nella malaugurata ipotesi finissi in un burrone potrei attirare la sua attenzione col nostro fischio.
La zona proibita era l'area archeologica ma ci siamo entrati spesso e volentieri oltrepassando la rete, che zona proibita sarebbe sennò? Dentro c'erano delle pozze con le rane e un capannone con degli scavi e reperti archeologici ed è tutto fermo lì. C'è una specie di parallelepipedo enorme e noi dicevamo che era un sarcofago di un gigante.
Un altro posto proibito e molto mistero misterioso è la tomba della principessa. Un montarazzo che non si capisce per quale motivo i muratori quando hanno costruito il palazzo hanno lasciato lì. Non so chi diede il via a questa leggenda, ma appunto credevamo che non avessero voluto violare la sepoltura della principessa.

La tomba della principessa.

Il parco quindi era un luogo speciale, magico, dove poter fare mille avventure, sicuro, lontano dai pericoli, con lo scivolo, il girello, la gabbia per arrampicarsi, la pista di pattinaggio...tutti i bambini sognano e forse meritano un posto così.
Erano tempi di grandi sogni e di grandi promesse. "Ci ritroveremo qui sotto questo albero fra 30 anni", sognavamo di aprire un rifugio per cani abbandonati, di raccogliere in giro tutti gli animali e di tenerli, di fare cioè quello che i genitori mai ci avrebbero concesso.
Ci iscrivemmo al WWF, volevamo cambiare il mondo, ci provavamo, pensavamo "non saremo mai come i grandi ma saremo diversi".
A distanza di anni mi chiedo cosa ne è della me di allora, della voglia di cambiare tutto e mi chiedo se sono diventata proprio quello che non volevo diventare...
Ricordo le sbucciature sulle ginocchia, i lividi, i confronti fra amici delle ferite quasi come un trofeo, le croste, togliersele via lasciando sotto l'alone rosa...
Sento l'odore del ferro sulle mani a contatto con i giochi, il calore dello scivolo arroventato dal sole.
C'era il periodo delle bici, dei pattini, della pallavolo, del nascondino, dei quattro cantoni.
Non voglio essere retorica della serie "Ci divertivamo con poco e la playstation non c'era" perchè non è vero, c'era il Commodore 64 nei pomeriggi di pioggia giocavamo a quello eccome!
C'era pure un campo di calcetto in cui misteriosamente non è mai riuscita a crescerci l'erba nonostante l'abbiano seminata infinite volte.
Ricordo il povero M. che cadde dalla bici (la Bmx forse?) e si ferì un polpaccio, io mi sentivo in colpa perchè l'avevo appena lasciato, ci eravamo messi insieme in tre (a 7 anni si usava senza falsi moralismi) ma io poi ci avevo ripensato.
E mi viene in mente il mio amichetto E. che mi inseguiva con un fiorellino in mano urlandomi "Ti amoooo". 
Mi pare successe proprio qui, al "Tavolone"
un pezzo di cemento lasciato dai muratori che
utilizzavano come tavolo per pranzare.


Cosa è rimasto di tutto ciò?
Il parco è ancora lì, non è stato demolito, al suo posto non ci hanno fatto un altro palazzone ma tornarci mi mette un po' di tristezza.
Perchè è un parco morto, manca la cosa più bella e preziosa: i bambini.
Non so il motivo, torno rarissimamente lì e non conosco le dinamiche socio-demografiche del palazzo.
Il condominio visto che non c'è nessuno che lo usa lo hanno lasciato all'abbandono e gli sta pure bene visto che temono sempre l'arrivo di bimbi da fuori.
Il signor B. è morto, il prato di cui era tanto orgoglioso è sterile, c'è terra e aghi di pino secchi.
I giochi sono arrugginiti, inutilizzabile anche se uno volesse.





Questo è l'albero, un melograno come quello che ho messo io per la Pop, che i miei piantarono quando ci trasferimmo qui, ora è altissimo.


La fontana che usavamo per i gavettoni

Queste immagini di degrado sono un po' un insulto ai bei momenti che ho passato lì e alla mia infanzia. Quasi quasi sarebbe stato meglio che ci avessero costruito sopra un centro commerciale piuttosto che vedere ogni volta i miei ricordi traditi. 
Vedere sotto i propri occhi una cosa cara sfiorire è atroce, meglio porre fine allo stillicidio e conservare l'idea di com'era al massimo dello splendore.
E tutto questo ha un nome: eutanasia, in questo caso di un luogo.

O forse sarebbe il caso di mettere da parte motivazioni economiche, tirare fuori i soldi e risistemare tutto, magari tornerebbero pure i bambini, aprendo il parco anche agli esterni perchè no?


lunedì 21 maggio 2012

Il mio parco 4 - aggiornamenti

Nel mio parco è esplosa la primavera, forse anche troppo. E' cresciuta talmente tanto l'erba da doversi far largo col machete.
I proprietari di cani sono smarriti, temono di perdere i loro beniamini fra le piante e di non vederli più.
Nell'area cani si sono organizzati e falciano l'erba per conto loro, hanno un bel prato quasi all'inglese.

Tutti noi altri comuni mortali stiamo messi invece così.
Questa è la Pop in versione campagnola bella

Gli addetti del comune hanno iniziato a falciare i prati ma con calma, forse quando avranno finito dovranno ricominciare perchè nel punto da cui avevano iniziato l'erba ha raggiunto di nuovo il metro di altezza.

Anche se l'erbaccia incolta ha pur sempre il suo fascino....

Nel frattempo la fontana più vicina all'area giochi dei bambini è ridotta così, non so cosa sia successo di preciso, se è stata divelta, o dovranno sostituirla o è stata colta da malore.
Fatto sta che già prima dovevamo fare il gran premio della montagna, arrampicarci sul pendio per raggiungerla, ora non c'è più, riposi in pace.
Un'altra importante novità è che il municipio si sta vantando dell'ennesimo sgombero dell'ennesima baraccopoli sull'argine dell'Aniene, si vantano dei 100 quintali de monnezza raccolta ma la situazione è questa:

Inoltre da giorni gira sulle strade sterrate del Parco una Punto della Municipale che mi irrita alquanto, ma non possono fare la ronda a piedi, a cavallo, in monopattino, insomma con qualsiasi cosa che non abbia il motore?

Per quanto riguarda l'aspetto sociologico l'area bimbi con le belle giornate si è riempita di tantissime persone e ci sono delle new entries niente male.

Mimì metallurgico: è una mamma che non ho capito ancora per quale motivo è vestita con una specie di abito da lavoro di un meccanico, pantaloni e maglietta blu. E' sempre vestita così, indipendentemente dal meteo. Io me la immagino che piega a mani nude le carrozzerie della macchine. L'ho incontrata una mattina ed era già vestita così. Ci parlo pure spesso e devo dire che nonostante il suo abbigliamento è molto dolce e garbata ma la curiosità sui vestiti resta, glielo devo chiedere sennò non avrò pace.
aggiornamento del 28 maggio 2012:
venerdì ho incontrato Mimì al supermercato e non era vestita con la sua solita tuta color blu metalmeccanico dei cantieri navali di Genova iscritta alla Fiom. Il mio primo pensiero è stato "Ecco lo sapevo, cazz...ha letto il Blog". Poi la guardo meglio ed era vestita sempre con maglietta e pantalonacci extralarge ma color nero. Anzi la tshirt per la precisione era dei Metallica. L'ho rivista domenica al parco, aveva qualcosa di lievemente più vivace, forse sul grigio topo ma sempre oversize: dev'essere proprio il suo stile ma il mistero misterioso su quale professione faccia rimane...

Nonno sponsor: gira per il parco con dei volantini per pubblicizzare l'asilo nido che ha aperto sua figlia, ferma tutte le mamme e consegna il foglietto spiegando a voce. Mi può star pure bene ma non mi puoi fermare ogni santo giorno, delle volte anche più volte ripetendomi la solita solfa. Il nome del nido poi mi fa ridere, diciamo che è il titolo di un opera teatrale di Cechov e considerando dov'è sito il posto e il grado di urbanizzazione del nostro municipio l'unica giustificazione per chiamarlo così è forse perchè hanno una copia del libro all'ingresso sennò i ciliegi li hanno visti giusto in cartolina!! (ops...)

Stronzino: un ragazzino di 8 anni a capo di una baby gang. Lui sarebbe pure caruccio, occhi azzurri, sembra il comico livornese, Paolo Ruffini ecco quello, insomma sarebbe da CBCR peccato che sia di un'antipatia e arroganza unica. Scimmiotta i protagonisti dei film americani, i duri, ruba i giochi ai bimbi più piccoli e li odia, appena si avvicinano li allontana in malo modo. Probabilmente ripete scene di prepotenza che ha visto fra le mura domestiche. La madre c'è ma non si vede mai, forse si vergogna a far vedere che ha cresciuto il pargolo in quella maniera, lui urla, sbraita, sembra un gangster da quattro soldi. Un giorno di questi riempio un secchiello di sabbia e glielo rovescio distrattamente in testa.

Gigantone: ci sono 3-4 bimbe, anagraficamente piccole, intorno all'anno o poco più che sono però enormi di struttura, di peso e altezza, hanno delle mani che sembrano palanche, piedi enormi, mi fanno quasi impressione, la Pop a confronto sembra uno scricciolo. Forse sono frutto di mutazioni genetiche,  forse sono pompate ad aria ma quando con nonchalance chiedo "Quanto ha?", pensando dentro di te "minimo due anni" e ti rispondono 11virgola3 mesi ci rimani un po'...come dire? di stucco.
Va bè come dice la mia amica R. benedica!!!


Mammina bella: è una fanciulla dolce, tutto zucchero e miele, bella, bellissima davvero, un giorno o l'altro glielo dirò, non potrà farle che piacere. Mi ricorda un po' la cantante rossa, Noemi, però è mora non è rossa. Si smazza tutto il giorno le due bimbe di 1 e 3 anni, completamente da sola. Poi viene al parco sempre precisa, truccata, carina, non megafica ma quel giusto mix di semplicità e bellezza...che dire? Ti stimo!

Zingara demografa: non ho ben capito se è zingara o no, un po' sembra e un po' no. Ha due bambini di un anno e mezzo di distanza, attacca chiacchiera con tutti e ti chiede subito "A quando un fratellino?", è la sua fissa. Anche se stai allattando una Pop di 1 giorno già è lì che incalza per il bis. Va in giro un po' zozza, con quei capelli bruciati biondicci e i figli idem. Viene al parco in autobus e l'altro giorno le ho prestato il passeggino per farci dormire il piccolo dentro che le si era addormentato in braccio. Tra l'altro ancora allatta e per questo la stimo. La grande invece ha scovato la mia riserva biscottifera nel portaoggetti se le l'è pappata tutta. Nel dubbio una controllata ai miei averi me la dò sempre.

Il pentacanaro: io non ho capito come facciano, soprattutto in casa, ma ci sono dei personaggi che girano con un sacco di cani ognuno con il suo guinzaglio che fanno un casino tremendo e si arravogliano i fili tra di loro. Questo personaggio l'ho incontrato in uno di questi giorni di pioggia. In casa continuamente osservavo il cielo per sperare che smettesse, appena c'è stata una tregua sono uscita con la Pop nel marsupio. Ancora nel marsupio a 10 e rotti chili? Eh sì perchè il passeggino le fa schifo, il triciclo non era il caso, il marsupio è l'unica garanzia. Incontro questo strano figuro che mi fa "E' tuo?" indicando la Pop. Io "...eh sì". Capita ogni tanto che mi scambino per babysitter, forse per la mia aria giooovane da ragazza alla pari ma non è che lo senta proprio come un complimento, significa che non mi somigghia pe' niente.
Allora stronzamente ribatto "Sono tuoi?" indicando i canidi. Lui inizia un discorso dicendo che sono di un suo amico che ha tanti cani, tante donne e insiste con questo fatto delle donne che ora si è un po' calmato ma che prima venivano in casa armate di coltello...ma 'sti cavoli, mi fa piacere per lui. Sembra che quando uno dica "C'è un mio amico..." in realtà si riferisca a se stesso ma lui non mi pare abbia proprio le possibilità di coltivarsi tante donne. Continua a chiedermi notizie dalla Pop sempre considerandolo maschio, a me non dà fastidio, è lo scotto che si paga a non vestirla totalmente di rosa confetto, ma alla fine dico "E' una lei" e lui "Ma come? così massiccio?", bahhhh.... la Pop è tutto tranne che massiccia. Per fortuna inizia a piovere e devo scappare via.

Altra novità è che quando sono sola e non c'è un'anima pia che mi aiuti a prendere la Pop in fase di ricezione mentre scende dallo scivolo faccio prima e scendo insieme a lei. 'Sta cosa non si sa perchè lascia stupiti. I bambini saputelli stile Harry Potter dei miei marroni mi si avvicinano e senza guardarmi dicono "Ehh ma lo scivolo è per i piccoli", le nonne mi dicono che sono paracula e che voglio divertirmi pure io, le mamme mi odiano perchè i figli vedendomi vogliono fare pure loro lo scivolo in tandem peccato che la mamma abbia il culone e rimanga incastrata... 

Girovagando per il quartiere a naso insù poichè mi piace vedere i terrazzi all'ultimo piano e pensare "Tacci vostra un giorno pure io ce l'avrò" ho visto questo:


all'inizio pensavo fosse un ladro, poi babbo natale in anticipo poi ho capito essere una statua  a grandezza naturale di Padre Pio messa in terrazzo. Per carità ognuno mette quello che gli pare sul balcone, chi i sette nani, chi Padre Pione ma a me inquieta. Sta proprio di fronte alla fermata metro Conca d'oro così i viaggiatori scendendo potranno ringraziarlo della giornata  lavorativa trascorsa.

Invece camminando a naso in giù ho visto questo annuncio, strano che la badanta per paralisati non abbia specificato anche che parla italiano correntemente...!