pubbli larga

mercoledì 24 settembre 2014

Le feste dei bambini hanno rotto il cazzo

I miei ricordi a riguardo si perdono nell'infanzia più remota e ce ne sono a bizzeffe.
Ho sempre avuto un debole per le feste di compleanno.
Non santifico alcuna festa, un mio amico mi prende in giro:"Cheng ma non senti proprio nessuna festa?!", già, proprio così: non sento il natale, nè la pasqua e via dicendo ma quelle di compleanno mi entusiasmano, più quelle altrui che le mie forse perchè quelle di famiglia non riesco mai a godermele a pieno travagliata dall'ansia che tutto riesca bene: i panini saranno sufficienti? Pioverà? La torta si reggerà in piedi o caracollerà sotto il suo peso?
Invece alle feste degli altri non hai di questi pensieri, anzi stai lì ad osservare tutto con sguardo attento e puoi divertirti in santa pace.

Ricordo i tempi della scuola quando qualcuno iniziava a far girare il famoso biglietto rettangolare con su scritto: sei invitato alla mia festa, anche in quell'occasione provavo un po' d'ansia: oh no a me non lo sta dando, non sono invitata, ecco lo sapevo e giù di sindrome di Calimero, ce l'hanno tutti con me.
Invece poi l'ameno cartoncino finalmente arrivava e sospiravo:"Ma sì lo sapevo che me l'avrebbe dato, ma ti pare che lo dà a tutti tranne me?!" però poi al giro seguente crollavano tutte le certezze e si ripeteva di nuovo lo stesso copione di ansia e sollievo.

Le feste si facevano in casa, in genere il sabato pomeriggio e si invitava tutta la classe. Al massimo quando capitavano durante il periodo di carnevale si faceva la festa in maschera.
Faccio outing: uno dei motivi del mio entusiasmo era l'aspetto gastronomico: adoro i panini imbottiti, quelli con sopra le bandierine, i tramezzini tonno e pomodoro, i ciambelloni e le crostate fatte in casa.
Ricordo la festa di A. in cui la madre cucinava da dio e si organizzava immancabilmente il musichiere o il gioco di dover attaccare la coda all'asino. Ricordo la festa di S. in cui non si presentò nessuno tranne io.
Ricordo le mie feste in cui organizzavamo la caccia al tesoro, ricordo quell'anno in cui il mio compleanno coincise con l'inizio della scuola o quella volta in cui tutti mi fecero auguri speciali perchè compivo per la prima volta un'età a due cifre. Ricordo i balli, il mio primo, non so neanche come definirlo, stereo con il disco e le luci colorate.
Un po' più grandi si giocava al gioco della bottiglia, inutile parlarne, lo conosciamo tutti e poi al liceo grandi feste, quasi ogni sabato con i lenti di Marco Masini e il gioco della scopa quando il malcapitato ti viene ad interrompere proprio sul più bello con il domestico attrezzo in mano.
Una volta diventata grande invece festeggiare ha significato essenzialmente annà a magnà fuori.

Poi incredibilmente e a mia insaputa c'è stato il cambio generazionale e si è iniziato a festeggiare i nuovi nati, i piccoli.
Prima di avere figli devo ammettere che mi sentivo a disagio, ero contenta di essere presente in un giorno così importante e di dividere la gioia con i miei amici ma mi chiedevo pure: mayday cosa ci faccio qui fra palloncini e marshmallows?!


Poi sono venute le Pop, in passato ho sempre sentito parlare delle feste dei bambini come una palla assurda, un impegno a cui cercare di sottrarsi in ogni modo e invece vi dirò... a me le feste dei bambini non solo piacciono ma mi diverto pure!

Fatemi fare la vecchia carampana: ovviamente le feste di ora sono altro da quelle di allora.
Ora nessuno festeggia in casa a meno che abbia i mobili di cartone pressato e inviti solo il proprio consorte e il vicino di pianerottolo.
Noi ci abbiamo provato i primi tre compleanni della Pop, forti proprio della convinzione "Ma scusa 'na vorta come se faceva?" poi abbiamo desistito perchè la lista degli invitati si è allungata in maniera esponenziale. Non solo ma preparavamo pure le pizzette e i rustici  fatti in casa oltre alla torta convinti sempre del  "Ma scusa 'na vorta come se faceva?".

Poi, dopo aver spalato chili di briciole e pezzi di carta dal salone e aver staccato fiocchi di panna montata dal divano, realizzi pure che l'aspettativa di vita 'na vorta era molto più bassa di ora e un motivo ci sarà...

Un altro aspetto che mi convinceva a fare la festa a casa è che spesso vedo i festeggiati un po' spaesati e non a loro agio in mezzo ai mega-festoni per questo ritenevo che fosse  meglio festeggiare fra le mura domestiche.
Le tre componenti fondamentali delle feste di oggi e che decretano il successo o meno  dell'evento sono: location, animation e magnation. In gran segreto vi confesso che io e mm durante ogni festa a cui partecipiamo ci confrontiamo dando voti e opinioni personali a riguardo.

Location
Adesso ovunque affittano locali per le feste, è un grande business, si va dal mega stadio olimpico ad anonime salette in cui si cerca invano di inzeppare tutti gli invitati al grido di più siamo meglio stiamo. Sulla valutazione di questo aspetto ovviamente incide inesorabilmente se fa troppo caldo, se manca l'aria, se ci sono zanzare, se non ci sono sedie sufficienti. A mio parere sarebbe cosa buona e giusta avere uno spazio a parte in cui i grandi possano riuscire a parlare fra di loro senza ricevere un palloncino della dottoressa Peluche in scala 1:1 in testa o senza urlare cercando di sovrastare il pulcino pio e dove anche chi non ha figli possa sentirsi a proprio agio.
Se il tempo è bello si può fare una merenda in un parco risparmiando molto parecchio evitando l'affitto della sala ma recandosi nelle ville di buon'ora per occupare li mejo posti. È una simpatica opportunità a cui rispondo con un certo rosicamento avendo le Pop nate entrambi in inverno. Certo una cosa è farla a Villa Ada o a Villa Pamphili, un'altra nel parco sotto casa dove da mesi non fanno pulizia e c'è la zozzimma della zozzimma.
Altrimenti c'è la soluzione luna park, ormai ce ne sono ovunque con giostrine, playground, gonfiabili. Piacciono molto alle Pop, forse è il tipo di festa che amano di più, stanno lì saltano, vanno sulle giostre, tutto bello, tutto fico ma mi viene sempre da chiedermi:"Già fica 'sta festa ma poi... di chi è?". Perchè i bimbi in questi luoghi corrono in lungo e largo ognuno per  i fatti propri o al massimo con un paio di amichetti e in genere quindi ci si ritrova con il resto degli invitati solo per la torta ma spesso neanche per quella visto che non riesco a scozzare le Pop dai giochi. In questi parchi ci sono poi vari locali o gazebi dove ci sono i tavoli con bevande e cibarie varie destinati ad ogni festa, in genere c'è abbastanza caos, sui gonfiabili c'è puzza di piedi o di cacca a seconda dell'età dei frequentatori, spesso ci sono zanzare e regna la cagnara ma ripeto le Pop li adorano.
Un'altra soluzione è il Mac Donald's, rapida e indolore: un'ora e mezza concentrata, ultimamente mi sa che le hanno pure migliorate, ora c'è l'animatrice che fa qualche giochino e coordina il tutto, poi spesso si può prolungare la festa nell'area giochi esterna. Le Pop, che ve lo dico a fare?, adorano anche questa tipologia di festa, si pasteggia a happy meal e poi c'è la torta al cioccolato con gli smarties. Fatto da non sottovalutare è che spesso c'è uno spazio a parte anche per i genitori con vassoi di patatine e polletti anche per noi!

Animation
Ormai è diventata indispensabile per tenere a bada, divertire e intrattenere una ventina di bambini. Ne abbiamo incontrati di vari tipi: dalle giovanette inesperte e a tratti imbarazzanti che facevano poco o nulla, alla coatta che metteva musica techno a palla per una festa di un tre-enne trasformata in trash party con i bambini che la guardavano perplessi e lei:"Daje ballate". Ho visto bravissime squadre di animatori organizzare giochi complicatissimi, dalle trame incomprensibili per cui gli invitati poi prendevano il sopravvento e regnava l'anarchia. Ho incontrato uomini che non gli avresti dato due lire, che incrociati per strada avresti scambiato per un ragionierino dell'Inail trasformarsi e diventare spassosissimi animatori. La Pop grande ha un problema: fondamentalmente gli animatori non se la filano, diventa come trasparente per loro, quindi non la coinvolgono, se c'è da mettersi in fila, tutti la superano e quando è il suo turno inspiegabilmente l'amena intrattenitrice decide di cambiare gioco. Roba da segnarti tutta la vita e da giustificare un roseo futuro da scippatrice di vecchiette.  O spesso capita che scambino la sua iniziale timidezza per quella di una bambina piccola ma lei ci sta a farsi coccolare e addirittura l'ho vista a dei matrimoni farsi imboccare! Per questo preferisco animatori che coinvolgano i bambini, anche perchè penso che è proprio quello che devono fare.
Già ma l'animatore che fa? Arriva alla location carico di valigie, borse e borsone da cui spunta fuori di tutto, alimenta incredibili speranze di attesa di chissà cosa farà, salvo poi usare un decimo della sua fantomatica attrezzatura.
Nella parte iniziale della festa sostanzialmente si fa amicizia quindi in genere c'è il trucca-bimbo. Parliamone....alcune sono bravissime, fanno vere e proprie opere d'arte, altre ci mettono ore convinte di fare la cappella sistina sul viso del bimbo e quando li guardi noti che in tutto quel tempo hanno fatto due virgole rosa sulle guance, altre sono visibilmente in imbarazzo quando la pargola alla domanda:"E tu cosa vuoi che ti disegno?" risponde ingenuamente:"Voglio Violetta!", altre cospargono completamente i visi dei bimbi di colori vivacissimi che assicurano si toglieranno facilmente con acqua e sapone. Le femmine prediligono trucchi da gatta, cane o principessa, i maschi Spiderman, Hulk e Batman.

Altrimenti un altro classico gioco di attesa è quello: io disegno e voi indovinate cosa sta facendo.
Una delle regole non scritte delle feste dei bambini è che si arriva in ritardo, ma molto anche di un'ora. Con la scusa che si ha a che fare con imprevedibili creature per cui il ritardo è sempre possibile e giustificabile o forse per sfangarsi una bella tranche di festa. Spesso il risultato è gettare il festeggiato e i genitori nell'angoscia: non arriva nessuno, e mo' chi se li magna tutti quei tramezzini tonno e carciofini?
Unica eccezione: il Mac. Se uno arriva con un'ora di ritardo significa che becchi i saluti finali.
In ogni caso noi arriviamo sempre in orario perchè ci piacciono le feste!
Quando sono arrivati più o meno tutti iniziano i giochi. C'è chi fa giochi mortali e pericolosissimi, tipo ho assistito ad una guerra feroce a base di pezzette per lavare i piatti, di quelle con il lato abrasivo. Si trattava ovviamente della festa trash!
Poi ci sono quelli che fanno il teatrino, la magia, le bolle di sapone, il laboratorio di cucina, di arti applicate, insomma di tutto di più per rendere la festa indimenticabile.
Immancabile è il momento baby dance in cui i piccoli si dimenano al suon di Gan gnam style ma anche di Booomba. Lo ammetto: sarà trash ma io mi diverto un sacco e spesso mi cimento insieme a loro.
Ai nostri tempi, in cui Berta filava, si spegnevano prima le candeline e poi si aprivano i regali, ora si fa l'opposto non ho capito il motivo e comunque non mi piace, non è logico.
Ora si assiste al noioso (e penoso) rito dell'apertura dei regali al grido di "Scarta la carta"  a mo' di incitamento dei gladiatori nel Colosseo ma ho sentito anche la versione "Straccia la carta". Secondo me la cosa più carina sarebbe che all'arrivo o alla partenza dell'invitato quando ci si saluta insomma a tu per tu si consegna il regalo, uno lo apre e ringrazia. Invece in questo rito collettivo c'è il marasma, c'è un non so che di ostentazione, io stessa spesso ho difficoltà a capire chi ha regalato cosa anzi secondo me uno si può tranquillamente imboscare e non regalare nulla e nessuno se ne accorge. Gli altri bambini che assistono a questo rito si spazientiscono nell'attesa e sono viola di rabbia perchè a loro non è stato regalato nulla e non hanno niente da scartare. In questo passaggio, per non essere vinti dalla noia nell'assistere allo scartamento interminabile di pacchi e pacchetti, è fondamentale l'apporto dell'animatrice a vivacizzare, sveltire il tutto e mostrare contagioso entusiasmo per il favoloso paio di pedalini dei Gormiti ricevuto in dono.
Poi c'è il momento della torta e spesso solo in questo momento i bambini capiscono: ah ecco di chi era 'sta festa. Immancabilmente tutti soffiano e si deve ripetere il rito perchè giustamente il festeggiato è offeso.
Una volta la scelta della torta era fra mimosa, charlotte e millefoglie ora ci sono le torte monumentali in pasta di zucchero, a mille piani, dai colori sgargianti. O sennò quelle di panna con la foto al centro che a me fanno sempre un po' senso.
Un tempo si usavano i piattini di carta e su quelli di plastica si metteva il nome per non confonderli, ora si butta tutto ed impera la plastica, vendono di tutto con l'effige del personaggio dei cartoni preferito perchè non si possono fare mica le cose a caso. Così per il matrimonio si sceglie un tema e dei colori da seguire in ogni cosa pena la morte e così per i compleanni deve essere tutto coordinato: biglietto di invito, torta, tovaglia, mutande, pena la morte.
Infine quando hai raccattato i figli in giro per la festa sfatti e distrutti, sudati fino al midollo, ci si saluta non prima di aver fatto la fila dall'animatore che ti regala il simpatico pupazzetto fatto con i palloncini. Anche qui, c'è chi è più bravo e ti fa un capolavoro e chi gira che ti rigira riesce solo a creare sculture ambiguamente falliche e cerca di convincere il pupo a prendere il simpatico barboncino viola. In genere si fa un'ora di fila ma dopo essersi allontanati neanche due metri con il trionfo plasticaceo in mano o scoppia o si smonta e diventa il solito anonimo salsicciotto.

Prima di andare via si riceve il regalino, il ricordo ringraziamento della festa, spesso diverso per maschi e femmine.


Magnation
Aspetto talvolta trascurato ma di fondamentale importanza, almeno per me. Il top sarebbe fare tutto in casa, se uno è bravo certo sennò meglio desistere, o almeno rivolgersi ad un bravo pasticcere, fornaio ecc. Ho visto cose che voi umani...pizzette di sughero, panini che imploravano di essere buttati al secchio, bibite e patatine di marche infime e dubbie. In ogni caso la cosa importante è che ci sia tanta roba e si rifornisca sempre il tavolo delle cose che mancano.

Invece altre feste sono davvero degne di nota e che ho atteso per quasi un anno non vedendo l'ora che arrivasse il momento. Sì perchè mi piacciono talmente tanto che le feste ormai scandiscono l'anno.
A febbraio c'è quella di L.&F., non è estate se non arriva l'invito a quella di V. per settembre. E poi le ferali accoppiate, il mio compleanno ormai coincide in tandem con quello di M. e quello di mm con M.S. E ahimè ormai sono pressochè l'unico momento sicuro in cui ci si ritrova con certi amici.

Ma alla fine la domanda lecita è: qual è stata secondo te la festa più bella? Secondo me vince una festa in cui siamo stati l'anno scorso, di una compagna di Alice che conoscevamo a mala pena. L'ha fatta in un luna park qui vicino ma ha preso pure due bravi animatori che hanno intrattenuto e fatto divertire i bambini e poi li ha portati pure sulle giostre, quindi non andavano ognuno per fatti propri ma tutti insieme. Aggiungendo il fatto che era venerdì e quindi il parco era deserto è stato l'altro valore aggiunto, sembrava che era davvero tutto per loro!

Ammetto che il titolo del post è stato fuorviante, ho rischiato di perdere la metà dei miei più focosi fans e soprattutto di non essere invitata a nessuna festa futura ma si tratta di una citazione di un blog per cui ultimamente sto in fissa. http://libernazione.it/
Confesso però che dopo aver ricevuto il decimo invito in un mese ad una festa di compleanno un po' mi si è palesata in mente proprio questa colorita espressione!



martedì 16 settembre 2014

La più bella estate della tua vita

Come ogni anno mi auguro che sia per te, e farò di tutto affinché lo sia, la più bella estate della tua vita.

Ricca di emozioni, nuove esperienze e amicizie da ricordare.

Di rotolamenti nella sabbia fine, di impanamenti e polpette tirate in aria...


Avevo iniziato a scrivere questo post il 7 luglio, sono passati più di due mesi e non ho avuto modo di continuarlo. Non è facile riprenderlo in mano ora che siamo nel pieno della ripresa del tran tran quotidiano e tutto sembra così lontano.

È stata un'estate lunga, intensa che è volata in un attimo, forse come tutte le cose belle. Mi piace dire che ci siamo presi quello che ci spettava con in più gli interessi rispetto allo scorso anno e che abbiamo avuto la rivincita sull'a dir poco allucinante a tratti aberrante stagione estiva 013.
Ho contato: abbiamo fatto 51 giorni di mare, 7 di montagna e 2 di collina... questo calcolo da ragioniere ha disturbato qualcuno ma forse andrebbe la pena riflettere che se si fanno tutte queste ferie o uno è miliardario o non ha scrivanie che l'aspettano al rientro.

Luglio è stato un gran mese, abbiamo fatto tante amicizie con i nuovi villeggianti vicini di casa e come spesso accade ci siamo conosciuti per caso proprio il giorno del loro arrivo. La simpatia è scattata immediatamente grazie anche a tante cose in comune e al fatto di avere i figli della stessa età. Ci hanno aperto da subito, ancora con le valigie da disfare, la loro casa accogliendoci non come ospiti ma come gente di famiglia.
Una grande e bella famiglia, unita e forte, mi hanno fatto venire in mente i Malavoglia  Per menare il remo bisogna che le cinque dita s’aiutino l’un l’altro. Gli uomini son fatti come le dita della mano: il dito grosso deve far da dito grosso, e il dito piccolo deve far da dito piccolo.
L'ultimo giorno ci siamo salutati, senza sapere se e quando ci saremmo rivisti, il nonno con le guance scavate e la sigaretta sempre accesa, ci ha abbracciati dicendo:"Grazie della vostra amicizia". Ci siamo salutati in fretta, con imbarazzo non avendo grandi cose da dire, non volendoci guardare troppo a lungo negli occhi, ci siamo dati l'arrivederci senza avere la certezza ma solo la speranza di poter mantenere questa promessa. Ho riconosciuto subito quello sguardo e quell'espressione liquida e arresa, quei tratti che ho imparato a distinguere e ad allontanare.

Gli ultimi giorni era tutto un ripetere:"Se avessimo saputo che c'eravate voi ci saremmo fermati per tutta l'estate". Invece è durata solo un mese ma ci siamo visti ogni giorno, giocando nei giardini delle case o al coperto quando era brutto tempo. Ci siamo ritrovati in spiaggia e siamo stati insieme al parco giochi. Il gioco dell'estate è stato Lupo mangia frutta che alla fine è diventato un vero e proprio tormentone a tutte le ore tanto che si è iniziato con mela pera arancia mentre alla fine si andava alla ricerca di specie di frutta improbabili e sconosciute.

Poi abbiamo conosciuto gli altri bambini del vicinato ed era tutto un entrare e uscire da un cortile ad un altro, sembrava di essere in un villaggio vacanze!
Ringrazio tutti i bimbi alti un metro o poco più che hanno contribuito decisamente a rendere questa estate la più bella della tua vita con la loro fantasia, voglia di avventura e di stare insieme. Con i picnic su una vecchia tovaglia, con le merende improvvisate di Polaretti e Ringo, con la pausa gelato, con la caccia ai granchietti sugli scogli, a tentare di prendere i gattini appena nati, con i dimensione avventura nel giardino della nonna, con i giochi alle cabine, con la raccolta di more (ma poi a chi piacciono le more? servono solo ad essere spiaccicate in faccia e sui vestiti), con i castelli di sabbia e lo squalo si è mangiato il mio fermaglio per i capelli, con gli art attack a base di dido e tempera, con le visioni collettive di Frozen e i balli sfrenati della baby dance...

Abbiamo conosciuto bambini con la mamma lontana ma con una babysitter dolce e paziente che si chiama come la nostra gatta perchè ha le fattezze di una glaciale donna dell'Est: manto bianco e occhi celesti. Bambini definiti difficili che rispondevano con rabbia ad una situazione troppo grande e difficile da accettare per loro. Li abbiamo visti cercare disperatamente compagnia per poi lasciarsi andare a coccole e gesti affettuosi nei nostri confronti. Anche in questo caso abbiamo visto la famiglia unita darsi da fare intorno a questi due bambini e fare i salti mortali per cercare di farli stare sereni. Dopo due mesi ho intravisto da una finestra la loro mamma con la testa rasata e li abbiamo lasciati in pace di ritrovarsi finalmente in tranquillità.

Alla fine del mese abbiamo dovuto salutare i villeggianti che andavano via, è stato triste assistere alla loro preparazione delle valigie, vederli caricare la macchina all'inverosimile e poi andare via. I maschietti salivano in macchina di corsa per evitare il momento del commiato, siamo riusciti solo a strappargli un bacio frettoloso al volo e prima di andare via abbiamo notato che la babysitter filippina si è fatta il segno della croce come per benedire la nostra casa.
Ora il vicinato era deserto in attesa dei nuovi arrivi, è stato quasi un sollievo partire pure noi per la montagna.


È stata un'estate di tantissimi bagni al mare, Alice fa differenza fra "Facciamoci un bel bagno" la cui durata è una mezz'oretta e "Facciamo un mega bagno" che può durare all'infinito fino al calar del sole.
Di tanti bagni col mare mosso e la paura dei cavalloni, dei mulinelli e della corrente di risacca.
Di paure superate: di andare sott'acqua, di nuotare senza braccioli, di andare a comprare le cose da sole...

A differenza dell'anno scorso in cui Marta, non dico che dove la mettevi stava anche perchè stava sempre con me nel marsupio, questa estate giustamente ha le sue esigenze che spesso divergono da quella della sorella. Così dovevo seguire da un lato Alice sempre in mare, diretta verso il largo destinazione Ponza e la piccola che invece puntava in spiaggia in direzione opposta verso l'entroterra zona bar, cabine e giochini.
Più volte mi sono trovata in condizioni di dover scegliere se seguire una o l'altra e un sacco di volte sono dovuta intervenire quando qualche passante vedendole senza un adulto nei paraggi pensava di trovarsi di fronte a una bambina che si era persa. Così come ho dovuto raggiungerla di corsa quando una solerte famigliola era convinta di aver trovato in lei tale Sharisa di 3 anni col costumino rosa che la mamma la sta cercando e la aspetta all'ingresso dello stabilimento.

Alla fine della stagione posso ritenermi abbondantemente soddisfatta che non si siano perse, affogate o altro anche se devo ammettere che gli ultimi giorni pensando al vecchio adagio "Nella coda c'è er veleno" un po' già tremavo...

Questa estate è stata l'occasione di frequentare vecchi amici grazie alla fortuita e fortunata coincidenza di avere varie amiche in maternità, di conoscerne dei nuovi e di ritrovarne dei vecchi.

È stata pure un'estate di grandi digiuni, io ce la mettevo tutta preparavo uno zaino pieno di provviste ma le pupe puntualmente si spazzolavano via tutto, complice l'aria di mare, i bagni prolungati o chissà che a me rimaneva solo qualche avanzo puntualmente farcito di sabbia...mistero è che non ho perso manco un etto forse perchè la sabbia è incredibilmente molto calorica.


Al nostro ritorno dalla montagna abbiamo trovato i nuovi villeggianti ed è stato strano vedere quelle case che avevano ospitato i nostri giochi e i nostri amici ora occupati da altre persone. Sono arrivati nuovi bambini ma molto più grandi delle nostre, era tutto cambiato.

La fine dell'estate ha portato un po' di malinconia come sempre, valigie da chiudere, case che si spopolavano, giornate visibilmente più corte, il buio che arrivava prima. E di nuovo quei saluti che non avevi proprio voglia di fare trincerandoti dietro un:"Tanto ci vediamo presto (inutile quindi salutarsi)".

Alla prossima estate, stessa spiaggia e stesso mare, con un anno di più, più grandi e pronti ad affrontare e godersi quella che di sicuro sarà la più bella estate della tua vita.