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venerdì 29 maggio 2020

40ena (18°parte)

Fase 3 meno un quarto.

Come al solito partire, anche se per pochi giorni, e andare via da Roma mi ha dato un effetto benefico immediato per poi al ritorno trovarmi sbattuta in faccia la grigia realtà che prima non mi sembrava poi così male e ora mi pare proprio orrida.


Non sopporto più di vedere come unico panorama il palazzo di fronte in cortina, il vociare del vicinato che prima faceva molto "siamo una comune, siamo tutti vicini" ora mi infastidisce: perchè devo sentire il tuo tg o le tue videochiamate?



Unico sollievo: il parco; santo, benedetto parco. Ma non posso trascorrerci 12 ore al giorno , non ho neanche un cane che possa giustificare lo stare lì.





Sono diventata insofferente alle pareti, alle porte, alle finestre...vorrei stare solo stesa su un prato a guardare il cielo e le nuvole che passano.




"Questo soffitto viola
No, non esiste più
Io vedo il cielo sopra noi
Che restiamo qui
Abbandonati
Come se non ci fosse più
Niente, più niente al mondo.."

Grande Gino! Proprio così...

Non sopporto quelli con le mascherine, che se le mettono sempre in circostanze e modalità sbagliate ma si sentono i salvatori della razza umana, gli unti dal signore.

Odio dover mettere la mascherina, se posso evito strenuamente ma raramente mi tocca capitolare e quindi sì l'ho indossata per la terza volta per fare la spesa, ansimando e bofonchiandoci dentro come un orco in cattività. Di buono c'è che almeno ora per entrare nei negozi non ci sono più file.

Detesto queste disposizioni in materia di sicurezza che non hanno nè capo nè coda e ho sempre più la sensazione che abbiamo perso inutilmente un sacco di tempo, soldi, vita per non si sa bene cosa visto che qui la situazione è stata sempre abbastanza tranquilla. I Salvatori della patria obietteranno: sì ma perchè sono stati applicati i protocolli...e va bè epidemiologicamente se mi' nonno c'avesse avuto tre palle ecc...

Ci sentivamo sicuri nel nido-casa, avevamo quasi paura di lasciarlo, poi volevamo uscirne ma avevamo paura, ora vorremmo solo partire.

Al momento non c'è nulla che lascio con rimpianto se non le passeggiate al parco.
Gli amici, conoscenti, condomini, non me ne vogliano...i rapporti resteranno immutati e riprenderanno come sempre al ritorno.
Ma le passeggiate al parco vorrei portarmele dietro, tout court, anche fuori Roma.
Ora poi andiamo alle 7.30, è una meraviglia entrare nel parco e trovare le stesse persone intente a fare le stesse cose, ci si sente tra amici, tra persone conosciute. Poi nessuno, a parte qualche fesso, indossa la mascherina, quindi per un momento ti scordi il resto.

Incontri quelli che fanno il saluto al sole, quello che salta la corda, quello che corre a piedi nudi, il comandante, Aldo, quello che è vestito da capo a piedi e non lascia un cm di pelle scoperto, poi c'è la signora sessantenne ma fisicatissima, poi il marito con lo zainetto...



Poi i miei compagni di avventura con cui abbiamo stilato un programma settimanale dettagliato, si marcia, poi si fa potenziamento e poi stretching al sole sotto gli alberi.
Da qualche giorno abbiamo pure la musica grazie a una piccola cassa che tengo nel marsupio, qualche signora ha sentenziato:"Scusate ma così non sentite gli uccellini!" lasciando la possibilità di rispondere in mille modi col doppio senso e non ma alla fine abbiamo optato per un: li sentiamo lo stesso non si preoccupi.

Anche a Gaeta ho iniziato a camminare ma ahimè da sola, con i miei pensieri e le mie riflessioni.

E ora che siamo in procinto di partire, sento un po' il magone; quella sensazione sempre provata prima di un viaggio: sembra sempre di abbandonare tutto e tutti nel momento più bello, si ha la paura di perdere qualcosa. Poi in un modo o nell'altro si va e al momento di ritornare a casa si prova la stessa sensazione: troverò tutto come prima? Ci saranno cambiamenti?

martedì 26 maggio 2020

40ena (17°parte)


Stavo pensando che non ha più molto senso intitolare i post "40ena" perchè ormai quella drastica sembra essere finita; abbiamo ripreso ad uscire, certo non è che possiamo fare ancora tutto tutto quello che ci va ma per tornare alla cosiddetta vita di prima chissà ancora quanto dovremo aspettare.

In questi giorni della fase 2 e mezzo per un paio di volte abbiamo addirittura varcato le colonne d'Ercole del ponte delle Valli e con l'automobile che non usavamo da 2 mesi siamo andati a trovare i nonni dall'altra parte di Roma. Solo l'idea dava un leggero mal di testa e senso di euforia, nel tragitto osservi tutto con occhi nuovi e ti rendi conto di quante piccole e semplici cose uno dava per scontato.

Questa perla, insieme a tante altre che mi appresto a snocciolare, è uno dei regali inaspettati che ci ha fatto questa 40ena, ci resti di insegnamento per il futuro: mai rimandare se è possibile farlo ora, godere appieno di quello che si ha, non rinunciare alle cose, vivi ogni giorno come fosse l'ultimo e non avere rimpianti, di doman non v'è certezza chi vuol essere lieto sia...

Nella nuovissima fase 2 e tre quarti addirittura siamo andati al mare e abbiamo passato due notti fuori. La gioia era incontenibile, finalmente liberi, si parte! Dopo mesi a fissare il palazzo di fronte con le vite dei dirimpettai rinchiusi nei loro appartamenti, con il triangolo celeste del cielo che ti fissa in alto a sinistra, cercando di inseguire i raggi del sole spostandoti sul balcone...finalmente si cambia vista e abbiamo mare, sole, vento!!!

La prima notte siamo scesi in spiaggia a fare una passeggiata, che voglia di risentire la sabbia sotto i piedi, lo sciabordio delle onde, il profumo di mare.

E la mattina dopo mi sono svegliata presto per vedere l'alba e poi sono andata a camminare, che bello girare per i marciapiedi silenziosi con i propri pensieri, incontrando solo sparuti camminatori o corridori e senza neanche la fatica di incrociare i loro sguardi, tanto qui non conosco nessuno.

Nel tragitto di ritorno sono passata dalla spiaggia e l'ultimo momento l'ho dedicato a stare seduta con la schiena poggiata alla staccionata e il sole in fronte.


Quando andiamo a Gaeta andiamo sempre in spiaggia in qualsiasi giorno dell'anno, le Pop spesso a febbraio-marzo fanno il primo veloce bagno, quest'anno abbiamo dovuto aspettare fine maggio! C'era un po' di gente alcuni vestiti, altri con la mascherina e tutti commentavano: mamma mia quanta gente.
Anche qui le regole non sono chiare, si può stare in spiaggia per fare attività fisica ma non si può fare il bagno, forse non ci si può sdraiare per terra a prendere il sole.
Ho intravisto da lontano gente che frequenta il nostro stabilimento, fa ridere che nonostante sia ancora chiuso, noi clienti abitudinari e fedeli ritorniamo negli stessi posti anno dopo anno come le rondini a primavera.
Non mi sono avvicinata per scambiare due chiacchiere, ognuno è rimasto nel proprio nucleo famigliare.
In generale c'era poca, pochissima gente, considerando che siamo quasi in estate e le giornate sono bellissime; c'è stata una selezione naturale: c'erano solo i residenti e i romani che hanno la seconda casa lì, i campani non si sono potuti muovere per il regio dpcm.


Ancora non si è capito come sarà la stagione in spiaggia, tutti gli stabilimenti hanno iniziato a sistemare la sabbia antistante, nel nostro invece era tutto fermo. Si parla di ombrelloni distanziati, di turni orari, di mascherine...secondo me rimarrà tutto uguale.

I cecchini malpensanti e criticoni hanno trovato una nuova categoria su cui avventarsi, prima erano quelli con i cani, poi i runner, poi chi ha i bambini, poi chi ha o no la mascherina e ora ci sono quelli della movida. Sono annoiata e disgustata da questo odio generalizzato che cerca obiettivi e categorie precise su cui scagliarsi. Anche io vedo tante cose in giro che non condivido e non mi piacciono ma amen ognuno è libero di comportarsi come meglio crede, mi giro dall'altra parte e continuo la mia vita.

venerdì 22 maggio 2020

40ena (16°parte)

Ci si appresta ad affrontare la fase 3, la fase 2 e un pezzetto o quello che è.
Io, psicologicamente, sono uscita dalla 40ena già da un bel po'.



Rimane il fatto che rifuggo il contatto con le masse abnormi di persone, ma quello l'ho sempre fatto; altro che distanza sociale di 1 metro, meglio molta, ma molta di più.

Gli psicologi in questo periodo hanno parlato della sindrome della capanna ovvero della paura di uscire di casa ed affrontare il mondo e la realtà soprattutto in seguito ad un periodo di isolamento volontario o meno.
Durante la 40ena ogni tanto mi è capitato di avere questa sensazione ma anche e soprattutto di avere paura di provarla.
Per questo mi forzavo ogni tanto di uscire anche se fuori trovavo un panorama desolante da day after.

Un altro aspetto interessante che mi è capitato di leggere riguarda l'effetto nocebo che è il contrario del placebo, quello che ti fa convincere che un rimedio o un farmaco dia effetti positivi quando in realtà non contiene nulla di speciale. Allo stesso modo, ma al contrario, ci si può convincere che tutto andrà male anche senza basi reali e poi accadrà davvero che ci sarà lo scatafascio anche perchè non avremo fatto nulla per evitarlo ma anzi ci saremo crogiolati nell'autocommiserazione e fatalismo. Per questo dall'inizio del lockdown ho evitato le persone negative a riguardo o ho troncato bruscamente discorsi che vertevano in quel senso chiosando con un: è presto per dirlo, staremo a vedere, viviamo alla giornata.

Se penso al primissimo periodo, il silenzio assordante, le Pop chiuse in casa per due settimane, i giochi in balcone, la ricerca del proprio spicchio di sole, della dose di vitamina d...mi chiedo davvero come abbiamo fatto?
La clausura, lo stare chiusi in casa, il non vedere persone che abitano a 1 metro da te e che prima incontravi quotidianamente.
Forse quello che ha causato lo sblocco della situazione è stato quando ho notato che le Pop dopo aver ballato 5 minuti in casa arrancavano con il fiatone, allora mi sono detta:"Eh no ora basta". E abbiamo messo il naso fuori dall'uscio.

Ci siamo permessi di fare questo, di prenderla con filosofia e/o leggerezza anche perchè per fortuna a Roma il Coronavirus ci ha preso proprio di striscio. A chi era tentato di farsi prendere dal panico, complottisti, tragediografi, menagrami dicevo: ma scusa conosci qualcuno amico o amico dell'amico che è stato infettato? No... Allora punto.
O magari l'abbiamo preso tutti ma senza sintomi.
Certo al Nord la situazione è completamente diversa e per noi difficile da comprendere.
Diverso sarebbe stato se avessero iniziato a fioccare ricoveri nel palazzo, scomparse e decessi tanto da creare una situazione tipo "Dieci piccoli indiani": ...E poi non ne rimase più nessuno.

Io ho reagito alle restrizioni dei regi dpcm con rabbia, frustrazione, indignazione...mi sono sempre sembrati esagerati e confusi. Non vedendo poi risultati a breve spesso mi chiedevo: ma non sarebbe meglio accelerare i tempi, facciamo un'unica contagiata, un mega-assembramento e amen!?




Da un po' ci siamo affacciati anche noi alla fantastica Dad Didattica a distanza, prima asincrona ora anche sincrona. Si utilizzano diverse piattaforme, le Pop sono diventate esperte, di sicuro più di me, nell'utilizzare queste tecnologie, a me capita sempre che quando mancano pochi minuti all'on air mi prende l'angoscia che qualcosa non funzioni e non è una paura immotivata visto che i primi 10 minuti trascorrono tra: ti vedo ma non ti sento, ti sento ma non ti vedo, non ti vedo nè ti sento...ma voi mi vedete?
C'è un'altra cosa che mi indispone: sono una che quando converso inconsapevolmente faccio le facce tanto da essere un libro aperto e le volte che me l'hanno fatto notare ho pensato con sgomento: ma davvero si vede così tanto?
Quindi al telefono un pochino mi salvo ma con queste videochiamate proprio no e ho sempre il terrore di essere sgamata o che ascoltando quello che dice qualcun'altro io commenti il suo discorso con un'espressione eloquente delle mie.
Ovviamente queste videolezioni sono un succedaneo vista l'emergenza e mai potranno sostituire le lezioni classiche vere e proprie anche perchè arrivati a fine esperienza i bambini non ne possono più e altrettanto i genitori di fare da surrogati di insegnanti.



lunedì 18 maggio 2020

40ena (15° parte)


Credevo che oggi iniziasse la fase 3 e invece scopro che in realtà si tratta della famosa fase 2, va bè, poco cambia. Ci sono piccoli aggiustamenti, nuove riaperture di negozi.

Quello che davvero mi ha ridato la vita è stata la possibilità di tornare al parco, il resto non mi ha riguardato più di tanto.

Mi sembra che la gente ora sia un po' più rilassata, non bisogna più litigare al parco con quelli che ti incrociavano e sbuffavano vedendoti senza mascherina e ti chiedevano di stare alla larga da loro.
E allo stesso modo quando incroci un passante sul marciapiede non capita più che questo si butti in mezzo alla strada per creare la massima distanza tra te e lui.
E comunque io queste cose non le ho mai fatte ma mi divertiva vedere gli altri farle.

Vedo gente correre al parco con le mascherine o addirittura con i guanti in lattice...ma perchè!? Come quelli che corrono in k-way, non li ho mai capiti, rischiano per sublimazione di passare dallo stato solido direttamente a quello gassoso.

Vedo scene assurde: gente che festeggia piccoli compleanni al parco facendo indossare i guanti ai bambini, accendendo la candelina della torta e rischiando di fare un'unica pira umana.

Questi mesi li ho passati con la gente del mio condominio, con cui ero in linea riguardo le misure da tenere, le paranoie da abbandonare e come comportarsi. 
Tornare all'esterno con il resto del mondo non è facile.
Non sai mai come comportarti, se chi hai di fronte si è trasformato in un igienista folle o è invece tranquillo come te. Nel dubbio me ne sto in disparte a guardare e tutto sommato 'sto distanziamento sociale ha i suoi vantaggi, non rompetemi i coglioni, state lontani da me.

Per cui sto a distanza, osservo e me la rido.
Ascolto quella che si lamenta che l'unica cosa che ci lascerà questa pandemia saranno le orecchie a sventola dovute all'elastico della mascherina.
Vedo i bambini fare i capricci: ma come volevi uscire e ora che sei uscito ti lamenti!?

C'è una cosa che mi sta mancando e me ne sono accorta solo ora vivendo questa situazione di distanziamento sociale: gli abbracci.
E mi rendo conto di come siano più importanti dei baci, non quelli da film ma quelli di saluti e convenevoli. Di questi ne faccio volentieri a meno, frutto di ipocrisia, dati di sguincio, solo per forma, talmente alla lontana da essere dati all'aria.
Ma vuoi mettere un abbraccio che sanifica tutte le ferite, che conforta e calma? Hanno fatto anche l'emoticon apposita ma che ci facciamo?

Quando eravamo nella fase nera delle 40ena pensando a quando sarebbe finita e avrei rivisto i miei amici pensavo proprio a questo: li abbraccerò così forte da farli restare senza fiato. E così il ritorno al parco l'ho pensato come un abbraccio al primo albero incontrato.
In realtà poi non ho fatto nè uno nè l'altro.

Ieri si è chiuso, davvero, il flashmob; mentre una settimana fa aver terminato la sessione giornaliera ci ha gettati nello sconforto e nella disperazione, stavolta forse aver avuto tempo per elaborare la questione ci ha fatto arrivare alla conclusione che è stato un periodo bellissimo ma è giusto che giunga al termine. Ma non che sia morto e sepolto ma anzi è un momento molto forte che ci consentirà dal bagaglio di emozioni vissute, di esperienze condivise, di persone conosciute di partire da questa base e andare avanti.

Per il nostro saluto e il nostro ennesimo e mai scontato grazie abbiamo organizzato un lancio di palloncini e soprattutto abbiamo invitato nel nostro cortile i dirimpettai del palazzo di fronte con cui abbiamo condiviso questi mesi ma sempre troppo da lontano.










giovedì 14 maggio 2020

40ena (14° parte)


 

Sembra che ci si stia avvicinando alla fine di questa 40ena; io nel mio piccolo l'avevo dichiarata chiusa già da un bel po' ma la fase 2 sicuramente mi ha dato una bella spinta.

Ho cambiato (di nuovo?) abitudini: non faccio più ginnastica a casa ma la mattina vado al parco (evviva!) a camminare e il pomeriggio vado in bici o passeggio... con il cuore vorrei dedicarmi al buon Marcello anche per ringraziarlo idealmente per quanto ha fatto per noi stando lontani ma vicini nella 40ena più nera ma fisicamente ho dei limiti.

Il flashmob ha chiuso i suoi battenti nella sua versione giornaliera, rimarrà solo quella del weekend.
Abbiamo cercato fino all'ultimo di convincere Yari a mantenere questa abitudine ma non c'è stato verso allora mi è venuto in mente di contattare una ragazza del palazzo di fronte (il cosiddetto privè del flashmob) e abbiamo organizzato una sorpresa per ringraziarlo.

E' stata una cosa messa in piedi tutto sommato in fretta ma è venuta molto bene.
Abbiamo stampato dei cartelloni di ringraziamento e li abbiamo distribuiti a tutti quelli dei palazzi di fronte che partecipavano agli appuntamenti musicali. L'impresa più difficile è stata recapitare casa per casa questi cartelloni soprattutto trattandosi di persone sconosciute con cui avevamo solo condiviso il flashmob. Alcuni li ho contattati chiamandoli al balcone dalla strada, altri suonando direttamente alla porta o citofonando. L'ultimo cartellone l'ho recapitato direttamente in strada dandolo ad un signore che dal marciapiede ci è venuto sempre a vedere per tutto questo tempo. 
La risposta è stata sempre di grande entusiasmo.
All'ultima canzone del sabato dal titolo emblematico "Last night a dj saved my life" abbiamo tirato fuori tutti insieme i cartelloni.
E questo è il video



Sono rimasti appesi per vari giorni ai balconi come forma di tributo perenne poi ieri è venuto un vento fortissimi e sono stati tutti tolti.






Un altro momento molto emozionante che c'è stato in questi giorni sono stati due balletti eseguiti dalle Pop e dalla loro amica vicina di casa; hanno sempre ballato per tutto il periodo della 40ena in occasione del flashmob tanto da essere definite corpo di ballo. Alla fine hanno preso la cosa sul serio e hanno improvvisato, e dico improvvisato anche se sembra frutto di una lunga preparazione,due saggi.
Pura poesia.
Alice come ogni anno avrebbe dovuto fare il saggio di fine anno al Teatro Olimpico, in fin dei conti l'ha proposto nel cortile di casa, seguita pedissequamente dalle altre due ballerine, con un pubblico attento e commosso che si è emozionato e ha trepidato con loro.




Da inizio lockdown è comparso sui balconi un altro elemento di cui ci ricordiamo solo raramente ma che dà forza e unione nei momenti di crisi o di condivisione: la bandiera nazionale.


Noi ne abbiamo stampata una nostra versione
che con il tempo si è stinta, logorata, strappata tanto da diventare così.


L'ho voluta lasciare al suo posto e ogni volta vederla così malconcia mi faceva venire in mente i tanti giorni trascorsi in casa e mi faceva domandare: se lei è così, cosa ne sarà delle nostre anime!?
Ma poi mi sono dovuta convincere e proprio sabato ne abbiamo stampato una nuova, se non altro per non essere accusati di villipendio alla bandiera.


Mi capita di pensare a come eravamo ad inizio 40ena: spaventati, angosciati, chiusi nelle nostre case...e poi come nel tempo ci siamo aperti e uniti a chi stava vicino a noi a condividere questa esperienza.

Non ci ho mai creduto fino in fondo alla gravità di questa pandemia o almeno a Roma di certo no e l'ho vissuta con ironico distacco, forse con il mio essere insubordinata e senza regole.

Questa scritta è dei miei compagni di disobbedienza, un po' troppo estremi, non arrivo a tanto anche se spesso uscendo ho pensato: meglio il rischio di contagio che diventare matta dentro casa.


Ora ci sembra di essere tornati alla vita di sempre (Back to Life) anche se ancora molto c'è da fare, i bambini sono sempre lasciati a loro stessi e la situazione lavorativa è da allarme rosso inoltre tante altre attività non si sa ancora quando e come potranno riprendere.

Il mio pensiero nei brutti momenti andava spesso a chi si è trovato a trascorrere questa 40ena chiusi in casa da soli: anziani ma anche tanti giovani fuori sede...o a situazioni estreme come separati in casa, famiglie con disabili lasciati senza assistenza medica.

E di grande aiuto sono state tutte le iniziative di condivisione sociale, di unità stando in balcone o alla finestra per non sentirsi soli. Il web si è dato da fare, all'inizio c'è stata una paralisi totale, un immobilismo dovuto alle notizie tragiche dei bollettini della Protezione Civile. Poi gradualmente le cose sono mutate e si è iniziato a reagire, ci sono state un'infinità di dirette sui canali social di qualsiasi genere, puro intrattenimento perchè la gente di questo aveva bisogno.

C'era chi condivideva spettacoli teatrali, chi lavoretti per bambini, chi tutorial per fare qualsiasi cosa...

Ad una sola cosa personalmente non ci siamo piegati: alle serie televisive; possiamo dire di essere ancora incolumi da case di carta e simili. Le abbiamo relegate come ultima possibilità e d'altronde il panorama di film ancora da vedere è talmente vasto che forse se ne riparlerà per la prossima pandemia...


sabato 9 maggio 2020

40ena (13° parte)


Questa 40ena esteriormente mi ha fatto bene. Sono abbronzata, devo rimediare un po' i segni da muratore della canottiera ma va bè...Sto facendo un sacco di sport quindi mi sento in gran forma, più tonica; ora che l'unica scusa per uscire (insieme alla spesa e alla visita ai congiunti) è fare sport mi ci sto dedicando alla lettera.
Questa è la situazione a livello esteriore.

Per quanto riguarda quello interiore sento un gran guazzabuglio di roba, un fritto misto di paranza, un affastellarsi di emozioni contrastanti. La questura dichiara che ci sono solo 2 o 3 partecipanti ma io ne sento migliaia e spesso litigano pure fra di loro.

Il motivo? Forse è dovuto ad un nuovo assestamento degli equilibri, a prendere coscienza di nuove abitudini, ulteriori cambiamenti.

La novità di questi giorni è che siamo andati in tv, sul tg2 con il nostro flashmob. E proprio ora che la situazione pandemia sta migliorando, qualche condomino ha iniziato a lamentarsi  perchè ora molti lavorano o studiano da casa e si è deciso di interromperlo perchè è giusto che sia così, ha fatto il suo tempo: non c'è più quella gran partecipazione iniziale ma c'è rimasto uno zoccolo duro di sostenitori che lo sostiene con calore.



A me dispiace enormemente, ormai si trattava di due appuntamenti fissi che scandivano le nostre giornate. Spesso hanno costituito l'unico momento all'aria aperta che ci concedevamo. E ora questa certezza, che è continuata sempre anche quando pioveva, faceva freddo, al massimo spostata di qualche minuto per ascoltare qualche conferenza stampa importante, viene a mancare.

Proprio ora che stiamo uscendo dalla crisi ma non ne siamo ancora fuori; possiamo avere qualche libertà in più ma non è che puoi uscire e fare quello che ti pare, quindi cos'è cambiato!?

Già ho il magone e immagino che lunedì alle 18 sentendo quell'insolito silenzio assordante impossibile da sostenere chissà magari inforcherò la bici e correrò via a velocità esagerata per farmi riempire le orecchie dal sibilo del vento e che mi aiuti a confondere le idee.

Mi domando come sarebbero andate le cose se non ci fosse stato il flashmob.
Sicuramente Alice non avrebbe potuto dedicarsi alla danza, le Pop non avrebbero potuto creare nuove amicizie, e anche noi non avremmo potuto legare con i nostri vicini, non avremmo potuto apprezzare il condominio e adattarci magnificamente nei nostri spazi aperti: il piccolo balcone e lo scomodo parcheggio.
Punto e a capo.


Se già nella fase 1 odiavo fare la spesa tanto da rinunciare a farla, nella fase 2 non è cambiato poi molto, forse le code non ci sono più ma in compenso c'è l'obbligo di indossare la mascherina. La odio, quando ce l'ho mi manca l'aria, fondamentalmente non credo nella sua utilità e inoltre priva le persone di un aspetto molto importante: il sorriso.

Ieri sono stata al bar, hanno riaperto da lunedì ma solo con la possibilità di asporto quindi via libera agli odiosi bicchierini di carta e spatoline per girare il caffè; se devo bere il cappuccino così preferisco aspettare la fase 3. Il bar sotto casa ha messo degli ostacoli all'entrata in modo da non far entrare le persone e le serve sull'uscio; a proposito in questo caso abbiamo conquistato la pagina del Messaggero.




L'altro bar quello megafico e con i cornetti buoni, invece ti fa entrare all'interno perchè ha anche la tabaccheria e poi devi decifrare e districarti tra cartelli con indicato: postazione 1, postazione 2, postazione 3...ma io volevo solo un semplice cornetto.
All'interno del bar mi si sono subito appannati gli occhiali, al momento di pagare non riuscivo a vedere e contare i soldi nel portafoglio...morale sono uscita strappandomi la maschera di dosso e buttandola nella borsa.

La caccia all'untore era rivolta prima ai runners, poi ai bambini, ora c'è la faida tra chi indossa la mascherina e chi no. E' obbligatoria solo negli spazi chiusi, all'aperto no, quindi state sereni. Ieri ci è toccato pure subire un rimbrotto da parte di una signora al parco, neanche rispondo e tiro dritto.
Anzi tra i primissimi sospetti di esseri untori ci sono stati i Cinesi che alla prima brutta aria che è tirata hanno abbassato le saracinesche e sono spariti nel nulla. Proprio loro che sono a Roma ormai da 2 generazioni, che parlano romanaccio meglio di uno di Testaccio, che i loro figli hanno i nomi italiani tradizionali (Chiara, Francesco...), che si sono convertiti al nostro cibo e ai nostri stili di vita e si vede dalle panze che hanno messo su, che la Cina chissà da quanto tempo non la vedono!

All'inizio mi sono sentita anche io un po' sotto tiro perchè faccio sempre parte di quella categoria nè carne nè pesce, non del tutto italiana, non del tutto orientale....e tra le esperienze di questa 40ena posso annoverare quella volta che in ascensore al centro commerciale un gruppo di teenager con cui ho condiviso la salita, vedendomi si è tirato su il bavero della giacca. 

Ben presto per fortuna questa caccia al cinese è finita, si è capito che ci si doveva rivolgere a quelli di Codogno ma poichè era impossibili individuarli dal loro aspetto fisico ci si è accaniti su categorie che svolgono determinate attività.

Altro problema della mascherina è quando la gente ti parla e non si capisce una mazza e ; menzione d'onore a quelli che completamente bardati, soprattutto di funeree maschere nere, ti salutano, spesso dalla strada a te che stai sul balcone, magari indossano pure un cappellino e tu passi il resto della giornata a chiederti: ma chi cazz ho salutato!?



mercoledì 6 maggio 2020

40ena (12° parte)


E alla fine la fase 2 arrivò.
Egoisticamente a me è cambiato molto.
Ho ritrovato il mio amato parco, in realtà già da un paio di giorni prima avevo ripreso a fare lunghe camminate clandestine.
Cercavo spasmodicamente di capire il Comune di Roma cosa intendesse fare, perchè di questo nuovo dpcm si è capito poco ma di sicuro c'è che la decisione finale spetta alle regioni e alle città che possono anche adottare misure più restrittive di quelle del governo.
Si erano sparse voci di entrate contingentate nei parchi, di prenotazioni online...

Il giorno fatidico la gente era perplessa perchè la mattina i nastri della polizia municipale erano ancora al loro posto, non so che si aspettavano, forse una cerimonia di riapertura in pompa magna con la banda musicale.


Alla fine qualche impavido deve aver rotto i sigilli e siamo entrati, ammetto che mi sono un po' commossa, l'erba era altissima ma per fortuna c'era già una falciatrice in azione.




Ho ripreso a respirare.
Da allora ci sto andando ogni mattina, sempre prima e per più tempo.


Ho incontrato gli amici, per la prima volta ho frequentato anche qualcuno che non fosse del condominio. All'inizio c'è un po' un momento di imbarazzo, non sai come salutare, se devi soffocare gesti che prima erano normali, non sai se dall'altra parte la pensano come te oppure no. Poi tutto è come al solito ma la distanza è quasi sempre sotto al metro.


Oggi per la prima volta ho dovuto indossare la mascherina per fare un acquisto in un negozio, non riesco proprio a tenerla, mi manca l'aria e sento caldo. C'ho provato!

E ora siamo in una nuova fase, iniziano ad aprire più negozi, forse ci sono meno file, è bello rivedere i volti dei commercianti di zona che avevano dovuto chiudere i battenti in fretta e furia e ti rendi conto di quanto siano importanti e rassicuranti. In giro c'è un sacco di gente, ci si assembra perchè l'uomo è un animale sociale e la percezione della pandemia a Roma è sempre più bassa.


Noi siamo divisi tra le nuove abitudini da 40ena e la voglia di uscire. Tra il nuovo uso degli spazi...il balcone ad esempio ora mi sembra una reggia, l'ho attrezzato con una piccola sedia su cui riesco a leggere e a stare al sole, il tavolino su cui mangiamo e facciamo i compiti e l'ho persino decorato con delle luci per la sera. Forse ci barcameniamo ancora tra la sicurezza e la tranquillità della casa e il fuori che ci sembra ancora ostile.



Soprattutto le Pop sono in questa situazione: il primo giorno siamo corsi al parco con le bici poi nei giorni seguenti non ci sono volute tornare ma hanno preferito rimanere a casa in tranquillità con i nuovi ritmi da 40ena che ormai sono famigliari.