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mercoledì 18 maggio 2016

La leonessa

Otto mesi fa scrissi delle righe dedicandolo ad una persona, non lo pubblicai qui sul Blog ma su un gruppo privato di cui lei stessa faceva parte. Era stato creato dai suoi amici sparsi per tutta Italia per sostenerla in un momento difficile e delicato, un punto di incontro per supportarla ed esserle vicino durante la lotta contro la malattia.
Ci siamo definiti il suo esercito, le abbiamo inviato foto di leoni coraggiosi ma anche immagini divertenti per farla distrarre e divertire.
In quello che scrissi cercai di non essere retorica, né melensa.
Eravamo all'inizio della stagione di lavoro, tutto stava per partire e la notizia della sua malattia ci colpì come un fulmine. Non sapevamo cosa fare, se fermarci, se aspettare, lei si scusò per l'assenza e ci spronò a proseguire.

Il primo periodo eravamo come anestetizzati, andavamo avanti per inerzia, la sua mancanza si faceva sentire come un piombo: la sua musica, la sua voce...
Poi la nostra attività è cresciuta e proseguita, la rendevamo partecipe di come andavano le cose e lei ci seguiva da lontano sempre con entusiasmo.

Tuttavia in ogni concerto è come se tu stessi fra di noi a suonare, zompettante sotto il paracadute colorato con la tua fisarmonica a tracolla, con i tuoi shhh e i cantilenati ”Nooon parlateee per favoreeeee”, le tue espressioni divertenti che incantano i bambini. Con la tua grinta da leone e la dolcezza da leonessa! Ci sei nello sguardo a volte un po’ pensieroso di Giuditta, ci sei quando per sbaglio chiamo gli altri musicisti col tuo nome, ci sei quando ci guardiamo intorno e ci accorgiamo di aver realizzato davvero qualcosa di importante. Non credo in Dio ma penso che i musicisti suonando i loro strumenti abbiamo un rapporto di comunicazione privilegiato ed esclusivo con l’altro, con gli dei, con il cielo, con something else, chiamalo come ti pare. E ci manca il suono graffiante e allegro della tua fisarmonica.Ti aspettiamo presto per condividere tutto quello che abbiamo creato insieme.

Il gruppo privato era sempre molto attivo. Mi ha insegnato molto.
Ho imparato che anche con persone che non si conoscono si può essere davvero "rete", far parte di una comunità, formata da gente di origine, provenienza, età diversa ma accomunati dall'aver a cuore una stessa persona. Si può formare un cerchio magico, mistico, di sostegno durante la lotta contro la malattia, di accompagnamento nelle fasi più dolorose e nel ricordo più struggente e allegro.
In questi mesi di esistenza del gruppo ho imparato a conoscerla di più grazie ai commenti e agli interventi dei suoi amici, ho conosciuto altri aspetti di lei, del suo modo di essere che non conoscevo.

Ho imparato il legame fortissimo e ancestrale con la sua terra e mi dispiace che abbia passato mesi lontano da essa.

Ho capito che si può e si deve ricordare una persona anche in allegria e col sorriso!

Solo qualche settimana fa sembrava che stesse molto meglio, ho visto sue foto sorridenti, di lei in giro nel centro di Firenze. Ho tirato un sospiro di sollievo e sperato chissà a breve tornerà da noi.
Poi tutto è precipitato all'improvviso.

Erano giorni di grandi piogge a Roma e la città sembrava già piangerla.
Stavamo col fiato sospeso ma andavamo comunque avanti, sembrava di essere in una bolla, aspettando notizie.
Ci siamo arrabbiati, forse in maniera impulsiva, quando gli altri non capivano la situazione e non mostravano di essere sensibili a quello che stava succedendo. Ma abbiamo condiviso quello che sapevamo con le tantissime persone che l'avevano vista solo poche volte ma chiedevano di lei e speravano insieme a noi.


Ora che non c'è più mi rammarico di non avere abbastanza foto o filmati di lei. Cerco di ricordarmi frasi o aneddoti.
Quella volta che si fermò la macchina e le andai a prendere in una periferia infuocata dal sole.
Quella volta che parlammo della nutella e cercò di spiegarmi il suo potere guaritore, panacea di tutti i mali!
I suoi muscoli guizzanti mentre suonava la fisarmonica. Il sorriso sempre presente e aperto sul mondo, il suo modo di parlare, la sua umiltà e disponibilità.

Mi ha insegnato che quello che siamo diventati lo dobbiamo anche un po' a lei; fisicamente purtroppo non c'è più ma risuona in ogni nota, in ogni canzone, in tutto quello che facciamo con la musica.

Grazie Roberta.