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mercoledì 28 giugno 2017

Cronache Balneari

Dal 15 giugno ci siamo trasferite al mare. Eravamo arrivate al culmine, stremate dalla fine dell'anno scolastico e della conclusione delle varie attività, dal caldo asfissiante; facevamo il conto alla rovescia, forse più io che loro, per i giorni che mancavano per andare via da Roma.
Per la prima volta siamo partite dalla città così presto.
Siamo arrivate al mare trovando una situazione idilliaca: pochissima gente, una fila di ombrelloni occupata a stento. Per l'occasione ci hanno dato addirittura un posto in prima fila e a giugno, come per lo scorso settembre, abbiamo condiviso l'ombrellone con una allegra signora di 90 anni. Definirla vecchietta è molto riduttivo. C'è solo che da imparare da lei e da prendere da esempio: la voglia di fare, l'ottimismo, la curiosità verso il mondo e gli altri, il gusto di imparare, di mettersi in gioco. Il suo motto che a 90 anni è: di vita ce n'è una sola. 
Per una settimana c'era anche una famiglia di suoi amici quindi c'erano ben due novantenni. Le ho sentite ridere, scherzare, fare battute anche osè, parlare in maniera civettuola di vestiti, cerette e bikini. Ci metterei davvero la firma per arrivare a quel traguardo in quel modo. Forse il segreto è proprio quello: non considerarsi mai arrivate, non ritenersi mai "troppo" per qualcosa.
Delle volte, parlando con lei, quasi mi dimentico della sua età anagrafica. Confrontandomi con lei spesso mi sento io quella anziana: io vado a dormire alle dieci scatafasciandomi sul letto, lei dopo una giornata di mare fa le ore piccole per giocare a carte, lei guida la macchina con disinvoltura e considera il guidare parte integrante della sua vitalità ed essere attiva, io, se posso, evito di prendere l'automobile. Ha girato il mondo, vissuto in diverse città, fatto mille esperienze, conosce le lingue, amiamo gli stessi scrittori dell'America Latina.

Ma qui sono cose che non stupiscono più di tanto, c'è il signore che ogni sera esce col windsurf, di quelli di una volta, con il marchio Kim. In barba alle leggi della capitaneria che infatti poco tempo fa ha provato a fermarlo ma lui invece di raggiungere la riva è rimasto oltre la linea delle boe. Hanno dovuto mandare una motovedetta a raggiungerlo. Il giorno dopo l'ho rivisto di nuovo, imperterrito in mare, poi non l'ho più visto. Spero non abbia rinunciato al suo bisogno di mare.

C'è quell'altro, col fisico asciutto e sportivo, che gioca a racchettoni per ore, sfidando i più giovani. Tiene il tempo cadenzando i tiri con un "Ah ha" che indispone più persone.

Queste sono davvero le nostre cronache balneari, le cose che si notano, che si ritrovano di anno in anno. Per fortuna non seguiamo notizie di terrorismo o dalla city e il nostro mondo è racchiuso più che altro tra le fila di ombrelloni del nostro stabilimento, e meno male, aggiungerei.

Le Pop sono cresciute, sono più autonome, un po' mi aiutano, io riesco persino a leggere e in una settimana ho finito un tomo da 700 pagine. Delle volte mi guardo indietro e mi chiedo come ho fatto gli anni scorsi con due Pop piccole, come ho fatto ad arrivare a fine estate.



Di grande novità c'è che quest'anno hanno rinnovato i bagni del Viareggio, che c'è stato un piccolo cambio di gestione ma non si è ancora capito se in bene o in male.

L'offerta degli ambulanti gastronomici che sfilano durante la giornata prevede oltre che al classico cocco, i taralli di Castellammare, le ciambelle calde e pizze rosse che grazie alla discesa in campo del figlio della signora passano più frequentemente, la frutta fresca tagliata al momento e vari tipi di granite. Insomma di fame non si muore.

L'offerta merceologica dei vucumprà è rimasta la stessa, i venditori sono gli stessi degli anni passati, viene da chiedersi davvero cosa ci sia dietro, e incredibilmente si ricordano ancora di noi. 

Insomma, c'è tutto, un'altra estate è iniziata e spero che rimanga nei vostri cuori come la più bella della vita.

Ripeto alle Pop in continuazione quanto siamo fortunate a stare qui quando gli altri bambini magari vanno ancora a scuola o restano in città, siamo davvero fortunate e privilegiate a stare in questi posti, che ora perchè non ci credo ma altrimenti definirei come qualcosa di molto vicino al paradiso in terra.

mercoledì 7 giugno 2017

Roma sei bella

Roma sei bella
tranne quanno te arroventi
per questo quasi quasi mo' me ne vado.

Si passa troppo in fretta da: fa troppo freddo pe' uscì fora
a fa' troppo callo pe' uscì.
Ieri erino gersomini profumati esplosi nei giardini
e ora stamo già con la paglia secca al posto de li prati.

L'asfalto se arroventa,
le liti infiammano
i primi usciti di capoccia per il caldo,
dicono, almeno mo' c'hanno l'alibbi.

Ma io me so' rotta
de quelli che camminano con lo sguardo in basso
fisso sul cellulare sempre in mano;
me so' rotta degli appuntamenti di fine anno
che si accavallano e si accattorciano
ma tanto 'ndo scappiamo? Sempre qua stamo!

Domani è l'ultimo giorno di scuola,
c'è chi si dispera, io gioisco più de li pupi
e vaiii è finita! Loro sono stanche ma io di più.
Semo tutti arrivati, non alla frutta ma peggio al caffè e all'ammazzacaffè.

Roma che ti infiammi per le cazzate, per le mode passeggere;
mi chiedo se pe' le cose serie ti ci sei infervorata davvero mai.

Roma pecorona e sorniona
che te lasci score tutto sopra e fai spallucce.


Roma che cerchi sempre un capitano, un legionario, un ottavo re da adorare
ma un tiranno ti è proprio necessario?

L'isis non ci avrà, seconno me perchè je famo troppo pena già così,
basta farsi un giro su li mezzi pubblici o pe' le strade de sta bella città.
Non me smentite mo' per ripicca però amici cinturati.

Ner dubbio te dico ciao Roma bella, te saluto
ce si rivede in autunno con le tue giornate luminose e calde
da darti l'illusione che l'estate davvero non finisca mai.




lunedì 5 giugno 2017

Quelli della Bomba

Mi contatta un'amica di vecchia data per darmi una brutta notizia.
Rimango attonita, triste, incazzata come è mio solito reagire in queste situazioni.
La causa sarebbe sempre lui, il bastardo male.
C'è di diverso, forse per mia ignoranza, che stavolta la tipologia sia una di quelle che ritenevo curabili, risolvibili. Evidentemente siamo ancora molto lontani da averlo capito e domato. O forse è proprio un male bastardo per questo, perchè non c'è niente di sicuro e assodato ma l'unica cosa certa è che non doveva finire in questo modo.

Vado indietro nel tempo con la memoria, stiamo parlando dell'età d'oro dei 13-14-15 anni.
Un tuffo nel passato remoto.
Di calde estati infinite, di voglia di stare sempre insieme: il pomeriggio ma anche dopo cena, anche se io non potevo praticamente mai.
Di corse in motorino in due, di Califfoni e Sì, di motorini truccati da moto, e di moto che erano in realtà motorini, gli anni d'oro del Grande Real certo... 
Di "Ci si vede" senza sms, whatsapp e social vari ma neanche telefono fisso o citofono, ci si ritrovava allo stesso posto quando uno voleva e poteva e basta.
Di quando il mare era troppo lontano e allora si andava in piscina, di quelli che per recuperare le innumerevoli bocciature facevano 3 anni in 1 e quelli che già avevano iniziato a fare piccoli lavoretti d'estate. Il centro di Roma era troppo lontano, una meta irraggiungibile, per cui già arrivare all'Eur era un traguardo. Estati di gavettoni, di buste piene d'acqua buttate dai terrazzi, di gelatina sui capelli per i maschi e di spalline improbabili per le femmine. Di braccialetti colorati, di orecchini a cerchio. Stagioni felici che si cercava di prolungare il più possibile anche con l'inizio della scuola ma che alla fine si chiudevano immancabilmente con i compiti pomeridiani e l'accorciarsi delle giornate.
Ci sedevamo su un muretto che stava vicino ad un locale caldaie che ogni tanto si accendeva rumorosamente, per questo la chiamavamo la bomba. Stavamo sempre lì, al massimo ci spostavamo lungo il muretto in cerca dell'ombra o del sole. Il gruppo si allargava con gli amici degli amici, con i cugini, chissà come mai sempre immancabilmente fighi e tutti erano benvenuti.
Estati di Festivalbar e canzonette. Sicuramente una cosa ci ha salvati, per alcuni è rimasta la passione principale, altri ne hanno fatto una professione: la musica.
Di pomeriggi rinchiusi in cantina a suonare, di concerti improvvisati nelle piazze del quartiere, di risparmi messi da parte per comprare la chitarra.

Un pomeriggio, ricordo che arrivarono nel palazzo di fronte una nuova famiglia con due figli della nostra età. Il nostro pensiero fu subito quello di accoglierli, di dargli il benvenuto e di conoscerli. Credo davvero che forse spintonandoci, un po' intimiditi andammo a citofonare  al loro portone invitandoli a scendere e a stare con noi.
E vennero subito accolti nella comitiva. Ricordo il tuo sorriso e gli occhi splendenti, quelli che ora tutti citano e rimpiangono. 
Mi chiedo se anche i ragazzi ora fanno di queste cose, se sono propensi all'accoglienza e al nessuno escluso. In quel momento ci sembrò la cosa più ovvia e semplice da fare.
Io non li conosco i ggiovani d'oggi, ho solo la sensazione che la tecnologia ci dia l'illusione di essere più vicini mentre invece ci sta allontanando sempre di più. Tra balene blu, esibizionismo a tutti i costi e condivisione non nel senso di fare insieme ma più che altro "ti faccio vedere cosa sto facendo io, tu rosica e basta", di selfie estremi... io vi auguro di provare attimi di felicità e spensieratezza, di fiducia nel domani, ma anche di voglia di cambiarlo che la vostra età richiede e merita e di vivere estati come quelle che abbiamo passato noi.