pubbli larga

martedì 9 aprile 2019

Strega!

Finalmente ho messo a frutto una mia grande dote: saper leggere velocemente.

Talmente veloce che molto spesso chi osserva giorno dopo giorno il mio sbranare voracemente le pagine di un libro ribatte:"Naaa non è possibile stai già lì?"

Talmente veloce che quando ero alle elementari e dopo un paio di giorni riportai il libro in classe nella piccola biblioteca di scuola, la maestra non credeva che lo avessi finito e mi umiliò davanti a tutti facendomi delle domande per vedere se davvero l'avessi letto. Risposi bene. Maestra muta. Quasi come se fosse una colpa leggere veloce!

Talmente veloce che poi dimentico presto la trama di quello che leggo per cui se ci sono molti personaggi devo disegnare un albero genealogico con i legami di parentela sennò mi perdo o mi capita ogni tanto di comprare libri che in passato avevo già comprato e già letto. Delle volte in fase di acquisto ho dei dubbi e chiedo a mio marito:"Mi hai già visto con questa copertina in mano? Ti dice nulla?".

Questo passatempo che prima riempiva il tempo libero, le notti prima di dormire, i giorni di vacanza, gli spostamenti con i mezzi pubblici si è sempre di più ridimensionato fino a ridursi a zero.
Ultimamente lo sto un po' riattizzando in spiaggia sotto l'ombrellone; prima dell'estate faccio una scorta di un sacco di libri che poi quando finisco li sistemo sulla mensola sul letto e prima o poi con il peso mi cadranno in testa.

Libri rovinati dalla sabbia, dal trasporto ogni giorno verso la spiaggia nella borsa insieme a teli, creme e merende.


Ultimamente mi sto sforzando di ricavare degli spazi per leggere ma me lo devo proprio imporre, devo staccare da tutto il resto e fare solo quello. Abbandonando il cellulare e il portatile con le loro facili e sciocche distrazioni.

Qualche tempo fa un'amica parlando tra il lusco e il brusco chiede ad un gruppetto di mamme chi può darle una mano a recensire dei libri per un concorso letterario. Io mi faccio avanti, lei mi chiede che preferenza ho, io dico:"Mattoni, libri belli pesi, meglio se oltre le 200 pagine".

Mi consegna il primo: 500 pagine, lo finisco in 4 giorni.


Riprovo la gioia di fare nottata per leggere un libro, la voglia di leggere ovunque, anche in piscina quasi che per poco non mi accorgevo che la Pop era già uscita dalla vasca e aveva finito la sua lezione di nuoto. Fare altro durante il giorno ma ogni tanto col pensiero correre alla trama del libro. Leggere di giorno perchè di notte è più difficile staccarsi dal testo e può portare a sonni agitati.

Il libro è questo:



e mi ha preso tantissimo, poi scopro che è stato scritto da uno che ha 10 anni meno di me e penso mavaff...com'è possibile!?

In sostanza si parla di un periodo di caccia alle streghe ma non nel nostro medioevo ma nell'America di fine 1600, è quanto mai attuale: la paura del diverso, di quello che non si conosce, che si fa prima ad additare come male piuttosto che provare a comprenderlo o ad entrarci in relazione...vi dice nulla?
Protagonista è la paura, del futuro, dell'ignoto, dell'altro che cresce e si propaga come un incendio fra le persone. Una semplice ragazza un po' originale, diversa dalle altre o forse semplicemente pensante, che non si riconosce nella società in cui vive che è bacchettona e puritana. Ben presto i concittadini iniziano ad additare la giovane anticonformista come una strana ma poi come una strega. La sottoporranno ad un processo a cui testimonieranno persone che le erano state vicino per decenni: cameriere, amici, compagni di scuola...tutti invasati dall'ondata di odio e pronti a citare vari episodi che nel tempo avrebbero dimostrato il suo essere davvero una strega.

La cosa più agghiacciante è assistere alla rapidità e facilità in cui tutto questo avviene e all'impossibilità di poter fermare questa follia che coinvolge l'intera comunità alla quale anche i suoi genitori sono costretti ad assistere inermi.

Viene da pensare che la stessa cosa potrebbe succedere benissimo ad ognuno di noi, a chi si sente diverso dalla massa intesa come gregge di pecore, a chi ha una testa e la usa, a chi non si riconosce al 100% con quello che vede intorno a sè...

Alla fine del libro lo scrittore riporta una frase di Voltaire davvero illuminante. Facciamone tesoro. 






E io intanto ho una pila di nuovi libri che mi aspetta.