pubbli larga

venerdì 29 maggio 2020

40ena (18°parte)

Fase 3 meno un quarto.

Come al solito partire, anche se per pochi giorni, e andare via da Roma mi ha dato un effetto benefico immediato per poi al ritorno trovarmi sbattuta in faccia la grigia realtà che prima non mi sembrava poi così male e ora mi pare proprio orrida.


Non sopporto più di vedere come unico panorama il palazzo di fronte in cortina, il vociare del vicinato che prima faceva molto "siamo una comune, siamo tutti vicini" ora mi infastidisce: perchè devo sentire il tuo tg o le tue videochiamate?



Unico sollievo: il parco; santo, benedetto parco. Ma non posso trascorrerci 12 ore al giorno , non ho neanche un cane che possa giustificare lo stare lì.





Sono diventata insofferente alle pareti, alle porte, alle finestre...vorrei stare solo stesa su un prato a guardare il cielo e le nuvole che passano.




"Questo soffitto viola
No, non esiste più
Io vedo il cielo sopra noi
Che restiamo qui
Abbandonati
Come se non ci fosse più
Niente, più niente al mondo.."

Grande Gino! Proprio così...

Non sopporto quelli con le mascherine, che se le mettono sempre in circostanze e modalità sbagliate ma si sentono i salvatori della razza umana, gli unti dal signore.

Odio dover mettere la mascherina, se posso evito strenuamente ma raramente mi tocca capitolare e quindi sì l'ho indossata per la terza volta per fare la spesa, ansimando e bofonchiandoci dentro come un orco in cattività. Di buono c'è che almeno ora per entrare nei negozi non ci sono più file.

Detesto queste disposizioni in materia di sicurezza che non hanno nè capo nè coda e ho sempre più la sensazione che abbiamo perso inutilmente un sacco di tempo, soldi, vita per non si sa bene cosa visto che qui la situazione è stata sempre abbastanza tranquilla. I Salvatori della patria obietteranno: sì ma perchè sono stati applicati i protocolli...e va bè epidemiologicamente se mi' nonno c'avesse avuto tre palle ecc...

Ci sentivamo sicuri nel nido-casa, avevamo quasi paura di lasciarlo, poi volevamo uscirne ma avevamo paura, ora vorremmo solo partire.

Al momento non c'è nulla che lascio con rimpianto se non le passeggiate al parco.
Gli amici, conoscenti, condomini, non me ne vogliano...i rapporti resteranno immutati e riprenderanno come sempre al ritorno.
Ma le passeggiate al parco vorrei portarmele dietro, tout court, anche fuori Roma.
Ora poi andiamo alle 7.30, è una meraviglia entrare nel parco e trovare le stesse persone intente a fare le stesse cose, ci si sente tra amici, tra persone conosciute. Poi nessuno, a parte qualche fesso, indossa la mascherina, quindi per un momento ti scordi il resto.

Incontri quelli che fanno il saluto al sole, quello che salta la corda, quello che corre a piedi nudi, il comandante, Aldo, quello che è vestito da capo a piedi e non lascia un cm di pelle scoperto, poi c'è la signora sessantenne ma fisicatissima, poi il marito con lo zainetto...



Poi i miei compagni di avventura con cui abbiamo stilato un programma settimanale dettagliato, si marcia, poi si fa potenziamento e poi stretching al sole sotto gli alberi.
Da qualche giorno abbiamo pure la musica grazie a una piccola cassa che tengo nel marsupio, qualche signora ha sentenziato:"Scusate ma così non sentite gli uccellini!" lasciando la possibilità di rispondere in mille modi col doppio senso e non ma alla fine abbiamo optato per un: li sentiamo lo stesso non si preoccupi.

Anche a Gaeta ho iniziato a camminare ma ahimè da sola, con i miei pensieri e le mie riflessioni.

E ora che siamo in procinto di partire, sento un po' il magone; quella sensazione sempre provata prima di un viaggio: sembra sempre di abbandonare tutto e tutti nel momento più bello, si ha la paura di perdere qualcosa. Poi in un modo o nell'altro si va e al momento di ritornare a casa si prova la stessa sensazione: troverò tutto come prima? Ci saranno cambiamenti?

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