pubbli larga

lunedì 18 maggio 2020

40ena (15° parte)


Credevo che oggi iniziasse la fase 3 e invece scopro che in realtà si tratta della famosa fase 2, va bè, poco cambia. Ci sono piccoli aggiustamenti, nuove riaperture di negozi.

Quello che davvero mi ha ridato la vita è stata la possibilità di tornare al parco, il resto non mi ha riguardato più di tanto.

Mi sembra che la gente ora sia un po' più rilassata, non bisogna più litigare al parco con quelli che ti incrociavano e sbuffavano vedendoti senza mascherina e ti chiedevano di stare alla larga da loro.
E allo stesso modo quando incroci un passante sul marciapiede non capita più che questo si butti in mezzo alla strada per creare la massima distanza tra te e lui.
E comunque io queste cose non le ho mai fatte ma mi divertiva vedere gli altri farle.

Vedo gente correre al parco con le mascherine o addirittura con i guanti in lattice...ma perchè!? Come quelli che corrono in k-way, non li ho mai capiti, rischiano per sublimazione di passare dallo stato solido direttamente a quello gassoso.

Vedo scene assurde: gente che festeggia piccoli compleanni al parco facendo indossare i guanti ai bambini, accendendo la candelina della torta e rischiando di fare un'unica pira umana.

Questi mesi li ho passati con la gente del mio condominio, con cui ero in linea riguardo le misure da tenere, le paranoie da abbandonare e come comportarsi. 
Tornare all'esterno con il resto del mondo non è facile.
Non sai mai come comportarti, se chi hai di fronte si è trasformato in un igienista folle o è invece tranquillo come te. Nel dubbio me ne sto in disparte a guardare e tutto sommato 'sto distanziamento sociale ha i suoi vantaggi, non rompetemi i coglioni, state lontani da me.

Per cui sto a distanza, osservo e me la rido.
Ascolto quella che si lamenta che l'unica cosa che ci lascerà questa pandemia saranno le orecchie a sventola dovute all'elastico della mascherina.
Vedo i bambini fare i capricci: ma come volevi uscire e ora che sei uscito ti lamenti!?

C'è una cosa che mi sta mancando e me ne sono accorta solo ora vivendo questa situazione di distanziamento sociale: gli abbracci.
E mi rendo conto di come siano più importanti dei baci, non quelli da film ma quelli di saluti e convenevoli. Di questi ne faccio volentieri a meno, frutto di ipocrisia, dati di sguincio, solo per forma, talmente alla lontana da essere dati all'aria.
Ma vuoi mettere un abbraccio che sanifica tutte le ferite, che conforta e calma? Hanno fatto anche l'emoticon apposita ma che ci facciamo?

Quando eravamo nella fase nera delle 40ena pensando a quando sarebbe finita e avrei rivisto i miei amici pensavo proprio a questo: li abbraccerò così forte da farli restare senza fiato. E così il ritorno al parco l'ho pensato come un abbraccio al primo albero incontrato.
In realtà poi non ho fatto nè uno nè l'altro.

Ieri si è chiuso, davvero, il flashmob; mentre una settimana fa aver terminato la sessione giornaliera ci ha gettati nello sconforto e nella disperazione, stavolta forse aver avuto tempo per elaborare la questione ci ha fatto arrivare alla conclusione che è stato un periodo bellissimo ma è giusto che giunga al termine. Ma non che sia morto e sepolto ma anzi è un momento molto forte che ci consentirà dal bagaglio di emozioni vissute, di esperienze condivise, di persone conosciute di partire da questa base e andare avanti.

Per il nostro saluto e il nostro ennesimo e mai scontato grazie abbiamo organizzato un lancio di palloncini e soprattutto abbiamo invitato nel nostro cortile i dirimpettai del palazzo di fronte con cui abbiamo condiviso questi mesi ma sempre troppo da lontano.










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