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lunedì 20 marzo 2017

Vita da gatto (parte 1)

E poi succede che torni da un weekend fuori Roma, torni a casa carica di pacchi e pacchetti e Pop addormentate ma ti accorgi subito che c'è qualcosa che non torna.
Un dettaglio piccolo e apparentemente di minimo valore ma ti accorgi subito della sua assenza, manca Lei.
Noti subito con stupore che dopo aver aperto la porta non c'è stata Lei che ti è venuta incontro, che era già lì dietro ad aspettarti chissà da quando, che ti accoglie con miagolii striduli, che ti si struscia sulle gambe cercando di farti cadere mentre al buio cerchi di raggiungere la camera delle Pop con una in braccio pesantemente addormentata.
Capisci subito che c'è qualcosa che non torna, qualcosa che non va.
Pensi con orrore che si è realizzata la paura per tante volte ipotizzata: ma vuoi vedere che mentre partivamo, prendi i pacchetti, rincorri le Pop sveglie e saltellanti, ricordati le chiavi, abbassa le serrande ma il gatto dov'è? Tu l'hai vista? Non è che è rimasta chiusa da qualche parte? No mi sembra di averla vista in giro. E' quella? No, quello è un maglione scuro sul letto. Boh da qualche parte starà...

E già immagini una fine atroce di stenti e di sete, chiusa in qualche suo adorato cassetto e già ti maledici per la superficialità.

Invece poi la cerchi e Lei era proprio lì a sonnecchiare acciambellata su una sedia ma per la prima volta non ti è venuta incontro.
Non solo ma anche la notte non ti è venuta a far visita sotto le coperte in quell'andirivieni porta la Pop di là, viene l'altra, ari-portala di là, dove sono? e chi sono? quanti siamo?
Non è venuta a svegliarti miagolando e facendo le fusa a mille impazzita perchè finalmente siete tornati, non ce la facevo più a stare senza di voi, vi ho detto come sono contenta?

Nei giorni successivi resterà sempre sulla sedia o al massimo sul letto della Pop a dormire, moscia, quasi schifata dalla vita. Solo se io la portavo di fronte alla ciotola mangiava qualcosa e andava in bagno se io la portavo nella lettiera. Per il resto non mostrava segni particolari, camminava normale, forse un po' più lentamente e senza la sua solita andatura da pantera del Bengala. 

Non riuscivo proprio a capire cosa avesse, se era semplicemente la vecchiaia arrivata tutto d'un colpo e se dovevamo abituarci a questa Sofia così addivanata e poco attiva o se c'era qualcos'altro.

Al terzo giorno di apatia, dopo che mi aveva rifiutato persino il suo amato pollo decido di portarla dal veterinario.

Erano dieci anni che non ce la portavo. Forse sbaglio ma considerando che ho avuto sempre gatti casalinghi ce li portavo solo in caso di problemi, evitando di fargli cure, vaccini e altro che non ritenevo necessari.

L'ultima volta era dovuto, appunto dieci anni fa, ad una sua fuitina da casa dei miei:
per un mesetto si era data alla pazza gioia, alla vita campestre e libera nel giardino del condominio. Forse ce l'aveva con noi perchè l'avevamo portata lì per andare in vacanza e si era buttata dal balcone, dal primo piano e se n'era andata.
In seguito la avvistammo dalla finestra e seguirono nottate di appostamenti, di cibo dato seguendo le sue camminate di ispezione. Lei ci guardava con diffidenza, con ostilità come solo i gatti sanno fare. Alla fine la prendemmo con una trappola presa in prestito dalla colonia felina di Torre Argentina. Tornò a casa e rimase qui chissà se davvero contenta oppure no.

Anche in quel mese di assenza mi ricordo la casa vuota senza di lei, non volevo quasi rientrare la sera perchè era tutto diverso senza di lei.

Una volta riacciuffata dovemmo per forza portarla dal veterinario per farla controllare.
Le fece le analisi del sangue, risultò ipertiroidea, ci diede una medicina che avrebbe dovuto prendere a vita ma dopo i primi giorni e visto l'effetto che faceva su di lei la sospendemmo. Non era più lei, non era più la Sofia matta e schizzata di sempre ma era come narcotizzata.

Sono passati una decina d'anni da allora, due Pop sono entrate nella nostra vita ma lei c'è sempre stata, scegliendosi la sua padroncina personale in Alice e facendosi fare tutto da lei e loro sono cresciute nel rispetto di Sofia e imparando a giocare e a vivere con lei cogliendo quella ricchezza e intensità che solo convivere con un quattrozampe può darti, sapendo che lei c'era già da prima che nascessero. Lei c'è sempre stata, certo con un ruolo più defilato ma c'è sempre stata.

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