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lunedì 29 luglio 2013

Cronaca di un luglio balneare

È passato circa un mese da quando ci siamo trasferiti qui al mare.
Qualcuno potrebbe dire:"È già passato un mese!" o "Finalmente è passato un mese!" ai posters (non è un errore ma una battutona..!) l'ardua sentenza.
È passato un mese da che mm fa il pendolare, causando l'invidia delle mogli che rimangono tutta la settimana sole al mare coi bimbi mentre il marito lavora in città e le raggiunge solo il weekend. Appresa la notizia e la faticaccia di mm, i mariti ricevono prontamente una gomitata intercostale dalle dolci consorti con rimprovero acido "Saiii lui fa avanti e indietro? Ogni giorno".
Un mese che mm è entrato nel fantastico mondo dei pendolari giornalieri, un universo a parte, dice.
Un mese che sono tutto il giorno sola con due Pop.
Un mese su cui ogni tanto quest'inverno fantasticavo come lo scatafasciamento di divertimento e allegria: capirai 4 cuginetti dai 0 ai 4 anni tutti insieme!
Poi le cose sono andate decisamente in maniera diversa e hanno preso un'altra piega.
È destino forse che io non mi riesca a fare una vacanza qui degna di questo nome. L'anno scorso dovevo stare a riposo con l'embrione-Marta che si teneva aggrappato a me con la forza della disperazione e la Pop che non camminava e richiedeva le giuste attenzioni.
Quest'anno invece è andata invece colì.

Questo mese trascorso andrebbe, per amor di cronaca, scisso in due parti.
Durante la prima ero incompresa, nervosa, avvilita, incredula, incattivita.
Tutti, e ripeto tutti, mi dicevano "Vai via, io non resisterei un minuto di più in una situazione così". E invece no, non ho mollato, mai, se non fosse altro perchè mi ritornava un vecchio adagio nella memoria: chi se ritira dalla lotta è un gran fijo de 'na mignotta.
E lotta lo era sul serio. Dalle regole non scritte del fight club alla strana sensazione di non stare scendendo in spiaggia ogni mattina ma in trincea. Ai crampi ogni nuovo giorno all'idea di cosa sarebbe successo di nuovo. Alla brutta sensazione di non poter fare nulla per cambiare le cose. Alla constatazione che bè dopo tutto non potrebbe andare peggio e essere poi prontamente smentita dai fatti. Da qui l'amara considerazione che può sempre peggiorare quindi nun te lamentà.
Mi sono sentita molto Jessica Rabbit: non sono cattiva, è che mi disegnano così. Ma mi sono sentita anche un po' capro espiatorio alla Benjamin Malaussène di Pennac. Non potendo fare molto per migliorare la situazione ho cercato di sorridere quando non c'era alcun motivo di sorridere o addirittura cantavo proprio come fanno i matti. In linea di massima ho abbozzato tirando qualche stoccata proprio quando era troppo.
Avevo nella testa l'immagine dell'unico animale che mi ripugna davvero: il lombrico. Lui mangia la terra, la digerisce e poi rilascia concime. Io ho la sensazione in questo periodo, al contrario di lui, di aver mandato giù tanta, ma tanta di quella merda. Non ho la pretesa di averla trasformata però in terra fertile, mica sono Re Mida ma credo a 'sta botta di aver dato avvio al mio processo di canonizzazione: la prima Santa atea al mondo, ho già preso contatti con Francisco the first.
Ho diffidato di tutto e tutti, rischiando quasi di non credere manco all'unico che conta davvero. Ho sentito il vuoto intorno. 

Lo stacco fra prima e seconda parte è dovuto ad un weekend con gli amici a Talamone. Ne sono tornata rinfrancata, serena e pacifica. I crampi sono passati, tutto il resto ahimè era lì ad aspettarmi come al solito ma non è più così importante anzi mi ci sono quasi abituata. Lo spirito di adattamento dell'uomo è eccezionale forse anche a Guantanamo si troverebbe non troppo male.

Sono tornata, senza un vero motivo se non un cambiamento d'aria, con una calma serafica e ascetica e un sentimento love&peace nei confronti del mondo intero.

E dopo tutto tra pochi giorni si parte per la VERA VACANZA che è quella che fai passando 24 ore con chi ami facendo quello che vuoi.

Ringrazio chi, consapevolmente o non, mi ha sostenuto e mi ha permesso di non farmi affondare in questo periodo che, come dice un mio amico, ridefinisce il concetto di periodo di merda. In primis SantaFrancescaRomana, un'amica ritrovata che con le nostre chiacchierate mi ha fatto bene come non immagina. Poi la signora bionda alla quale ho dichiarato amore eterno da subito e alla quale ho chiesto di adottarmi come nuora, come cognata, come pappagallo da compagnia, facesse lei. E ringrazio tutti quelli, sconosciuti compresi, che si sono sorbiti i miei pippardoni e che sono stati usati da me come vasi di Pandora. 
Io ci ho provato a far sì che questa, come ogni estate, per le mie Pop sia la più bella della loro vita, giuro che ci ho provato.


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