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martedì 24 luglio 2012

Partire è un po' come...




Durante l'adolescenza quando si avvicinava l'ora delle vacanze, di partire nel mese di agosto coi miei genitori ero sempre un po' triste.
Da un lato ero contenta per le destinazioni scelte, di vedere posti nuovi, dall'altra mi prendeva il magone, stavo così bene con i miei amici del quartiere, avevo raggiunto un equilibrio invidiabile, un periodo spensierato fatto di giornate in piscina, al mare e di oziose chiacchiere, andavo d'accordo con tutti...avrei ritrovato tutto così al mio ritorno? O avrei perso tutto questo durante la mia assenza?
Avrei voluto cristallizzare la situazione così com'era, un fermo immagine perfetto da proseguire una volta tornata.
Avevo sempre un po' il terrore di essere dimenticata dagli altri durante le vacanze, di perdere la mia posizione sociale faticosamente conquistata, di venir sostituita da qualcun'altro, di essere accolta con poco entusiasmo a settembre e di perdermi chissà quale fantastica avventura o iniziativa i miei amici organizzassero mentre io ero fuori.
Avrei voluto che tutto fosse rimasto fermo e immobile, nessun cambiamento evidente nè grande, nè piccolo. I cambiamenti mi preoccupavano, potevano portare conseguenze positive o negative quindi nel dubbio meglio che tutto rimanesse immutato.
Preferivo una situazione statica, magari anche un po' stagnante e noiosa ma almeno era rassicurante e sapevo come affrontarla.


Poi tornavo ed effettivamente era tutto come lo avevo lasciato o se c'era qualche news facevo presto ad abituarmi. Ogni anno partivo con la consolazione che in passato poi mi era sempre andata bene.
Una delle mie citazioni preferite «Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi» detta da Tancredi ne "Il Gattopardo".


Crescendo invece ho abbandonato questa sensazione avendo ormai capito che al ritorno avrei ritrovato sempre la solite cose ad aspettarmi, nel bene e nel male. Però in più ho imparato ad apprezzare lo stacco dato dalle vacanza e a considerare il rientro un po' come l'inizio dell'anno nuovo in cui si fanno i buoni propositi.
Ho imparato a fare tesoro delle esperienze fatte in ferie, di prendere quanto la conoscenza di nuove realtà e paesi poteva offrirmi e cercare di riportarla nel mio mondo.


Ieri sono tornata al parco dopo circa un mese di lontananza forzata. In pratica è deserto, non c'è nessuno e la situazione non è delle migliori. Il prato verde non c'è più ma al suo posto c'è erba secca, la terra è spaccata, arida. Ci sono dei fastidiosi insetti, zanzare, moscerini. In giro non si vede nessuno. Sono andata al parco giochi e la situazione è ancora più desolante, quel posto che era per me tanto caro in primavera, ora è veramente squallidino. Non c'era manco un bambino, tutti in vacanza, beati loro. I writers però in compenso  sono  belli attivi e hanno pensato bene di imbrattare lo scivolo così ora quando i bimbi scendono si sporcano di nero i pantaloncini, tacci loro!
Ho incontrato solo 3 persone, guarda caso, 3 personaggi ben noti al blog.
http://buonecosedipessimogusto.blogspot.it/2012/05/il-mio-parco-4-aggiornamenti.html
Li ho visti in successione, sembrava fatto apposta. Delle volte penso di essere in una situazione tipo The Truman Show con i figuranti che vengono fatti passare davanti ad intervalli stabiliti e mi verrebbe da dire "Fermate tutta la baracca, a me non mi coglionate".
Delle volte incontrare le stesse persone ogni mattina, negli stessi posti magari a orari diversi mi dà un senso di soffocamento. In questo caso avrei voglia di cambiamento, vorrei fermare tutto e scendere sul serio.





Ho visto la pseudo-z., stavolta c'erano pure i miei genitori. Non gliene avevo parlato ma in effetti li vedevo abbastanza perplessi dal comportamento esuberante e invadente della figlia. E pensare che stavolta i bambini erano pure abbastanza puliti e ordinati rispetto alle altre volte. La bimba ormai ha imparato dove tengo i biscotti e l'acqua e li prende come nulla fosse, almeno questa volta li ha mangiati con la Pop, in venti minuti hanno finito la scatola. Poi ha voluto mettersi sul passeggino, voleva il mio cellulare, ha voluto sapere i nomi dei miei genitori...siamo scappati!
Non prima di aver visto Mimì metallurgico e marito, io non l'avevo mai visto ma mm sì, aveva ragione, è proprio come lei, con la divisa da operaio e il culo mezzo di fuori con la mutanda in bella vista.
E poi ho incontrato un'altra coppia ben nota con il bimbo coetaneo della Pop, in inverno siamo gli unici a frequentare il parco anche quando il tempo fa schifo, la mamma è russa e un po' di bora non ci ferma di certo! Il papà è quello che quando gli dissi che la Pop aveva un anno e mezzo aveva sentenziato "Ah no, lui invece ha 18 mesi"...


Insomma al parco è rimasto tutto invariato. A distanza di un mese nulla è cambiato, non si sono manco accorti della mia assenza, nè della panza (ma eravamo ad una certa distanza).


 "Tutto deve cambiare perchè tutto resti com'è"
c'è parecchia amarezza in questa frase, la consapevolezza che per quanto cambino le cose alla fine non sia altro che apparenza. C'è anche un senso di resa incondizionata, di rassegnazione, soprattutto rivolta alla politica e alla storia ma che si può applicare in mille altri ambiti.
Ai nostri tempi come vogliamo applicarlo? Non c'è più Silvio sarà tutto diverso, finalmente si respira. E invece è tutto uguale, infatti Silvio ora, spavaldamente e spudoratamente, torna, tanto a questo punto...
Nei sentimenti succede la stessa cosa, si chiude una storia, ci ripromettiamo "Non succederà mai più così", poi cambiano i protagonisti ma i clichè si ripetono, tante promesse "Non lo farò mai più" e la storia si ripete, ogni volta, sempre uguale a se stessa.


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