pubbli larga

sabato 19 maggio 2012

Il gigante buono (intervista possibile)

Il secondo incontro è molto particolare, almeno per me, almeno per l'argomento trattato, almeno per l'altro interlocutore.
Significa fare un balzo indietro di venti anni, perchè da tanto non lo vedevo e in qualche modo fare un bilancio di quello che eravamo e quello che siamo ora.
Vuol dire ravanare nella propria memoria in cerca di frammenti, ricordi ed espressioni.
Fare i conti con me stessa e confrontarla con la me tredicenne, in terza media che ad inizio anno si ritrova questo strano e taciturno pluri-ripetente in classe. Ho ricordi vaghi, lui più grande di 4 anni probabilmente ci considerava tutti ragazzini e non ci dava troppa confidenza. Lo ricordo insofferente nei confronti della scuola, dei professori, delle regole, che borbottava sempre, parlava a bassa voce ma se riuscivi a sentirlo scoprivi una grande ironia. Una notte d'improvviso lo sognai e fu come accorgermi della sua esistenza, me ne invaghii come solo una tredicenne riesce a fare, come un sogno impossibile, come una partita persa in partenza. Provai la gioia di andare ogni giorno in classe, la tristezza quando c'era il weekend o le vacanze imminenti, conservo ancora i diari in cui annotavo tutto anche come era vestito. I professori lo tormentavano perchè non studiava e io sola pensavo di riuscire a capirlo, di poter leggere oltre la sua facciata da imperscrutabile cinico. Com'è finita? E come doveva finire? Si mise insieme alla mia migliore amica, poi la scuola finì, inizio il liceo e non ebbi più sue notizie.
Fino a un paio di anni fa quando cercando su google chissà perchè scrissi il suo nome e scoprii che era diventato un campione di lotta, full contact o qualcosa del genere, uno sport che non conoscevo assolutamente.
Poi l'ho ritrovato su Facebook , ho cercato un po' in giro e ho scoperto che era diventato davvero famoso nel suo campo, ha un sito internet, gli chiedo l'amicizia, ci scambiamo qualche messaggio di saluto e mi viene quasi il dubbio che non sia lui a rispondere ma forse un segretario, figurati se uno così importante risponde di persona!
Continuo a seguirlo di tanto in tanto.
Poi arriva l'era del Blog e decido di contattarlo, tanto che mi costa? Gli scrivo ma non risponde, allora dopo un po' gli mando un sms, visto che ha messo il numero di cellulare sul sito, e gli chiedo di fare l'intervista.
Mi risponde di si e quando decidiamo come fare mi dice se vogliamo farlo via email...ma come? io ho bisogno del contatto, di sentire chi ho di fronte. Dopo vari e vari tentativi riusciamo ad accordarci, lui come prima cosa mi dice "Io devo andare a prendere mia figlia alle 16.20", mi fa un po' strano sentirlo dire, mi fa tenerezza pensare che metta al primo posto sua figlia come impegno improrogabile. All'inizio credo che poichè è separato forse il giorno dell'incontro è l'unico in cui può vedere la figlia invece mi dice che la vede tutti i giorni e ci tiene ad andarla a prenderla sempre e stare con lei.
Un punto a lui.
Inizio a pensare che sia solo l'inizio di una serie di idee che mi ero fatta e che ho dovuto rivedere su di lui. Qualsiasi idea o preconcetto uno abbia del lottatore, del pugile di fronte a lui cade e si va a far benedire.
Lo chiamo per definire questo incontro, un po' scocciata perchè non se ne viene a capo e sembra stia tutto per saltare e parto in quarta chiedendogli "Allora spiegami bene i tuoi impegni perchè non ho capito". Invece lui mi spiazza chiedendomi "Come stai?". Giustamente dopo 20 anni che non vedi una persona il minimo è chiederlo. E' una domanda semplice, banale che per me è molto importante e mi piace che mi venga posta e lui me la fa, io a lui no.
Un punto a lui.
I giorni successivi mi documento su internet, vedo i video degli incontri e leggo un po' di tutto: forum, opinioni, siti specializzati e preparo un pizzino con tante domande.
Il giorno X man mano che si avvicina l'ora X sento l'agitazione aumentare, l'attesa diventa pesante e carica di aspettativa, mi chiedo anche "Ma chi me l'ha fatto fare? A scoperchiare un passato remoto di 20 anni fa?".
Finalmente avviene l'incontro. Si parla un po' del passato ma lui ricorda poco o nulla, confonde le diverse classi in cui è stato alle medie. Lo aiuto a ricordare nomi, aneddoti.
Poi gli dò un foglio che avevo stampato: un quadro di Giulio II.

I prof erano disperati perchè non sapevano come coinvolgerlo nelle lezioni, quando quella di lettere scoprì la sua dote innata per il disegno la utilizzò per farlo stare tranquillo.
Ricordo in particolare questo quadro eseguito da lui in poco tempo disegnando in maniera precisa e dettagliata la barba bianca del papa. Glielo lascio così, per ricordo.
Mi confida che vuole prendersi un diploma, per una sua esigenza personale.
Un punto a lui.
Lo incito a parlare, a raccontare, gli faccio domande, quelle che mi ero segnata e mille altre, con la curiosità di chi non ne sa nulla dell'argomento. Lui risponde paziente. Io vedo in lui una persona all'apice del successo, realizzata, famosa. Lui invece è sempre lo stesso, non si dà affatto le arie. Per lui è tutto semplice, normale amministrazione. Mi racconta come a 19 anni ha iniziato "'sta cosa" senza neanche dargli un nome o senza sapere come definirla. Ogni successo anche il più straordinario lo racconta come se fosse una cosa normale o niente di che ma non con studiata nonchalance, è che proprio crede sia così. Non pensa di compiere un'impresa o di stare in qualche modo segnando la storia eppure su internet è pieno di gente che lo osanna. Non solo come semplice sportivo ma proprio per il suo lato umano, per il modo che ha di trattare l'avversario, di abbracciarlo dopo l'incontro, per la professionalità con cui tiene i suoi stages non lesinando consigli preziosi.
Un punto a lui.
Vive ancora dove è cresciuto e questo mi stupisce. Penso che ai suoi livelli abbia completamente cambiato vita, invece no, invece probabilmente non gli interessa proprio.
Forse avrebbe potuto fare altre scelte, sarebbe potuto andare in America o in Brasile dove il suo sport è apprezzato e capito e non come qui in cui è un pioniere della disciplina. E invece no, ha scelto la strada più difficile ed è rimasto qui. Per un semplice motivo, per stare vicino a sua figlia. Ma per lui questo non ha rappresentato un rinunciare alla carriera, probabilmente non ha esitato neanche un attimo a prendere questa decisione e non ha rimpianti. Per lui, campione pluridecorato, viene prima lei, poi tutto il resto.
Un punto a lui.
Ha quasi 40 anni ed è nel pieno della sua attività, io sorpresa gli chiedo "Ma fino a quando andrai avanti?" e lui semplicemente, come sempre, risponde "Finchè starò bene".
Un punto a lui.
Il tempo corre via veloce, mi smonta un'altra serie infinita di luoghi comuni e di preconcetti che girano intorno al suo mondo.
Da ignorante in materia per me è un altro mondo, vedere due uomini che si battono quasi a mani nude in un'arena circondata da una rete, mi richiama alla memoria epoche lontane, di gladiatori e lottatori romani e penso che questo forse è il vero sport, in cui quasi tutti i colpi sono possibili ma di fondo c'è sempre il rispetto per l'avversario. In cui non ci sono fronzoli ma tutto è ridotto all'essenziale, a quello che conta. Mi spiega le mosse che non ho capito, quali sono i colpi proibiti e quali no, la classificazione in base al peso, mi dice anche che è meno cruento di quanto sembri e che il pugilato ad esempio lo è molto di più.
Un punto a lui, un punto a lui...
Gli chiedo della sua numerosa famiglia, mi dice che un fratello è morto ma me lo dice a suo modo, distogliendo appena lo sguardo, quasi sminuendo la gravità quando vede il mio dispiacere.
Mi accorgo che è tardissimo ed entrambi dobbiamo tornare dalle rispettive Pop.
Io esco quasi di corsa dal bar, lui si preoccupa di sparecchiare il tavolo dei resti del gelato e scusandosi col barista.
Ecco un punto a lui.
Mi dà un passaggio in macchina, si scusa per il disordine, fa un po' strano vedere un gigantone come lui in una piccola utilitaria, con dietro una scatola di pennarelli della figlia.
Altro punto. A quanti punti siamo?
Mi ha dato una grande serenità incontrarlo. Anni fa era rabbioso, irrequieto, forse faceva parte del suo fascino. Ora è sereno, tranquillo, segue la sua passione con calma, va avanti per la sua strada con determinazione e caparbietà non risparmiando sorrisi sornioni. Sta per aprire finalmente una sua palestra, un passo fondamentale per diffondere il suo sport ancora di più in Italia. E' stato davvero un onore rincontrarlo dopo tanto tempo e accorgersi che, dopo tutto, nulla è cambiato.

  ps si è presentato con 20 minuti di ritardo...un punto a me!!!

Per chi non l'avesse capito il gigante buono è Michele Verginelli
- Vincitore dell'European K1 di Budapest 1999
- Vincitore di Oktagon di Roma 1999
Vincitore di Oktagon Millenium di Milano 2000
Vincitore del Dragons 2 di Milano 2000
Vincitore di Oktagon di Milano 2001
Vincitore della 1° Coppa Italia di Grappling

http://www.mmamania.it/italia/michele-verginelli/


- 1° intervista possibile http://www.buonecosedipessimogusto.blogspot.it/2012/05/mistero-misterioso.html
- 3° intervista possibile http://www.buonecosedipessimogusto.blogspot.it/2012/06/il-legionario-3-intervista-possibile.html
-4° intervista possibile http://buonecosedipessimogusto.blogspot.it/2012/08/volando-sulle-punte.html
-5° intervista possibile http://buonecosedipessimogusto.blogspot.it/2013/12/quer-gran-mito-der-monnezza-intervista.html
-6° intervista possibile http://buonecosedipessimogusto.blogspot.it/2014/02/le-dolci-creazioni-intervista-possibile.html

- Le interviste possibili http://www.buonecosedipessimogusto.blogspot.it/2012/05/le-interviste-possibili.html

-Violenza gratuita http://www.buonecosedipessimogusto.blogspot.it/2012/06/violenza-gratuita.html

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