pubbli larga

giovedì 22 marzo 2012

Ora di punta


Riprendere i mezzi pubblici nell’ora di punta è, come dire….?? Interessante.
Non amo parlare di banalità, luoghi comuni, di fare quei discorsi, come diceva la mia prof., che si fanno andando in ascensore col vicino fra il terzo e il quarto piano. Quindi vorrei evitare i “Non funziona nulla, è tutto uno schifo..” tanto già lo sappiamo abbondantemente.
La cosa certa è che bisogna armarsi di santa pazienza, di filosofica rassegnazione, non guardare l’orologio e mettersi in testa che prima o poi si arriverà a destinazione. In pratica spegnere il cervello, perché sennò ci sarebbe da imbestialirsi e fare scenate epiche.
Basta fingere di essere al di fuori di tutto questo e guardare la realtà come da dietro un vetro. D’altra parte non posso mica essere davvero io quella stipata in quel vagone con altre migliaia di persone!
Passa il primo treno, è imprendibile, non c’è uno spazio neanche per infilare un piede. Guardo il macchinista, ride….che cazzo te ridi? Aspetto…è inutile spingere, provare ad entrare. Aspetto il successivo tanto dicono sempre “E’ subito dietro, sta arrivando”.
Rimango sul binario con una ragazza che inizia a dire che la colpa è della gente incivile che si assiepa vicino alle porte, che non scorre nel corridoio. Perché gli “Itagliani sono ggente incivile”. Ora, sarà pure vero che spesso uno viene colto dal panico e preferisce posizionarsi vicino le porte per paura di non riuscire a scendere alla sua fermata ma dare la colpa di tutto a questi mi sembra esagerato. Continua ancora un po’ ad imprecare sulla maleducazione, inciviltà bla bla bla… poi si tira fuori la sua bella sigaretta e inizia a fumare…dicevamo???
Dopo almeno un quarto d’ora arriva l’altro treno e per fortuna che era subito dietro..!
Pieno all’inverosimile ma lo devo prendere sennò facevo prima ad andare a piedi.
Ti ritrovi sbalzato da un esterno giorno, primaverile, tranquillo, soleggiato ad un interno da incubo.
Umidità, caldo, e gente ovunque. Le distanze di cortesia, di rispetto e dignità umana fra te e gli altri sono ridotte a nulla. In pratica sei cheek to cheek con perfetti sconosciuti, non riesci a muovere un muscolo se non diminuendo ancora quella distanza. Riesci a fare involontariamente una indagine palpatoria di quelli intorno a te, consigliandogli di dare una controllata al pancreas poiché hai sentito un calcoletto che non ti convince mica..
Sospetto che più figli illegittimi siano stati proprio concepiti così.
Per non parlare poi degli odori, riesci senza indugio a sapere cosa ha mangiato a cena il tizio e se è stato in pizzeria e la sua giacca sa di fritto…come se te ne fregasse qualcosa!
Mi guardo intorno, qualcuno si lamenta perché viene spinto, dice “Ma che siamo cartone pressato? Da 20 centesimo al chilo?” Però che bella immagine…
Sono l’unica che ha un libro, degli altri nessuno legge. Ci hanno rinunciato. Ma non per ignoranza o poca volontà, è semplicemente che non c’è spazio per il libro.
C’è qualcosa che non va…. Se ti costringono a fare questi viaggi disumani, se arrivi in ufficio e sei già stanco, se ti annullano la dignità di persona, se ti rendono cattivo, offeso e ferito, aggressivo con i tuoi simili, se ti tolgono l’entusiasmo di gioire di una giornata primaverile…tacci vostri non mi avrete.

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