pubbli larga

venerdì 30 marzo 2012

La mia doc love love love

Capita di incrociare nella propria vita, in maniera del tutto casuale, persone speciali.
Una di queste è la mia pediatra...sapete già quanto io la adoriiiiii.
Somiglia alla tizia col caschetto che chiama la Clerici "Antonellinaaaa", anche lei ha la voce particolare, un po' da fumetto ma per fortuna non fastidiosa come quella de "La prova del cuoco".
E' sempre sorridente, disponibile, molto dolce, sa ascoltare e non è affatto cosa da poco!
Ha un sacco di piccoli pazienti ma la sua visita si svolge sempre con calma e anche se ti infili di straforo per un consulto al volo, lei presta attenzione ai tuoi dubbi piccoli e grandi.
Il bambino sta al centro di tutto, se si infastidisce durante la visita, lei dice che, giustamente, si è arrabbiato e cerca di farlo stare più a suo agio.
Ha un sacco di braccialetti che incantano i bimbi, chissà se li mette apposta?
La pensiamo esattamente alla stessa maniera praticamente su tutto quello che riguarda il mondo Pop e soprattutto ha avuto il grande pregio di farmi vivere il tutto con serenità.
Se consideriamo poi che è una semplice pediatra pubblica il tutto ha quasi del paranormale!
Dopo l'ultima visita, sull'onda dell'entusiasmo, le scrissi un'ode, sempre nel mio stile.
Ieri avevamo il controllo periodico della Pop e l'ho stampata anche con i commenti che avevano scritto tantissime persone dopo che l'avevo pubblicata su fb.
L'ho portata, riservandomi di decidere al momento se dargliela o meno.
Penso sempre che, se una persona ti suscita emozioni positive è giusto che lo sappia, non può che farle piacere o al limite la lascerà indifferente, insomma non penso proprio che si possa offendere!
Poi penso pure che se mi tirasse sotto il 170 (autobus) e io non fossi riuscita a dirglielo in tempo mi rimarrebbe sempre sul groppone il peso delle parole non dette.
Anche se non è facile, mettersi a nudo, rivelare i propri sentimenti, le proprie emozioni. 
Che poi a me 'sto fatto di dire quello che si pensa nelle, diciamo, relazioni interpersonali, non è che abbia portato sempre benissimo però continuiamo indefessamente e con fiducia!
Insomma ieri, a fine visita, ho preso il coraggio a due mani e forse un po' di fretta le ho detto "Poi c'è una cosa che volevo darle, le ho scritto un'ode per la sua professionalità e gentilezza"...e lei? Si è commossa, ha detto che una cosa così non le era mai capitato e mi ha abbracciato e baciato.
Ok l'ha fatto un po' a fiducia, l'ode ancora non l'aveva letta, poi dicendo ode chissà che si è immaginata?!
Però è stato bello, sono uscita da lì col cuore contento e leggero, con la sensazione di aver messo un bel po' di amore in giro.
Grazie B. per avermi messo sulla strada la mia love love love doc!!!


ah già l'ode


Ode alla mia pediatra
Adoro la mia pediatra che dice: "Mettete la bambina a mangiare insieme a voi e datele il vostro stesso cibo" (e si fottessero Plasmon e Piccolini)
Adoro la mia pediatra che non mi stressa coi percentili ma se li guarda per conto suo al pc e poi commenta che sta crescendo bene
Adoro la mia pediatra che, quando a un certo punto la Pop non era cresciuta molto non mi ha fatto venire le paranoie, in realtà me l'ha detto solo la visita successiva quando invece aveva recuperato e mi ha permesso di non ansiarmi inutilmente ma di stare serena
Adoro la mia pediatra che non mi rompe se allatto pure oltre l'anno ma mi sorride dolcemente quando glielo dico
Adoro la mia pediatra che non mi dice di prendere il latte di proseguimento ma che va bene quello della centrale
Adoro la mia pediatra che se la Pop è raffreddata mi dice: "Portatela pure in piscina. Le fa benissimo, si pulisce bene il nasino!" e se ha la febbre che non c'è bisogno che stia chiusa in casa
Adoro la mia pediatra che rispetta i tempi di crescita dei bambini e non chiede: "Dorme 25 ore a notte? Declama la divina commedia? Compone poesie in endecasillabi sciolti? Fa il salto in alto?"

La adoro forse perché è un po' zingara come me e non si fa troppe paranoie



Un piccolo cammeo a parte spetta alla segretaria della doc.
Sembra la signorina Carlo ma con la cofana in versione bionda, ti guarda con un'espressione spenta dietro una consolle dalla quale smista i pazienti dei vari dottori e regola le precedenze, da qui lo strano clima semimafioso che si respira intorno a lei.
A natale, come tutte le segretarie dei medici, riceve processioni di persone che le portano i regali, ma mica regalini, regaloni che tu dici bohhhh.
Questa semi-divinità, per quello che mi riguarda ha il quoziente intellettivo di una seppia (ad essere generosi) e ogni volta che le parlo lo faccio ad alta voce e scandendo le parole come se ci fosse un vetro fra di noi.
Ieri siamo stati 10 minuti a cercare un appuntamento con la doc a giugno, la signorina Carlo diceva "Non c'è posto a giugno", io spiavo l'agenda massonica al contrario e vedevo che qualche buchino c'era. Dopo un bel po' fa "C'è posto solo per il 25 giugno"...embè e che non è giugno il 25? Per lei è talmente fine mese da essere luglio???

giovedì 29 marzo 2012

Fattore H



Quasi ogni giorno, quando torno a casa dopo il lavoro (correndo) incontro una signora del palazzo.
Esce da casa spingendo una sedia rotelle, lascia il portone aperto per poter rientrare agevolmente e si mette ad aspettare sul marciapiede. Aspetta il ritorno della figlia, la riportano a casa in pullmino dopo aver passato la giornata in un istituto speciale. Delle volte aspetta qualche minuto, delle volte un po’ di più. Si mette sul marciapiede e con ansia e trepidante attesa guarda lontano in cerca della sagoma del pullmino all’orizzonte.
Io, guardandola mi sento struggere e mi sento una merda…
Non so neanche cosa abbia la figlia e quanti anni abbia…
Le pochissime volte che le ho incontrate insieme, ho salutato la mamma ma alla figlia non ho detto nulla.
Non so neanche come si chiama, forse se lo sapessi farei l’errore che fanno tutti, salutandola facendo la vocina come se fosse una bambina piccola quando invece è più grande di me.
Dimenticandoci che è una persona, che ha diritto alla proprio dignità e al rispetto.
Da quando ho raggiunto lo status di mamma, anzi come dice la Pop di memme, ho resistenza zero nei confronti di bambini malati. Mi commuovo vedendo le immagini e se ne incontro qualcuno in giro mi si stringe il cuore, non riesco a incontrare il loro sguardo e mi sento una merda...
Non so bene il motivo, forse mi sento immeritatamente fortunata, forse mi sento in colpa… ma di cosa poi? Mica è colpa mia…
Ho provato queste sensazioni al parco quando ho visto un bambino con i capelli rasati per la chemio o al supermercato quando un bambino sulla sedia a rotelle aveva iniziato a urlare e quando incontro questa signora.
Non mi piace la consuetudine che c’è ora di definire queste persone con l’espressione “diversamente qualcosa”, mi sembra di prenderli in giro, usando questa negazione, è una falsa cortesia.
Io sono molto miope, senza occhiali o lenti non vedo una mazza, anzi mi sento persa e non mi sento certo meglio se uno mi definisce “una che non vede tanto bene o diversamente vedente”.
Preferisco dire che “sono persone con qualche problema” tanto i problemi, grandi o piccoli ce li abbiamo tutti e di varia natura.
Vedo questa signora, questa mamma, a dire la verità anziana mamma e mi chiedo cosa ne sarà della figlia quando lei non ci sarà più, ora che lei è così coccolata da lei?
La vedo sorridere, accogliere l’arrivo della figlia con gioia e affetto e poi entrare in casa.
Mi chiedo come passeranno la giornata, non le vedo mai in giro o al parco.
E mi sento in colpa per le volte che, rientrando io a casa, magari in un giorno di pioggia, sbuffando mi chiedevo: “E che mi invento oggi pomeriggio da fare con la Pop?”.
Questa estate in hotel in montagna c’era una coppia con un bambino con problemi. Ci avevano messo tutti vicini, le famigliole con bambini, tutti abbiamo fatto amicizia con gli altri, chiedendo del bambino, quanti anni avesse ecc.
Con loro no.
E mi rendo conto che è stato un comportamento sgradevole, dettato non dalla maleducazione o insensibilità ma dal fatto di non sapersi come comportare, dalla inadeguatezza, per non offendere, per paura di agire si finisce per rimanere immobili e non fare nulla, ferendo ugualmente...
Ripenso al sorriso della ragazza del mio palazzo, agli occhi pieni d’amore del bimbo in montagna, alla vivacità di quello nel parco giochi, ai ragazzi down cui stavano facendo un corso di fotografia al parco e dicevano “Mi raccomando prima regola: non tagliate né le teste, né i piedi”.
E mi chiedo, perché preferiamo non sapere e non vedere?
Ma chi l’ha detto che il nostro mondo sia quello giusto e non il loro? Che il nostro sia il normale e il loro il non-normale o diversamente normale? Forse il mio amore nei confronti della Pop sarebbe minore o diverso? Non credo proprio, l’amore di mamma è sempre immenso e incondizionato!
Forse per questo, prima di rimanere incinta pensavo di voler fare tutti gli esami e le analisi  possibili, anche invasive, e poi invece non ho fatto nulla, ho fatto solo il minimo indispensabile per non disturbare la Pop nel suo, anzi nel nostro nido d’amore.
Il mondo di questi ragazzi non va visto con paura, con pena o tristezza ma con rispetto… è un mondo ricco di strane voci, immagini sfocate, pensieri magari traballanti ma forse ugualmente o addirittura più felici.

mercoledì 28 marzo 2012

La finestra sul cortile (a me Hitchcock me spiccia casa...)


Non so se riuscirei a vivere bene in una casetta isolata lontano dal meraviglioso caleidoscopio di varia umanità che è il mio condominio. Non so, datemi una villetta con giardino e piscina e vi saprò dire con precisione..
Il nostro è fondamentalmente un palazzo di anziani, solo da poco c’è qualche giovane coppia.

Nel nostro pianerottolo ci sono in ordine:
Bibì e Bibò coppia di pensionati, spesso sono fuori in viaggio o alla casa al mare. Il loro salone confina con la camera della Pop, dietro la parete c’è proprio la loro tv che sono soliti vedere a tutto volume, in particolare Rai Storia e similari, per questo la Pop sarà già ferrata sui conflitti mondiali e relative alleanze. Hanno anche una simpatica pendola che suona ogni mezz’ora e devo dire che spesso l'ho trovata utile non portando io l’orologio. Sono molto sospettosi, è difficile che aprano la porta anche dopo averti identificato dallo spioncino. Ogni volta che li incontri però sono prodighi di complimenti, di belle parole anche vagamente perculanti: “Siete i migliori vicini che si possano desiderare…”.
Il mio desiderio segreto è che ci regalino/vendano una stanza della loro casa per allargarci ma temo non si potrà mai fare anche perché hanno un centinaio di parenti nel palazzo in agguato come faine
Buongiorno buongiorno famiglia composta da padre, madre, figlio e nonna. Il padre non si vede mai, esce la mattina presto e poi passa le ore in cui è in casa a fumare sul balcone. La madre è bionda, carnagione pallida , sempre vestita molto bonton, torna il pomeriggio presto a casa (forse ministeriale?), esce quasi ogni pomeriggio a fare la spesa col carrello.Poi c’è la nonna, con una cofana di capelli sospettosamente scuri nonostante i 90 anni. la trovi sempre col carrello, ma quanta spesa fanno questi? Ha una voce stridula, un po’ fastidiosa. Se ti incontra fa mille cerimonie e salamelecchi. In genere dice tanti buongiorno quante sono le persone con cui stai. Se sei da sola: “Buongiorno”, se siete due: “Buongiorno buongiorno”, se incontra un torpedone di pensionati di Ivrea passa il pomeriggio a salutare. Le sue frasi alla Pop sono memorabili: “che principessa..io ho tutti nipoti maschi ma le femmine sono più belle…” “Come sei cresciuta..cresci ogni giorno di più” (Signò mi preoccuperei del contrario…!) e a fasi alterne: “Sei la più bella del palazzo/del quartiere/della via” a seconda dell’umore. Poi c’è il figlio teenager che, passata l’epoca capellona ora si è dato una ripulita. Per tanto tempo mi salutava dandomi del Voi, del Lei, del Coloro e gettandomi nella depressione più nera poi finalmente siamo passati al Tu.

Di fronte c’è un altro appartemento, quasi sempre vuoto, del nipote misterioso di Bibì e Bibò. Loro usano questa casa per ospitare gli amici che li vengono a trovare da fuori, capito che lusso??

Sopra di noi c’erano i Trombini dalle rumorose performances che io per fortuna non ho mai sentito e che mm invece ogni mattina mi raccontava con precisi dettagli. E' riuscito pure a capire che per un periodo si erano lasciati ed era subentrato un altro ma non era all'altezza.. Poi lei è rimasta incinta di due gemellini. Abbiamo fatto appena in tempo a vedere il doppio fiocco blu appeso al portone che sono partiti per una città del nord.
Hanno affittato ad una coppia: lei pugliese, lui toscano…mi chiedo come facciano a capirsi. Forse come i precedenti inquilini… hanno una bimba e una gatta. Come noi. La bimba si chiama I. “I. è al quarto piano (in realtà è terzo ma è uguale) è lì tranquilla che si guarda nello specchio…” e spero non accenda un’altra sigaretta. Tranquilla lo è davvero, non si sente mai, fa molto più casino la nostra Pop! Anche se ogni tanto senti piangere e non capisci se è lei o è I.

Sotto di noi c’è la coppia Ikea perché entrambi lavoravano lì. Li abbiamo conosciuti per caso, per una perdita di acqua in bagno (idem per quelli del piano di sopra), poi ci siamo trovati contemporaneamente a fare i lavori di casa e ci davamo le dritte: “Guarda che se butti giù quel pezzo di muro, dietro è vuoto e guadagni spazio”. Ogni tanto facciamo le cene proletarie. Noi portiamo il primo e loro il secondo o quello che abbiamo in frigo, gli uomini sono entrambi cuochi sopraffini, loro a parlare di spezie e ricette e noi fanciulle a parlare di libri. Che bello poter scendere in ciabatte per ritrovarsi con loro o portare giù la Pop con tutto il seggiolone, potersi ubriacare e sapere che tanto devi fare solo una rampa di scale!

Altro personaggio emblematico del palazzo è V. detto il traffichino, non si capisce bene che lavoro faccia ma puoi incontrarlo a qualsiasi ora entri o esci da casa, più volte al giorno, sempre impeccabile, abbronzatissimo, dicono abbia 50 anni ma se li porta benissimo!

In alto di lato c’è una nuova famiglia molto gentile ed educata con una coppia di gatti siamesi, i piumini, stanno tutto il giorno in balcone, i gatti eh, non i padroni, fermi a guardare in giù verso la nostra gatta, un giorno o l'altro li denuncerò per stalking felino!

Al pianterreno c’è un altro personaggio misterioso detto il filosofo che con la sua compagna/badante rumena passa le giornate al bar sotto casa intento in chissà quali traffici, ha un cane lupo con le orecchie incrociate.

Di fronte abbiamo la coppia che spesso organizza quella che io chiamo “Cena dei cretini” forse giocano a burraco. Lui è un cafone, maleducato che urla alla moglie frasi irripetibili, parolacce, bestemmie, per un nonnulla. Soprattutto d’estate con le finestre aperte si sentono scenate assurde per dire :“Passami il sale”. L’abbiamo visto una volta a una riunione di supercondominio e ci è parso gentile e cortese. Mah…a casa si trasforma

Sotto di loro c’è la signora del bunker. Si è costruita nel giardino quello che si dice struttura removibile ma removibile de che?...in pratica vive lì fuori, ha una mega tv al plasma, divani, i funghi che riscaldano. Lei secondo è matta, fissata per l’ordine. Sta sempre a pulire, il suo spazio ma anche le zone intorno fino alla strada. Non sopporta le foglie secche, più volte l’ho vista staccare dalle piante le foglie ancora verdi. Secondo me fra un po’ metterà solo piante finte. Fa lavori assurdi, si arrampica sul suo tetto per dipingere periodicamente qualche parte un po’ rovinata. Se le venisse affidata la gestione degli spazi condominiali sarebbe la Svizzera!

Accanto ci sono i cinesi una famiglia in cui la mamma è orientale e il marito che ora non c’è più. Spesso non ci sono o forse ci sono ma le tapparelle sono abbassate completamente.

Nel palazzo di fronte c’è un altro mistero. Una famigliola con due bambine credo o una. La mamma stende il bucato in giardino, se piove, nevica, lo lascia lì e non lo rilava. Ci sono un sacco di giochi buttati per terra che non ho mai visto usare. Il padre è il mio preferito. Lo chiamo Kiulinudi, il periodo della neve a Roma stava in mutande, a petto nudo seduto a studiare credo. Capisco ora che fa caldo ma perché lo facesse quando in casa faceva freddo è un mistero e soprattutto conscio di stare di fronte alla finestra e senza tende…. Ogni volta che passo per la camera nostra sbircio cosa fa. Il periodo che allattavo c’era sempre una tv accesa a qualsiasi ora…altro mistero…

Poi da noi ci sono una quantità industriale di vecchiette che ci ferma e si sente in diritto di dirci: "Ma dove portate la Pop con questo freddo, questo vento, questo caldo..?" A Signò ma due forchettate nooo ehhhh!?

Non è, come potrebbe sembrare, che io mi faccia i cazzi degli altri o che sia un’impicciona…è che osservo molto. Con me non succederà mai che una vicina muoia in casa e venga ritrovata solo dopo giorni. Sceglietemi come vicina e non ve ne pentirete!!!

martedì 27 marzo 2012

Metti una mattinata nella Spa megafica con mm



Non è che io sia una habituè dei centri benessere, come potrebbe sembrare leggendomi, anzi. E’ che sto mese mi è andata di culo e ho ricevuto un buono groupon da un’amica che non poteva utilizzare (grazie A.).
E che fai? Non ci vai? E’ peccato! Non te le prendi due ore di permesso, visto che la Spa megafica non ha più posto di pomeriggio? Certo! Vorrà dire che questo marzo è per me il mese del benessere e con la primavera, il cambio di stagione, i primi caldi ci sta proprio bene.
Arriviamo trafelati, quasi con qualche minutino in ritardo. La Spa megafica l’avevamo già vista pochi giorni fa da fuori, molto moderna ma sembra piccola, secondo me è una sòla bah andiamo a vedere.
Entriamo e c’è un tizio alla reception che smanetta su Facebook su un fantastico Mac, dice “Siete in anticipo ma siamo pronti”.
Ho una sete tremenda, c’è un distributore d’acqua ma non ha bicchieri, ce n’è solo uno sul bibitone ma è usato: cominciamo bene….
Arriva Lei (o forse un ex Lui?), alta come un corazziere, biondissima, capelli lunghissimi (A.A.A.A. no perditempo) “Prego vi faccio vedere come funziona”. Ci scorta in un ambiente molto bello, moderno, minimal. C’è una sauna, poi una vasca idromassaggio con sopra tante lucine che cambiano colore e sfumature (cromoterapia? Credo di sì), una zona relax con due belle chaise longue. Tutto molto relax, penombra, candele..
Mi fa “Ma sei incinta?” dajeeee questo mese sembra essere il leitmotiv, non mi chiedono altro, uno non può indossare una maglia impero o essere affetta da influenza vomitilla che tutti stanno lì a secciartela (in positivo eh ci mancherebbe!).
Ci spiega che lo spazio è esclusivo, solo per noi. Che possiamo fare quello che vogliamo e non saremo disturbati tranne che da un’addetta che verso la fine ci porterà la tisana rilassante ma che ci avvertirà bussando discretamente alla porta.
 “Potete fare tutto quello che volete, avete un’ora e mezzo, potete stare come vi pare, anche nudi….ah un’unica avvertenza: se vi concedete effusioni più spinte mi raccomando fatelo in maniera protetta…non so se ci siamo capiti…”
Io non so più che faccia fare e da che parte guardare… O’ femminiell insiste indugiando nei particolari:“Sapete poi dopo di voi ci saranno altre persone, non vorremmo che….ci sono vari prodotti chimici dentro, antimicotici, però insomma….poi non vorremmo che ci scappi un bambino”. Cioè quella del turno successivo viene ingravidata dai semini lasciati inavvertitamente liberi e belli da mm?? Era dai tempi di Cioè che non sentivo una boiata simile!
Ovviamente ha smorzato tutto l’ardore che uno poteva avere con tutte queste precisazioni igienico-sanitarie. Poi questa angoscia dell’arrivo della tizia con la tisana...
A vedere la scioltezza con cui ci parla di queste cose pare che la gente prenoti appositamente questi posti solo per copulare e mi sembra abbastanza avvilente! Il prezzo pieno dell’offerta è di 330 euro….
L’addetta tisana entra a dire la verità due volte, la prima per chiederci se abbiamo consegnato il coupon. Ma dico? Mi sto rilassando e mi vieni a rompere per chiedere questa cosa?
Diligenti facciamo l’idromassaggio e poi la sauna.
Poi, appena ci rilassiamo sulle chaise longue ,arriva la tisana. Il perfetto tempismo mi fa quasi pensare che siamo osservati. Forse dal tipo all’entrata, che sta sempre al computer e da lì a mettere al volo le nostre performances su youporn è un attimo!
L’addetta mi fa: ”Ha il costume bagnato sotto?” Io: ”Non ce l’ho il costume, lo metto però per il massaggio” e questa un po’ scandalizzata mi fa: “E certo! Mica vorrà fare il massaggio nuda!”.
Siamo passati dal nudismo-esibizionismo-copulatio a tutto andare al bigottismo estremo!
Ora ci spetta il massaggio al sale. Fa: “Prendete la roba con sé e venite di là” Sto per avere un mancamento, come ogni volta che sento violentare l’italiano. Vorrei dirle siamo due, seconda persona plurale..dai cazzo!
Il massaggio dovrebbe essere di coppia e quindi in contemporanea (mm già tremava all’idea di essere manipolato dalla corazziera) invece ce lo fanno a turno.
Devo dire che non è granchè piacevole. Immaginate di subire uno scrub fatto con il sale grosso e l’olio di mandorle.
Mm fa la domanda scema: “E’ sale da cucina?” e lei scandalizzata: “Ma noooo è del Mar Morto”.
La mia sensazione è quella di essere un branzino in crosta di sale, un pollo, un’orata.
Ci facciamo la doccia togliendoci il sale ma sapendo che ce lo ritroveremo addosso ancora per molto tempo.
era molto più fico e Yuri era molto più bravo. Questo alla fine non è stato un massaggio ma uno scrub, il massaggio era poco massaggio, la sauna era poco sauna e l’idromassaggio era poco idromassaggio. MI sono piaciute solo le lucine colorate sul soffitto...
Degna conclusione, ci è venuta una fame enorme e ci siamo fiondati da Mac vanificando l’effetto benefico (o venefico?) del sale del Mar Morto.

Ps: se avete altri centri benessere megafichi da farmi testare lo faccio volentieri, mi sacrifico e poi scrivo la recensione qui! ;-)

Le commesse serie non ci sono più…


C’è una categoria che mi disturba alquanto: quella delle commesse.
Per carità ritengo che sia un mestiere molto difficile, come tanti altri in cui si sta a contatto con il cliente tutto il giorno.
La commessa ideale dovrebbe essere la giusta mediazione tra una furba perculatrice e una discreta addetta alle vendite.
Il mio negozio ideale è quello dove posso fare tutto da sola, se c’è anche la possibilità di pagare senza rivolgersi ad anima viva sarebbe ancora meglio.
Non sopporto quelle che ti fanno “Tesoroooooo ti sta d’incanto, con un figurino come il tuoooo, perché non ci accosti questo scaldacuore?? Sarebbe perfettooooooooo!!”.
Ecco questa è la perculatrice ruffiana.
Innanzitutto, come non tollero quelli che danno del tu alle commesse, allo stesso modo non sopporto chi si prende troppa confidenza con me. E' una lavoratrice, si sta facendo il mazzo, merita rispetto come minimo ma anche io lo merito.
Ancora peggio quelle che ti toccano…. Vengo assalita da dubbi amletici: forse siamo parenti a mia insaputa??
Poi ci sono quelle a cui rode, comprensibilmente, è un lavoro tosto ecc, tante ore in piedi, sotto luci accecanti e musica a tutto volume… Ma mica è colpa mia se stai qui!?
Purtroppo troppo spesso i proprietari dei negozi per risparmiare affidano queste delicate mansioni a fanciulle il cui quoziente intellettivo è prossimo agli spongiformi, le spugne di mare, che a confronto Sponge Bob è un Nobel…
Categoria a parte sono le commesse dei negozi per bambini.
Non ne ho girati molti, forse proprio per questo, ma ne ho trovata sola una veramente brava.
Ci accolse da Prenatal quando, in evidente stato confusionale, giravamo in cerca di un trio e non capivamo la differenza fra ovetto e navicella…lei ci fece un monologo di 100 ore mentre con una mano apriva e chiudeva modelli di passeggino per farci vedere le differenze.
In breve tempo diventammo esperti di marche, fronte mondo, fronte mamma, modelli e prezzi.
Ovviamente il nostro trio poi lo comprammo da un‘altra parte…infatti non ritengo di far parte della categoria del cliente modello!!
E altrettanto ovviamente quel negozio ha chiuso e chissà che fine ha fatto la magnifi-commessa?
Quando vado nei negozi con la Pop mi danno fastidio in egual misura quelle che fintamente cinghiettano “Ma è un amoreeeeeeeeee ciao bambolina” o quelle che non se la cagano.
Pochi giorni fa mi reco in un negozio, marca francese, di cui non farò il nome… “Du pareil au meme”. Da internet risulta che la traduzione significhi “Se non è zuppa è pan bagnato” quanto ho odiato questa espressione da bambina, ripetuta alla noia da maestre e prof…
Dicevo è un negozio simpatico, ha belle cose, anche se non le avevo mai acquistate, molto colorate come piacciono a me. Entro, c’è un bel po’ di gente, forse perché è sabato.
Subito una solerte commessa mi fa “Serve qualcosa?”.
Ecco, questa è un’altra cosa che mi indispone, essere avvicinata appena entro nel negozio, non ho ancora realizzato di che negozio si tratti, dammi tempo… ma quel giorno andavo di fretta.
“Devo fare un buono”. Mi guarda con espressione bovina, molto interrogativa. Glielo ripeto. Niente. Penso che forse ho inavvertitamente preso una porta spazio-temporale e parliamo due lingue diverse. Poi realizza “Ah deve spendere un buono?” “No..devo farlo IO” “Ah parli con la collega”.
E’ un giorno speciale, c’è lo sconto del 20% su tutto ma ci sono pure 3-4 nonne che devono fare un cambio ma non c’è quello che volevano e temono di essere fregate e iniziano a voler essere rassicurate che non perderanno i soldi.
La nuova commessa a cui sono stata affidata mi inizia a fare “Mi segua di là….paga col bancomat? allora di là…”. Mi consiglia di dividere il buono in piccoli buoni, peccato che li debba tutti timbrare, riempirli coi dati e contarli mille volte…sia mai ne scappi qualcuno in più!!
Siamo interrotti varie volte dalle nonne del rimborso, da uomini smarriti che cercano magliette rosse da maschi per una recita “Spiacenti le abbiamo solo da femmine” “Che differenza fa?” Già ottima domanda… “Quelle da femmine sono più elastiche”. Ah e chi c’aveva mai pensato! Poi c’è una mamma che vuole sapere il numero civico del punto vendita di Viale Marconi.
Ogni volta la mia fanta-commessa non si ricorda chi stava chiedendo cosa ed è tutto un esclamare “Dice a me?”, probabilmente avrà detto alla nonna “La recita non si può fare con un altro colore?”, al papà “E’ al 223” e alla mamma “Scelga un’altra cosa” e poi torna da me a ricontare da capo i buoni.
Nel marasma per scusarsi con gli altri dell’attesa fa “Scusi ma ho qui una procedura da fare con una cliente particolare” indicando me…vorrei dirle che particolare è riferito a procedura non a cliente ma fa niente….inconsciamente ha creato un risultato esilarante!
Le dico cinicamente “Non so come farete ad arrivare a sera..” Lei “E’ che abbiamo l’offerta…”
“Si si grazie arrivederci anzi au revoir…”

lunedì 26 marzo 2012

Patente e libretto ma soprattutto....passaporto


Andiamo a fare il passaporto alla Pop, con tutto l’entusiasmo che la circostanza richiede.
Innanzitutto perché di queste pratiche non si capisce mai bene la procedura, cosa bisogna avere, per quali paesi serve il documento oppure no…sono regole che probabilmente variano di ora in ora. C’è un passaparola “Io ho fatto così…ti conviene fare cosà..mi hanno dato una dritta…”
Quindi alla fine, per essere tranquilli e non veder vanificata la vacanza per un problema burocratico, anche se uno deve andare solo for de porta si arma con il documento più importante possibile, inaffondabile, inattaccabile, riconosciuto da tutte le autorità, anche nei paesi con dittatura militare, comunisti, monarchici e con colpo di stato in corso.
Nel mio primo viaggio all’estero coi miei alla dogana ci rispediremo indietro poiché non avevamo i documenti della minorenne me medesima…ancora porto i segni dei sensi di colpa e la frustrazione per la vacanza rimandata, ecco perché sono particolarmente sensibile all’argomento.
Siamo già stati in questura un anno fa per fare il documento di identità alla Pop e già ci scontrammo allegramente con la burocrazia farruginosa ma, a parte che sto foglio già si è perso nei meandri di casa che non ruberà ma nasconde benissimo, rifacciamo tutto da capo.
Ovviamente la Regia Questura osserva orari da monastero di clausura quindi l’unico giorno per andarci, insieme al resto della cittadinanza italica del 4 municipio, rafforzata dalle magioni di quelli che si preparano per le vacanze estive, è il sabato mattina.
Ci rechiamo in loco, loco molto deprimente, in mezzo al nulla, se non fosse per la Coop sei tu (ma anche no) e una tabaccaio di infima moralità.
Abbiamo una quindicina di numeri davanti a noi, che culo! Quasi pochi.
Nel dubbio iniziamo a insidiare il tizio dell’ufficio informazioni chiedendo con ansia se la documentazione che già abbiamo va bene, se serve altro (un cordiale?) e se la patente va bene come documento…
”Ti avevo detto di prendere la carta di identità!!!” “Ehhh lo so, ho cambiato borsa e la carta di identità è nell’altra”  comunque per informazione la patente vale..yeahhhh
Facciamo le fotocopie dei documenti al tabaccaio di malaffare, addirittura c’è un cartello con scritto “Per le fotocopie rivolgersi alla finestra” ma non c’è nessuno, non c’è pericolo che noi inondiamo il locale dando fastidio ai consumatori del bar.
Abbiamo la ricevuta del versamento alla posta. Ma manca la marca da bollo, per fortuna c’è sempre il tabaccaio zozzo qui di lato ma…azz non vende marche da bollo.
E te pare….era troppo facile!
“Dove bisogna andare?” “C’è un altro tabaccaio qui vicino, con una piramide di vetro”
Piramide di vetro? Io l’unica che conosco è quella del Louvre fatta da Monsieur Pei (reminescenze di scuola media) mica dovrò andare fino a Parigi? Fra l’altro fu proprio la meta per cui venni allontanata alla frontiera!
Mi sa molto di Indiana Jones…dopo la piramide di vetro cosa dovremmo affrontare? Il tempio maledetto??
Il marito si avvia in macchina, io resto fuori con la Pop dormiente, stanca dopo la mattinata in piscina.
I numeri dell’eliminacode che prima scorrevano lentissimi, ora vanno velocissimi e te pare??
Il marito torna…curiosa gli chiedo “Com’era la piramide?”, mi delude dicendo che era un lucernario piccolissimo.
Tocca a noi. Ovviamente chi deve solo ritirare il passaporto passa avanti a tutti.
L’impiegato ci fa “Avete compilato i moduli?” “Ehm…no” certo questo ce lo poteva dire il tizio delle informazioni.
“Allora riempiteli…questo come se lo facesse la bimba, questo voi”.
La situazione mi ricorda molto quella de “I soliti idioti” da un momento all’altro mi aspetto che faccia “mmmm DICAAAAAAAAA??”
Aspettiamo che finisca con quello che ci è passato avanti e ci ripresentiamo.
“'Sta foto dove l’avete fatta? Non va bene”
L’aveva stampata a casa il Papide quella mattina. Il poliziotto ci passa sopra un dito e manco fosse inchiostro simpatico si cancella tutto.
Inizia a dissertare con Mm sulla qualità della carta, della stampa, delle stampanti…
“Fatela qua fuori c’è una macchinetta automatica. Ma mi raccomando non prendete la bimba in braccio ma fatela stare seduta sullo sgabello”
Oh my God non riusciremo mai a fare sta foto.
La Pop nel frattempo si è svegliata.
C’è un foglio appeso col decalogo di come non fare le foto per i documenti, no bocca aperta, no di profilo, no altre persone vicino, no ciuccio, no martini no party…
La Pop non ama farsi fotografare in questa modalità, guarda dappertutto tranne che davanti.
Facciamo due tentativi. Mm “Questa va bene” “Ma che dici? Si vede la nuca in pratica…”
Ultimo tentativo, ho capito abbiamo buttato 'sti 4 euro… simpaticamente la macchinetta scatta a tradimento senza neanche avvertire…io avevo preso la Pop in braccio per farla stare buona.
Esce la foto, per me va bene, certo ha la bocca aperta…proviamoci.
Ari-aspettiamo il nostro turno.
Osservo la grande quantità di persone che chiedono il porto d’armi e soprattutto mi preoccupa la loro faccia o l’impressione che mi suscitano….da chiudersi in un rifugio antiatomico e restarci a vita..
Ci ripresentiamo e il poliziotto deluso fa “Ah siete qui?” Quasi sperava di averci liquidato con la foto impossibile.
Fa “E meno male che vi avevo detto di non prenderla in braccio!”
Io “Meglio di così non si può fare…”
Vorrei dirgli “Ho capito perché stai dietro 'sto vetro… perché non puoi fare alcun’altra mansione di polizia, perché sei talmente idiota che impugneresti la pistola al contrario e magari poi te devono dare pure una medaglia…”
Invece riesco a limitarmi temendo una denuncia per oltraggio a pubblico ufficiale ma bofonchio “Al massimo possiamo fare un acquarello..”
E lui" Noi facciamo anche foto a bambini di un mese..." 
Grazierca...ad un mese è più facile, hanno la consistenza di un mollusco bivalve, dove li metti stanno... non certo la mia Pop dopo un'attesa infinita ed essersi risvegliata in questo posto di m.....!!! ma poi NOI facciamo, NOI chi? Le fai tu?? Hai uno studio fotografico? Allora dillo!
Con grande generosità accetta la foto e ci comunica qualcosa su quando ritirare il documento.
Sempre, e dico sempre, quelli che parlano col pubblico non riescono a imbroccare dove devono parlare per far sentire al povero cittadino cosa stanno dicendo.
Alla fine dopo ore 2 pare che gliela abbiamo fatta, spendendo 80 euro per un documento che varrà 3 anni.
A ‘sto punto per ammortizzare la spesa e il tempo perso saremo costretti a intraprendere il giro del mondo….

giovedì 22 marzo 2012

Il leone giallorosso


C'era una volta un vecchio leone di nome Luigi, era stanco e debole, la sua grande passione era la Roma, esistono i leoni che tifano per il calcio? Si secondo me da qualche parte esistono i leoni che seguono il calcio!
Era sempre più stanco, non riusciva più a camminare e per un leone questo significava la fine della sua lunga e gloriosa vita. Già tempo fa era stato in pericolo di vita, un ictus. Io allora sperai con tutta me stessa che ce la potesse fare, perchè non era il momento giusto per andarsene, per un semplice stupido motivo: perchè sua figlia si doveva ancora sposare e io non riuscivo a immaginare il suo matrimonio senza di lui.
Per fortuna si riprese bene o male, con qualche problema a parlare, forse ruggendo con la voce un po' rauca.
Poi ebbe dei problemi di cuore e gli misero un pacemaker per aiutarlo e che addirittura era collegato ad un computer dell'ospedale dove potevano controllare l'attività del suo cuore felino e i suoi sbalzi ballerini. Tanta tecnologia applicata ad un selvaggio leone!
Tante analisi, tanti controlli eppure a circa 20 centimetri dal suo cuore monitorato costantemente una parte brutta e oscura aveva deciso di prendere il sopravvento sugli organi e di crescere ed espandersi a suo piacimento.
Il leone ora è stanco, non vuole più combattere, vuole solo tornare a casa sua e stare in pace.
Voglio ricordarlo nel momento in cui pochi giorni fa sentendo della sconfitta della Lazio ha mormorato combattivo "Pijatevela in culo!".


Goditelo finchè c'è, anche se è debole e ricordati che forse, come ti ho detto, in un certo senso sei fortunata rispetto a chi il genitore è morto all'improvviso, in un incidente senza neanche il tempo di salutarlo, con il rimpianto delle parole non dette.
Certo magra consolazione, stupido ottimismo.

Vorrei starti vicino ma non ho molte parole da dedicarti, forse non ci sono e le uniche che mi sono venute in mente sono queste, stamattina alle 5.



E’ morto il papà della mia migliore amica, era un uomo anziano, malato e stanco.
Da un po’ di giorni avevo in testa l’immagine di un vecchio leone, forse perché mi ha sempre dato un po’ questa impressione, burbero, brontolone ma in fondo buono. Mi sembrava stupido dirle, mentre il padre si stava spegnendo “Sai? Ci penso spesso e lo immagino come un leone”. Invece poi ho iniziato a scrivere una specie di storia ed ero combattuta se fargliela leggere o meno, un po’ perché mi vergognavo, temevo mi considerasse ridicola, un po’ perché non volevo la rendesse ancora più triste.
Alla fine gliel’ho spedita via email proprio mentre lei era a pranzo e nel momento in cui io stavo uscendo dall’ufficio, per non avere un commento troppo immediato.
Mi ha mandato un sms “E’ la lettera più bella che abbia mai ricevuto”.
Parlava del leone, della sua storia, degli ultimi giorni, della sua speranza di tornare a riposarsi nella sua casa. C’era anche un po’ d’ironia, perché quella con me non manca mai ed esorcizza i brutti pensieri!
Lei l’ha fatta leggere anche ad una sua collega, l’avrebbe letta quasi anche in chiesa ma c'erano un po' di parolacce ed ha evitato!
Il giorno del funerale le ho scritto una lettera a mano, come piace a lei, come avevamo fatto tante volte quando io ero a Firenze e ci scrivevamo, ho fatto fatica a scrivere, non ero più abituata a tenere la penna in mano e la mia grafia già pessima è peggiorata con il poco esercizio.
Gliel’ho data appena ci siamo viste, fuori dalla chiesa. Quel gesto mi ha permesso di spostare l’attenzione dai suoi occhi tristi, di riempire il vuoto che si era creato, senza parole di conforto possibili. Le ho detto “Guarda cosa ti ho portato” e ho messo la mano in tasca dove avevo tanti foglietti piegati, è uscito fuori di tutto, le stavo per dare il certificato medico da dare in ufficio e poi l’ho trovata.
Ha abbracciato tutti i suoi amici più cari travolgendoli in un abbraccio forte, caldo, fisico, quasi volesse trarre da quel contatto la forza e il coraggio di andare avanti.
Voleva la chiesa piena di gente e così è stato, pieno di giovani soprattutto e lei ogni tanto si girava e cercava negli sguardi forse risposte ma di sicuro sostegno, vicinanza.
Io, sempre restia a entrare in chiesa, quasi impaurita di dovermi sorbire il discorso retorico del prete e di dovermi quasi trattenere dall’alzarmi in piedi e non aggredirlo dicendogli “Ma te che ne sai? Mica hai perso tuo padre”, invece mi ritrovo ad ascoltare la predica e a condividerla.
Parla del ricordo che ci accompagnerà tutta la vita, che non si perde il genitore ma in qualche modo ci resterà vicino. Le cose che più o meno le avevo scritto nella mia lettera fatta a mano.
Mi sembra tutto irreale: lui lì sotto i fiori giallorossi, gli amici di lei presenti, forse un po’smarriti, la moglie che sembra quasi ci voglia consolare e ci viene incontro. Alla vista delle lacrime inconsolabili del nipote non resisto e gli faccio compagnia…

Ora di punta


Riprendere i mezzi pubblici nell’ora di punta è, come dire….?? Interessante.
Non amo parlare di banalità, luoghi comuni, di fare quei discorsi, come diceva la mia prof., che si fanno andando in ascensore col vicino fra il terzo e il quarto piano. Quindi vorrei evitare i “Non funziona nulla, è tutto uno schifo..” tanto già lo sappiamo abbondantemente.
La cosa certa è che bisogna armarsi di santa pazienza, di filosofica rassegnazione, non guardare l’orologio e mettersi in testa che prima o poi si arriverà a destinazione. In pratica spegnere il cervello, perché sennò ci sarebbe da imbestialirsi e fare scenate epiche.
Basta fingere di essere al di fuori di tutto questo e guardare la realtà come da dietro un vetro. D’altra parte non posso mica essere davvero io quella stipata in quel vagone con altre migliaia di persone!
Passa il primo treno, è imprendibile, non c’è uno spazio neanche per infilare un piede. Guardo il macchinista, ride….che cazzo te ridi? Aspetto…è inutile spingere, provare ad entrare. Aspetto il successivo tanto dicono sempre “E’ subito dietro, sta arrivando”.
Rimango sul binario con una ragazza che inizia a dire che la colpa è della gente incivile che si assiepa vicino alle porte, che non scorre nel corridoio. Perché gli “Itagliani sono ggente incivile”. Ora, sarà pure vero che spesso uno viene colto dal panico e preferisce posizionarsi vicino le porte per paura di non riuscire a scendere alla sua fermata ma dare la colpa di tutto a questi mi sembra esagerato. Continua ancora un po’ ad imprecare sulla maleducazione, inciviltà bla bla bla… poi si tira fuori la sua bella sigaretta e inizia a fumare…dicevamo???
Dopo almeno un quarto d’ora arriva l’altro treno e per fortuna che era subito dietro..!
Pieno all’inverosimile ma lo devo prendere sennò facevo prima ad andare a piedi.
Ti ritrovi sbalzato da un esterno giorno, primaverile, tranquillo, soleggiato ad un interno da incubo.
Umidità, caldo, e gente ovunque. Le distanze di cortesia, di rispetto e dignità umana fra te e gli altri sono ridotte a nulla. In pratica sei cheek to cheek con perfetti sconosciuti, non riesci a muovere un muscolo se non diminuendo ancora quella distanza. Riesci a fare involontariamente una indagine palpatoria di quelli intorno a te, consigliandogli di dare una controllata al pancreas poiché hai sentito un calcoletto che non ti convince mica..
Sospetto che più figli illegittimi siano stati proprio concepiti così.
Per non parlare poi degli odori, riesci senza indugio a sapere cosa ha mangiato a cena il tizio e se è stato in pizzeria e la sua giacca sa di fritto…come se te ne fregasse qualcosa!
Mi guardo intorno, qualcuno si lamenta perché viene spinto, dice “Ma che siamo cartone pressato? Da 20 centesimo al chilo?” Però che bella immagine…
Sono l’unica che ha un libro, degli altri nessuno legge. Ci hanno rinunciato. Ma non per ignoranza o poca volontà, è semplicemente che non c’è spazio per il libro.
C’è qualcosa che non va…. Se ti costringono a fare questi viaggi disumani, se arrivi in ufficio e sei già stanco, se ti annullano la dignità di persona, se ti rendono cattivo, offeso e ferito, aggressivo con i tuoi simili, se ti tolgono l’entusiasmo di gioire di una giornata primaverile…tacci vostri non mi avrete.

mercoledì 21 marzo 2012

Gli scooteristi



Noi ci sentiamo padroni del mondo, più furbi di tutti, in una parola liberi!
Ci sentiamo privilegiati di avere una visione della città che altri non hanno, fosse anche solo per spizzare le cosce delle automobiliste in coda!
Sentiamo il variare delle stagioni sulla nostra pelle: il freddo pungente d’inverno e non c’è parannanza che tenga, ma com’è bello a -2 correre con la visiera aperta e sentire il gelo sul viso! Il caldo afoso d’estate amplificato dall’asfalto rovente e i tubi di scappamento delle auto. Ma in primavera sentiamo pure i profumi dei campi, dell’erba appena tagliata, della salsedine del mare…
Ce l’abbiamo con chi va lento e intralcia il passaggio, con le macchine che non si fanno da parte.. allora imprechiamo, spalanchiamo le braccia in segno di resa e scuotiamo vistosamente la testa.
Ci aiutiamo col clacson, 2-3-4-5 colpi a seconda della fretta e dalla gravità della colpa.
Ce l’abbiamo anche con chi va più veloce di noi e ci sfreccia accanto senza ritegno. Quelli col motorino ce l’hanno con quelli con lo scooterone, quelli con l’Xmax ce l’hanno con quelli col Tmax..
E’ una lotta quotidiana: gli scooteristi odiano i pedoni, i pedoni gli automobilisti, gli automobilisti i ciclisti…ma tutti ce l’hanno con quelli col Suv, le Smart, le macchinette e i vecchi col cappello!
Lo scooterista quando percorre la tangenziale si sente un rider sulle Highway americane, quando va in centro si sente come Gregory Peck e Audrey Hepburn in “Vacanze romane”.
Se vede un suo simile che fa il furbo e trova una scorciatoia passando fra due macchine o sul marciapiede tutti lo seguono per non essere da meno, senza pensare se convenga davvero o no.
Se vede un altro scooterista steso sull’asfalto in un incidente, rallenta e si commuove come se fosse un fratello ma dopo 5 minuti pensa che dopo tutto a lui non succederà mai perché è prudente, non è così sfortunato e accelera come prima, forse anche di più..
Lo scooterista sceglie il modello di cellulare adatto per incastrarlo nel casco e poter parlare mentre guida; fa più cose contemporaneamente: parla al cellulare, gesticola, fuma e spesso canta a squarciagola perché è sempre contento, ma almeno non si metterà mai le dita nel naso, né si rifarà il trucco, solo perché il casco e i guanti non lo permettono..
E voi in macchina che ci odiate perché vi passiamo sopra, sotto, a destra e sinistra, abbiate pazienza, non azionate i tergicristalli proprio quando passiamo noi, perché così ci facciamo la doccia col vetril; quando piove andate piano e non create onde anomale con le pozzanghere.
Se siete in coda disponetevi su due file ordinate e ben distanziate per farci passare al centro…pensate che se c’è un po’ meno traffico è anche merito nostro e poi tanto in ufficio in orario voi nun ci arriverete mai!!! uah uah uah

3:00 notte o giorno?

Le mamme centometriste sono, quelle come me, che uscite dal lavoro fanno i salti mortali per arrivare il prima possibile a casa. Se usano la macchina, bruciano i semafori e guidano come indemoniate (anche se non di si dovrebbe...), se usano i mezzi pubblici li prendono al volo.
Che ti cambia arrivare 5 minuti prima a casa?
Stai scherzando? Sono 5 minuti in più di sorrisoni, di abbracci stretti stretti, di morsi, giochi e risate...e 5 minuti a me cambiano parecchio!
Diceeee "Però come sei dimagrita! E' per l'allattamento?" "No è perchè pijo l'auti ar volo"
E dall'uscita è tutta un correre, inizia la mia corsa, non importa che tu sia leone o gazzella, inizia la mia corsa contro il tempo, per prendere le coincidenze in orario, per intraprendere un viaggio che se mi va bene è di un'oretta, se mi va male invece.....nun si sa.
Ho imparato che per migliorare le mie prestazioni devo fare merenda al massimo mezz'ora prima sennò mi resta sul groppone e non rendo. So a memoria quanto ci mette ogni semaforo a diventare verde e quanto dovrò correre se intravedo l'autobus fermo al tale incrocio.

Nella folla può capitare di incrociare uno sguardo dal passato, di riconoscerlo ma di fare finta di nulla, forse per mancanza di tempo. Faccio in tempo a cogliere il suo dispiacere e filare via.
A chi lo sto facendo il torto? A me o a lui?

Camilleri sostiene che i romanzi non decide lui di scriverli ma sono frutto di suggestione e necessità.
Io, nel mio piccolo, sto vivendo la stessa cosa. Si compongono nella mia mente immagini, frasi, idee già belle e pronte, per cui non devo far altro che metterle per iscritto.
Si affastellano nella mia mente, non mi fanno dormire, mi vengono a svegliare, sgomitano fra di loro per avere visibilità ed essere scelte per prime..
So che già quando spegnerò il pc e mi rimetterò a letto, sentirò mille vocine "Però non hai detto questo, potevi aggiungere quello..." e non potrò far altro che alzarmi di nuovo e riaccendere baracca e burattini.
Sono invasa da fiumi di parole nella mia testa, come i Jalisse, ora so perché sono spariti, si sono istinti per insonnia!!

Sono le 3 passate...buonanotte o buongiorno, dipende....so' punti di vista!

Perchè tanto lo so che è perfettamente logico che ora che la Bimba Bombarda dorme di più, sono io a non avere più sonno e quando a me tornerà, sarà passato a lei.

L'orologio mi dice che è 21 marzo, reminescenze delle elementari mi ricordano che inizia la primavera...allora sì che si spiega tutto.
E allora buona primavera! A chi come l'orso Balosso si sveglia dal letargo, a chi già smadonna perchè ci sono 26° in casa (ma quando li vogliamo spegnere 'sti termosifoni?), alle sere romane profumate di gelsomino (stanno arrivando eh?), ai gatti in amore, ai meravigliosamente metereopatici, agli allergici (etcì..chiudetevi in casa), alle nevicate di polline, al risveglio ormonale e a chi al contrario invece viene più sonno...

Sono le 3:30 passate, io, se permettete pensieri miei belli quasi quasi andrei...

martedì 20 marzo 2012

Il mio parco 1 - I cani



Il mio parco è quello dove vado quasi ogni giorno, vicino casa, è il polmone verde della mia zona, certo Villa Ada è molto più bella e più polmone ma nel suo piccolo il mio parco non sfigura certo!
Nel mio parco ci sono più cani che bambini, credo che Bimba imparerà prima tutte le razze dei cani che nomi di bambini.
Ci sono due aree cani attrezzate che penso le vengano a visitare anche da oltre confine per quanto sono superaccessoriate.
Innanzitutto sono recintate con tanto di cartelli “Achtung. Chiudere bene il cancello, non far scappare i cani”. E questo è molto importante per far pascolare i quadrupedi in assoluta tranquillità.
Quando un cane deve entrare, si socchiude il cancello, fa muso-muso con gli altri e se viene accettato può entrare e correre liberamente.
C’è la fontanella per mettere l’acqua fresca nelle ciotole e per innaffiare le piante, eh si perché si sono allargati e i padroni stanno piantando anche dei rampicanti e altri arbusti. Poi c’è la presa per la corrente per permettergli di falciare il prato: si sa che ai cani piace il prato all’inglese! E per il confort dei padroni è stata allestita una zona ombra con pergolato, oltre a panchine, sedie e sdraio. Credo che ultimamente abbiano aggiunto anche il wifi e un servizio bar…!
Questa è una delle due aree, intitolata forse alla memoria di Rex,
c'è pure questa bella foto con effetto tridimensionale
di quelle che gli occhi ti seguono, brrr


Inutile dire che i canari svernano qui e ci stanno all’incirca dall’alba al tramonto. Devo dire che è molto bello vedere i cani che giocano fra di loro, che si inseguono. E guardandoli ti rendi conto che i cani sono in grado di correre, che corrono velocissimi, spettacolo inconsueto a cui non siamo abituati visto che in genere li vediamo tristi, tenuti con guinzagli troppo corti, fare la pisciatina sotto casa in 5 secondi e poi risalire in fretta.
 E’ divertente anche vedere quando un cane passeggia fuori l’area, forse fa pure la linguaccia a quelli che stanno dentro, magari è pure in calore e loro impazziscono e saltano contro la rete.
Il regolamento dice che i cani, grandi e piccoli, dovrebbero essere sempre tenuti al guinzaglio nel parco, poi raggiunta l’area attrezzata possono essere liberati. Ma nonostante questo c’è il coatto che porta in giro il chihuahua libero e si offende se uno che sta facendo jogging gli rammenta il regolamento. Il tizio replica “Che d’è? T’ha spezzato er ritmo della corsa olimpionica?”. Poi se te lo acciacca non ti offendere però eh….!?
Non ho indagato ma credo che addirittura gli umani nelle aree attrezzate raccolgano le deiezioni dei loro canidi, anche perché frequentando assiduamente il posto è interesse innanzitutto loro che sia pulito e decoroso!
Nonostante queste due belle e grandi aree attrezzate c’è una zona centrale del parco dove ci sono i cani e i padroni anarchici, eh sì i cosiddetti “cani sciolti”.
Ho sentito alcune persone parlare di tipi un po’ asociali, che non legano con gli altri, di timidezza, spronarli a farsi avanti….pensavo si riferissero ai loro pargoli invece parlavano di quelli con la coda, probabilmente non sono stati accettati né nell’area A né nella B o forse sono troppo snob per stare con quelli e allora se ne stanno per conto loro. Peccato che non ci sia recinzione e che non potrebbero stare lì liberi ma sono dettagli..mica vorrai penalizzare un cane già di per sé traumatizzato??
Il re di tutti i cani è un alano nero gigante di nome Thor che cammina lentamente e guarda con malcelata superiorità tutti gli altri, lui nell’area cani non entra. E’ anziano fa un giretto tirandosi dietro la padrona e quando è stufo torna a casa.
Sono molto orgogliosa che nel mio parco ci siano queste aree da esempio, faro e modello per altre. Grandi, belle, pulite e confortevoli. Ma il fatto che i bambini abbiano a disposizione due sole aree giochi, piccole, non recintate (quindi alla mercè di vandali e cani sciolti ma anche pericolose perché i piccoli possono vagabondare troppo liberamente), senza zone ombra, con una sola fontanella lontanissima…mi fa pensare che c'è qualcosa che non va e che non è questa la direzione giusta da prendere. Vorrei che i bambini avessero strutture almeno della stessa qualità e importanza dei cani…è chiedere troppo? Per ora nel mio parco il cane, migliore amico dell’uomo è talmente migliore da vincere addirittura sul bambino. 

E questa è l'area bimbi,