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martedì 13 luglio 2021

Fair play

Spesso le innocenti e spontanee delle Pop mi inducono a riflessioni più approfondite.

"Mamma ma perchè i giocatori si stanno togliendo la medaglia?"


Anni e anni ad insistere alla vigilia di ogni prova importante (sportiva e non) su De Coubertin "L'importante non è vincere ma partecipare", dare il massimo che si può, che delle volte si vince anche non salendo sul podio, che non è necessario arrivare primi a tutti i costi anche se questa società ce lo impone e ce lo chiede sempre più e spesso già dalla tenerissima età, di essere felici e soddisfatti anche della medaglia di plastica come semplice attestato di partecipazione...buttati nel cesso in 3 secondi con quelle brutte immagini.

La mia risposta, dopo una iniziale incertezza è stata molto pragmatica e tecnica:"Perchè stanno a rosicà...".

Da lì è partito tutto un accanimento sul gesto, una condanna decisa a quello e ad altri simili: abbandonare lo stadio in anticipo, non assistere alla cerimonia di premiazione... condito con sarcasmo rispetto al famoso selfcontrol inglese, al loro essere lord ecc. Chiudendo con la sentenza che noi al loro posto sicuramente non avremmo fatto così.

Ma ne siamo davvero sicuri? Io no.

Ci sono varie cose che non mi tornano e che mi infastidiscono.

Innanzitutto credo che sia troppo facile da vincitori, da primi d'Europa accanirsi e sottolineare le mancanze e le presunte azioni sbagliate degli altri. Secondo me sarebbe più elegante osservare ma poi tacere, senza giudicare o additare al pubblico ludibrio.

In fin dei conti quello che si chiede ad un calciatore è di giocare bene a calcio e basta. Non si può pretendere più di tanto. Può capitare che sbagli un rigore ma anche di fare gesti poco consoni, soprattutto sotto stress e in situazioni emotive particolari.

Certo deve sempre ricordarsi di stare sotto gli occhi e i riflettori di milioni di persone, che le sue prodezze sportive ma anche ogni suo gesto sarà visto da adulti ma anche da bambini, per cui rappresentano davvero degli idoli, un esempio da seguire, ma anche da persone diverse e lontane da lui. E non deve dimenticarselo mai. Che se è arrivato fino a quel punto lo deve a loro ed è per loro. Per questo dovrebbe cercare di ricordarselo sempre e di comportarsi di conseguenza, la sportività dovrebbe essere totale, sul campo ma anche al di fuori, durante la partita ma anche in altri momenti. Non dovrebbe sfottere l'avversario, fare gesti violenti, dovrebbe prestare attenzione quando rilascia dichiarazioni pubbliche, dovrebbe avere rispetto dell'altro...insomma tutte quelle cose, forse dimenticate o accantonate che rappresentano lo SPORT. Perchè giocare a calcio non è semplicemente prendere a calci un pallone.

La nazionale inglese ha pubblicato un comunicato che dice più o meno questo, non ho capito se è un modo di replicare alle critiche oppure no.



Inoltre dovrebbero comunque considerarsi fortunati e privilegiati per il ruolo e lo spazio che stanno occupando; a certi livelli credo sia già un successo enorme e un privilegio anche solo far parte della nazionale di calcio, indipendentemente dalle vittorie raggiunte. E forse ogni tanto tutto questo viene dimenticato, insomma ci vorrebbe un po' più di umiltà e di riconoscenza.

Un altro errore in cui è facile cadere è attribuire le colpe di pochi all'intera nazione e popolo mettendo in mezzo la loro storia, il loro governo, la loro indole. È una cosa molto pericolosa e che può far sfociare facilmente in giudizi davvero pesanti e senza senso.

Razzismo, intolleranza, pregiudizio...si tratta, secondo me, di formulare un giudizio prima ancora che l'altra persona apra bocca o compia un'azione ma basandosi esclusivamente sulla sua categoria sociale, professione, etnia, religione, colore della pelle...

A proposito io ho trovato abbastanza penosa la gestione del "Black lives matter" da parte della squadra italiana: non ci inginocchiamo, metà è d'accordo, metà no, lo facciamo ma non perchè crediamo nel gesto ma lo facciamo per solidarietà con l'altra squadra. Il razzismo è una brutta faccenda a cui si deve reagire con un No deciso e basta.

Se andiamo a vedere nel passato ci sono state anche altre occasioni simili in cui i nostri si sono comportati come gli Inglesi in questa finale e hanno rifiutato la medaglia, per cui siamo davvero sicuri che non l'avrebbero fatto al posto loro?

Forse c'è bisogno di un ritorno alle origini, forse si trova più genuinità nel campo di calcetto sterrato dietro casa o forse manco lì visto che spesso nelle partitelle dei bambini succedono cose inenarrabili sugli spalti da parte dei genitori.

Ma vogliamo parlare di come il calcio spesso sia ostaggio delle curve e di personaggi poco raccomandabili che si comportano come vogliono incuranti di tutto? Ma questo ce lo ricordiamo?


Riguardo la finale mi è piaciuto molto il modo di festeggiare di De Rossi



e l'esultanza di Spinazzola che ha partecipato alla cerimonia con le stampelle 



meno la dichiarazione di Bonucci "Ne dovete mangiare ancora di pasta...!

La Pop qualche giorno prima era molto stupita del fatto che i calciatori percepissero stipendi milionari, anzi si chiedeva quanto avevano pagato il biglietto per andare a Londra. E mi chiedeva perplessa:"Ma come?! Fammi capire, guadagnano così tanto solo per giocare a calcio?"

Ehhh ma questo è tutto un altro discorso.





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