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martedì 4 febbraio 2014

Capodanno in crociera (con due Pop) - capitolo 2

Questa è stata la nostra sesta crociera.
Forse manco il figlio di Onassis vanta un primato tale.
L'ultima l'avevamo fatta solo un anno e mezzo fa con la stessa compagnia, anzi con la nave gemella, quindi eravamo quasi di casa... ma in realtà non è vero gniente.
Ti perdi per la nave lo stesso, dopo una settimana di vacanza devi ancora capire non dico poppa e prua ma manco il davanti e il di dietro.
Ho visto gente aggirarsi per aria furba e dire ai compagni di viaggio con fare losco e complice:"Lo so io come ci si arriva! Seguitemi!" come se avessero trovato qualche misteriosa scorciatoia per fare prima.

Molto altro è cambiato in tutto questo tempo.
Tanta gente è scesa dalla nave scontenta del servizio, dell'animazione, dell'organizzazione. Non solo della Msc ma anche della Costa.
Non è facile soddisfare 3000 teste, ognuna con gusti e mentalità diverse.
In genere crociera è sinonimo di vizi, lussi, servizio pluriblasonato, personale che ti sorride e ti saluta anche se ti incontra trenta volte al giorno, se gli passi e ripassi davanti perchè hai dimenticato qualcosa in cabina e percorri a ritmo sostenuto i corridoi della nave.
Stavolta qualcosa è cambiato.
Io una cosa l'ho notata: il personale era incazzato, ma di brutto.
Se prima crociera era sinonimo, non dico di vacanza extralusso ma di cortesia, qualità, standard elevati, ora ho notato proprio la mancanza di questo. Secondo me si è cercato di risparmiare ove possibile, la crisi c'è per tutti, tagliando il superfluo (secondo loro) ma la differenza si è sentita eccome.
In questo viaggio abbiamo fatto conoscenza con varie persone dell'equipaggio ed erano tutte scontente delle condizioni lavorative, della paga (1200 euri), degli orari (da contratto 10 ore al giorno), della dura vita di bordo (6 mesi in mare e 2 a terra). Si sono confidate e lamentate con noi quasi non aspettassero altro. Ovviamente gente che lavora in queste condizioni rende altrettanto, aivoglia a scrivere dappertutto nei locali a loro riservati:smile please, il sorriso è la cosa più importante. Condizioni lavorative decenti e stipendi adeguati sono l'anticamera del sorriso di qualsiasi dipendente.

La prima lingua parlata a bordo è il campano in tutte le sue sfumature, segue un inglese maccheronico.
Il nostro comandante interveniva spesso e volentieri agli eventi in programma, partecipava improvvisando discorsi in idiomi imbarazzanti. Ho iniziato quasi a rivalutare la professionalità e il physique du role di Schettino.







La nave è un grande piccolo micro-cosmo, alla fine ci si conosce un po' tutti, almeno di vista.
Ci sono strani personaggi: il teenager giapponese sempre con gli occhiali da sole, forse un vip?
Poi ci sono persone con cui magari sei imbarcato, incontri i primi giorni e poi vengono inspiegabilmente fagocitate dalla nave e non li vedi più.

A bordo circolano strane leggende metropolitane.
Si dice che si mangia meglio al self-service che non al ristorante, un apparente controsenso.
Si vociferò che la causa del mancato sbarco a Casablanca non fu dovuto alle previsioni che allertavano di onde alte sei metri ma a chissà quale altro motivo. La gente perplessa guardava giù dalla nave e asseriva: un'imbarcazione così è in grado di reggere le onde di sei metri. Senza dubbio ma sarebbe meglio anche evitare di far vomitare tutti i passeggeri e l'equipaggio. Poi tutti si sono lamentati della scelta di sbarcare invece a Gibilterra che certo non presenta le attrattive del Marocco e proponevano come se fosse la cosa più semplice del mondo, quasi si trattasse di posteggiare una 500:"Bè allora potevamo rimanere un po' di più a Tenerife. Chissà che c'è sotto..."

Un'altra figura mitologica che girava sulla nave era il figlio del comandante, si aggirava a bordo e a terra facendo richieste impossibili, quando otteneva rifiuti, si palesava con tono camorrista rilevando "Sonoilfigliodelcapitanoxxxx" a quel punto otteneva un No ancora più esplicito.
Abbiamo incrociato anche una certa figlia del comandante che andava in giro con un bambino piccolo. Non abbiamo mai capito se erano personaggi veri o sedicenti tali.

Ci siamo avventurati nel miniclub. Abbiamo un rapporto conflittuale, la Pop non c'è mai voluta andare da sola tranne che una mezz'oretta l'ultimo giorno in compagnia di un'amichetta. Noi quindi ci siamo andati più volte a giocare tutti insieme. È come un asilo, c'è la vasca con le palle, il didò (che non si sa perchè i più chiamano odiosamente plastichina), le costruzioni, vari giochi da tavola in più lingue che non si sa se si possono usare o stanno lì per bellezza. Le ragazze addette sono tutte molto giovani, devono fronteggiare bambini di varie nazionalità e quindi interagire in 3-4 lingue. Per quello che ho potuto vedere sono lasciati molto allo sbando, loro organizzano poco o niente, intervengono solo in caso di pericolo più che mortale.
Ovviamente fatto così non ne capisco molto il senso. Ho visto bambini stare ore e ore lì mentre i genitori erano a terra a fare le loro brave escursioni.

Durante la vacanza abbiamo fatto conoscenza con vari bambini, ci siamo ritrovati più volte insieme e la Pop era felicissima così, altro che miniclub.

Alla fine della vacanza abbiamo totalizzato
-4 vomitate: per par condicio due su ogni genitore e ad opera di ogni figlia.
-5 chiamate partite per sbaglio al servizio emergency: tre dal telefono, due dall'ascensore.
-un paio di febbri, di cui una giusto a S. Silvestro tanto per affrontare il 2014 in simpatia
-2 valigie piene di panni sporchi dopo 12 giorni di vacanza, che ho impiegato ben più di 12 giorni per lavare, stirare e sistemare, la proporzione non mi quadra: evidentemente sbagliamo in qualcosa.

Motivi per i quali, anche solo per quelli, val bene una crociera:
-aver visto e fatto vedere alle Pop i delfini liberi, veri che giocavano con la scia della nave
-aver incontrato tanta gente di paesi diversi e lontani
- avere una piscina coperta a disposizione per cui la Pop si è iniziata a fare il bagno già a Civitavecchia per smettere poi 12 giorni dopo
-avere qualcuno che pulisce sempre dietro al tuo passaggio e soprattutto dopo i pasti delle Pop
-aver diviso un pezzetto di cielo e di mare con i signori Gabbiani stando addirittura più in alto di loro



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