pubbli larga

giovedì 24 gennaio 2013

Il Marta Day

Il giorno x, il Marta Day alla fine, com'è giusto e logico che sia arrivò, anche se in realtà ci prese quasi alla sprovvista. Fino al mattino stesso, fino a 5 minuti prima di entrare in sala operatoria in realtà mi sembrava tutto quasi irreale e che davvero stesse succedendo.
Se per il parto della Pop quasi non dormii la notte, per questo ho dovuto mettere la sveglia per alzarmi in tempo.
In realtà la nottata fu comunque agitata dalla Pop che si sentì male e vomitò l'uovo della cena prima, ma questo uovo poi è davvero pesante oppure no?, o forse fu il suo modo sensibile, più di noi, per trasmettere il disagio del cambiamento imminente.
I nostri piani andarono subito in fumo: avrei voluto far rispettare alla Pop i suoi ritmi ed orari invece quel giorno niente nido ma rimase a casa con i nonni. Per questo motivo io e mm ci avviammo alla clinica consapevoli di dover affrontare la giornata da soli perchè i miei erano impegnati con lei e gli altri nonni stavano male. Ho sempre guardato con sospetto chi al momento del parto stava solo in coppia, mi sembrava sempre frutto di una storia clandestina o  che si nascondesse chissà quale bega famigliare, invece alla fine non è andata male anche perchè il cesareo programmato è avvenuto con ben 3 ore di ritardo e l'attesa forse così è stata più sopportabile.
Arriviamo in clinica, espletiamo un po' di pratiche burocratiche, mi fanno mettere in camicia da notte e inizia l'attesa.
Facciamo subito conoscenza con un po' di suorine, sono molto efficienti, quasi corrono per i corridoi, sembra che abbiano sempre fretta, sono gentili, premurose, sorridenti, peccato che il loro italiano si capisca davvero poco e che spesso abbiano le mani ghiacciate.
Poi conosciamo Piera, da ora in poi Poverapiera, l'ostetrica, è una ragazza carina, sorridente, forse alle prime armi, è piena di entusiasmo, ingenuamente allegra ma anche un po' pasticciona. Forse era in prova, temeva sempre che le suore scoprissero i suoi danni e si dava da fare per nasconderli. Con noi ha fatto vari casini, mi ha tagliato mentre mi faceva la tricotomia (lei l'ha definita così poi ho capito: depilatio pubes...ahhhh!) causandomi fuoriuscita di sangue prima ancora del necessario, poi ha pasticciato con i moduli per le cellule staminali e si è persa nei documenti della burocrazia, poi ha messo troppo largo il braccialetto di riconoscimento di Marta che quindi si è tolto subito, poi mi ha sistemato male i mega pannoloni post parto facendo cazziare dai dottori una povera suora al suo posto...ma come rimproverarle qualcosa quando si affacciava nella stanza con il suo sorrisone giusto per chiederti "Come va? tutto bene?".
Con lei ho fatto un piccolo compromesso, forse proprio perchè involontariamente mi aveva tagliata, mi ha concesso di bypassare quell'usanza fastidiosa del clistere pre-parto, abbiamo fatto tutta una messinscena, vuotato il flacone nel water e gettato nel cestino per fugare ogni dubbio.
A mezzogiorno era il nostro turno ma poi abbiamo intuito che una che doveva fare il parto naturale forse si era infrapposta fra noi diventando cesareo e così è iniziata una lunga attesa con una certa trepidazione a anche fame in aumento.
Ad un certo punto mi fanno indossare la cuffia, il camice da operazione, chiuso davanti ma dietro completamente aperto se non fosse per due fiocchetti e a piedi, a piedi?, mi portano in sala operatoria.
Si apre una porta e vedo un gruppo di dottori in tenuta da operazione con due suore con la divisa da suora ma color verde chirurgico, intravedo la mia dott. che scherza "Oh finalmente, ti sembra questa l'ora di arrivare?" e io rispondo a tono "Ah si scusate per l'attesa".
Mi fanno salire da sola con due scalini sul lettino e sto seduta lì.
L'anestesista mi spiega come avverrà il tutto, mi pare mi abbiano fatto un'anestesia per l'anestesia poi la spinale vera e propria. Da esperienza ospedaliera ho capito che gli anestesisti sono tutti matti o su di giri. Forse le sostanze che ci iniettano in parte vanno anche nel loro organismo, fatto sta che sono sempre tipi esuberanti, che fanno una gran caciara e parlano tanto. Forse lo fanno apposta per vedere come stiamo, per farci parlare, per testare il nostro stato di salute attimo per attimo ma io a questo gli stavo davvero dicendo a un certo punto "Ma ti stai zitto?" anche perchè quando ha scoperto che ha lavorato per 30 anni nell'ospedale dove sono nata io, non la finiva davvero più di parlare e di dire com'è bello vivere ai Castelli o a Roma.
Tutto è pronto, non sento più le gambe, ho sentito l'anestesia risalire fino al bacino.
Sento nausea, mi manca l'aria, mi mettono l'ossigeno, faccio dei grandi respiri per rilassarmi, come se dovessi partorire naturalmente. Chiedo "Dov'è mm?", lo sapevo, Poverapiera se l'è dimenticato in qualche sgabuzzino vestito di tutto punto da Dottor Pivetta! Lo fanno entrare e lui si siede dietro di me. C'è un telino che non mi fa vedere nulla ma lui vede tutto.
Le due dott. lavorano un sacco per tagliare, ci mettono un bel po' per tirare fuori Marta, ma com'è messa? Occipitale frontale qualcosa del genere. Rimestano, paciugano, ravanano...e penso "ma come mai ci mettono così tanto?". Non sento dolore ma sento quando mi tirano a destra e a sinistra. Alla fine finalmente la tirano fuori, sento dei versetti da ranocchia, a dire il vero pure un po' arrabbiata. Mm dice "Eccola...è bella, bella". Contrariamente dalla Pop ora mi commuovo, scendono lacrime grosse, liberatorie che si infilano nella maschera dell'ossigeno.
Consegnano la bimba a Poverapiera e 'sta scema mi passa davanti senza manco fermarsi un attimo, farmela vedere, posarmela sul petto ma chiama mm per assistere al bagnetto. Morale: l'ha vista prima lui che io. Ogni volta che sento un suo vagito dall'altra stanza mi scendono le lacrime. Poi me la porta mm che non sa all'inizio come mettersi per farmela vedere meglio e non intralciare con la flebo. Intanto le dott. mi stanno sistemando, mm osserva con stupore e incredulità una fase che l'altra volta non aveva visto, in pratica estraggono l'utero per pulire bene sotto e poi lo rimettono in sede. Si mettono anche a parlare male del mio organo dicendo che è pieno di fibromi che è un uteraccio, che è un macello e quasi non riescono a risistemarlo dentro. Mi profetizzano un post-operatorio lungo e difficile a causa sua...vorrei dirgli "Io non ne parlerei così male visto che mi ha permesso comunque di avere due bimbe..". Poi mi ricuciono anzi usano un'altra tecnica con delle grappette. E' finita finalmente, stavolta l'operazione mi è sembrata più lunga e difficile dell'altra volta e in effetti è così.
Sono in camera e dopo appena un'ora, quando non ho ancora sensibilità alle gambe, mi portano Marta per farla attaccare. Lei ciuccia subito, come se non avesse mai fatto altro! Sono contenta, molto, visto che l'allattamento al seno è un mio pallino e pensavo e se stavolta per ironia della sorte non ci riuscissi?
Il giorno dopo mi fanno alzare, sono dolorante, mi ricordo questa brutta sensazione provata durante le altre operazioni di non potermi muovere liberamente, di dover far tutto con un taglio nella pancia, di dover trovare nuovi espedienti per tirarmi su dal letto e sentire meno male possibile, la paura che ti blocca, stai lì e studi quali movimenti fare ma sei paralizzato dalla paura di sentire dolore. Faccio pure due passi in corridoio.
Arriva l'anestesista e mi fa i complimenti per la tenacia, scopre in realtà che la flebo che mi aveva messo di antidolorifico in realtà non è mai partita perchè forse una suora, suor Enrica, per gli amici Suor Flebo, l'unica italiana, un po' miope e in là con gli anni l'aveva inavvertitamente bloccata. A me fa male la spalla destra, dicono sia dovuto in parte alla posizione durante l'operazione, in parte alla risalita del liquido amniotico. E' un dolore lancinante, che blocca la parte e dà la sensazione di avere tutto contratto. Mi fa un antidolorifico, stavolta vero, e inizia una ripresa alla grande. La sera riesco già a salire sul letto da sola, dormo, mi muovo ecc. Riesco anche a convincere suor Flebo a farmi mangiare e dopo circa 48 ore di digiuno il pomeriggio arriva un agognatissimo tè.
Suor Flebo non ci vede molto ma chissà com'è si occupa sempre delle flebo, controlla il livello e svita e avvita i tappini che considerando la sua miopia non so come ci riesca.
Recupero a tempo record e lunedì mattina già mi fanno uscire. Sono un po' stupita, chiedo alla mia dott. se è tutto ok, io addirittura ho sentito meno male dell'altra volta e lei mi rassicura: meglio così. 


L'innamoramento con Marta non è avvenuto all'istante, in un primo momento ci siamo osservate, annusate, scoperte.. a me sembrava somigliasse ad Alvaro Vitali. Poi è stato un tutt'uno: studiare i suoi tratti e trovarli forse simili ma diversi da quelli della Pop, sentire il suo profumo di latte e di buono, osservare le sue espressioni da piccola saggia, i suoi sguardi curiosi sul mondo.

Benvenuta piccola e ringrazio la Vita per avermi fatto quest'altro meraviglioso regalo.

giovedì 17 gennaio 2013

-1

Eccoci ci siamo, manca davvero poco.
Sei pronta?
Tanto ormai la risposta è irrilevante.

Riguardo le foto della Pop appena nata, colgo ogni sua espressione e con stupore mi dico:"Caspita era già lei, così piccola, in tutto e per tutto!".
In realtà guardo anche le date degli scatti per capire al giorno tot come mi sentivo, se stavo bene, se andavamo già al parco ecc.

Credo di aver preparato tutto, ho dato disposizioni a mm, gli ho spiegato dove sono tutte le tipologie di vestiti della Pop e di Marta: i body a manica corta, quelli a manica lunga se fa freddo, quelli 1 mese, quelli 1-3 mesi se nasce grande, i pantaloni per casa, i pantaloni per fuori, i pantaloni per partecipare a qualche evento di gala... un'infinità di indicazioni tanto che vorrei chiedergli "Ma tu finora dove hai vissuto in un altro appartamento?", vedo mm brancolare  fra pile di vestiti di tutte le tonalità esistenti di rosa.

Ho cambiato operatore telefonico, ebbene si alla fine ho ceduto a Vodafone, il passaggio è avvenuto in due soli giorni lavorativi facendo richiesta presso un negozio nonostante le previsioni catastrofiche dell'addetto call center della barbagia.

Così ora ho internet, ho scaricato what'sapp e sarò collegata al mondo.
Ho detto a mm e ai miei di stare con la Pop, di pensare a lei, di farle continuare la sua solita e rassicurante routine: nido, piscina, musica, casa, parco.
Io a differenza dell'altra volta starò di notte sola in clinica e forse anche la maggior parte del tempo.
Ma avrò con me la fantastica equipe delle suorine della clinica, sono filippine o giù di lì e cicalecciano sempre facendo un gran casino, ridono, sghignazzano, scherzano... mi ricordano i pinguini di Madagascar.
Mi sa che le dovrò cacciare dalla stanza a badilate per stare un po' in pace.
Quando sono andata a vedere la clinica non la finivano più di parlare, di sorridere, una mi ha snocciolato tutti i santi di novembre per indovinare la data di nascita della Pop.

Le ultime uscite felici della mia dott. sono state:
"Ho un altro parto quel giorno ma faccio prima lei che è agitata, poi te che sei calma" eh già io so' cojona!
Poi mi ha accolto all'ultima visita dicendo "Sei pronta che ti sacrifico sull'altare?", mi sono sentita molto abbacchio alla vigilia di Pasqua...
Inoltre si è dimenticata di dirmi cose forse fondamentali quali se posso mangiare la mattina stessa o chissà cos'altro che nel frattempo scoprirò ma va bene così.

L'altra volta fu tutto molto veloce, il parto avvenne alle 7,30 (perchè lei poi aveva da fare) così andammo in clinica alle 6. A posteriori posso dire che non fu affatto male quella scelta, perchè così ebbi tutta la giornata davanti per riprendermi e pochissima attesa prima di entrare in sala operatoria. 

Mm assistette al parto e fu fondamentale per me. L'atmosfera della sala operatoria non è affatto piacevole, tu stai lì in posizione distesa crocifissa, i medici smanettano sulle tue parti basse, non vedi nulla (e meno male) perchè un telino verde cela il tutto, stai lì e nessuno ti dice nulla. Lui invece, seduto alle mie spalle, vicino a me mi raccontava tutto e mi spiegava cosa stava succedendo.
I giorni prima si era visto su youtube un po' di filmati di parti cesarei per sapere cosa succede dietro quel telino, per essere preparato per questo lo chiamavo Dottor Pivetta. Anche perchè la dott. lo aveva abbondantemente coglionato "ok può assistere al parto basta che non ci crea problemi...e guarda che di sangue lì se ne vede tanto...davvero tanto".
La mia dott considera il genere maschile nè più nè meno che portatori di spermatozoi, ahimè utili, indispensabili, soprattutto per la sua professione ma ne farebbe volentieri a meno, forse sta studiando in gran segreto un modo per fare una fecondazione autogestita per bypassarli finalmente una volta per tutti.

Io sentii un pizzico dietro la schiena per l'anestesia spinale, poi vidi delle gambe in alto e mi resi conto che erano le mie e che non sentivo nulla. Poi estrassero la Pop, lui disse "E' bellissima... è enorme" la nostra inesperienza ci fece valutare il suo peso intorno ai 4 kg ma ci sbagliammo di quasi il doppio. Io riuscii solo a vedere al volo quella testolina sporca di bianco e mi ricordai di dire una frase che mi ero preparata da tempo "Ciao io sono la mamma" perchè l'educazione è fondamentale e bisogna presentarsi per bene.
Poi la portarono a fare il bagnetto, io rimasi lì stesa, misi le dita in due canaletti di fianco al lettino e le sentii bagnate di sangue...
Una volta tornata in camera finalmente me la portarono, tutta pulita, vestita e lì mi si aprì davvero il cuore e la sentii mia o forse è meglio dire che mi sentii sua per la prima volta, incondizionatamente, sul serio e per sempre.

L'idea domani di poter rivivere tutto questo mi sembra fantascientifico ma forse così sarà davvero.

Mi sembra impossibile che domani ci conosceremo davvero, tu che all'inizio eri un mucchietto di cellule traballante in moltiplicazione, tu che forse nessuno credeva che ce l'avresti fatta davvero tranne noi, tu che hai surfato allegramente su mille onde emotive e fisiche che questa mamma debosciata ti ha fatto vivere, tu che delle volte avrai pensato "Fatemi uscire da questo corpo"...domani finalmente saremo NOI

e andremo incontro a tutto ciò ballando a suon di Gnam Gnam Style





mercoledì 16 gennaio 2013

- 2

C'è grande fermento intorno a me, forse più intorno a me che dentro di me, tutti, anche il semplice passante, che mi chiedono "Allora ci siamo manca poco?!....Sei pronta?".
Spesso rispondo "No" perchè in realtà è vero ma anche per godermi la faccia allibita dell'altro interlocutore "Come no?".

Reclamo il mio legittimo diritto a dichiararmi impreparata, ad esprimere le mie paure, incertezze e perplessità.
Che c'è di male?
Anche con la Pop non mi sentivo pronta, a chi mi chiedeva se lo fossi sostenevo che tanto in realtà uno davvero pronto non si sentirà mai, neanche nel pieno dell'evento.

Stavolta il tempo è volato, siamo a meno due e non mi sembra possibile, se non sentissi un peso enorme premere verso il basso nella mia panza penserei che ho visto male il calendario.

Con sincerità ammetto che le mie paure più grandi sono legate alla Pop, come starà 4 giorni senza di me, come reagirà all'arrivo di Marta e al mio nuovo ruolo di bismamma.
Lei è molto abitudinaria, ama il suo ordine, la sua routine... (forse come tutti i bambini) e non so davvero come potrà reagire.
Se io non ci sono dopo un primo momento di dispiacere se ne fa una ragione ma se ci sono lei in genere non accetta l'idea che io possa fare qualcos'altro, la mamma ci dev'essere per lei punto e basta, perchè così è sempre stato, per nostra volontà certo.
Ma magari ci stupirà e andrà tutto benissimo.
Un altro mio cruccio è che dovendo fare il cesareo non potrò essere al top appena tornata a casa, forse non potrò prenderla in braccio, spupazzarmela come vorrei e questo mi dispiace parecchio.

Mi rendo conto di essere ancora molto proiettata verso di lei e non verso Marta.

Non mi spaventa quello che mi aspetta, avere di nuovo a che fare con una poppantova appena nata, come dicono molti il ricominciare tutto da capo anche perchè in realtà c'è poco da riniziare, in realtà non è mai smesso nulla: ho allattato fino a 6 mesi fa, notti di sonno ininterrotto  finora si contano sulle dita di una, e dico una sola, mano.
Da un certo punto di vista mi stuzzica questa nuova sfida, rimettere in discussione abitudini, ritmi e stili di vita.

Ho vissuto a pieno ogni gravidanza, cercando di sentirla al meglio e quando arrivo a termine invece di essere impaziente e di non vedere l'ora di conoscere la nuova pupattola, al contrario la mia tentazione è quella di tenerla ancora al calduccio per un po'. Vorrei essere un canguro per portarla ancora stretta vicino a me, proteggerla, custodirla da tutto e tutti anche se mi rendo conto che non è giusto, che deve iniziare la sua avventura in questo pazzo mondo e io non posso far altro che tenerla per mano, poi seguirla da vicino ma stando un passo indietro e vederla crescere e fare le sue scelte di vita.

Giusto per folklore secondo l'oroscopo cinese la Pop è tigre bianca, un segno particolare che capita ogni 60 anni, Marta invece è drago nero. Due segni molto forti e diversi...insomma come dice il saggio so' cazzi con queste due principesse in casa: staremo a vedere!


http://buonecosedipessimogusto.blogspot.it/2012/07/la-tigre-bianca.html

lunedì 14 gennaio 2013

Vito al dent

Ultimamente stanno fiorendo nelle nostre città un sacco di grosse catene di dentisti.
E' un approccio totalmente nuovo e diverso da quello a cui siamo abituati noi.
Qui si tratta di negozi a tutti gli effetti, fronte strada, come nel resto di Europa ce ne sono ormai da anni, mentre noi eravamo soliti andare in sordide abitazioni adattate a studi medici.

Devo dire che la mia esperienza è più che buona.

Forse era ora che una professione e una non felice esperienza come quella del dentista venisse equiparata ad una qualsiasi categoria commerciale.
Finora eravamo abituati a pregare il nostro dentista per trovarci un appuntamento, un buco libero nella sua fittissima agenda. Eravamo disposti a fare ore di anticamera perchè tanto era perennemente in ritardo e non ti potevi manco lamentare visto che lui aveva il trapano dalla parte del manico. Durante la visita dovevi sorbirti le sue chiacchiere in condizioni di inferiorità e sudditanza psicologica e fisica, qualsiasi cosa lui dicesse potevi solo annuire e basta. D'altra parte con l'aspirasaliva e 800 cilindretti di ovatta in bocca cosa potevi fare? E poi solito discorso: ha sempre lui gli arnesi dalla parte del manico, mai contraddirlo.
Si atteggiava un po' da luminare della scienza e della tecnica, da professorone, ti visitava quasi come se ti stesse facendo un favore e finita la visita poi c'era la solita pantomima "Ti serve la ricevuta?", mica pretenderai la ricevuta lurido pezzente!?
Almeno da questo punto di vista possiamo dire addio a tutto ciò.
Con questi nuovi centri, il paziente è tornato protagonista, punto centrale, è cliente a tutti gli effetti, da accogliere, attirare e trattare al meglio, non siamo più persone che subiscono o che devono pregare per trovare un appuntamento ma caso mai è il contrario, il dentista è sceso dal piedistallo su cui si era messo da solo...finalmente!

L'approccio a mio avviso è molto simile a quello delle moderne palestre.
Ormai dappertutto ci sono i consulenti, simpatiche figure che ti accolgono, fingono di essere solo in maniera superficiale addentro alla materia invece sono espertissimi, si mostrano cordiali e amichevoli e ti convincono a sottoscrivere l'abbonamento che poi si tratti di rifare l'arcata dentaria o di tirare su le chiappe a forza di zumba poco cambia.

L'unico fatto un po' antipatico a mio avviso è che non puoi entrare semplicemente e dire "Mi può controllare il dente che mi fa male?" tipo quando uno va dal meccanico al volo chiedendo di dare un'occhiata al motore che fa un rumorino sospetto ma bisogna per forza essere schedati, fare la prima visita con ortopanoramica che in genere è gratuita, conoscere il consulente e da lì diventare loro cliente.
Ovviamente con una prima visita qualcos'altro esce fuori e ti leghi a loro.
Sono pochissimi i fortunati che risultano "boccasana" come sono soliti definirli... ma boccasana non era quello col mal di gola, bah!?

Io mi sono recata in uno di questi centri proprio perchè mi faceva male un dente. Ho sfatato un tabù: andare dal dentista con la panza. E' possibile ma se uno deve fare l'anestesia occorre il nullaosta del ginecologo.
Ovviamente non frequentando studi dentistici dalla prima gravidanza mi hanno trovato di tutto e di più, peggiorato dalla attuale gravidanza che fa bene al corpo e alla mente ma a quanto pare a denti e gengive causa lo sfacelo completo.
Sono riuscita a prendere una serie di appuntamenti sotto le feste perchè avevo fretta di finire presto. In realtà la mia dott, mi aveva consigliato di aspettare il parto ma mi sembrava meglio fare tutto prima perchè dopo la vedevo più complicata: tirarmi il latte, trovare un'ora libera...temevo che tutto inevitabilmente sarebbe stato rimandato di altri due anni peggiorando la situazione.

Le segretarie sono molto gentili e cortesi come receptionist di un hotel, ti chiamano il giorno prima dell'appuntamento per ricordartelo.

Poi ci sono gli assistenti alla poltrona che ti fanno accomodare nello studio e preparano gli attrezzi. Non capirò mai bene la loro figura, un assistente quando cresce che diventa? Dentista? Ovviamente dovendo passare un po' di ore lì dentro mi sono appassionata a questo  strano mondo e mi sono venute in mente molte curiosità.
Ad esempio gli igienisti sono trattati come persone di serie b perchè non sono dottori e quindi non hanno diritto all'assistente alla poltrona ma poi facendo il raffronto costo/orario ho visto che  in proporzione si prendono molto più loro che un dentista. Inoltre mi sono chiesta come mai abbiano dato un nome dolcemente e musicalmente francese come courettage ad una pratica odontoiatrica barbara e violenta che non vi sto a specificare. Mi è stato spiegato che viene dal nome degli attrezzi usati chiamati courette e che c'è anche un analogo termine inglese "scaling e root planing" che mi sembra molto più appropriato.

L'atmosfera in questi centri è molto auonaghe, c'è la radiodiffusione, non più musica improbabile e lagnosa ma radio generazionaliste, ti verrebbe quasi di ballare o di tenere il tempo mentre sei sotto i ferri.



Gli studi sono molto puliti e moderni, c'è il computer, la temperatura è tropicale.
I dentisti sono in genere molto giovani, cordiali, simpatici. Cercano di metterti a loro agio, ti chiedono continuamente se senti male, ti spiegano quello che ti stanno facendo.

Io ho infranto un altro loro tabù visto che avevo fretto di finire ho prenotato visite con due dentisti diversi e a quanto pare questa è una cosa che nessuno fa ma ognuno ha il proprio preferito.

Per il resto proprio come ogni palestra o negozio moderno e rampante, sono aperti dalle 9 alle 21 in pratica tutto l'anno tranne le feste comandate, hanno la tessera punti, ti danno del tu, fanno i simpaticoni come se ti conoscessero da una vita...

Dal punto di vista medico mi sembra che siano bravi e competenti, certo si lanciano in invettive  contro i dentisti che ti hanno avuto in cura prima di loro ma questo lo fanno tutti e forse alla prima visita sono un tantino catastrofici e pessimisti forse per convincerti a curarti con loro.

Rispetto ai soliti dentisti ho notato che si ricorre con molta facilità all'uso dell'anestesia, forse è giunto finalmente il momento che il paziente non debba più necessariamente soffrire su quella poltrona e che l'appuntamento con il dentista non sia per forza una tortura. O forse non abbiamo più le palle per sopportare il benchè minimo doloretto e questa considerazione ne aprirebbe altre ottomila...

Il prezzo dei trattamenti viene definito con il consulente, ovviamente fa sempre vedere che applica uno sconto speciale, un prezzo da amico ma almeno il tutto è fatto con fattura e in maniera corretta.

Chiudo con una mia personalissima teoria: secondo me ci sono delle cose che o ce l'hai per natura o ti attacchi. Ad esempio è pressochè inutile cospargersi di creme costosissime, se una (o anche uno ma sì) è incline a smagliature e cose simili c'è poco da fare. E lo stesso penso dei denti, ci sono persone che non li curano proprio e ce li hanno perfetti e chi invece  li lustra dopo ogni pasto e il dentista non è mai soddisfatto, lo cazzia sempre e comunque. 






giovedì 10 gennaio 2013

Vengo anch'io

Uno dei posti classici in cui portare i bambini è lo zoo.
Quello di Roma non si chiama più così perchè era una dicitura troppo da sfigati,ora si chiama Bioparco perchè fa molto più figo.
C'ero stata un bel po' di anni fa quando aveva appena cambiato il nome e ricordo una grande sensazione di tristezza, non era cambiato nulla, forse davvero solo il nome.
E ancora prima ricordo all'entrata c'erano della gabbie al coperto con il vetro davanti e degli scimmioni enormi e tristi che stavano lì e non riuscivano quasi ad avere lo spazio per muoversi, ti guardavano da dietro il vetro con quello sguardo umano un po' inquietante che solo i primati riescono ad avere e che ti smuove dentro.

Ci sono tornata con la Pop e devo dire che per fortuna molto è cambiato.

Quelle gabbie orribili e strette non ci sono più.
Nella maggior parte dei casi le sbarre non ci sono più ma ci sono recinti abbastanza grandi, certo non enormi ma sempre meglio di prima.
Ho trovato che solo i leopardi stanno un po' stretti.
Poi sono scomparsi gli animali che in genere vivono in ambienti troppo diversi dal nostro, quindi niente pinguini nè orsi bianchi...se volete vederli andate al polo o vedetevi Quark.
Mi sembra giusto a meno di non avere una struttura idonea, con temperature adatte a loro, non è giusto far stare subire a questi poveracci il nostro caldo.
Ora ci sono animali più simili a quelli nostri, c'è anche uno spazio con quelli della fattoria e tutti i bambini quando vedono il maiale esclamano "C'è Peppa Pig!!" in realtà lo dicono i genitori ma questo è quello che gli trasmettono!

Eh si una nota stonata di quando si visitano questi posti è che si sta a contatto con tanta gente e spesso ti tocca subire frammenti di conversazione che preferiresti non sentire, tipo bimbi che fanno ai genitori domande naturalistico-botanico e le loro imbarazzanti risposte...ma se non lo sai astieniti e rispondi francamente: quando torniamo a casa lo leggiamo insieme sull'enciclopedia!

Il Bioparco di Roma si trova in un posto invidiabile e unico al mondo (vorrei quasi dire location se non che preferisco evitare di usare termini inglesi a tutti i costi!), secondo me non c'è uno zoo che si trovi in una posizione così bella. All'interno di Villa Borghese, andare lì significa innanzitutto fare una bella passeggiata nel verde, ci sono saliscendi, colline, tutto verde intorno e poi certo vedere pure gli animali.
Fanno varie iniziative interessanti durante la giornata ad esempio ad orari fissi fanno assistere al pranzo degli animali. Noi abbiamo visto la prima volta quello dell'elefante, la Pop è rimasta folgorata e da allora ogni volta che ne vede uno disegnato o lo nominiamo fa il gesto del pachiderma che con la proboscide si porta il cibo alla bocca. Forse per lei tutto il giorno l'elefante mangia e basta.

Poi le sono piaciuti molto i lemuri e i macachi tanto che si è imparata questi nomi, magari non sa dire casa o tavolo ma lemuri e macaco sì e nella vita non si sa mai.




C'è un'accoglienza discreta all'entrata dello zoo, gente cordiale, il personale è gentile, insomma è stata una piacevole sorpresa.
Ci sono varie aree interessanti come il laghetto con la zona picnic e il chiosco che vende hotdogs e fa molto Central Park. Poi c'è un'area giochi molto bella con la giostra con gli animali selvatici al posto dei soliti cavallini e carrozze e poi un'area attrezzata in legno che riproduce l'arca di Noè ed è enorme, a due piani, mai vista una così, forse vince il record mondiale!
Di bagni ce ne sono tantissimi, disseminati un po' ovunque.
Anche il rettilario mi è piaciuto molto. Mi aspettavo, com'era forse un tempo, una successione di terrari e acquari con dentro gli animali invece vengono riprodotti gli ambienti naturali abbastanza bene tanto che ci si cammina attraverso.

Unica nota dolente è che in alcune zone come il rettilario e l'area sopraelevata per vedere le giraffe non si può andare col passeggino, forse perchè si teme un ingorgo ma è un po' un controsenso considerando che il luogo è frequentato da tantissimi genitori con bimbi nel passeggino. 

Sotto sotto ho promesso alla Pop che la porteremo a vedere dal vivo gli animali liberi nel loro habitat, in Africa ma nel frattempo il Bioparco è un buon compromesso.
Immagino che gli animali preferirebbero vivere nella savana che non su via Salaria ma credo che la maggior parte di loro provengano da altri zoo o da circhi e che quindi neanche sappiano bene cos'è l'Africa. E comunque credo che sacrificare qualche esemplare per permettere a noi cittadini metropolitani e soprattutto ai bambini di vederli da vicino invece che solo tramite tv o disegni sia una buona opportunità.

Fuori sui muri qualche animalista ha fatto dei graffiti di protesta, uno di questi recita






mi sembra un po' un controsenso che un amante del genere per offendere tiri in ballo proprio un animale, vituperato e schifato da tutti (per prima da me) come il verme, ogni verme è bello a mamma sua....

Nel complesso è un posto che mi ha piacevolmente colpito, che consiglio vivamente, anzi suggerisco di andarci spesso anche solo per fare una passeggiata.
Poi per chi vive a Roma lo zoo è sicuramente legato ai ricordi della propria infanzia. Chi vedendo l'area delle giraffe con quell'edificio arabeggiante o quella degli elefanti non ha fatto un tuffo indietro di qualche anno?

Ovviamente ora rimarrà un po' deluso perchè magari nella propria mente erano enormi e maestosi invece ora rivedendoli proverà altre sensazioni.
Ma in sostanza è rimasto tutto come allora, con il suo fascino un po' decadente, con i pavoni e i gatti che girano indisturbati nei viali, con gli animali che sonnecchiano e ti guardano di traverso  pigramente quasi chiedendoti "L'animale in gabbia chi è? Sono io o sei tu...?".


lunedì 7 gennaio 2013

I love Tim

Sono fedele alla Tim da quasi quindici anni credo. Dalla prima volta che sono entrata nel fantastico mondo dei cellulari.
Non mi è mai preso lo schiribizzo di cambiare operatore. Un po' per pigrizia, un po' perchè "Chi lascia la strada vecchia per la nuova...", un po' perchè sono fedele cocciutamente e ostinatamente come un vecchio abbonato Rai che vuole il posto in prima fila.
Sono affezionata ai suoi colori, al suo logo, al suo numero di servizio clienti, al suo sito internet, alle sue offerte periodiche tipo carta vacanze... tanto che mi destabilizza cambiare tutto e ricominciare da capo.
Per altri servizi sono la prima a dire: ok mi vendo al migliore offerente ma per la telefonia sono sempre stata un po' restia.
Questa carabinierica fedeltà nei secoli non è che mi abbia mai fatto diventare ricca o che mi abbia dato vantaggi esclusivi ma qualche piccola soddisfazione si.
Ad esempio ho sottoscritto nel medioevo tecnologico la famosa tariffa rossa, quella che di giorni pagavi come se chiamassi in Azerbaijgan e di notte un cavolo. Mi chiamavano ogni tanto per strapparmela con le unghie e coi denti, anche quando ormai erano anni che non la applicavano più ai nuovi abbonati ma io niente, resistevo stoicamente fino a che alla fine ho capitolato e ho ancora il dubbio se ho fatto bene oppure no.
Poi una volta addirittura mi hanno chiamato proponendo di dargli il mio vetusto cellulare e passare ad uno dual band il tutto assolutamente gratis. Non ho capito mai bene il motivo, parlavano di problemi tecnici, forse il mio modello scassato rappresentava un baco importante che faceva rallentare tutta la rete telefonica o forse gli faceva troppo pena.
Fatto sta che mi hanno fatto uno scivolo e un upgrade di cellulare niente male, mi diedero un Sagem col display a colori mica niente di che ma comunque era gratis.
E mm ancora rosica...
Ora che sono entrata, mio malgrado, nel mondo degli smartphones, vorrei accedere anche ad internet 24 ore su 24, senza starmi a preoccupare del tempo o dei mb scaricati.
Mm mi ripete come un mantra: cambia operatore, cambia operatore...
Ok ci provo.
D'altra parte non si capisce mai perchè per i nuovi clienti fanno offerte strepitose e per i vecchi tutto questo bengodi è precluso.
Mm cambia operatore come nulla fosse, spesso si instaura una guerra a rialzo fra gestori per contenderselo.
Vado sul sito della Vodafone.
Trovo un'offerta allettante all inclusive internet, sms e telefonate.
Ok mi piace, facciamo presto, togliamoci questo dente.
Dal sito non riesco a capire cosa devo fare mi chiede se voglio pure cambiare cellulare, no solo gestore, poi mi chiede se voglio la sim o la mini-sim...e che ne so? Voglio solo mantenere il numero e passare a loro.
Smanetto un altro po' e già mi sono stufata. Mm dice "Vai in negozio", non esiste, io sono moderna, non voglio fare la fila o parlare con un commesso che poi rischio di sputargli in faccia se mi fa girare le scatole, voglio fare tutto via web.
Poi trovo una postilla in cui dice di inserire il numero che un operatore ti richiamerà.
Ok opto per questa soluzione.
Aspetto un po'...niente.
Aspetto un altro po'... niente.
Me la rido sotto i baffi "Vodafone cominciamo proprio male".
Poi dopo un paio di ore mi arrivano una serie di telefonate in cui non riesco a sentire bene e di sms....annamo bene.
Alla fine riesco a parlare con l'operatore.
Ovviamente becca il momento meno adatto: quando mi stavo dedicando a intimi lavacri.
Mi riassume l'offerta tutto spedito, mi va tutto bene, poi mi dice che la sim nuova arriverà lunedì prossimo poi in 72 ore l'attivano. Alt non ci siamo, io la voglio il più presto possibile.
Il 18 sgravo e non posso correre il rischio di trovarmi senza cellulare e con le pive nel sacco.
Non sto ovviamente a raccontare i cavoli miei al sardo operatore ma inizio a mostrare qualche tentennamento.
Gli chiedo se rivolgendomi a un negozio potrei fare prima e lui mi risponde di no che anzi in quel caso ci si mette più tempo, 15 giorni, che anche via web è un problema perchè il sito è impallato...insomma getta fango pure sulla sua azienda, tutto questo per convincermi che o mi abbono con lui o con nessun'altro al mondo.
Ho come il sentore che mi stia raccontando un sacco di frottole solo perchè probabilmente prende una percentuale sui contratti attivati e divento sempre più diffidente, mi chiudo a riccio, voglio tempo per riflettere, non si chiude così un rapporto quindicinale con mamma Tim. Lui incalza, non capisce perchè non mi decido, insiste dicendo che è un'offerta da prendere al volo che se non lo faccio e ci dovessi ripensare dovrei pagare  almeno 10 euro.
Questa ultima considerazione mi manda in bestia, non mi stanno facendo un'offerta personalizzata o imperdibile ma una semplice tariffa che si trova sul sito e inoltre penso che chiunque dà una seconda possibilità all'altro, lui non è nè il Padreterno, nè un similare e io non mi devo guadagnare il paradiso.
Gli dico chiaramente che sono infastidita dalla sua aggressività commerciale, che non porta a nulla anzi allontana i clienti, arrivederci e grazie!

Io credo che le aziende debbano stendere tappeti rossi all'arrivo di nuovi clienti, debbano coccolarli, farli sentire amati, convincerli di aver fatto la scelta giusta.
Non metterti fretta con questa politica dell'"Adesso o mai più" o della circonvenzione di incapace.
Ma ci vuole tanto a capire questo semplice fatto? Io dopo anni mi sono convinta a tirare la testa fuori dal guscio cercando di sbirciare cosa c'è intorno e la concorrenza anzichè spronarmi e invogliarmi mi terrorizza così.

Ora non so se sono stata io ad essere stata sfigata, ad aver beccato l'operatore del call center mitomane o forse sono io che pretendo troppo ma per ora mi tengo stretta la mia tranquillizzante e famigliare scheda Tim.


mercoledì 2 gennaio 2013

I miei Natali

Il periodo delle feste e soprattutto il Natale sono legati soprattutto all'infanzia, al ricordo forse un po' nostalgico e romantico che si ha di essi.

I Natali della me bambina sono caldi e ricchi di atmosfere, chissà perchè come al solito mi rimangono impressi più che altro dei particolari, dei dettagli curiosi a metà strada fra "La piccola fiammiferaia" e "A Christmas Carol".

Ricordo che quando ero molto piccola eravamo soliti mangiare l'ananas. Solo in quell'occasione. Forse perchè non era ancora un frutto così diffuso da trovarlo tutto il resto dell'anno nei supermercati per la gioia dei perennemente a dieta, per questo motivo mi fa sempre un po' di tristezza chi al ristorante lo sceglie come dessert.
Un altro ricordo è legato al teatro, sotto le feste ci andavamo sempre. Era ogni volta una grande emozione, un avvenimento che aspettavo con trepidazione.
Mio padre tirava fuori il montgomery da teatro, quello che indossava solo ed esclusivamente per quell'occasione. Ci si vestiva un po' eleganti per andare a teatro, non come adesso che la gente ci va vestita in maniera improbabile forse dimenticando che non è come il cinema, qui gli attori stanno di fronte a te in carne ed ossa, un minimo rispetto per loro e per il luogo è d'obbligo!
Andavamo a vedere i grossi nomi, belle commedie musicali, Garinei&Giovannini, al Sistina quando era ancora un teatro serio.

Ogni tanto ora mi capita di vedere i cartelloni che pubblicizzano qualche spettacolo o di dare un'occhiata alla programmazione e non posso far altre che scuotere la testa amareggiata.
Non ci sono più i veri attori, ci sono più che altro volti noti della televisione che si cimentano con il teatro forse perchè fa curriculum o fa figo. Quelli che fino a poco tempo fa non avrebbero fatto quasi entrare nel tempio della recitazione neanche se avessero pagato regolare biglietto come spettatori. Leggo nomi da far impallidire i veri grandi di un tempo, proposti proprio sotto le feste quando dovrebbero esserci gli spettacoli di punta di tutta la stagione teatrale: Bianca Guaccero, Michelle Hunziker, Fabio Troiano....ma stiamo scherzando!?
Mi viene l'orticaria solo al pensiero...

Poi intorno al 6 gennaio andavamo a vedere la neve a Campo Felice ci andavo con i miei e qualche amico, in giornata, facevamo un po' di discese con lo slittino ed eravamo felici così, la nostra dose di pseudo-sport invernali l'avevamo conquistata.
Poi non ci sono più tornata, quando mi sono avvicinata allo sci ho sempre preferito il Trentino  e non oso affacciarmi nei comprensori sciistici dei dintorni perchè già immagino che il paragone sarebbe avvilente.

A proposito quanto mi manca il Trentino, la neve, lo sci e il natale come si festeggia lì, l'odore di cannella, le baite, il bianco accecante della neve, le decorazioni in legno, i fantastici centri benessere, le saune, la discrezione e semplicità tipica di quei luoghi, dove tutto è magico e ti coinvolge, niente stride o stona, lì al Natale forse ci potrei quasi credere sul serio, bè senz'altro è più credibile un abete addobbato lì che non su vista tangenziale est con venti gradi all'ombra!

Poi ricordo le cene coi parenti, non tante, non da sfinirsi, forse ce n'era solo una ma fatta bene, dopo si giocava a computer o i grandi a carte, i piccoli a vari giochi di società.

Con in passare degli anni e aumentando gli impegni abbiamo deciso di fissare una data convenzionale, che potesse andarci bene e festeggiare le feste in una botta unica.
Ho visto troppi amici scapicollarsi per passare vigilia con i tuoi e natale con i miei che poi spesso sono a distanza di centinaia di chilometri.
Quindi tanto vale non sbattersi troppo e festeggiarlo in una data comoda.

Se si potesse fare poi a gennaio con l'arrivo dei saldi sarebbe ancora meglio!

Tanto Natale è così e quando arriva, arriva....

martedì 1 gennaio 2013

Favola

Leggo e sento in giro diffuso pessimismo.
Quest'anno sono arrivati pochissimi auguri, anche di quelli che per farli non ti costa nulla se non aprire la bocca e farli a voce come regola di semplice cortesia.
Mm è solito iniziare a farli da due-tre settimane prima a chiunque incontri e con cui ci scambi un saluto. Ora incredibilmente mi ritrovo anche io a fare lo stesso soprattutto quando l'altro interlocutore non mi dice nulla.
Poche volte mi hanno detto auguri, io rispondo "grazie altrettanto" poi mi viene il dubbio che si riferissero alla panza ma allora altrettanto cosa!?
I negozianti, in genere notoriamente ruffiani e cortesi, neanche fanno gli auguri. Gli rode, forse  perchè ci sono poche entrate ma se certo accogli i clienti così poi che ti aspetti??
C'è uno scazzo diffuso. Dicono sia la crisi, non solo da punto di vista economico ma anche per una depressione generale.
Fatto sta che Natale è passato e a me sembra che ancora ci debba essere e Capodanno idem.
Ho ancora qualche dubbio se ho fatto tutti i regali o se mi manca ancora qualcosa da comprare.
Tutti ripongono speranza nel nuovo anno, come se stracciare il vecchio calendario e iniziarne uno nuovo fosse un segnale sufficiente di cambiamento, di qualcosa di migliore.
Sono convenzioni, vallo a spiegare pure ai Maya.
Io non ho grande memoria ma a naso mi sembra di aver trascorso un gran bel 2012, ricco di sorprese, emozioni, di nuove amicizie, di esperienze, tante me le sono andate a cercare io mica ho aspettato che cadessero dal cielo altre mi sono capitate un po' per culo o per caso.
C'è stata la Pop, c'è stata Marta, c'è stato il blog e c'è stato il libro...non ne avevo ancora parlato ma è pur sempre un po' come un altro figlioletto, un'altra mia creatura da far crescere e da accudire.
È stato un bell'anno e farò in modo che anche il prossimo lo sia altrettanto.

Il 2013 per me sarà un po' una sfida, costellato da nuovi impegni e traguardi, fra 18 giorni (aehm..) ci sarà Marta qui con noi e tutto un nuovo menage famigliare da gestire e coordinare, nuovi ritmi, vecchie preoccupazioni, cercando di non togliere nulla alla Pop ma di farle sentire che comunque la mamma c'è. Mi fa strano pensare che ora la Pop sarà "la grande" in confronto a Marta.

Eppure vorrei credere con tutta me stessa in un Natale da film con tutti i crismi: il cenone, la neve, la famiglia riunita, un albero di 3 metri addobbato di tutto punto, tanti regali sotto belli impacchettati.
Ma è più forte di me...non mi viene.
E ogni anno mi prometto che questo è l'ultimo che passerò così e che il prossimo una vacanza al caldo, Australia o Maldive non sarebbe affatto male, in barba alle tradizioni, anche se solo ventoli la possibilità di non stare in famiglia a natale sei guardato come un eretico!

Forse dovrei sforzarmi di far credere anche alla Pop in questo bel Natale preconfezionato, forse dovrei darmi da fare comprando il calendario dell'avvento, cucinando con lei casette e pupazzetti di marzapane...
Tutti abbiamo bisogno di favole in cui credere, da un po' lei si addormenta ascoltando le mie ed è una cosa che mi piace un sacco. Le classiche mi rendo conto di non conoscerle perfettamente e poi sono eccessivamente truculente: matrigne cattive, orchi, cuori strappati...allora finisco sempre per modificarle o inventarle di sana pianta.
Il Natale forse non è altro che uno di queste fiabe, una tra le tante, ma se ti guardi intorno e ne cerchi il senso originale nelle lucine, nelle vetrine addobbate e nei volti delle persone ti accorgi che ne è rimasto davvero poco.
Ho un atteggiamento forse snob nei confronti del natale, da "Odio il Natale, odio Babbo Natale", non reggo tutto il contorno, i "Vediamoci prima delle feste" ma perchè dopo che succede? O i regali che ti vengono dati in maniera evidentemente riciclata solo perchè ti capita di vedere quella persona nel periodo compreso fra 15 dicembre e 15 gennaio. Non mi piace la corsa agli acquisti perchè tanto mi riduco sempre all'ultimo, compro di fretta, internet spesso non aiuta, i gruppi di acquisto propongono sempre le stesse cose: la crema al siero di vipera e la tutona senza maniche in pile. Vorrei comprare con calma e dedicarmi con amore agli acquisti, forse se iniziassi due mesi prima sarebbe tutto più sentito ma poi non mi decido mai.
Non riesco a convertire la Pop a credere in questa fiaba in cui il protagonista è questo panzone vestito di rosso e bianco in onore della Coca cola, questo personaggio che sotto le feste vedi ovunque, dai lavavetri, ai centri commerciali alle nataline in versione sexy.
Se sarò buono Babbo Natale mi porterà tanti bei doni... ma come può essere credibile una cosa del genere?!
Bisogna essere buoni, bisogna stare in famiglia a natale...perché? è così e basta.
In nome della tradizione.

A questo punto piuttosto che una fiaba una sola volta l'anno trita e ritrita che fa acqua da tutte le parti, pecca di incoerenza e ipocrisia preferisco una fiaba al giorno, magari meno famosa o conosciuta (e anche sputtanata) ma forse proprio per questo anche più bella.




Buone favole a tutti anche perchè da ieri a oggi non è cambiato nulla, il mondo è sempre lo stesso e noi siamo sempre noi ma se vogliamo davvero un cambiamento molto dipende da noi.