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martedì 26 giugno 2012

Piazzale Aldomoro


Ci sono dei nomi che si pronunciano tutto attaccato, come quando dico Tatalucia.
Per chi non fosse di Roma, Piazzale Aldomoro è l'ingresso dell'università. Un tempo si chiamava La Sapienza, da un po' si chiama Sapienza...chissà perchè, era meglio prima, prima era La Sapienza per antonomasia, ora è una sapienza qualsiasi.
L'hanno quasi sminuita, per me rimarrà sempre valido il vecchio nome.


Di fianco l'ingresso ci sono due fontane uguali, una a destra e una a sinistra. Ai tempi dell'università ci si dava sempre appuntamento lì. Per la partenza per le escursioni all'alba mezzi assonnati... non frequentavo una facoltà di fancazzeggio ma erano proprio previste dal programma oppure ci si vedeva lì per le uscite serali. Poi spesso si rimaneva a chiacchierare seduti sulle fontane o a giocare a pallone o anche a rubabandiera.
Ultimamente sono tornata a darmi appuntamento lì con una mia amica, a dire il vero ante l'era Pop poi abbiamo dovuto ripiegare per il Mac sotto casa per poter accorrere in caso di necessità. In genere ci vediamo lì e poi andiamo a S. Lorenzo e ogni volta pensiamo "Ammazza quanti ragazzini...!" poi ci rendiamo conto che forse siamo noi di troppo.
Lì ci siamo viste la volta che le dissi di essere incinta di Pop e da quel momento in poi ad ogni incontro successivo io ero col mio bel succo di frutta analcolico, lei con altro.
Quanti sogni, quante chiacchiere, quanti progetti su quel muretto di travertino...


Ci sono nomi di vie che entrano nel parlare comune che quasi non fai più caso a chi sono intitolate e forse questa è proprio un caso emblematico, non per nulla viene pronunciato in fretta Aldomoro.
Cerco su internet la denominazione della piazza prima del 1978 ma non lo trovo, peccato ero curiosa.


La vicenda di Aldo Moro mi aveva sempre interessato marginalmente fino a quando ho visto il film di Bellocchio "Buongiorno, notte" ed è diventato forse uno dei miei incubi ricorrenti o di certo un mio bau-bau. http://www.buonecosedipessimogusto.blogspot.it/2012/04/il-mio-bau-bau.html
La cosa che più mi ha sconcertato è la prigionia in una casa normale, in un condominio abitato da altre persone inconsapevoli e ogni tanto quando sento rumori strani al piano di sopra ci penso.
Mi cattura questa storia e mi lascia sgomenta, non riesco a immaginare cosa dev'essere stata viverla in quegli anni, seguire l'evoluzione in tv, il rapimento di un esponente politico di spicco, l'attesa, la ricerca in luoghi improbabili, l'intervento addirittura di una medium e poi il ritrovamento...
Io avevo solo due anni e ovviamente non ricordo nulla. Ma penso che debba aver lasciato tutti smarriti, impotenti ed attoniti.
Il ricordo della vicenda si è ripresentato in questi giorni intrecciandosi con la realtà come spesso avviene. Sto leggendo un libro sugli anni di piombo e tra le case che vennero perquisite come possibile luogo del sequestro ce n'è una che è proprio nella via in cui viveva mia zia! La mia paura dell'orrore che si manifesta nei luoghi a me cari e famigliari dopo tutto non è così fuori luogo.

Non annovero Moro tra i miei eroi, non basta essere uccisi per diventarlo, ma la sua storia mi tocca molto.
Il suo volto, sofferto e solcato dalle rughe, per me rimarrà sempre quello dell'attore del film, Roberto Herlitzka, non posso più vederlo in un altro ruolo, per me ormai è Moro, se lo incontrassi per strada mi prenderebbe un colpo.



Il suo rapimento, la prigionia, il processo cui viene sottoposto dalle Br e la dichiarazione della sua condanna a morte mi sembrano totalmente folli e penso che un simile trattamento non sia ammissibile per nessuno.
Fu il culmine di un periodo strano, allucinante e allucinato, lontano nel tempo eppure ancora così vicino e di cui si sa forse troppo poco.


L'ultima lettera di Aldo Moro alla moglie
Mia dolcissima Noretta,
credo che questa sia proprio l’ultima. Per ragioni misteriose mi sembra preclusa qualsiasi speranza. Non si sa neppure approssimativamente, che cosa accade, in che si concludano le varie iniziative delle quali una volta si parla. Il Papa non può fare niente neppure dimostrativamente, in questo caso? Perché avevamo tanti amici, a schiere. Non una voce che io sappia, si è levata sin qui. Di voi ho ricevuto la sola lettera pubblicata dal "Giorno", che volevo portare sul petto, così per farmi compagnia, all’atto di morire. Ma si è perduta nel pulire la prigione. Per quanto abbia chiesto, non ho saputo altro. Quasi pensavo di aver fatto qualcosa di vergognoso. Ma è il meccanismo, deve essere così. Ed a voi devono avere consigliato (proibito) di fare qualsiasi protesta, che non sarebbe servita a nulla, ma avrebbe dimostrato che io qualche persona cara l’ho ancora. E’ stato tutto freddamente determinato ed io sono stato trattato come se solo mi fossi servito della Democrazia Cristiana. Ma non hanno nemmeno un momento esaminato la situazione, per vedere che cosa era opportuno fare, salvare il salvabile, capire. Una spaventosa improvvisazione. Per me, è finita. Penso solo a voi e, se non sono oppresso fino alla follia, vi richiamo, vi rivedo, da grandi e da piccoli, da anziani e da giovani e tra tutti il dilettissimo Luca con cui passo ancora i momenti disponibili. E poi il dubbio della vostra salute, la ragione del vostro silenzio. .... I nostri dopo 40 giorni si saranno un po’ abituati, ma dimenticati, spero, no. Se a Torrita non venite, comincia col tenermi a Roma, o nella chiesa di Torrita. Abbracciameli tutti tutti, uno ad uno, ogni giorno, come avrei fatto. Ricordatemi un po’, per favore. Io sono cupo e un po’ intontito. Credo non sarà facile imparare a guardare e a parlare con Dio e con i propri cari. Ma c’è speranza diversa da questa? Qualche volta penso alle scelte sbagliate, tante; alle scelte che altri non hanno meritato. Poi dico che tutto sarebbe stato eguale, perché è il destino che ci prende. Mentre lasciamo tutto resta l’amore, l’amore grande grande per te e per i nostri frutti di tanta incredibile e impossibile felicità. Che di tutto resti qualcosa. Ti abbraccio forte, Noretta mia. Morirei felice, se avessi il segno di una vostra presenza. Sono certo che esiste, ma come sarebbe bello vederla. Aldo


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