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giovedì 20 maggio 2021

Riflessioni di resistenza in zona 🟨 -11

Ci sono tante parole che hanno caratterizzato questo periodo, che rimarranno collegate per sempre a questo periodo, che magari non useremo più o forse sì da ora in poi...

Slogan, modi di dire, sigle, abbreviazioni, termini inglesi...

Tra le parole più abusate e usate fin troppo c'è resilienza, peccato perchè il suo significato è davvero bello e dà un segnale di speranza nel futuro. Ma tante persone ora non vogliono neanche sentirla nominare anche se magari non ne conoscono neanche il significato.

Se devo figurarmi un'immagine che la rappresenti mi viene in mente qualcosa del genere


e spesso in giro quando noto qualche particolare simile mi soffermo ad osservarlo incuriosita e ammirata.

Mi considero una persona dalle mille risorse, che raramente si arrende (ma questo potrebbe essere anche considerato un difetto perchè in fin dei conti sono ostinata fino allo stremo). Quindi resiliente sì certamente. Anche se in questo periodo schifoso ad un certo punto avevo perso interesse ad uscire anche solo per fare la necessaria spesa perchè lì fuori mi sembrava tutto così complicato e ostico da farmi passare la voglia di mettere il naso fuori di casa. E' durato poco ma c'è stato. Una pigrizia mentale e fisica di affrontare la nuova realtà.

Ora invece sto notando di avere un nuovo input a fare cose, ad interessarmi, a ributtarmi nella mischia, quasi una fretta, un'urgenza...perchè una cosa che ci ha insegnato la pandemia è carpe diem, non rinunciare a nulla, non rimandare, vivi ogni giorno come se fosse l'ultimo in zona gialla verso la rossa.

Io penso a mille cose contemporaneamente, pronta ad incastrare più attività possibili, corro, vado a tremila ma spesso mi giro e scopro che gli altri sono rimasti al palo, mi guardano da lontano e mi fanno ciao ciao con la mano e spesso non hanno capito la metà delle cose che mi frullano nella testa.

Corro, vado veloce e probabilmente brucio veloce.

Ora ho l'urgenza di fare cose prima della fine della scuola e del nostro trasferimento al mare.

C'è l'incertezza di cosa ci aspetterà questa estate per tanti versi anomala e imprevedibile, c'è la gioia di lasciare situazioni che mi vanno strette ma nello stesso tempo la paura di trovare tutto cambiato al ritorno. La sensazione di non stare bene da nessuna parte ma contemporaneamente di stare bene ovunque. Di aver bisogno di partire ma allo stesso tempo di averne quasi timore.

Al momento ho bisogno di fare cose, vedere gente, come ho letto da qualche parte: uscire dalla propria zona di confort...ecco questa è davvero una bella espressione.

Ci siamo un po' impigriti mentalmente e fisicamente, ci siamo abituati alla tranquillità delle 4 mura domestiche, di casa, del condominio, del quartiere...tanto che abbiamo quasi timore dell'ignoto o del resto. Prima avevamo l'alibi che ci era proibito spingersi troppo in là ma ora che i divieti non ci sono praticamente più dobbiamo essere noi il motore delle nostre scelte.

Quindi bisogna forzarci ad abbandonare le cose famigliari, rassicuranti e a cui siamo abituati per spingerci più in là. Magari torneremo alle vecchie abitudini con maggiore convinzione, con rinnovato interesse scegliendole consapevolmente e non solo subendole perchè tanto non c'è alternativa o perchè rappresentano la strada più facile. 

http://buonecosedipessimogusto.blogspot.com/2021/05/riflessioni-di-resistenza-in-zona-10.html

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lunedì 3 maggio 2021

Riflessioni di resistenza in zona 🟨 -10

Una cosa che, personalmente, ora mi dà fastidio è quando sui social o per caso mi capita di rivedere immagini o video fatti proprio un anno fa.

Mi dà fastidio notare che nonostante siano passati 365 giorni le cose poi non è che siano migliorate molto quando in realtà pensavamo che ne saremmo usciti mooolto prima da questa pandemia.

Un altro aspetto è che ho il sospetto che siano stati commessi molti, troppi errori sulla nostra pelle. Ok era tutto nuovo e si procedeva un po' a tentativi e cercando di non fare troppi danni ma allo stesso tempo di arginare il morbo. Eppure credo che sia stato un errore chiuderci dentro casa, soprattutto qui che la situazione non era grave, che i casi positivi erano davvero pochissimi. Forse siamo stati anche noi troppo ligi a rispettare delle regole calate dall'alto che a vederle ora mi sembrano davvero assurde.


Bè insomma se guardo indietro a un anno fa: le foto in balcone, in terrazza, o se ripenso a quando avevo quasi rinunciato a uscire, se farlo poteva significare solo fare la spesa, fare la fila e incontrare sguardi di rimprovero e minacciosi...mi sembra tutto tempo davvero sprecato, buttato via, che non ci tornerà mai più indietro.

Siamo stati ligi nei confronti di un nemico invisibile, che non conoscevamo e che temevamo. Vedevamo terrorizzati le immagini di quello che accadeva negli ospedali del Nord e ci prefiguravamo sgomenti cosa sarebbe successo quando il Male sarebbe sceso da noi e al Sud.

E' un periodo con cui ancora ho difficoltà a rapportarmi, che devo ancora classificare e chissà mai se ci riuscirò. So solo che non voglio, assolutamente, che si ripetano le stesse situazioni e dinamiche.

Ringrazio gli angeli che mi hanno permesso di andare avanti e di evadere da quella situazione tremenda, sono grata agli espedienti che ci siamo inventati con la stessa intenzione per noi e per le Pop ma poi tutto questo deve essere un punto di partenza, ci deve essere un'evoluzione, bisogna andare avanti.

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sabato 1 maggio 2021

Riflessioni di resistenza in zona 🟨 -9

Ci sono varie cose che ho notato e su cui ho riflettuto in questo periodo, forse perchè in generale si ha più tempo a disposizione o forse perchè sono cose che saltano proprio agli occhi ed è quasi impossibile non rendersene conto.

Una sicuramente è che ci siamo un po' anestetizzati, quasi ammansiti e addomesticati... insomma ci siamo un po' rincoglioniti!

Ci siamo talmente, ahimè, abituati e adattati a situazioni di stress e ad avere restrizioni che fino a qualche tempo fa sarebbero stati impossibili anche solo da immaginare, figuriamoci da vivere che ormai ci sembra questa la normalità. E il modo che abbiamo trovato per sopravvivere, per andare avanti forse è stato proprio quello di non opporre resistenza ma di fingersi morti o di farsi trascinare dalla corrente ed aspettare che il tempo passasse.

Un altro stratagemma è stato quello di abbassare il livello dei nostri desideri e delle nostre aspettative, di volare bassi insomma, di accontentarsi banalmente di quello che si ha, anche se a ben vedere magari è poco, pochissimo...ma vuoi mettere con la fortuna di avere la salute in confronto a tutte le tragedie che si sentono in giro?

Questo secondo me ha fatto sì che invece di darci alla pazza gioia, una volta possibile, o di vivere finalmente a pieno le situazioni, cose che in realtà un po' tutti si aspettavano, facessimo l'esatto opposto. Forse dopo mesi, ma diciamo pure più di un anno, di quarantena, limiti ecc... non siamo più abituati alla felicità pura, a lasciarsi andare liberamente alle emozioni; dopo un periodo così lungo in cui ci siamo fatti violenza, ci siamo castrati per non soccombere...ora posti di fronte ad una cosa che ci può far emozionare in positivo o in negativo rimaniamo attoniti e inebetiti. In caso di sensazioni positive abbiamo anche quasi sotto sotto un senso di colpa, ci sentiamo inadeguati di fronte al benessere che stiamo vivendo nei confronti degli altri che non ne stanno godendo, ci sembra quasi una vittoria immeritata, un furto, un premio che non ci spetta. Se invece si tratta di cose negative, abbassiamo la testa in maniera remissiva pronti ad incassare l'ennesima batosta con rassegnazione.

E tutto questo ovviamente non va bene.

Dovremmo cercare di non smettere di fare sogni e progetti, di amare, ridere a crepapelle, incazzarci anche perchè no? Di vivere insomma e non semplicemente di soprav-vivere, di arrivare strisciando o in punta di piedi a fine mese, o a fine zona rossa, arancione o quello che è...




Va bene gioire e godere delle piccole gioie ritrovate: una gita fuori porta, un aperitivo con gli amici; cose semplici che fino a poco tempo fa erano vietate e additate come l'anticristo ma non dovremmo smettere di pensare in grande, di desiderare e pianificare, anche cose assurde e pazze, sia dal punto di vista economico che razionale, vanno benissimo, anzi meglio.

Un'altra cosa brutta che ho notato è che c'è più invidia in giro e più cattiveria; invece di gioire per gli avvenimenti positivi degli altri, il primo istinto spesso è di sospetto e rimuginamento. Ma queste forse sono reazioni normali in situazioni sociali di cattività come quelle che stiamo vivendo, ci si morde fra simili invece di aiutarsi.