pubbli larga

venerdì 3 aprile 2020

40ena (4° parte)

Se c'è una, tra le varie cose, che mi urta di questa situazione è fare la fila.
Ormai siamo abituati a fare la fila per qualsiasi cosa; se uno deve fare una commissione, la prima cosa che chiede è: ma c'è fila?
In giro c'è il deserto ma poi ti trovi in ogni modo a fare la fila, a stare a distanza di sicurezza da chi ti precede e chi ti succede.
E' una cosa proprio che odio. Da una lato mi sembra di essere ai tempi di guerra, del razionamento alimentare, di tessera a punti, di mercato nero, di croste secco di pane e formaggio, di monte dei pegni. Dall'altro mi vengono in mente i fessi che fanno la fila per comprare il nuovo smartphone o le file per i saldi o per una svendita eccezionale anche se qui non c'è nessuno sconto ma anzi.
Poi mi urtano questi nuovi personaggi che sono spuntati, non sono guardie giurate, sono semplici commessi ma con in più stavolta il ruolo di frazionare gli ingressi nei negozi; ti guardano, ti scrutano e trattano tutti come ebeti pecore.
Per questi motivi ho deciso che non mi avranno mai e non vado a fare la spesa.
Più volte mi è capitato di provarci, di andare a dare un'occhiata e di ritirarmi schifata borbottando:"Piuttosto mi nutro di muschi e licheni raccolti al parco", poi è uscito il regio dpcm della sindaca che ha chiuso i parchi e anche il mio proposito di cibarmi come "Into the wild" è andato a farsi friggere.




Ho visto situazioni davvero estreme.
Ho visto file talmente lunghe che non si capiva dove finiva quella del supermercato e iniziava quella del verdumaio. Ho visto gente incapace di fare una fila ordinata e che per paura di contaminarsi si metteva a 100 metri dagli altri creando un grappolo caotico di persone. Ho visto file mischiarsi con il gruppetto di persone in attesa alle fermate dei bus. Ho visto file fuori da negozi che prima avevano al massimo due clienti in tutto l'anno.
Un altro male che affligge questo quartiere è la grande presenza di vecchietti, già normalmente è sconsigliabile andare a fare la spesa intorno alle 11-12 perchè calano in massa a girovagare nei negozi, creando file, caos e soprattutto comprando un pacchetto di stelline all'uovo.
Questa consuetudine non è cambiata in 40ena per cui la fila sostanzialmente è costituita da loro, proprio il target a cui è stato intimato di #starsenetranquilliallacasa.

Inizialmente da gggiovani telematici abbiamo pensato: ma figurati io compro online!!
Peccato che all'istante tutti i siti siano andati in palla, c'erano voci di fantomatiche possibilità di riuscita collegandoci a mezzanotte e 1 minuto ma non ci siamo mai riusciti. Restano solo pochi siti indipendenti che hanno però costi altissimi.

Mi sono ingegnata e ho rivalutato i tanti negozietti di quartiere che forse hanno i prezzi leggermente più alti ma ne guadagno in tempo e serenità.
A tal proposito che ridere vedere il pizzicagnolo dell'alimentare noto a ragione come o'zozzone adeguarsi alle normative del dpcm e bardarsi con una mascherina fai da te fatta di scottex e sugna!

Il primo sabato sera ho deciso di provare ad andare al Carrefour che è aperto 24 su 24,  pensando astutamente: ma sì non troverò fila; erano le 21 ma poi ho desistito perchè guardando fuori dalla finestra c'era il vuoto cosmico e mi è venuta un po' di paura, mica per altro ma ora la spesa è davvero il tessoro di Gollum, già mi vedevo di notte colpita con un randello per venire depredata dell'agognato bottino.
Il secondo sabato mi sono fatta coraggio e sono andata. Effettivamente c'erano solo tre persone in fila ed ho provato una gioia fortissima, inaspettata.





Le uniche due volte che sono andata in un grosso supermercato in 40ena è successo quasi per caso, in maniera non programmata, mi trovavo a passare lì davanti, a dare un'occhiata e vista la poca fila non ho resistito e sono entrata. Una volta dentro ho mandato un messaggio in codice tipo ladro che riesce ad entrare nel caveau di una banca: sono dentro, cosa devo prendere? Perchè uno in questi momenti preso dall'euforia rischia di prendere tante cose inutili, spendere un sacco di soldi e soprattutto dimenticare prodotti indispensabili quali latte, lievito e carta igienica.

Una cosa positiva del distanziamento sociale imposto in questo periodo è che dopo aver patito la fila all'esterno del supermercato almeno all'interno si sta in poche persone e si può fare la spesa in maniera relativamente tranquilla anche perchè uno ha sempre il pensiero di quelli che stanno fuori aspettando che tu esca ed arrivi il loro turno per entrare. Un po' la stessa sensazione che si ha nei bagni degli autogrill: sollievo ma al contempo fretta di uscire.

All'interno dei supermercati la gente si guarda con sospetto, ormai ognuno viene considerato possibile untore, la gente si scansa; incontrando un altro, nella mente tracciano ipotesi geometriche con diametri di un metro di distanza mettendo il proprio sè al centro e il resto del mondo fuori.

Negli ultimi tempi ho cambiato spesso supermercati perchè vado dove capita quindi il problema è che non so dove sono ubicati i prodotti e dove stanno i reparti; il risultato è che ci metto un sacco a fare la spesa e vago come una mina vagante. Spesso scatenando il panico perchè se c'è una cosa che può davvero mandare in tilt le persone in questo periodo è: vedere uno da lontano che segue una traiettoria, tracciare nella mente le proiezioni geometriche di cui sopra e assistere sgomento al repentino cambio di tragitto dell'altro, rifare le proiezioni ecc.




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