pubbli larga

giovedì 30 aprile 2020

40ena (11° parte)




Si va verso la fase 2; il 4 maggio, Conte ha fatto l'ennesimo regio dpcm, solo che stavolta è stato molto più nebuloso del solito. La gente è confusa e non ci ha capito molto, ci si aspettava un "fuori tutti" ma non è prevedibilmente arrivato. Ci sono piccole modifiche: parchi aperti e visite consentite ai parenti. La maggior parte ha commentato: non mi cambia nulla, qualcuno ha sottolineato: è una fase 1 ma con la suocera! La percezione è gattopardesca: tutto deve cambiare perchè tutto resti com'è.
A me invece cambierà parecchio, spero.

Ritroverò il mio parco, il cui desiderio di ho soppresso in tutti questi giorni. Ritroveremo il nostro parco. Non è ancora chiaro il modo in cui riusciremo a fruirne, pare che non si possa sostare ma solo andare in bici, correre, camminare...pare che ci saranno controlli, ingressi contingentati.
Di sicuro ci tornerò la mattina presto a camminare e solo all'idea sono indecisa se una volta varcato quell'ingresso ora sprangato e sigillato dai nastri gialli mi inginocchierò per terra baciando il prato o mi fermerò ad abbracciare il primo albero. Ritorno alla natura.

L'ultima passeggiata che ho fatto risale all'inizio di marzo, quando fuggimmo in Trentino e l'Italia era ancora una zona rossa a chiazze. Me la sono goduta davvero, quasi immaginando e presagendo che chissà quando ci sarebbe potuta essere la prossima.


Quando eravamo lì abbiamo assistito in diretta alla chiusura di tutte le attività in seguito al regio dpcm che ha esteso la zona rossa a tutta l'Italia; uno dei momenti più tristi che ricorderò è la fila silenziosa e composta fuori dagli uffici per chiedere il rimborso degli skipass, per rendere gli sci ecc. e la conseguente partenza; già gli "addio ai monti" mi rattristano ma questo in particolare, non ho fatto altro che salutare tutti quelli che ho incontrato con un groppo di commozione e rincuorando: ci vedremo in tempi migliori!

Poi siamo tornati a Roma ed è cominciata la 40ena a casa.
Un altro momento molto commuovente è stato il primo messaggio audio da parte della maestra, sentire la sua voce che tremava per la commozione e l'emozione mentre salutava i bambini.
Da allora sono passati quasi 2 mesi, le lezioni a distanza si sono evolute, le maestre sono diventate espertissime di informatica, fanno presentazioni, file audio, slides ecc e a loro volta chiedono di restituire i compiti con foto, pdf, file word, powerpoint...
Addirittura, quando ormai gli altri già lo facevano da giorni, siamo partiti anche noi questa settimana con la didattica a distanza e con le videochat. Ho visto Alice imbarazzata da questa nuova modalità ma anche emozionata di rivedere amici e compagni; ovviamente la prima cosa che ha fatto è dire che trascorriamo la 40ena facendo festini in terrazza e cene con il condominio!

In tutti queste settimane di scuola a distanza è aumentata ancora di più la distanza e la differenza tra le maestre che si danno da fare, per le quali non è una semplice professione ma una missione e chi punta ad arrivare al 27 del mese o addirittura alla pensione senza fare troppi danni nè avere troppi fastidi. Ci sono maestre che hanno lavorato molto di più che se fossero state presenti a scuola, che hanno fatto l'impossibile e anche di più e altre che sono sparite e hanno fatto davvero il minimo.

Sembra che ci si stia avviando ad un ulteriore cambiamento delle nostre abitudini, pare che ci sarà un allentamento dei divieti e delle restrizioni anche se tutti dicono che il ritorno alla vita di prima sarà ancora tra tantissimo tempo e che dovremo cambiare per sempre il nostro modo di comportarci.

Io non sopporto le mascherine, i guanti, le file, i vigili che mi potrebbero fermare e chiedere:"Dove stai andando?", il fatto di dover uscire compilando un foglio...sono insofferente a tutto ciò. Il mio sogno proibito è di uscire da questa 40ena senza aver mai portato una mascherina nè l'autocertificazione e per ora ci sto riuscendo!
Quindi la mia reazione è stata chiudermi dentro casa, che in fin dei conti è la prima cosa fondamentale che ci era stata chiesta di fare; e poi affidarmi e dedicarmi a chi mi è  vicino, ad approfondire la conoscenza con persone che grazie a questa nuova condizione ho potuto frequentare, alle mie micro-società: il palazzo e il condominio.

Ho cercato di far trascorrere alle Pop delle giornate il più possibile spensierate e allegre, di ricavare il buono anche in questo periodo, di avere anche dei momenti di relax o per stare con sè stessi.

La sera ne abbiamo approfittato per vedere la tv, finalmente abbiamo sfruttato quei canali a che non avevamo mai il tempo di vedere: sky, netflix, amazon, disney+....
All'inizio abbiamo visto tutti i film di Verdone che ci mancavano, poi ci sono state serate dedicate ai film catastrofici, d'azione, ai comici demenziali, ai francesi...
Mi sono resa conto che è tantissimo che non andiamo al cinema (eccetto che per vedere i film d'animazione) e non conosco proprio neanche il titolo di tantissimi film che nel frattempo sono usciti.
Poi hanno iniziato a pubblicare spettacoli teatrali comici e un paio di sere a settimana sono state dedicate a questo, ha rappresentato l'ennesimo appuntamento atteso con trepidazione e annunciato dalla mattina:"Oh stasera c'è il teatro, mettiti in ghingheri, offro io!".

Se dovessi dire un cibo che mi ricorderà questo periodo, non saranno le pizze, le focacce, le torte, le paste fresche fatte in casa che comunque facciamo anche nei giorni normali ma  vi stupirò ma si tratta degli inaspettati popcorn al formaggio! 
In tempo di 40ena sono usciti fuori dei prodotti veramente dubbi, che in un periodo normale non avremmo mai comprato ma che ora invece sono gli unici superstiti sugli scaffali dei supermercati. Ho visto panne al salmone, besciamelle senza latte, farine di improbabili frumenti e popcorn al formaggio dall'odore nauseante ma dal sapore tutto sommato poi non così male.
Insomma la nostra madeleine della 40ena saranno proprio loro!





sabato 25 aprile 2020

40ena (10° parte)


Due sono i protagonisti inaspettati di questa 40ena, due i salvatori, gli angeli che hanno fatto sì che la pesantezza della situazione fosse più leggera e tollerabile.

Uno è Yari, il ragazzo del flashmob di cui ho spesso scritto nei precedenti post, che con 40 minuti di musica ogni giorno ci ha fatto ballare, cantare, commuovere stando in balcone e che ha dato l'opportunità alla Pop di incontrarsi, di ballare e di scatenarsi in cortile.


L'altro è Marcello.
E' stato il mio istruttore della palestra ai tempi del liceo-università, già allora ci coinvolgeva nelle sue mille attività e iniziative, non stava mai fermo. Una volta era la festa della primavera da celebrare sempre, una S. Valentino in cui dovevamo scrivere sullo specchio della palestra un nostro desiderio, poi la maratona di Roma, poi la fitboxe, la ginnastica in acqua, la salsa...e le mille altre attività a cui non ho partecipato.

Ho iniziato a frequentare i corsi per seguire un'amica, per noi era l'occasione per stare insieme, ci incontravamo lì e parlavamo fitto fitto durante la lezione e lui si arrabbiava, sentiva un fastidioso brusio di sottofondo ma non riusciva a capire da dove provenisse, allora diceva che eravamo ventriloque...

Era travolgente e coinvolgente con la sua carica e simpatia, impossibile non seguirlo in tutte le sue iniziative. Finchè ho potuto, quando ho iniziato a lavorare ci andavo di corsa in pausa pranzo poi è stato impossibile. Ho frequentato altre palestre ma ho trovato istruttori concentrati solo su loro stessi tanto da fare lezioni di step talmente coreografate per cui solo mezza sala riusciva a seguirli e l'altra metà stava basita a guardarli ma loro imperterriti continuavano ad andare avanti.
Ho sempre continuato a seguire Marcello via social rammaricata dalla distanza geografica che ci pone ai due lati opposti di Roma.

Ad inizio 40ena lui ha iniziato a fare delle lezioni via Facebook, ho seguito la prima in differita, era il 13 marzo, il mio corpo, i miei muscoli hanno iniziato a muoversi a tempo di musica, a riprendere quei movimenti famigliari e conosciuti anni prima, come se fossero passati pochi giorni. Lui è sempre lo stesso, qualche capello grigio in più; uno, dieci, cento paia di occhiali da vicino, da lontano, da mezzo e mezzo ma è sempre lo stesso, sempre lui, le battute, i modi di dire, gli sguardi. E le mie gambe e le mie braccia hanno ritrovato step touch, passo incrociato, ginocchio su, i tempi divisi in otto battute e alla fine posizione comoda e rilassata.

Ho ritrovato e riprovato quelle sensazioni a cui ora so dare un nome e un significato: il piacere di fare sport innanzitutto per sentirsi bene e poi anche per stare bene. L'importanza della costanza, della tenacia, del non fermarsi ma anche di non strafare "ognuno fa il proprio" dice sempre lui.

Proprio alla fine della prima lezione l'ho visto commuoversi, lui, proprio lui, un animale sociale, che di più non si riesce ad immaginare, abituato a stare tra la gente, in mezzo alla gente, per la gente...costretto da questa situazione a stare in casa ad allenarsi davanti ad un tablet sperando che la connessione regga e che chi guarda stia eseguendo gli esercizi correttamente. Per noi che lo seguiamo dall'altra parte ci sembra davvero di seguire una lezione dal vivo, delle volte ci riprende, ci corregge come se davvero ci vedesse ("Ti boccio, alza quel piede"). Ma lui non ha un riscontro immediato, visivo se non la pioggia di like e cuoricini.
La cosa è partita un po' per scommessa un po' in sordina, una lezione la mattina e una la sera...eravamo in 100 a seguirlo.
Io all'inizio seguivo in differita prima di pranzo la lezione delle sera precedente e prima di cena quella della mattina.

Poi con il tempo è diventato un appuntamento quotidiano irrinunciabile, imprescindibile ed è stato il motivo che mi ha dato la forza di stare a casa, che mi ha placato facendomi rinunciare alle mie uscite al parco. Ma è stato anche un momento di unione e condivisione, il gruppo degli appassionati è cresciuto vertiginosamente nel tempo tanto da superare i 400 partecipanti online ma tantissime altre persone lo seguono offline. Poi ho iniziato a seguire almeno una lezione al giorno in diretta ed ho ritrovato la mia amica dei tempi del liceo ma anche la mia vicina di casa e altre amiche a cui lo avevo consigliato e quando ci sentiamo al telefono ci salutiamo dicendo "Oh ci si vede in palestra da Marcello su Facebook". 

E' anche un momento di aggregazione, una parte immancabile della lezione è il brindisi finale con il prosecco con il festeggiamento dei compleanni del giorno.


Al momento il mio pomeriggio è ricco di appuntamenti fissi, dopo pranzo si sta in balcone, alle 16 in terrazza, alle 18 c'è il flashmob, alle 18.30 seguo la lezione di Marcello della mattina e quando finisce di seguito faccio quella in diretta della sera.
Gli eventi di Marcello nel frattempo si sono moltiplicati: la mattina c'è il risveglio muscolare o per i nonnetti, poi le due lezioni giornaliere, poi lo spinning, la domenica la lezione giocosa e la sera rilassante. E la mattina appena mi sveglio la prima cosa che faccio è controllare la locandina per sapere cosa ha organizzato per la giornata; creando, ad esempio, sempre lezioni speciali per i giorni di festa ha permesso di mantenere un senso con la realtà in questi giorni di 40ena che rischiavano di essere uno identico all'altro.
Credo di aver seguito tutte le lezioni di questo periodo, una volta è capitato che il pomeriggio non ci fosse perchè era festa (forse pasquetta) allora sono andata nell'archivio dei video a cercare una lezione da caricare e mi sembrava quasi di scegliere l'etichetta di un vino da una cantina..alla fine ho optato proprio per la prima: per un Marcello annata 13marzo2020 e ho notato di come sono evolute le lezioni finora, del cambiamento che c'è stato, le migliorie ecc.


Il tutto gratis senza mai chiedere o aspettarsi nulla in cambio ma per il gusto di stare insieme e far bene agli altri.
All'inizio della 40ena siamo rimasti tutti immobili e paralizzati da questa nuova situazione, poi piano piano ci siamo svegliati dal torpore e ci si è iniziati ad organizzare con la tecnologia e ad organizzare lezioni online di qualsiasi cosa per i bambini e per gli adulti. Tanti gratuitamente ma tanti anche a pagamento.

Marcello non è mai fomentato od esaltato ma la sua grande dote è che si diverte in quello che fa e lo trasmette agli altri; è sempre attento a chi ha di fronte, fa lezioni che possono seguire davvero tutti e all'interno della stessa c'è un approccio per principianti, intermedi e avanzati. Addirittura chiede di inviargli foto o video di noi che facciamo la lezione per correggerci o dire se va bene. E gli esercizi si possono fare con cose semplici che si hanno a casa: i barattoli dei pelati, il bastone della scopa, le bottiglie d'acqua, una sedia...
L'immagine che porterò sempre con me di questa esperienza è di lui seduto per terra ad inizio o fine lezione che sbircia sul tablet i messaggi di chi scrive o saluta i presenti.


Un altro bellissimo ricordo è la black night che Marcello ha organizzato per la sera di Pasqua, ci ha detto di vestirsi eleganti, di abbandonare per una sera pigiama e tuta ma di avere cura di noi, per noi ma anche per gli altri, di farci belli per fare un brindisi tutti insieme.
Come al solito, le sue iniziative, per quanto possano sembrare all'inizio strampalate o folli hanno poi un grande senso e un enorme seguito testimoniate dalle tantissime foto e filmati che gli vengono spediti. 


Ormai Marcello è diventato uno di casa, anche le Pop lo conoscono e passando vicino al pc buttano un'occhiata e dicono"ah si è tagliato i capelli...o ha cambiato gli occhiali".
Il suo momento è fisso e irrinunciabile, con il tempo ho seguito le lezioni in tutte le stanze della casa cercando di ritagliare un po' di spazio per me: in salone, in camera da letto, nella stanza delle Pop, sul portatile, sul pc, collegata alla tv, ascoltando l'audio tramite Alexa, sempre alla ricerca del wifi...

Qualche giorno fa la tv è andata da lui per registrare un servizio andato poi in onda su Raitre.


Il desiderio è ora che tutto finisca al più presto e che se anche le palestre rimarranno chiuse ancora per parecchio almeno si possa fare una bella lezione all'aperto tutti insieme.

Grazie per quello che ci hai donato, per i momenti di allegria e riflessione, per averci fatto compagnia in questa 40ena con spensieratezza ma sempre con un plauso a chi si fa il mazzo in questo periodo per tirarci fuori da questa situazione e per averci dato muscoli finalmente più tonici e definiti!!

giovedì 23 aprile 2020

40ena (9° parte)

Ieri sono uscita di casa dopo, credo, 10 giorni. Nel senso che sono uscita in strada perchè durante questo periodo in realtà sono stata spesso all'aperto in terrazza o in balcone. 

Nell'evoluzione di questa lunga quarantena nelle ultime due settimane abbiamo deciso che il nostro condominio, i luoghi e chi vi abita, era sicuro e sano e tutto quello che è al di fuori invece è potenzialmente da evitare.

E' stata una decisione impulsiva e naturale e condivisa da tutti, senza dircelo.
Il flashmob ci ha permesso all'inizio di stare al sicuro nelle proprie case ma anche di curiosare col naso di fuori e avere un contatto con chi ci sta intorno e magari fino a poco tempo fa ignoravamo.
Poi i bambini hanno iniziato a scendere e a stare tra di loro, a correre e a fare girotondi.
Alice si è espressa nel modo che le viene più naturale: ballare, ballare, ballare...



E noi dal balcone a guardarli. 

Poi hanno preso i gessetti colorati e hanno iniziato a colorare l'asfalto, a fare scritte variopinte e a disegnare fuochi d'artificio multicolori...la pioggia ha portato poi via tutto tranne le loro esplosioni pirotecniche di colore.
Hanno trasformato il grigio del cemento, il nero dell'asfalto in luce e allegria.


E noi da su a guardarli e chissà quanti altri come noi.

Il parcheggio si è trasformato in un cortile per bambini, cosa mai successa prima e che mai succederà visto che è un luogo pericoloso e inadatto in cui transitano tante macchine.
Un cortile d'altri tempi quelli in cui i bambini venivano chiamati dalla finestra per farli salire o a cui passavi qualcosa calandolo giù con una cordicella.

Il palazzo è diventata un'unica comune in cui i bambini girano e si ritrovano, si fa merenda, il terrazzo è diventata una pista di pattinaggio e un'area giochi.


Cose impensabili fino a poco tempo fa e che non si ripeteranno mai più.
Cose che succedono solo quando stiamo al mare e ci chiediamo con rammarico: ma perchè a Roma non succede? Perchè in una grande città è tutto più difficile?

Dicevo ieri sono uscita perchè mi sono accorta che da quando l'avevo fatto l'ultima volta per necessità era passato davvero tanto tempo.
Ieri pioveva, ho fatto un giro intorno al parco, ogni entrata era sbarrata dai nastri gialli della municipale, nessuno li aveva strappati "Però che bravi" ho pensato. L'entrata principale addirittura era chiusa e c'era una catena con lucchetto. Mai visto il cancello chiuso prima nè di giorno nè di notte, avranno comprato il tutto apposta.

Non ho provato la solita euforia di sempre nello stare all'aria aperta, forse perchè non c'era il sole, anzi ho sentito la puzza della pipì dei cani, dei marciapiedi sporchi. E quando sono tornata a casa ho provato quasi sollievo.

Tanto tempo fa ho visto un film angosciante "Home" racconta di una famiglia che vive accanto ad un'autostrada, la situazione è invivibile per il rumore, per le vibrazioni delle macchine che passano. Gradualmente iniziano a chiudersi dentro casa, con rabbia e isteria dovuti anche al fatto di non dormire, murano le finestre, prendono sonniferi, fanno incetta di surgelati fino ad arrivare alla pazzia vera e propria... Ho pensato spesso a quel film soprattutto all'inizio della 40ena, al terrore di vivere la stessa situazione e che la reclusione e lo stare chiusi in casa diventasse normale.

Ho sempre avuto il terrore che una situazione di anormalità come lo stare in cattività diventasse la norma, che ci si abituasse davvero a tutto come se fosse logico e naturale.

Non è questo il caso, spero, credo, vedo, abbiamo riscoperto il piacere di stare in casa, con noi stessi, di far parte di una piccola comunità come il condominio, di condividere le esperienze, la situazione.
All'inizio provavo questa sensazione di clausura forzata, di gabbia: la tentazione era quella di fuggire via, mi chiedevo: e mo' che faccio? che ci faccio qui? ... col tempo poi proprio il fatto di condividere il momento con gli altri ha fatto sì che ci sentissimo tutti parte di qualcosa e che non ci si potesse più sottrarre, andare via.

Un altro paragone inevitabile è con "Cecità" di Saramago soprattutto per la paura dell'altro, per la diffidenza, il diventare cattivi gli uni con gli altri, la barbaria...

Si consiglia la visione e la lettura ma solo non siete già tristi o abbacchiati.

Ecco forse un passatempo a cui non mi sono dedicata in questa 40ena è stata la lettura, in parte per mancanza di tempo; sembra incredibile ma momenti di ozio non ne ho mai avuti. La mattina è dedicata alla scuola a distanza, dopo pranzo si sta al sole, dopo le 16, per non disturbare quelli dell'ultimo piano, si va in terrazza e poi c'è il flashmob, attività ludiche, varie ed eventuali, la ginnastica, la cena poi il flashmob serale: insomma un intenso carnet di appuntamenti. Un altro motivo per cui non ho letto è che mi è rimasto solo un libro, tra l'altro iniziato e nel caso lo avessi finito, come in genere rapidamente faccio, come avrei potuto procacciarmene altri? Con le librerie chiuse, Amazon non si poteva usare, o meglio era attivo, all'inizio 40ena sembrava che chi utilizzasse i corrieri per scopi non vitali fosse un carnefice di chi trasportava merci, poi tutto questo timore si è andato a far benedire e si sono tornate ad ordinare le solite futili minchiate. Inoltre per leggere ho bisogno di relativo silenzio e tranquillità che con due Pop dentro casa non è proprio facile da ottenere. Ma anche con un marito a cui intimavo "Vai a buttare la mondezza" "Ok" "Vai a buttare la mondezza" "Ma l'ho appena buttata..." "Vai a buttare la mondezza!!" "Ok..." 

Mi sono dedicata alle parole crociate, ingegnandomi a risolvere anche quei giochi della settimana enigmistica, quelli piccoli, che nessuno si fila; al sole, in balcone, con la musica di sottofondo.








giovedì 16 aprile 2020

40ena (8° parte)

Dicevamo dei bambini, piccoli e fastidiosi untori.
Passano i giorni e qui ci si adegua.

Cerchiamo di passare più tempo possibile fuori, ora addirittura pranziamo in balcone, seduti all'orientale per terra e usando un tavolino basso.

Siamo nella stagione più bella, Roma ci sta regalando delle giornate primaverili magnifiche.
Delle volte mi alzo e spero quasi che sia brutto tempo per non dover passare un'altra giornata in casa, per non perdere l'ennesima occasione di stare all'aperto col sole ma poi quando piove e fa freddo e manco si può stare in balcone preferisco quando fa bel tempo.

Ogni tanto scendiamo in cortile (o meglio parcheggio) a giocare o andiamo in terrazza, prima lo facevamo in maniera più timida, di soppiatto e di fretta; ora ci stiamo più tempo con il monopattino o i pattini, si chiacchiera coi vicini. Se continua così chissà più in là chissà cosa faremo?






Devo dire che il nostro condominio si sta dimostrando molto tollerante e non c'è nessuno che protesta o borbotta, da altri parti ho saputo di cartelli di divieto subito comparsi in cui si esplicita di non poter giocare in cortile o in terrazza. Perchè i giustizieri della notte, anzi del giorno, sono sempre pronti a puntare il dito contro gli altri ma spesso sono codardi e non ti affrontano di petto ma si rivolgono all'amministratore o si palesano con anonimi cartelli.


Secondo me ci vuole tolleranza, buon senso e quieto vivere.

Sono da vietare gli assembramenti ma per il resto se un nucleo famigliare va al parco o sta un po' all'aria aperta non mi sembra faccia nulla di male. Così come il singolo che va a correre o in bicicletta o semplicemente si fa una passeggiata nel verde.
Aivoglia a farmi vedere immagini dei due che corrono uno dietro l'altro, quello davanti scaracchia e quello in scia rimane appestato a vita. O ancora peggio quelle riprese dell'elicottero che insegue l'unico individuo che passeggia su una spiaggia deserta e quasi lo punta con un mitragliatore. Sappiamo quanto costa far volare un elicottero ma non hanno proprio altro di più urgente a cui dedicarsi?



L'ho sempre detto che le mie passeggiate al parco erano prima di tutto uno svago mentale e poi anche fisico e al principio del lockdown ho sempre pensato che una fuga in sordina nel verde fosse vitale e salutare e da comprendere e biasimare molto più di una fantomatica possibile fonte di contaminazione...ma con chi poi che non c'era nessuno!?


I casi di uscite fuor di melone stanno aumentando, si sentono un sacco di suicidi o tentati, di omicidi, i centri specializzati sono chiusi, vedo un sacco di sbandati, tossici e ubriachi in giro.  Ci vuole una valvola di sfogo prima che scoppiamo davvero...


Nelle nostre uscite all'aperto capita di incontrare altri bambini che conosciamo e le Pop subito si uniscono a loro a giocare; come si fanno a tenere i bambini separati? Anche nel Flashmob ormai da tempo più bambini ballano e corrono insieme, la prima cosa che hanno fatto è correre tenendosi per mano. Impensabile trattenerli o vietargli di farlo.

E' un messaggio di speranza, di un futuro migliore, di pezzi di vita che ingiustamente abbiamo soppresso o dimenticato.
C'è gente che viene da altri palazzi ogni giorno per assistere al rito delle 18, da qualche giorno abbiamo richiesto che quello delle 21 venisse tenuto tutte le sere anzichè solo nel weekend. 
Eccone un assaggio e ci siamo anche noi, ripresi dal palazzo di fronte.



E inoltre ieri le Pop hanno voluto fare un ringraziamento speciale a chi mette la musica tutti i giorni.





Siamo in una fase in cui c'è chi pensa all'estate, chi alla possibilità che dal 4 maggio si possa tornare alla vita normale, chi all'asteroide che segnerà la fine dell'umanità.


All'improvviso si è iniziato pure a parlare di vacanze, di mare, di spiagge e come sarà possibile avere tutto questo mantenendo il distanziamento sociale.

E' uscita fuori questa immagine,




sinceramente pensavo fosse una fake news o una provocazione.
Mi sembra comunque infattibile, credo anche in quel caso sarà sufficiente un po' di buon senso.
Non credo che vieteranno di andare al mare o in montagna perchè davvero sarebbe la fine per l'industria del turismo, e tutti gli annessi e connessi, che già è paralizzata con il blocco di tutte le attività di questo periodo.

E parliamo di vacanze...
Noi che finita una già si era proiettati verso l'altra, che appena tornati già si prenotava o si pensava alla prossima occasione per partire.
Ed ora non si può neanche mettere il naso fuori dalla finestra.
Ho letto possibili scenari futuri...pare che ne usciremo definitivamente, forse, pare, solo fra un anno. Ammesso che sia così bisogna considerare cosa succederà negli altri Paesi, quelli intorno e vicino a noi ma anche quelli lontani visto che ormai il globo per le comunicazioni e i trasporti è diventato all'improvviso piccolissimo.

40ena (7° parte)


Un consiglio che mi sento di dare è di allontanare da voi le persone negative, che vedono tutto nero, i complottisti e i disfattisti.
So che questo spesso significa togliere via una bella fetta delle persone con cui si ha a che fare (via telefono per carità) ma vivrete sicuramente meglio.

Una cosa che abbiamo imparato in questi giorni è vivere alla giornata, affrontare il quotidiano per come si presenta, del doman non v'è certezza, e ora più che mai.
D'altra parte come sostiene Pippo, sì proprio lui l'amico di Topolino, "E' strano come una discesa, vista dal basso, somigli tanto a una salita" o che se divido una salita in tantissimi piccoli segmenti questi non avranno più quella terribile e temuta pendenza. Tutto è relativo.

In genere sono una che ama programmare, che si fa schemi precisi delle cose da fare, liste minuziose, appunti, diagrammi incasinati e comprensibili solo a me...capite bene quanto questa situazione incerta e strana mi possa mandare fuor di melone.
Ma che dobbiamo fare? Ci dobbiamo convivere.
Mi piacerebbe andare avanti nel tempo solo per poter avere una data di quando tutto sarà finito, per potermi organizzare e davvero fare il conto alla rovescia.
Invece ci troviamo impantanati in questa situazione alla "Fine pena mai", scandita da successivi e continui regi dpcm che non fanno altro che spostare temporalmente la nostra situazione un po' più in là ma senza alcuna vera novità.

Se penso alla situazione lavorativa c'è davvero da mettersi a piangere, per quanto mi riguarda dalla chiusura delle scuole si è fermato tutto. All'inizio abbiamo aspettato, sperando col fiato sospeso, poi abbiamo cercato di recuperare, di mantenere in vita qualcosa. Ho sentito le strutture con cui collaboro e sono tutti molto più disperati di me.

Nei regi dpcm i bambini non vengono mai considerati, sono solo dei piccoli untori scassaballe, che non si ammalano ma sono solo capaci di appestare gli adulti che gli stanno intorno; quindi devono diventare invisibili non fiatare, non dare fastidio.
E ancora di più non vengono considerati i bimbi più piccoli della fascia 0-3 anni e di conseguenza le realtà con cui lavoriamo noi ovvero gli asili nido; ogni tanto il governo cita le scuole ma si riferisce sempre a quelle dell'obbligo, i fantomatici aiuti economici non li riguardano mai.

Sinceramente non so quando tutto finirà quante attività non riapriranno comunque perchè non potranno farlo per i debiti. Nonostante la chiusura hanno comunque spese fisse da sostenere che già sono pesanti per un mese, figuriamoci per due, tre ecc.
Penso a quei negozietti di zona che già prima faticavano e resistevano giorno per giorno continuando a tirare su la saracinesca.

C'è chi pensa che quando tutto finirà ci sarà un nuovo boom economico come dopo la guerra. Bohhh... io credo che non ripartirà tutto all'improvviso e che non ci siano affatto soldi da spendere e da rimettere in circolo che possano far ripartire l'economia. Penso anche a chi si occupa di intrattenimento, di beni non indispensabili, di tempo libero...credo che alla fine di tutto ciò, le persone avranno davvero pochi soldi da dedicare alle cose frivole e non essenziali, nè tempo, nè ferie e forse manco voglia.
O magari al contrario presi dall'euforia del "fuori tutti" si fionderanno proprio su questi settori, spendendo a piene mani anche a costo di contrarre debiti. Chi lo sa!?

Gli unici lavoratori che si sono salvati da questa tregenda sono i dipendenti pubblici o chi lavora in grandi ditte; quasi tutti ora lavorano da casa; finalmente si sta scoprendo che è possibile farlo, evitando traffico, tempi morti ecc. Che sia finalmente l'occasione per convertire il lavoro in maniera più moderna e intelligente? Almeno tutto questo macello è servito a qualcosa, a far capire ai più ritrosi e ancorati alle tradizioni che altri modi di lavorare sono possibili.









sabato 11 aprile 2020

40ena (6° parte)



C'è chi tiene il conto: siamo al giorno xxx di 40ena, a me sa troppo di carcere, non riesco e poi rischia di prendermi ancora di più lo sconforto.

Però ci sono segnali che mi fanno capire che tanti giorni stanno passando: è caduto il secondo dentino da quando siamo in 40ena, in giro si vedono signore con ricrescite decimetriche.

Ebbene sì sono uscita di nuovo di casa, l'ultima volta era stato per una passeggiata nel cortile condominiale: andiamo a toccare il cancello di destra, di sinistra, di davanti e di dietro, poi si torna a casa.
Devo dire che nel nostro condominio sono tranquilli, non stanno come cecchini con il mitra spianato dal balconcino pronti ad impallinare e cazziare chi si prende un po' d'aria. Ci sono coppie di vecchietti, vecchietta e badante, genitore con bambino che fanno avanti e indietro camminando, forse contano pure i passi.

Addirittura ora durante il flashmob le bambine scendono giù e per mezz'ora corrono nel parcheggio.
Possiamo in qualche modo sopperire al fatto di stare chiusi dentro casa trascorrendo il pomeriggio in balcone a rosolarci ma la mancanza di attività fisica è difficile da colmare.
Le Pop ogni tanto ballano e saltano ma non è la stessa cosa e vedo che sempre prima hanno il fiatone e si stancano.
Il flashmob è stata la nostra ancora di salvezza, appuntamento delle 18 aspettato con trepidazione tutti i giorni per ascoltare, ballare e cantare 5 canzoni, con in più il bonus di quello delle 21 il venerdì e il sabato sera, più intimo e coinvolgente con le lucine accese in balcone.
Addirittura c'è gente che viene a vederlo da altri condomini o ci sono persone che conosco, non del nostro comprensorio, che si divertono a sentire ogni volta nominare le Pop come corpo di ballo ufficiale: è un modo comunque per tenersi in contatto.

In altri condomini hanno vietato che i bambini possano scorrazzare in cortile per mezz'ora o addirittura inveiscono dalle finestre contro chi cerca di fare un po' di attività fisica negli spazi condominiali.
La gente giudica e condanna senza sapere, se guardassero nelle loro case e si curassero di più delle loro cose, tutto andrebbe meglio, ne sono sicura. Poi dall'alto di cosa si permettono questi gesti? Non si sa, anzi spesso, se ci fate caso, sono proprio i più mediocri o quelli che hanno meno titoli e meriti ad attribuirsi questi ruoli.

Durante questo periodo ho visto gente con mascherine improvvisate, ho visto uno con una maschera da piscina, ho visto uno agghindato così da farmi temere una guerra chimico-batteriologica-nucleare


Ho visto gente sola in macchina con la mascherina temendo forse il contagio virulento dell'Arbre Magic, ho visto gente camminare in mezzo alla strada per evitare il contatto con altre persone ma rischiando di essere investiti da una macchina. Ho visto, o più che altro letto, gente sentirsi infettivologi, luminari e dispensare dati e consigli.

Abbiamo riscoperto angoli di casa che non abbiamo mai considerato.
Tipo il balcone: 1 metro di larghezza per vari di lunghezza. Da sempre è stato ritenuto adatto solo come luogo per stendere i panni e al massimo degno di ospitare qualche pianta e la lettiera del gatto.
Ora ci accontentiamo pure di questo, riusciamo con abili tetris a starci per ore in 4, sdraiati o seduti, portando fuori la cassa della musica, i giochi, i peluche, i teli mare ecc.
Non siamo gli unici, da lontano, nel nostro campeggio condominiale si intravedono ginocchia al sole e gambe stese.

O rivalutiamo angoli del cortile di casa considerato sinora solo zona di passaggio o di parcheggio, ora ci accontentiamo anche di quello per sgranchirci un po' le gambe o per cambiare visuale.

I miei affacci alla vita reale sono sempre sporadici e colmi di imbarazzo, entrando in un negozio non so mai come comportarmi; mentre prima si entrava senza problemi, ora già da fuori bisogna chiedere."Permesso, posso entrare?" Come se si entrasse in una casa privata "E' il mio turno?"

Sono andata dall'ottico a comprare dei nuovi occhiali visto che la Pop si è seduta sui miei distruggendoli. (A proposito oltre ai vari calcoli sono anche X giorni che non metto le lenti a contatto).

Una volta entrata in negozio si trovano un sacco di strisce di scotch per terra per delimitare la zona di distanza di 1 metro, per cui ti ritrovi a fare uno scambio, quasi un balletto con la commessa tirandosi reciprocamente le cose sul bancone.

Gli occhiali rotti sono solo l'ultima delle cose che si sono scassate in questa 40ena, sarà perchè si sta di più a casa e si usano di più gli oggetti, sarà perchè la sfiga si concentra nei momenti meno opportuni.

Abbiamo passato la 40ena senza ascensore, inoltre per qualche ora siamo stati senza gas, poi si è rotta la finestra della cucina, riparata alla bell'e meglio con un simpatico telo di plastica verde che fa molto Covid, credo che i vicini di fronte ci abbiano già denunciati come caso sospetto.
Ovviamente impossibile trovare un tecnico in questo periodo, tutto fermo.

Poi la lavatrice ha iniziato a fare cigolii sospetti e c'è un qualche dente che inizia a darmi fastidio. Tempismo perfetto. Quando la situazione è sgarrupata tutto il resto inizia a esserlo fino a che ti senti sgarrupato pure tu.










martedì 7 aprile 2020

40ena (5° parte)

Cerco di non pensare al tempo che è passato e soprattutto al fatto che non abbiamo ancora una data per "aprite le gabbie" ma poi ci sono fatti che mi fanno rendere conto che sono davvero passati tanti giorni.

Tipo la barba che cresce (non la mia eh!?), la ricrescita che si allunga (la mia eh purtroppo sì) oppure il pensare che al primo flash mob eravamo in balcone con la felpa e il cappuccio ed ora, complice anche il cambio dell'ora, siamo al sole e in maglietta.
I giorni sembrano susseguirsi uguali ma in realtà ci sono piccoli aggiustamenti, perfezionamenti; ci si adegua a tutto e si cerca di stare meglio che si può.

I compiti prima erano una semplice esecuzione con la supervisione del genitore, ora visto che la situazione si è protratta, si è deciso che in qualche modo bisogna dare un voto a questi bambini, quindi è iniziata la fase dell'autocorrezione e delle verifiche. Quindi alla gran mole di dati e lavoro in, si è aggiunto anche quello di ritorno out, si cercano di produrre foto decenti di quaderni da inviare alle insegnanti.
E anche le lezioni di fitness che sto seguendo online all'inizio erano: ma sì proviamo e vediamo che esce fuori, ora col tempo si sono fatte più complesse, si è aumentata la difficoltà tecnica e l'istruttore vuole foto e video per correggere e verificare gli esercizi se abbiamo dubbi su come debbano essere eseguiti. Spero di non sbagliarmi e di non inviare foto degli squat alle maestre e di analisi logica all'istruttore!

La mattina quando mi alzo e guardo fuori mi dà sempre l'impressione di trovarmi in campeggio.
Ormai grazie ai flash-mob conosciamo volti, nomi e storie di quelli che ci abitano di fronte, per cui nelle diverse ore della giornate sembra davvero di vivere in un camping con tutte tende vicine, il minimo che puoi fare è osservare gli altri anche perchè non hai altro panorama a disposizione. Perciò sai cosa mangiano a pranzo, cosa guardano in tv, i loro orari e il tutto si sta amplificando con le belle giornate e le finestre sempre aperte e gli inquilini che ormai considerano il minuscolo balcone semplicemente una camera in più per cui ci mangiano, ci fanno chiamate di lavoro (anche perchè spesso è l'unico posto della casa in cui il telefono prende bene), ci si gioca e si prende il sole.
Un mega campeggio condominiale in cui tutto è sotto gli occhi di tutti, i bambini giocano da un cortile all'altro lanciandosi la palla oltre la rete; prima o poi mi aspetto di vedere qualcuno dirigersi verso il bagno comune con il rotolo di carta igienica sotto il braccio.

Qualche giorno fa sono usciti dati incoraggianti sul numero di contagiati, una flebile speranza e il giorno dopo subito si vedeva un sacco di gente in giro, tanto da sembrare un giorno normale.

All'inizio della quarantena l'occupazione principale di molti era stare alla finestra o in maniera un po' contraddittoria in giro ed accusare chi stava all'aperto in barba al regio dpcm.
Questo perchè fondamentalmente la gente non si fa i cazzi suoi e ci gode ad additare gli altri: dagli all'untore.
Complice il fatto che le regole non fossero proprio chiarissime, prima se la sono presa con chi correva, poi con chi andava al parco, poi con chi usciva con il cane e poi con il bambino...Addirittura c'è chi chiamava i vigili o faceva foto per denunciare il malfatto e si sentiva un eroe!

Io sono sempre per il buonsenso, secondo me nei limiti e nel rispetto delle regole sono tutte attività che potevano essere fatte.

Fino a che sono potuta andare al parco, la mattina presto, camminando a distanza dagli altri stavo più o meno bene. Poi l'hanno chiuso, per quanto sia impossibile chiudere il nostro perchè ha mille accessi ma poi hanno iniziato a girare volanti con i lampeggianti accesi intimando le persone ad uscire e allora è davvero cambiato tutto.

Proprio ora che è il periodo più bello, che inizia a fare caldo, con gli alberi in fiore, i prati pieni di margherite...

Uno degli ultimi giorni ho incontrato la mia compagna di camminate ma ha preferito stare dalla parte opposta della pista, allora ho capito che qualcosa stava davvero cambiando.

Un giorno sono salita in terrazzo in cerca di un po' di sole e l'ho visto da lontano, bello, in fiore e vuoto.

Per me è una sofferenza immane non poter vivere tutto questo, io, proprio io che in ogni situazione di natura, aria aperta, sole in faccia, contemplazione...non posso far altro che definire il momento "Breathe" perchè è così che mi sento, mi sembra di smettere di vivere in apnea o in affanno ma di poter tornare davvero a respirare in maniera naturale.

Non santifico le feste canoniche, non mi emoziono più di tanto per le ricorrenze ma la primavera la sento proprio! E tutta 'sta tragedia è arrivata proprio ora, nel momento peggiore quando il lavoro stava andando bene, era il periodo più pieno, le Pop erano nel clou di scuola, sport ecc., c'eravamo create una fantastica routine fatta anche di cinema, teatro e balletti.
Ora si vive con un po' di rimpianti: mannaggia a me che quella volta non sono uscita, non ho partecipato alla tale iniziativa vinta dalla pigrizia ecc.
Ci serva da insegnamento per il futuro.