pubbli larga

venerdì 10 maggio 2013

La mia prima presentazione

Come forse anche i muri sapranno...ho scritto un libro, insieme agli HunterBrothers.
In questi giorni stiamo facendo delle presentazioni un po' in giro.
La prima è stata alla Mondadori, mica cotica...

È passato un po' di tempo ma voglio mettere per scritto un po' di istantanee, di frammenti di quei momenti.

Uno dei crucci principali ovviamente è: e mo' che mi metto?
Considerando che a) devo allattare, c) che devo smaltire giusto una decina di chili, c) che non mi voglio vestire di nero anche se farebbe molto dark lady, perfetto per la situation gotico-mistero misterioso e non sarebbe affatto male come scelta cromatica visto che i ragazzi del gruppo in genere si mettono le loro magliette ufficiali nere con il logo. 
Insomma considerando tutto questo dal mio vasto e sconfinato guardaroba che manco la signora "Sex&The city" in persona ha (pare vero...) la scelta si riduce a due vestiti: uno a maniche lunghe e uno a maniche corte. Opto per quello estivo, tanto ho sempre caldo.
Secondo cruccio esistenziale: le calze le metto oppure no? Alla fine decido per il sì perchè non so chi ha detto che una donna dovrebbe sempre indossare le calze (a luglio in piena bolla di calore e tenete bimbi e vecchi a casa, ne riparliamo) e poi esercitano un certo effetto compressivo-contenitivo da non sottovalutare.
Terzo cruccio: che scarpe mi metto? La diatriba è fra scarpe molto fiche bianche con tacco da trampoliere e scarpa color indefinito topo morto che va su tutto, con zeppa abbastanza alta da donarmi svariati centimetri di più ma incredibilmente comoda. Provo le bianche borbottando "Cribbio sono pur sempre una donna!", percorro il corridoio zoppicando incerta e me le sfilo subito gettandole nello sgabuzzino bofonchiando "Anni di femminismo, di lotte per cosa? Viva il topo morto!".

Stiamo per uscire e ovviamente le due Pop se la dormono alla grande. Siamo preoccupati, cioè mm lo è considerando che se le dovrà smazzare lui mentre la mamma fa la presentazione. Siamo già stretti coi tempi, cerco di svegliare delicatamente la Pop. Lei quando si sveglia di pomeriggio ha bisogno di un tempo indefinitamente lungo per riconciliarsi col mondo, io lo chiamo "risveglio soft", è necessario altrimenti le girano a rondella. Ora non c'è tempo. Inizio a cambiarla mentre dorme. Quando apre un occhio le faccio vedere che mi sono vestita diversa dal solito perchè stiamo andando ad un evento importante, ad una festa allora si convince di buon grado pure lei!
In macchina mi chiedo quanti minuti prima della presentazione la Pop mi smaglierà le calze e quanti secondi prima Marta mi rigurgiterà sulla spalla.

Arriviamo in loco, in vetrina vedo il libro e inizia a salire un po' di emozione. Vedo anche il posto dove avverrà la presentazione, tante sedie ma ahimè vuote. Esprimo la mia preoccupazione a mm e lui "Maaa succede sempre così, alle presentazioni si usa, non ci va mai nessuno". !? Va bè... Io non so bene quanti miei amici verranno, ho mandato un sacco di inviti, tanti che alla fine non ho capito chi ha detto si, chi no, chi forse, chi "scusa Petra chi?". La sala si riempie piano piano. Gli HunterBrothers sono agitatissimi, a proposito mi hanno fregato e si sono messi tutti con le camicie bianche col loro logo. 
Inizialmente sto un po' in disparte, come piace a me, osservo tutto da spettatrice poi mi alzo e faccio un po' di pubblic relation. Mi avvicino ad un espositore su cui hanno messo varie copie del nostro libro e c'è un ragazzo che lo sfoglia con curiosità. Devo dire che è  una strana sensazione vedere uno sconosciuto che legge quello che tu hai scritto, è anche tremendo pensare: e se ora fa qualche commento negativo? Mi allontano và. Manca pochissimo. Sandro e Roberto mi chiedono:"Di che parlerai?" La mia risposta è:"Non so, credo che andrò a braccio". È proprio così, non mi sono preparata un discorso, presa dagli eventi e in altre faccende affaccendate, ma ho varie idee in testa, improvviserò. Non parlo in pubblico ad occhio e croce dalla discussione della tesi di laurea ma fa niente. La libreria ora è gremita, aggiungono delle sedie. Ci avviciniamo al tavolo col microfono, prendiamo posto. Fa caldo sotto le luci, ho fatto bene a mettermi il vestito a maniche corte! La tensione ora sale, sento la salivazione azzerata, l'effetto Fantozzi: la lingua che diventa ruvida come uno zerbino. Fa un discorso introduttivo Anonimo Italiano, si vede che è abituato alle platee, a parlare di fronte a tante persone. Parla Sandro, spiega il libro, com'è suddiviso ecc. Poi è il turno di Roberto, di Pasquale. Si dilungano a descrivere qualche caso, ad illustrare l'attrezzatura che usano durante le loro indagini. Stanno andando bene, ancora meglio del solito. Poi è il mio turno. Nei minuti precedenti avevo sentito pure Marta piangere e mi si era stretto un po' il cuore. Il mio posto ora è qui. Cerco di non fissare lo sguardo su una vecchietta che ho visto fra il pubblico che mi ricorda troppo la segretaria di Mario (Maccio Capatonda) per evitare di ridere in maniera inopportuna. Allora fisso un punto vago. La fregatura del fatto di parlare a tanta gente è che non è come un dialogo botta-risposta in cui hai immediatamente la risposta a quello che stai dicendo. Qui è come un monologo, tu vai avanti, stando ben attento a non lasciare spazi di silenzio, non sai se la gente apprezza o no quello che stai dicendo, se stai andando bene oppure no. Nel frattempo vedo la testa di mm fare su e giù dietro le altre teste delle persone in piedi: sta saltellando per la libreria con Marta in braccio. La sta addormentando o scotennando non lo so. E Alice dov'è? Starà con qualcuno dei nostri amici. Poi è il turno di Roberta, la giornalista, fa un breve ma appassionato discorso. Infine è di nuovo Sandro a parlare, chiede se c'è qualcuno che vuole fare qualche domanda e poi chiede a chi vuole di avvicinarsi al tavolo per far firmare la copia del libro. Molti chiedono anche a me di firmare. E mo' che scrivo? A questo non ero assolutamente preparata. Mi tengo sul generico "Buona lettura!". Mentre stiamo firmando un mio amico si avvicina e solleva la Pop in alto facendomela vedere tra le persone: mi scoppia il cuore dall'emozione.

Ho rivisto il filmato e tutto sommato sono soddisfatta, un discorso non male, peccato le mie  pose un po' da Caccamo sprofondata nella sedia.




Ho sentito grande calore, partecipazione, emozione degli amici degli HunterBrothers.

Un ringraziamento speciale a chi c'era, a chi ha aiutato mm nell'opera di babysitting con due Pop, a lui che se l'è smazzate, a chi c'è sempre nei miei momenti importanti.

Un velo di tristezza per chi avresti voluto vedere davvero fra tutte quelle teste e non c'è stato. Per chi avresti sperato fino all'ultimo di veder spuntare dal fondo della libreria.
In queste occasioni si sa le assenze pesano come macigni e offuscano un po' tutto il resto.

Alla fine dei miei mille inviti chi è venuto? Forse chi non ti aspetti, chi hai visto l'ultima volta tanto tempo fa eppure ti ha seguito lo stesso magari in maniera discreta da lontano (come ho scritto nella dedica del libro).

Un altro ringraziamento speciale va a Roberto che mi ha fatto entrare nel suo mondo del mistero permettendomi di coronare un sogno: di scrivere e pubblicare un libro. E di avermi fatto conoscere persone semplici e speciali come Sandro e Pasquale e tutti gli altri del gruppo. Menzione speciale all'editore Emanuele Zampetti che mi ha colpito per la sua umanità, discrezione e che ho sentito molto vicino a me, noi che non amiamo stare al centro della ribalta, ma in platea ad osservare l'effetto che fa...

Nessun commento:

Posta un commento