Un giorno come tanti in spiaggia.
Una ragazza, carina e giovane, si fa da sola le foto col cellulare, si mette in posa tirando in dentro la pancia e più in fuori possibile le tette. Si atteggia da diva, pose da pinup, poi chiede pure aiuto alle vicine di ombrellone per farsi scattare le foto. Non le interessa il mare di sfondo, la sabbia, l'importante è che si veda lei. Chissà su quale spiaggia caraibica racconta di essere in vacanza e chissà se dice che invece sta lavorando.
Riesce a strapparmi un sorriso per la sua freschezza e bimbominkiaggine.
Fa quello che fanno le ragazze della sua età, sta sempre col cellulare in mano, ascolta musica, fa foto, manda sms alla velocità della luce e telefona.
Peccato che stia appunto lavorando, che faccia la babysitter e fra un sms e una foto non si è accorta che la bimba che dovrebbe accudire si è svegliata già da un pezzo, si è sgranchita a destra e a sinistra e ha trovato pure il tempo di rotolarsi cadendo giù dal lettino e finendo con la faccia nella sabbia.
La ragazza si è svegliata dal torpore ed è intervenuta prontamente lavando il viso della bimba con un po' di acqua.
Come spesso accade in questi casi solo io ho osservato l'intera scena.
Mi si è gelato il sangue nelle vene.
Era da un po' che la osservavo. Quando si diventa mamme lo si diventa un po' di tutti i bambini. Vado in allarme quando ne vedo uno girovagare da solo e cerco subito di capire con chi sta o quando ne vedo uno piangere o urlare.
Mi ero accorta che la piccola si stava svegliando e che la tizia invece continuava a traccheggiare col cellulare.
Capita in spiaggia di far dormire i bimbi sui lettini, è bello, sotto l'ombra dell'ombrellone, con il venticello del mare a fargli compagnia.
Capita anche di approfittarne per fare altro e ognuno si ingegna come può mettendo intorno una serie di oggetti per fare da paracolpi.
Una signora accennò anche ad una interessante alternativa di farli dormire direttamente per terra sulla sabbia ma non ottenne molto seguito.
Capita anche di allontanarsi per fare il bagno, ho accennato di questa usanza sul forum ed è scattato l'allarme perchè potrebbe paventarsi il reato di abbandono di minore. In realtà nel nostro stabilimento è tutto molto easy, gli ombrelloni stanno uno appiccicato all'altro e ci si conosce un po' tutti. Se una si allontana, tacitamente gli altri se ne accorgono e se il dormiente si sveglia o si agita un po' parte tutta una rete di sguardi e gesti che avvertono la mamma, se non se ne è accorta già da sola.
Capita di distrarsi, capita e basta un momento...ma non può e non deve succedere se è il tuo lavoro e forse la cosa che mi ha dato più fastidio è che la distrazione sia dovuta a un momento bimbominkia.
Io, guardando la scena, sono rimasta senza parole, ad osservare quella bimba della stessa età di Marta mi sono immedesimata all'istante e mi è salita una rabbia mista ad impotenza.
Ora il dilemma era: farsi gli affari propri o dire cosa avevo visto?
Tutto sommato la bimba non si era fatta nulla, solo un po' di spavento, aveva pianto un po' e poi le era passata, le era andata bene, e se le fosse entrata la sabbia in bocca o negli occhi?
Con la mamma avevo poca confidenza, ci salutavamo e ci siamo scambiate qualche chiacchiera da spiaggia.
Con la ragazza ci avevo parlato un po' di più, lei mi aveva attaccato bottone chiedendomi speranzosa se io fossi una babysitter e poi se fossi sudamericana per trovare finalmente qualcuno con cui parlare nella sua lingua. Ogni tanto mi confidava che aveva tanta voglia di farsi un bel bagno in mare in santa pace, le stava stretto quel lavoro, le toglieva il respiro, la giovinezza, l'entusiasmo.
Mi sono messa nei panni della madre: cosa avrei preferito io al suo posto? Sapere tutto ad ogni costo, anche se in fin dei conti non era successo nulla di grave? E se così avessi messo in discussione un rapporto di fiducia signora-baby sitter che magari si era costruito negli anni?
Alla fine ho scelto la via di mezzo: l'ho detto alla migliore amica della mamma dicendole di decidere lei cosa fare e cosa dire visto che la conosce senz'altro meglio e sa quale è la soluzione migliore. Lei mi ha risposto che era inutile raccontare tutto l'accaduto e allarmarla senza motivo, l'avrebbe però messa in guardia sul comportamento distratto della ragazza che tanto avevano già notato un po' tutti.
Ero conscia del fatto che saputo il fatto la baby sitter avrebbe facilmente capito che ero stata io a spifferare l'accaduto.
Da quel momento in poi è successo un po' di tutto. All'inizio la ragazza mi è venuta a confessare ridendo (?) che la bambina le era caduta, poi i giorni seguenti mi è sembrato che mi evitasse fino agli ultimi giorni in cui mi ha confidato che qualcuno l'aveva raccontato alla signora ma anche sfogandosi con me su come è duro questo lavoro, su quanto è sottopagata ecc. Mi ha aperto gli occhi sul loro mondo di lavoro h24, in cui non sei solo babysitter ma sei tutto: falegname, giardiniera, cuoca, cameriera ma anche confidente, psicologa ecc. In cui la tua vita privata non esiste più, non esistono quasi più ferie, riposi e permessi ma sei totalmente e incondizionatamente devota alla famiglia che ti ha assunto.
Alla fine della fiera non ho ancora capito se ho fatto bene o ho fatto male, se la spia fatta a fin di bene vale oppure no. So solo che mi sono infilata in un nuovo codazzo di "si dice e non si dice" e di regole di fight club violate tanto che alla fine mi ero stufata e avrei voluto chiarire con la ragazza, dirle che ero stata io e consigliarle di cambiare mestiere. Non mi è stato possibile, magari è già andata via, di sua scelta come aveva già deciso di fare.
Verso il sole come tanto desiderava. Come il nome che porta che pensavo rimandasse al sole e invece solo ora mi rendo conto che significa solitudine.
Nessun commento:
Posta un commento