Un'estate che sarà ricordata (da me) come quella segnata dalle più lunghe vacanze mai fatte: due mesi tondi tondi.
La prima in quattro, la prima io con le due Pop.
Marta che sta seduta, Alice sempre in acqua.
Alice che si appassiona alla baby dance, si scatena dimenandosi in maniera alquanto tamarra ma andando incredibilmente a tempo, io pure mi diverto ballando con lei e solo così riesco ad aggiornarmi sui tormentoni dell'estate.
In spiaggia invece basta un secondo per perderla di vista e provare terrore puro e goccioline fredde lungo la schiena.
L'estate in cui si esce per andare a mangiare sempre nella solita pizzeria, perchè pare sia l'unica a misura di bambino, solo perchè ha una grande palco dismesso, ricordo del suo passato da arena, per farli pascolare, a proprio rischio e pericolo ovviamente.
In cui si sono sovvertite tutte le regole e fatti mille tentativi: si mangia a casa, si fa la doccia a casa, si dorme a casa per poi passare alla soluzione degli ultimi giorni: si sta in spiaggia ad oltranza fino al tramonto, per pranzo c'è la schiscetta e la doccia se ci riusciamo bene sennò amen.
In cui i bagni al mare che mi sono fatta da sola in realtà erano l'unico modo che avevo per riuscire a fare pipì più che per rinfrescarmi.
L'estate su cui ogni tanto mi interrogo "Ma come sarebbe andata se invece..."?
La prima senza il nonno G., il cui ricordo sembra essere stato spazzato via violentemente, è successo tutto così in fretta che quasi mi pare non sia mai esistito, tutto fagocitato dal poi.
Quella in cui pensavo: "Ah si quest'anno ci ammazziamo dal divertimento" e poi mi sono ritrovata a parlare con il palo dell'ombrellone provandoci pure gusto.
L'estate di "Ti devo insegnare l'educazione che significa comportarsi bene e la prima regola è salutare gli altri". Comportamenti dissociati.
L'estate in cui forse c'è stato meno grano ma che nonostante tutto non abbiamo badato a spese come gli orchestrali del Titanic, se proprio dobbiamo andare a fondo almeno lo faremo cantando e ballando!
L'estate in cui ogni tanto scappavamo a Roma per qualche commissione o qualche urgenza ad esempio per dare il benvenuto alla vita al piccolo Juri.
Ma alla fine il posto in cui si sta meglio e a proprio agio è solo CASA.
E dopo aver girato in lungo e in largo di nuovo quest'anno il tornare a casa è stato incredibilmente piacevole. Io ogni volta devo riprendere confidenza con gli spazi e gli oggetti della casa e rimango sempre stupita di quanto mi sembrino grandi le camere.
Tornare a casa mi ha permesso di formulare tanti buoni propositi e di apprezzare quello che ho, mi ha dato la possibilità di fare pace con quello che non mi piaceva più tanto, perchè alla fine la lontananza fa apprezzare molto di più le cose che ti circondano e per le altre, quelle che sembrano proprio non andarmi giù almeno ho la motivazione e lo sprint di provare a cambiarle.
Sento che questa estate ha segnato uno stacco tra il prima e il dopo, quello che era e non sarà più. La sensazione un po' malinconica della fine della stagione, degli ombrelloni che si chiudono e vengono messi via, del sole che tramonta prima ed è meno forte lascia lo spazio a riflessioni e considerazioni personali. O forse non succederà nulla, non cambierà nulla e l'anno prossimo tutti i soliti clichè si ripeteranno come nulla fosse, nonostante tutto, nonostante noi.
La prima in quattro, la prima io con le due Pop.
Marta che sta seduta, Alice sempre in acqua.
Alice che si appassiona alla baby dance, si scatena dimenandosi in maniera alquanto tamarra ma andando incredibilmente a tempo, io pure mi diverto ballando con lei e solo così riesco ad aggiornarmi sui tormentoni dell'estate.
In spiaggia invece basta un secondo per perderla di vista e provare terrore puro e goccioline fredde lungo la schiena.
L'estate in cui si esce per andare a mangiare sempre nella solita pizzeria, perchè pare sia l'unica a misura di bambino, solo perchè ha una grande palco dismesso, ricordo del suo passato da arena, per farli pascolare, a proprio rischio e pericolo ovviamente.
In cui si sono sovvertite tutte le regole e fatti mille tentativi: si mangia a casa, si fa la doccia a casa, si dorme a casa per poi passare alla soluzione degli ultimi giorni: si sta in spiaggia ad oltranza fino al tramonto, per pranzo c'è la schiscetta e la doccia se ci riusciamo bene sennò amen.
In cui i bagni al mare che mi sono fatta da sola in realtà erano l'unico modo che avevo per riuscire a fare pipì più che per rinfrescarmi.
L'estate su cui ogni tanto mi interrogo "Ma come sarebbe andata se invece..."?
La prima senza il nonno G., il cui ricordo sembra essere stato spazzato via violentemente, è successo tutto così in fretta che quasi mi pare non sia mai esistito, tutto fagocitato dal poi.
Quella in cui pensavo: "Ah si quest'anno ci ammazziamo dal divertimento" e poi mi sono ritrovata a parlare con il palo dell'ombrellone provandoci pure gusto.
L'estate di "Ti devo insegnare l'educazione che significa comportarsi bene e la prima regola è salutare gli altri". Comportamenti dissociati.
L'estate in cui forse c'è stato meno grano ma che nonostante tutto non abbiamo badato a spese come gli orchestrali del Titanic, se proprio dobbiamo andare a fondo almeno lo faremo cantando e ballando!
L'estate in cui ogni tanto scappavamo a Roma per qualche commissione o qualche urgenza ad esempio per dare il benvenuto alla vita al piccolo Juri.
Ma alla fine il posto in cui si sta meglio e a proprio agio è solo CASA.
E dopo aver girato in lungo e in largo di nuovo quest'anno il tornare a casa è stato incredibilmente piacevole. Io ogni volta devo riprendere confidenza con gli spazi e gli oggetti della casa e rimango sempre stupita di quanto mi sembrino grandi le camere.
Tornare a casa mi ha permesso di formulare tanti buoni propositi e di apprezzare quello che ho, mi ha dato la possibilità di fare pace con quello che non mi piaceva più tanto, perchè alla fine la lontananza fa apprezzare molto di più le cose che ti circondano e per le altre, quelle che sembrano proprio non andarmi giù almeno ho la motivazione e lo sprint di provare a cambiarle.
Sento che questa estate ha segnato uno stacco tra il prima e il dopo, quello che era e non sarà più. La sensazione un po' malinconica della fine della stagione, degli ombrelloni che si chiudono e vengono messi via, del sole che tramonta prima ed è meno forte lascia lo spazio a riflessioni e considerazioni personali. O forse non succederà nulla, non cambierà nulla e l'anno prossimo tutti i soliti clichè si ripeteranno come nulla fosse, nonostante tutto, nonostante noi.
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