A me l'inserimento mi devasta.
L'ho già scritto in passato e non posso che confermarlo.
Cambiano le Pop, passano gli anni ma mi devasta lo stesso.
Ah già dimenticavo...specifico, tanto ormai lo si dà come termine acquisito e conosciuto, l'inserimento al nido, alla materna o a quello che è, forse anche al liceo sarà la stessa cosa, tanto non temete fra qualche anno lo metteranno obbligatorio anche per le scuole superiori.
Forse l'ho già scritto ma vorrei chiedere di barattare la data del mio compleanno in un periodo un po' più neutro e che non coincida sempre con l'inizio delle scuole e il tanto famigerato inserimento.
Quest'anno poi ne ho due in contemporanea: Marta al nido e Alice alla materna.
Deliziosamente coincidenti nei giorni e negli orari, giusto perchè mi avevano assicurato quando avevo ventilato il problema "Non ti preoccupare poi ci organizziamo", l'organizzarsi ho scoperto che consiste in: noi ti diamo gli orari, tu ti arrangi ma vedi di esserci.
Nuovi ambienti, nuove persone, nuove dinamiche, nuove relazioni.
In che consiste l'inserimento? Si fa in genere un incontro individuale con le maestre in cui si raccontano le abitudini del bambino e poi si inizia, si entra in classe con lui per fargli prendere confidenza con l'ambiente e poi lo si lascia solo con loro all'inizio qualche minuto poi a crescere.
Con Alice ho fatto due inserimenti lunghi e travagliati, uno in un asilo privato e uno in un privato convenzionato, in cui ero quasi arrivata a rinunciare per poi tenere duro e finalmente vederla andare felice al nido.
Il nido di Marta è comunale ed è in un quartiere verace e popolare. La struttura da fuori non ispira molto ma visitandola dentro invece è bella: ampi locali, cortili e poi finalmente c'è il sole che entra dalle finestre, un lusso sconosciuto finora!
A giugno ci hanno convocati per un incontro, pensavo si trattasse del solito individuale invece mi sono ritrovata in una mega riunione con tutti i genitori dei nuovi iscritti piccoli, grandi e medi, alcuni addirittura si sono portati pure i figli dietro. Era una bolgia terrificante: la direttrice che spiegava come funzionava, i genitori alla prima esperienza nido che facevano sempre le stesse domande assurde e ponevano il caso del proprio figlio in primo piano "Il mio Paolino è intollerante al lattosio", i piccoli che urlavano. È stato un approccio un po' terrificante e soprattutto di utilità pari a zero visto che non si capiva nulla.
Di certo il personale ha tenuto a ripetere più volte che l'uscita è alle 16.30 ma bisogna arrivare almeno un quarto d'ora prima perchè per l'ora x le maestre devono avere già timbrato ed essere pronte sull'uscio. Poi bisogna assolutamente portare i bambini entro le 9.00 non, come si era detto sinora, perchè si interrompe la didattica ma per dare loro la possibilità di chiamare una sostituta una volta accertato il numero esatto dei bambini presenti.
Inoltre hanno ben sottolineato la possibilità di dare un "contributo volontario" di 5 euri al mese perchè la scuola non ha soldi ecc. Con questi in passato si sono comprate le sedie che non si ribaltano, si è sistemato il giardino dei piccoli.
Erano molto chiari i nostri doveri e le esigenze del personale ma i diritti dei bambini? Mah...
Tra il vociare sono riuscita ad afferrare anche un panegirico della direttrice sulla scarsa igiene dei bambini: li portano con i pannolini della notte, capelli lunghi, body di tre giorni, pappagorgia sporca di cibo...e conseguente minaccia di chiamare l'ufficio di igiene. Anche in questo caso veniva sottolineato più che altro lo scarso rispetto nei confronti del personale che si trova di fronte bambini in questo stato.
Poi si è pensato bene di procedere con gli incontri individuali senza un minimo di organizzazione, ovviamente a me è toccato per ultima visto che tutti mi sono passati avanti anteponendo le più disparate urgenze. Il colloquio è consistito in una serie di domande di prassi che le maestre hanno annotato con aria svogliata voglia de lavorà salteme addosso
. Alcune sono di prassi ma stento ancora a capirle tipo: come è andata la gravidanza?
Poi continuando con le domande mi hanno chiesto come è andato l'allattamento, sottintendendo che è una cosa ormai terminata e io secca rispondo "È ancora in corso". Gli dico che faccio autosvezzamento e noto le loro facce perplesse. Non ne sanno nulla. Gli accenno qualcosa, in sostanza Marta mangia il cibo nostro solo che fatto in piccoli pezzetti, sembrano capire anche se sono un po' stupite. Ma alla fine mi chiedono perplesse "Ah ma quindi mangia pure l'uovo?". Ok non hanno capito nulla. Poi gli dico che non prende il ciuccio nè il biberon. Sono smarrite, attonite, hanno trovato quella "strana". Io sono sconfortata, persone che hanno a che fare con i bambini, che lavorano in un nido e non hanno mai sentito parlare di queste cose neanche per cultura personale e si tratta pure di ragazze più giovani di me, è davvero avvilente.
Alla fine l'unica domanda che tutti i genitori legittimamente si ponevano era: ok ma quando si comincia? Non erano in grado di dirlo, tutto dipendeva dalla graduatoria che al momento non si trovava. Ci avrebbero fatto sapere.
Finalmente iniziamo questo benedetto inserimento.
Ogni nido ha le proprie modalità ma a me pare che ogni anno vada sempre peggio.
Abbiamo iniziato con mezz'ora con me dentro. Di positivo c'era che eravamo solo noi e un altro bambino quindi una situazione molto tranquilla. Visto che il nido è verace e un po' peones per rilassarsi hanno messo la musica degli indiani un po' new age e beauty center quelle tipo "Ella e la ella la" poi dopo un paio di giorni hanno ripiegato su banali canzoni da bambini.
Le maestre non provavano neanche ad interagire con Marta, stavano in disparte, anzi quando lei gli sorrideva loro facevano le vaghe.
Siamo andate avanti così per una settimana. Durante gli inserimenti poi una regola aurea è che il lunedì e il venerdì non si apportano novità.
Dopo una settimana hanno iniziato a prenderla in braccio a giocarci un po'.
E sono arrivate le prime sentenze: tu e la bimba siete troppo legate, siete in simbiosi, lei si consola solo con te. Tutte considerazioni alle quali mi viene da rispondere grazie-ar-ca... considerando che ha 8 mesi.
La maestra dice che Marta deve essere più indipendente, per il suo benessere ovviamente, che devo aiutarle nel loro compito assentandomi un po' da casa, non stando sempre con lei, lasciandola con altre persone, creando un oggetto transizionale, un pupazzetto col mio odore che possa sostituirmi quando io non ci sono per consolarla. Di non abbracciarla e baciarla quando piange.
La mia considerazione è:
oh educatrice del nido comunale io capisco benissimo che cerchi la strada più semplice, vuoi evitarti rogne e problemi e sarebbe tutto molto più facile per te se il bambino si presentasse da te già autonomo e indipendente, che lo metti a giocare sul tappetone e lui sta lì buono e non ti rompe le scatole.
Ma ti prego non venirmi a sentenziare con termini presi in prestito dal manuale del perfetto pedagogo da due lire che dietro a baci, abbracci, coccole scambiate fra madre e figlia, si nasconda chissà che attaccamento morboso e patologico.
Nun ce provà!
Io tutto questo lo chiamo semplicemente amore. Tu come lo chiami?
Marta ha come unico rifugio le mie braccia, il mio collo, il mio odore. Nient'altro. Lei si calma e si rilassa con me come milioni di bambini hanno fatto e faranno finora nel mondo. A me sta bene così.
Non è un mio problema, non sono certo io che devo darle meno coccole e meno amore per abituarla a quello che troverà lì fuori.
E siamo solo all'inizio. Anno 1 del giorno 9 di nido di Marta.
L'ho già scritto in passato e non posso che confermarlo.
Cambiano le Pop, passano gli anni ma mi devasta lo stesso.
Ah già dimenticavo...specifico, tanto ormai lo si dà come termine acquisito e conosciuto, l'inserimento al nido, alla materna o a quello che è, forse anche al liceo sarà la stessa cosa, tanto non temete fra qualche anno lo metteranno obbligatorio anche per le scuole superiori.
Forse l'ho già scritto ma vorrei chiedere di barattare la data del mio compleanno in un periodo un po' più neutro e che non coincida sempre con l'inizio delle scuole e il tanto famigerato inserimento.
Quest'anno poi ne ho due in contemporanea: Marta al nido e Alice alla materna.
Deliziosamente coincidenti nei giorni e negli orari, giusto perchè mi avevano assicurato quando avevo ventilato il problema "Non ti preoccupare poi ci organizziamo", l'organizzarsi ho scoperto che consiste in: noi ti diamo gli orari, tu ti arrangi ma vedi di esserci.
Nuovi ambienti, nuove persone, nuove dinamiche, nuove relazioni.
In che consiste l'inserimento? Si fa in genere un incontro individuale con le maestre in cui si raccontano le abitudini del bambino e poi si inizia, si entra in classe con lui per fargli prendere confidenza con l'ambiente e poi lo si lascia solo con loro all'inizio qualche minuto poi a crescere.
Con Alice ho fatto due inserimenti lunghi e travagliati, uno in un asilo privato e uno in un privato convenzionato, in cui ero quasi arrivata a rinunciare per poi tenere duro e finalmente vederla andare felice al nido.
Il nido di Marta è comunale ed è in un quartiere verace e popolare. La struttura da fuori non ispira molto ma visitandola dentro invece è bella: ampi locali, cortili e poi finalmente c'è il sole che entra dalle finestre, un lusso sconosciuto finora!
A giugno ci hanno convocati per un incontro, pensavo si trattasse del solito individuale invece mi sono ritrovata in una mega riunione con tutti i genitori dei nuovi iscritti piccoli, grandi e medi, alcuni addirittura si sono portati pure i figli dietro. Era una bolgia terrificante: la direttrice che spiegava come funzionava, i genitori alla prima esperienza nido che facevano sempre le stesse domande assurde e ponevano il caso del proprio figlio in primo piano "Il mio Paolino è intollerante al lattosio", i piccoli che urlavano. È stato un approccio un po' terrificante e soprattutto di utilità pari a zero visto che non si capiva nulla.
Di certo il personale ha tenuto a ripetere più volte che l'uscita è alle 16.30 ma bisogna arrivare almeno un quarto d'ora prima perchè per l'ora x le maestre devono avere già timbrato ed essere pronte sull'uscio. Poi bisogna assolutamente portare i bambini entro le 9.00 non, come si era detto sinora, perchè si interrompe la didattica ma per dare loro la possibilità di chiamare una sostituta una volta accertato il numero esatto dei bambini presenti.
Inoltre hanno ben sottolineato la possibilità di dare un "contributo volontario" di 5 euri al mese perchè la scuola non ha soldi ecc. Con questi in passato si sono comprate le sedie che non si ribaltano, si è sistemato il giardino dei piccoli.
Erano molto chiari i nostri doveri e le esigenze del personale ma i diritti dei bambini? Mah...
Tra il vociare sono riuscita ad afferrare anche un panegirico della direttrice sulla scarsa igiene dei bambini: li portano con i pannolini della notte, capelli lunghi, body di tre giorni, pappagorgia sporca di cibo...e conseguente minaccia di chiamare l'ufficio di igiene. Anche in questo caso veniva sottolineato più che altro lo scarso rispetto nei confronti del personale che si trova di fronte bambini in questo stato.
Poi si è pensato bene di procedere con gli incontri individuali senza un minimo di organizzazione, ovviamente a me è toccato per ultima visto che tutti mi sono passati avanti anteponendo le più disparate urgenze. Il colloquio è consistito in una serie di domande di prassi che le maestre hanno annotato con aria svogliata voglia de lavorà salteme addosso
Poi continuando con le domande mi hanno chiesto come è andato l'allattamento, sottintendendo che è una cosa ormai terminata e io secca rispondo "È ancora in corso". Gli dico che faccio autosvezzamento e noto le loro facce perplesse. Non ne sanno nulla. Gli accenno qualcosa, in sostanza Marta mangia il cibo nostro solo che fatto in piccoli pezzetti, sembrano capire anche se sono un po' stupite. Ma alla fine mi chiedono perplesse "Ah ma quindi mangia pure l'uovo?". Ok non hanno capito nulla. Poi gli dico che non prende il ciuccio nè il biberon. Sono smarrite, attonite, hanno trovato quella "strana". Io sono sconfortata, persone che hanno a che fare con i bambini, che lavorano in un nido e non hanno mai sentito parlare di queste cose neanche per cultura personale e si tratta pure di ragazze più giovani di me, è davvero avvilente.
Alla fine l'unica domanda che tutti i genitori legittimamente si ponevano era: ok ma quando si comincia? Non erano in grado di dirlo, tutto dipendeva dalla graduatoria che al momento non si trovava. Ci avrebbero fatto sapere.
Finalmente iniziamo questo benedetto inserimento.
Ogni nido ha le proprie modalità ma a me pare che ogni anno vada sempre peggio.
Abbiamo iniziato con mezz'ora con me dentro. Di positivo c'era che eravamo solo noi e un altro bambino quindi una situazione molto tranquilla. Visto che il nido è verace e un po' peones per rilassarsi hanno messo la musica degli indiani un po' new age e beauty center quelle tipo "Ella e la ella la" poi dopo un paio di giorni hanno ripiegato su banali canzoni da bambini.
Le maestre non provavano neanche ad interagire con Marta, stavano in disparte, anzi quando lei gli sorrideva loro facevano le vaghe.
Siamo andate avanti così per una settimana. Durante gli inserimenti poi una regola aurea è che il lunedì e il venerdì non si apportano novità.
Dopo una settimana hanno iniziato a prenderla in braccio a giocarci un po'.
E sono arrivate le prime sentenze: tu e la bimba siete troppo legate, siete in simbiosi, lei si consola solo con te. Tutte considerazioni alle quali mi viene da rispondere grazie-ar-ca... considerando che ha 8 mesi.
La maestra dice che Marta deve essere più indipendente, per il suo benessere ovviamente, che devo aiutarle nel loro compito assentandomi un po' da casa, non stando sempre con lei, lasciandola con altre persone, creando un oggetto transizionale, un pupazzetto col mio odore che possa sostituirmi quando io non ci sono per consolarla. Di non abbracciarla e baciarla quando piange.
La mia considerazione è:
oh educatrice del nido comunale io capisco benissimo che cerchi la strada più semplice, vuoi evitarti rogne e problemi e sarebbe tutto molto più facile per te se il bambino si presentasse da te già autonomo e indipendente, che lo metti a giocare sul tappetone e lui sta lì buono e non ti rompe le scatole.
Ma ti prego non venirmi a sentenziare con termini presi in prestito dal manuale del perfetto pedagogo da due lire che dietro a baci, abbracci, coccole scambiate fra madre e figlia, si nasconda chissà che attaccamento morboso e patologico.
Nun ce provà!
Io tutto questo lo chiamo semplicemente amore. Tu come lo chiami?
Marta ha come unico rifugio le mie braccia, il mio collo, il mio odore. Nient'altro. Lei si calma e si rilassa con me come milioni di bambini hanno fatto e faranno finora nel mondo. A me sta bene così.
Non è un mio problema, non sono certo io che devo darle meno coccole e meno amore per abituarla a quello che troverà lì fuori.
E siamo solo all'inizio. Anno 1 del giorno 9 di nido di Marta.
Dai dai che l'inserimento non è poi così male, i bimbi iniziano a fare i loro primi passetti grassocci fuori dal nido e a esplorare questo grande mondo ... Io l'ho trovato emozionante, Ciccio aveva quasi 10 mesi e piangeva se un altro bambino piangeva o parlava troppo forte ... Ora ha quasi 2 anni ... e piange solo quando un gruppo di unni suoi coetanei, troppo numerosi per essere sopraffatti a calcioni, gli rubano il giocattolo preferito ... Il mondo non gli fa più paura! :-) Un abbraccio Gnupa
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