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martedì 28 agosto 2012

Saluti dalla luna


E' pur sempre un inizio, come disse Armstrong Neil "Un piccolo passo per l'uomo un grande passo per l'umanità" forse per l'umanità no ma per noi sì, di sicuro.
In un post passato paragonai la Pop agli Armstrong
http://buonecosedipessimogusto.blogspot.it/2012/04/la-mazzata.html
e proprio in questi giorni in cui è morto Neil e a Lance hanno cancellato 7 vittorie del Tour de France per doping, la mia piccola Armstrong ha iniziato a muovere i primi passi in autonomia. Che curiose coincidenze...
A questo punto godiamoci pure l'altro Armstrong con "What a wonderful world" e il cerchio si chiude.



La good news è che la Pop cammina, è passata allo stadio evolutivo "Walking Pop", non è che ora vada ancora per conto suo ma si sta lanciando in qualche camminata in solitaria. Ha un andamento strano, poi si mette una mano su un orecchio, forse per trovare l'equilibrio, a me sembra che sia collegata con la regia o con Houston in attesa di indicazioni.
Ci sono momenti in cui si diverte proprio a camminare, le piace soprattutto raggiungermi,  fungo da richiamo come la carota per il cavallo. Altre in cui non ci pensa proprio e continua a trottellare o correre in giro mano nella mano con me, il che attualmente con la panza che inizia a pesare non è proprio il massimo e fra parentesi con il monito sempre presente che dovrei stare a riposo peggio che mai.
Ma è già un importantissimo inizio, credevo che mi sarei commossa come tutte le volte in cui accennava qualche passo e invece no, forse era talmente tanta l'incredulità!
Comunque metto a verbale che i primi suoi passi sono stati calcati portandomi un pomodorino in mano.

Mm lunedì è tornato a lavoro e come padre modello dell'anno passato, presente e futuro faceva avanti e indietro in giornata da Roma al mare. Io quindi sono rimasta sola, con la Pop a barcamenarmi fra parenti e impegni (loro) vari cercando di farmi aiutare quanto possibile.
Ovviamente il mio stare a riposo si è ridotto al pisolino pomeridiano della Pop che impegnavo in realtà a leggere o scrivere.

Farsi aiutare...
La situazione è pruriginosa e impone vari interrogativi, da un lato l'orgoglio che ti impone di cavartela da sola sempre e comunque, dall'altro la permalosità del "e che cavolo datemi una mano". Il conflitto sempre aperto fra quello che è dovuto, quello che ti spetta e invece quello che è di più e per cui devi dire pure grazie.

Scendere a compromessi, aver bisogno di aiuto significa consentire agli altri di farsi i fatti tuoi, di dire la loro, spesso non richiesta? Ma anche no grazie.
Non sono abituata a chiedere aiuto, ai miei amici non c'è bisogno che dica nulla, intervengono prima loro se sono così sensibili da starmi vicino.
Morale: domani torniamo per qualche giorno a Roma, perchè c'è la visita e perchè è meglio così. A questo punto spero quasi che piova per dare un maggior senso al tutto.

Dicono che quelli che sono stati sulla luna poi siano tornati mezzi matti perchè è impossibile per la mente umana riuscire a tollerare la vista della terra da lontano, un punto di vista completamente diverso, che pochissimi hanno avuto la fortuna di vedere e che forse ti fa rendere conto di tante cose, di essere una parte infinitesima dell'universo, di non contare nulla, di quanto tutto sia relativo.

All'entrata della facoltà avevamo una gigantografia proprio della terra vista dalla luna ed è una foto che ho amato sempre tantissimo e mi piaceva trovarmela di fronte quasi ogni giorno all'improvviso.
Mi piaceva soprattutto il suo significato simbolico, filosofico-esistenziale... la capacità di andare oltre il classico metro di giudizio ma saper guardare e leggere oltre le apparenze, dietro ogni cosa. Non fermarsi di fronte alla superficie ma affrontate anche angoli e prospettive diverse. Saper ribaltare il proprio modo di vedere le cose, osservandole da tutti i punti anche quelli inconsueti. Avere il coraggio di scelte impopolari, forse all'inizio non condivise, combattere per le proprie idee, per inseguire un sogno.

Forse è una cosa che dovremmo sempre tenere a mente e non c'è bisogno di andare  fin sulla luna per impararlo.






giovedì 23 agosto 2012

Libri sulla cresta dell'onda

Il titolo l'ho rubato da un'iniziativa che fanno qui d'estate, niente di eclatante, montano un tendone in cui vendono libri, una succursale by night della Mondadori che però ha il pregio di consentirmi di comprare libri in orari comodi.
Le librerie di una volta non ci sono più. Feltrinelli che una volta era seria ora vende di tutto: dvd, giochi per il computer ma anche accessori per la cucina che io ogni volta mi giro e dico :"Si ma i libri 'ndo stanno? Ce li hanno ancora sì?" e inoltre cosa ben più grave ha la musica a tutto volume come i negozietti di abbigliamento da due lire dei centri commerciali.
Per me nella libreria ci deve essere silenzio assoluto, si deve sentire solo il rumore delle pagine sfogliate, non si può essere disturbati dalla musica e da chi chiacchiera ad alta voce, d'altra parte sarebbe assurdo rimproverare chi lo fa se per primo tu metti la techno a palla.
Poi uno si chiede perchè la gente compra su Amazon.
Io per scegliere un libro faccio come quando uno deve scegliere un melone e cerca di valutare se è buono o se ha un sapore scemo e sa di zucca.
Io lo soppeso, lo sento con la mano, deve avere un certo peso, sotto le cento pagine non va bene, se è scritto troppo grande e spaziato pure.
Ci manca poco che lo annusi o ci batta sopra la nocca per sentire che suono fa.
Sono proprio dipendente, quando sto leggendo l'ultimo libro a mia disposizione già inizio a smaniare che devo fare rifornimento perchè se poi lo finisco in fretta e rimango senza come faccio?
Alcuni li compro sulla spinta emotiva di non so manco io cosa, spesso ignorando totalmente chi sia l'autore, forse così d'istinto, a simpatia o colpita dalla copertina.
Ultimamente compro parecchio libri che fanno parte di una collana di più case editrici, si chiama "Vintage" e mi sono sempre piaciuti, ignoro quale sia il motivo che c'è dietro questa scelta commerciale di unirsi tra di loro ma sono tutti titoli molto belli.
Io sono una di quelle che sceglie un'edizione rispetto ad un'altra anche se costa di più perchè ci sta bene in libreria e per non fare scompagnare il servizio.
Le edizioni, ad esempio, del Club del libro e cose simili mi fanno davvero schifo, non dico che non li leggo se capita ma se posso scelgo altro.
Non sono gelosa dei miei libri, li presto volentieri anche se ho perso il conto di quelli che non mi sono tornati indietro.
Tanto una volta letti stanno in libreria a guardarti e farsi guardare con affetto come una foto appesa al muro di cari famigliari o amici.
A me piace viverlo il libro, non sono di quelle che non sopporta le orecchie sulle pagine, le sottolineature, le scritte a margine.
Ma da ora in poi ho deciso che non li prenderò più io in prestito perchè, e qui faccio outing, portare i libri da leggere al mare equivale a volergli male e martoriarli, con la sabbia si rovinano, i due che ho ricevuto in prestito, pur standoci attenta, hanno fatto una brutta fine, ad uno la Pop ha strappato una pagina, l'altro l'ho sporcato...di sangue.


Ho già detto quanto mi sia piaciuto quello della Dandini,
http://buonecosedipessimogusto.blogspot.it/2012/07/un-weekend-in-ospedale-mio-malgrado.html
ora sto leggendo l'altro "Dai diamanti non nasce niente", ancora non l'ho finito e forse allora non dovrei parlarne ma il Blog è mio e lo gestisco io e questo libro mi piace assai, mi rilassa e mi fa venire in mente molti buoni propositi per il nuovo anno (settembre per me è peggio di gennaio da questo punto di vista).
Un altro che mi è piaciuto è "Benvenuti in casa Esposito. Le avventure tragicomiche di una famiglia camorrista".


La mia libreria ideale dovrebbe avere dei divanetti su cui la gente possa sedersi per valutare bene il libro da comprare, per sfogliarlo, per leggere qualche pagina perchè tanto se uno è un lettore drogato il libro poi se lo compra, non è che lo scrocca così.
Poi a parte mi piacerebbe un angolo con un bar, anzi una sala da thè.
Al momento, a portata di mano un posto così non c'è.
Mi piacerebbe aprirla anche se penso che col tempo le librerie non abbiano vita facile.

Mi piacerebbe anche importare in Italia un'altra versione del bar, che qui non c'è, qui è il posto in cui consumare qualcosa di fretta, spesso in piedi, al bancone, invece a me piace l'idea di un posto in cui stare tranquillamente tutto il tempo che vuoi, a leggere un libro, un giornale (tuo o messo a disposizione), collegarsi a internet, ciacolare con un'amica, o anche non fare nulla e lasciar passare il tempo fissando il soffitto, mangiare e bere cose buone e sfiziose h 24. Un po' Starbucks ma molto meglio. Un posto in cui il caffè sia davvero buono e non quelle ciofeche che ogni tanto si sentono in giro, con 800 tipi di varianti diverse e cornetti e dolci artigianali, non quelli tristi e surgelati. Ma questo è un altro discorso...


mercoledì 22 agosto 2012

Riflessioni marine con panza

Dicono che quest'anno il mare sia bello ad agosto come non mai e che a luglio invece faceva schifo: è la vendetta meteo-marina di Pallino, visto che dovevamo essere qui il mese scorso e invece l'abbiamo passato a riposo forzato nella city.
A proposito non vi ho raccontato l'ultima visita di controllo, fatta il 9 agosto, siamo partiti dal mare appositamente. La dott. è stata ottimista, positiva "Ti trovo bene, la vacanza ti ha fatto bene", io ho tentato subito il rilancio "Posso andare in montagna?" PAM la mazzata!!
"In montagna a fare che? Stattene al mare! Puoi andare in montagna solo se stai all'ombra sotto un'amaca", io con le pive nel sacco "Ok sto al mare".
Le giornate qui scorrono apparentemente uguali le une alle altre, poi se ci penso bene invece ci sono piccoli eventi che le contraddistinguono.
Il mio umore dipende molto da quello della Pop, se le girano a fine giornata sono stanca perchè è difficile starle dietro e distrarla al che penso serenamente "'Sta ragazzina ci sta a sderenà!" e lo penso pure quando dopo pranzo dico "Non dormo, leggo solo un po'" e poi mi risveglio 3 ore dopo e meno male che non avevo sonno!
Ergo capite bene che non mi sto riposando una allegra mazza a parte il sonno pomeridiano e mi chiedo qual è la differenza fra la vita che sto conducendo ora e fare una escursione in ferrata di 8 ore sul Monte Bianco, per me è più riposante la seconda!
Se poi penso che per andare a fare la suddetta visita (durata 15 minuti) ci siamo fatti 4 ore di macchina scopro davvero che è tutto relativo.
Visto che c'ero ho voluto approfondire un po' di tematiche a me care con la dott. tipo "Ma a me tocca di nuovo il cesareo?" lei :"Se non vuoi rischiare la rottura dell'utero e la perdita del bambino direi di si" Azz com'è umana, si direi che il cesareo va bene. Io :"Ma fa più male la seconda, terza volta?", lei categorica :"IL CESAREO NON FA MALE", lei vorrei dire :"Ah bella ma tu l'hai provato?" ma non è il caso di inerpicarsi in un contraddittorio del genere con quella che avrà il bisturi dalla parte del manico. Le dico con ironia :"Ma allora io non potrò mai provare l'ebbrezza del parto naturale?" e lei :"Il naturale non ha l'ebbrezza di nulla" com'è umana e due!
In sostanza mi ha detto: ma dove ti avvii con la storia clinica che hai avuto ecc. ringrazia a'maronna e san Gennaro che hai avuto due gravidanze...
Non so se l'ho già scritto ma a me l'idea del cesareo ora un po' dà fastidio, il fatto che sia tutto così medicalizzato e soprattutto aver fatto uscire la Pop non quando era pronta lei ma in base agli impegni della dott. mi sembra molto innaturale, uno sfratto esecutivo, una violenza quasi.
Mi chiedo sempre quand'è che sarebbe nata lei di sua sponte. Poi è nata piccola quindi magari sarebbe rimasta al calduccio ancora un po' di più e si sarebbe incicciottita.
Va molto di moda ora fare il parto in casa, nella propria vasca da bagno o in camera da letto, una cosa intima e personale. Della serie "Mi si porti dell'acqua calda e degli asciugamani puliti", il fatto di non poter mai provare una cosa del genere nella vita un po' mi dispiace.
Certo se poi il naturale dovesse significare mille punti e ore di sofferenza preferirei il cesareo almeno so già di che si tratta. 

Comunque mea culpa ma a Pallino ci sto pensando davvero poco, non mi accarezzo la pancia, non ci parlo, un po' perchè non ho il tempo materiale di farlo, un po' perchè ancora non me ne capacito, un po' perchè ancora non lo sento che si muove, un po' perchè voglio godermi la Pop al 100% e cerco di non farle mancare nulla e sto quasi al 5 mese e ho solo una sua ecografia stampata perchè l'ho chiesta alla dott. del Pertini sennò manco quella.
Vuol dire che ci rifaremo una volta outside!

Una signora pochi giorni fa mi ha detto che la donna incinta è come un tempio perchè al suo interno contiene Dio, che detto ad un'atea credo sia un meraviglioso ossimoro!




Ho un po' divagato....In effetti, tornando a bomba, quest'anno il mare è bello davvero, l'acqua è pulitissima, si vedono un sacco di pesci e il pomeriggio si crea una secca lunghissima con la bassa marea. Secca è un termine italiano o dialettale? Va bè indica l'acqua bassa.
Oggi poi ho visto una cosa che mi ha stupito: una piccola sogliola! All'inizio non avevo capito cosa fosse, poi l'ho indicata a mm e non sapevo che nome dargli per l'emozione, non riuscivo a parlare, non mi veniva, capirai io poi cittadina abituata al massimo ai bastoncini di capitan Findus gli ho detto "C'è una razza!". Come quando alle Canarie su una barca ho visto una testuggine in mare e presa dall'emozione non sono riuscita a fargliela vedere al mio vicino americano, solo alla fine ho bofonchiato "Turtle" non sapendo se vale pure per la tartaruga di mare!

martedì 21 agosto 2012

Mode d'estate

C'è poco fare, ogni estate ce n'è una, sono tutte invariabilmente sceme e futili ma almeno anni dopo ci servono a ricordare "Uhh maronn ti ricordi quando andavano quelli? Era il 2011 o 2012?".
Io sono un po' insofferente a tutte le mode stagionali, in estate in particolare mi stupisce vedere come irreprensibili professionisti si concino da fessi ma semel in anno licet insanire, io, forse per coerenza e per non sbagliare, preferisco essere cogliona tutta l'anno.

Quest'anno vanno di moda questi, sono indispensabili, si portano assai
ma io non li sopporto.

Ci eravamo appena liberati di questi

Riguardo i costumi da un po' vanno questi:
apprendo solo ora da internet che si chiamano trikini, ecco, se non si ha un fisico all'uopo astenersi dall'indossarlo perchè altrimenti l'effetto è raccaprcciante con la ciccia che esce da ogni ritaglio di stoffa.
Per quanto riguarda me medesima devo farmi un promemoria personale e ricordarmi di non comprare più costumi da Tezenis perchè sono talmente sputtanati che ogni giorno al mare ho almeno una sosia vestita come me.
Vanno ancora i perizomi o spaccaculo, e anche qui se non siete parenti di Belen, astenersi perchè va bene la democrazia ma c'è un limite a tutto.
Per l'uomo va o lo slippino risicato che mi chiedo sempre ma come fanno se...va bè forse ancora non gli si è mai presentato il problema, qualora accadesse dalla volta dopo cambierebbero costume oppure il classico boxer. Anche questo sebbene apparentemente innocente può causare inconvenienti niente male, ricordo anni fa una conversazione con un amico, ad un certo punto io non sapevo più dove guardare ma da allora lo soprannominai "Paolo palla di fuori".

Le donne per andare al mare indossano vestiti colorati e leggeri, i maschi, non si sa perchè, tshirt con scritte idiote, io mi fermo per strada a guardarli e a leggere la scritta, d'altra parte se scegli di indossarla poi ti aspetti che gli altri la leggano.
Ultimamente ho collezionato un sempre classico "Dimensione panza", per poi passare a "Se vuoi essere felice un'ora bevi una birra, se vuoi essere felice una settimana sposati, se vuoi essere felice per sempre vai a pesca", a "Chi mi accontenta gode", per un esaltato "Ragazze basta vederci per bagnarvi" di un gruppo o una setta  che si chiama qualcosa tipo against breakfast, ecco forse sarebbe meglio se tornassero a fare una sana colazione!
Ma il massimo della tristezza l'ho visto in una maglietta che era una commemorazione dell'attentato di Ustica, va bene l'impegno civile ma portato in spiaggia sopra il costume mi sembra un contrasto troppo stridente: da un eccesso all'altro insomma!

I tatuaggi purtroppo vanno ancora alla grande, ormai l'eccezione è chi non ce l'ha. Qui si vede di tutto, da scritte sbagliate (mi pare Iron Maiden) a elenchi di nomi: forse i figli? forse i propri cari? A quando la lista della spesa o un promemoria con le malattie avute, le allergie, il gruppo sanguigno? In caso di ricovero improvviso è sempre utile.
C'è gente che ha tatuato sulla schiena la Divina Commedia, uno aveva una storia di un indiano, con i lupi e tutto il resto. Finchè sei giovane e hai un fisico abbastanza tonico può pure andare ma li vorrei rivedere a 60 anni con l'aquila che si è tutta sbrindellata ed è diventata un albatross!

Per quanto riguarda i libri va fortissimo la trilogia erotica di E.L. James "Cinquanta sfumature di rosso, d'argento e di nero". Fuggo dai bestseller, soprattutto di cui parlano tutti e spuntati dal nulla. Poi basta nominare il sesso per creare un passaparola istantaneo: ma ne avevamo davvero bisogno?

Per la musica a parte che la mia canzone dell'estate l'ho già decretata, 
quella di Giorgia penso sia la più banale e semplice che abbia mai fatto e il "Pulcino pio" non starò manco a menzionarlo anche se provo un po' di invidia per chi ha ideato un motivetto così scemo ma che ha avuto un così gran successo e comunque la Pop continua a preferirgli "Tche tche re re" tiè!

Per le scarpe sono ancora molto in auge gli infradito, comodissimi vero? Sì ma quando mai?
Ad inizio stagioni soffri come un monaco col cilicio, poi ti si forma il calletto fra alluce e indice e allora ci puoi camminare decentemente.
E poi sono tornate le scarpe in corda: belle belle belle.

Visto che non bisogna mai buttare niente tanto prima o poi tutto torna di moda, o al massimo è vintage!

domenica 19 agosto 2012

Volando sulle punte (intervista possibile)


Questa intervista nasce in vacanza, da un'amichevole chiacchierata fatta su una panchina sul viale sotto gli alberi, mentre sotto di noi il fido carlino Lancillotto pazientemente aspettava.
Il suo padrone, Massi, lo conosco da un sacco di anni, anche se non ci vediamo spesso perchè stiamo in due città diverse ma ho visto alcuni suoi spettacoli e fa parte di un mondo che mi incuriosisce e attira: quello della danza.
E' un'occasione troppo ghiotta da farsi sfuggire quella di chiedergli di vederci per parlarne un po' e lui accetta volentieri.
In passato ogni tanto mi è capitato di fargli qualche domanda, abbiamo assistito anche a degli spettacoli insieme o parlato di cose viste ma mi sono resa conto di non sapere nulla in realtà della sua storia.
Lui è stupito dalla mia richiesta ma ben volentieri inizia a parlare.
Le mie curiosità sono sempre molte, delle volte anche sceme e ingenue, mi chiedo come ha iniziato, da dove gli è venuta la passione, soprattutto in un mondo che è quasi totalmente femminile.
Il pensiero va immediatamente a "Billy Eliott" anche se devo ammettere di aver visto solo il finale del film!
Mi immagino Massi che balla ore e ore da piccolo davanti a uno specchio, magari di nascosto dai genitori, imitando passi visti in tv.
Invece lui mi stupisce, ha iniziato a frequentare danza per seguire un suo amico che ci andava con la sorella. All'inizio era questo l'unico motivo, ci andava quasi controvoglia anche perchè a quel tempo le lezioni erano molto impostate e tradizionali: ore e ore di prove alla sbarra ripetendo le stesse mosse con in sottofondo la musica di un pianoforte dal vivo.
L'insegnante poi ha convinto i genitori a continuare a farlo studiare danza perchè sebbene non si impegnasse particolarmente era molto portato.
Col senno di poi Massi è pentito di non essersi applicato in quei primi anni perchè se lo avesse fatto sarebbe stato ancora più bravo.
Mi spiega che nella danza avere di base alcune caratteristiche fisiche è un dono eccezionale e che le persone che non le hanno per quanto si possano allenare non potranno mai arrivare a certi livelli.

La folgorazione, l'innamoramento per la danza avvenne solo molto dopo, assistendo con i suoi a Roma ad uno spettacolo al Teatro dell'Opera, lì probabilmente capì dove sarebbe potuto arrivare, che ballare è tutt'altro da una sterile e noiosa ripetizione di passi eseguiti davanti allo specchio.
Ci sono colpi di fulmine che ti tramortiscono su due piedi e altri che arrivano più tardi ma ti travolgono ugualmente all'improvviso lasciandoti senza fiato.
La danza è una di quelle passioni che diventano ragione di vita, che ti coinvolgono in ogni momento della giornata, che interessano ogni tua fibra, il rapporto che hai con lei non si chiude a fine lezione, gettando scarpe e indumenti nel borsone e tornando a casa ma ti segue sempre.La danza ha quasi del divino, del soprannaturale, ti consente di fare cose incredibili, di volare quasi, di sfidare i limiti fisici del tuo corpo, di essere altro: interpretare un personaggio storico, un animale, un'emozione, uno stato d'animo...qualsiasi cosa. E' dar vita alla musica, fondersi con essa, impreziosirla.


Quando vado a teatro sono colta da una sorte di sindrome di Stendhal, quando si apre il sipario poi è un momento magico, sento un profumo particolare, misto alla polvere del palcoscenico, non so se si sente davvero o è una mia suggestione, mi piace immaginare che sia polvere di stelle, magia.
Da quel momento cado in trance e vengo catapultata in un altro mondo, in quello che stanno rappresentando, spesso mi accorgo di avere letteralmente la bocca aperta per lo stupore, come un bambino al circo o davanti a un prestigiatore. Una volta mi sono accorta con la coda dell'occhio che qualcuno mi stava osservando, mi giro ed era Nicola Piovani che forse mi guardava mentre, come al solito, boccheggiavo come un tonno rapita dalle sue musiche, chissà magari gli avrà fatto piacere!


Massi quindi dopo essere stato folgorato dalla danza si getta a capofitto nello studio facendone la sua ragione di vita. Si iscrive a Roma all'Accademia e frequenta numerosi corsi e stage, raggiunge un discreto successo, partecipa ad importanti progetti e fa una tournée all'estero che lo porterà a Parigi, in Algeria ed Egitto.
Quando è proprio all'apice della carriera, quando tutto è possibile, come spesso accade, il destino si mette di traverso, sua mamma si ammala gravemente e lui non esita ad abbandonare tutto per starle vicino. Non ci pensa neanche un attimo, la danza è tutto ma la famiglia ancora di più.
Purtroppo la danza soprattutto agli esordi paga pochissimo e senza più l'aiuto economico della famiglia Massi deve provvedere a se stesso.
Per questo decide di lasciare da parte la sua carriera di ballerino per aprire una scuola di danza nel suo paese. All'inizio è scettico, è un puro escamotage per sopravvivere ma ben presto si appassiona al progetto. Anche in questo caso si tratta di innamoramento tardivo ma scopre una grande passione e talento per la coreografia, fa continui corsi per tenersi aggiornato e gli apprezzamenti che riceve da più parti gli fanno capire che ha intrapreso la giusta strada. 
Da quel giorno sono passati circa 20 anni, la sua scuola di danza è cresciuta, si è arricchita anche di altri insegnanti e ora conta più di cento allievi.
Ogni tanto ripensa a quello che sarebbe potuto essere e non è stato, una sorta di "sliding doors", se avesse continuato la sua carriera di ballerino.
Ovviamente non potremo mai saperlo.
Ma basta vedere quello che c'è oggi: c'è una scuola di danza in un piccolissimo paese della provincia di Teramo che si è creata un proprio spazio, autonomo, che si è distinta, che tenta di fare una danza diversa dalle altre scuole, non rigidamente classica ma aperta a nuove suggestioni e sperimentazioni, che fa un saggio di fine anno che non è semplicemente una passerella degli allievi ma uno spettacolo vero e proprio, atteso e applaudito. All'inizio si teneva nella piazza del paese e ora da qualche anno nel teatro di Teramo che permette soluzioni scenografiche di tutt'altro livello.

Le noiose lezioni dell'infanzia di Massi per fortuna sono solo un lontano ricordo, ora si fanno approcciare i bambini alla danza proponendogli dei giochi, degli esercizi simpatici.

La danza è una filosofia di vita, è disciplina, sacrificio, anche economico, è uno degli sport più costosi, è rinuncia.
Mi chiedo quanto questi valori suonino oggi anacronistici e cozzino con quello che vediamo intorno a noi ma per fortuna praticando questo sport c'è la possibilità di credere ancora in qualcosa di positivo, di avere un insegnamento, un'indicazione che vada oltre manie di esibizionismo con cui i genitori troppo spesso iscrivono i figli ai questi corsi o per compensare frustrazioni personali.
Gli chiedo cosa ne pensa dei reality che trattano di danza, lui ammette che indubbiamente hanno portato molti giovani ad avvicinarsi alla danza ma spesso in modo superficiale, sono ansiosi di raggiungere presto dei risultati e si sono iscritti perchè vogliono fare le cose che fanno quelli di "Amici".
Poi mi racconta dei corsi di balli latino-americani per bambini che si tengono in giro e  sono veramente assurdi, con piccoli ballerini conciati da adulti con tanto di trucco e tacchi alti!


La citazione di "Fame" è d'obbligo: "Voi fate sogni ambiziosi, successo, fama, ma queste cose costano ed è esattamente qui che si incomincia a pagare, col sudore".
Mi chiedo quanto sia cambiato il mondo della danza nel tempo ma nello stesso modo come sia sostanzialmente rimasto uguale e mi dispiace che in tempo di crisi i tagli vengano fatti in modo spregiudicato nel settore dello spettacolo, delle arti. Si cerca di limitare i danni nel "panem" ma si gambizza il "circenses", di salvaguardare le necessità, i bisogni primari a scapito dei sogni, delle emozioni magari non pensando che anche i settori di intrattenimento e cosiddetti leggeri creano posti di lavoro e giri di denaro e che una popolazione che smette di sognare o di interessarsi alla cultura è già clinicamente morta.

Curioso come la danza, improntata da sempre sull'impegno, la determinazione e sul basarsi esclusivamente sulle proprie forze suoni oggi stranamente demodè ma che ti permette studiandola, lavorandoci su, di coronare il sogno di una vita e volare giusto un passo sotto le stelle.

http://www.centrocoreografico.it











martedì 14 agosto 2012

Cronache balneari

Prima si è scassato l'alternatore del portatile, poi ci stava rimettendo le penne pure il cellulare, poi la linea che qui va e viene e con la magna affluenza estiva spesso va tutto in tilt e non si riesce neanche a telefonare.
Fastidiosa sensazione di dipendenza tecnologica, che non vorresti mai ammettere, fino a che hai tutti i mezzi disponibili non ci fai neanche caso, quando si scassano ti rode e sbuffi.

Qui tutto procede bene, in queste vacanze di limbo che non sembrano poi così tanto vacanze, dilaniata tra "quel che dovresti fare" e il "cosa fai" e "cosa avresti voluto fare".
Diceeee :"Di che ti lamenti? Mica sei reclusa nel terzo braccio di Rebibbia!", no no infatti, è solo che... va bè sob mestamente, taccio.

Non ho molte opportunità per fare la mummia da spiaggia ma ogni tanto mi diverto ad osservare i miei vicini.
Siamo in terza fila, in posizione davvero privilegiata, l'anno scorso eravamo in quart'ultima!
Qui c'è tutta un criterio di assegnazione degli ombrelloni che si tramanda da generazione in generazione, quelli della fila dietro di te fanno la macumba sperando che tu sparisca la stagione successiva, in qualsivoglia maniera, di morte naturale o decisione spontanea è indifferente, tutto pur di avanzare di una posizione.
La gente ci guarda un po' con sospetto e diffidenza e si chiede come mai in soli 3 anni siamo riusciti a guadagnare la tanto ambita pole position.
Frutto di un sapiente lavoro di diplomazia di mc (mi' cognata).
Confiniamo ad est con una coppia con un bambino di tre anni che non mi piace molto, ha degli occhi azzurri ma di un azzurro che non mi piace, oserei direi cerulei ma in senso negativo, se mai ne potesse avere uno e un'espressione che non mi piace, sono sensazioni.
Dietro di noi c'è una simpatica combriccola che si riunisce per giocare a carte, passa interi pomeriggi, rubando le sedie dagli altri ombrelloni e facendoli diventare tavolini e paravento. Si tratta per lo più di donne di una certa età affette da nonnite, ovvero quelle che vorrebbero tanto un nipotino ma i figli ancora non si decidono e quindi si accozzano ad ogni bimbo guardandolo e vezzeggiandolo languidamente.

Ci sono stati un po' di eventi a sconquassare questa strana estate che non posso definire noiosa o banale visto che stare dietro la Pop ci rende moooolto impegnati.

Ho dovuto, mio malgrado, rivolgermi a un medico, non per Pallino, tranquilli ma per il mio piede che mi stava abbandonando. Non vorrei addentrarmi in particolari truculenti ma da svariato tempo mi sono uscite fuori quelle che io pensavo fossero banali bolle, ma poichè ho visto che si stavano espandendo e moltiplicando ho pensato bene che finalmente fosse il caso di farle vedere a uno specialista.
Ho aspettato tanto, decisamente troppo ma tanto la mamma non si deve mai lamentare, ha da schiattà e deve sopportare e quindi ho rimandato sempre.
Prima l'ho fatte vedere a Adele, la pedicurista de ms (mi' socera), la maga del callo che mi ha fatto aspettare una settimana prima di venire a vedere, addirittura doveva consultare la sua agenda che al momento aveva in macchina ma non poteva andare a recuperare. Poi è passata a casa e ha sentenziato "E' da operà".
Andare da un dottore in un posto di mare è una esperienza sui generis.
Innanzitutto ti dà l'appuntamento alle 19 per non interferire con la (sua) giornata in spiaggia, poi ti riceve in infradito, coprisole e abbronzatura africana, e meno male che è un dermatologo... E' molto giovane e friendly, mi rassicura dicendo subito che ho fatto un bel guaio ma che la situazione non è grave ma solo impicciosetta.
Inizia ad armeggiare con la mia infelice estremità e io per poco non mi addormento. Non so bene cosa mi stia facendo e manco lo voglio sapere, so solo che ho un'oretta in totale quiete e ne approfitto per rilassarmi.
Spero che scacchi quello che c'è da scacchiare e arrivederci e grazie.
Invece lei mi dice che non si può operare, che lei ha tolto metà di quello che c'era da togliere, il resto è da fare nelle successive due settimane a casa. Ma come?
Mi dà un bisturi, un bisturi vero che mm dovrà usare per scucchiaiarmi il piede....pregooooo?
Vado a recuperare il marito per fargli vedere dal vivo cosa dovrà poi fare al mio alluce.
Mi prescrive un acido da mettere sulla parte che ammazza la pelle che poi andrà rimossa. Vado nella farmacia sottostante, il farmaco risulta introvabile, ma meraviglie delle meraviglie di vivere in un piccolo centro loro sanno già i giorni in cui visita la dottoressa e sono prodighi di consigli su da farsi.

Un altro evento è successo pochi giorni fa. Si è persa un bambina di 8 anni in spiaggia, a quanto pare stava giocando sugli scogli col fratello ed è sparita.
La mamma era incinta e molto cicciona a quanto pare. Per tutto il pomeriggio è stato un continuo rincorrersi di voci, rumors, "si dice che", c'è stata una grande agitazione. Il tratto di spiaggia era gremito di persone e curiosi, i bagnini del nostro stabilimento sono prontamente usciti in mare col pattino a non si sa far bene cosa e hanno addirittura tirato fuori dei binocoli quasi professionali, faceva molto Baywatch.
In queste situazioni mi viene sempre da pensare che per fortuna si è risolto tutto bene perchè se stiamo davvero in mano a questi siamo fottuti!
Nel frattempo è arrivata la capitaneria di porto a iniziare le ricerche in mare, poi è venuto in spiaggia un ufficiale con una maschera da immersioni da bambina in mano, forse era quella della piccola e voleva farla vedere ai genitori che nel frattempo erano spariti.
Dopo un'oretta gli altoparlanti dello stabilimento hanno annunciato "La bambina è stata ritrovata", è partito un applauso liberatorio e spontaneo. Dopo qualche minuto ne hanno fatto un altro dicendo un po' stizziti "La bambina è stata ritrovata, non vi preoccupate", della serie non ci scassate la minchia chiedendoci continuamente se ci sono novità. Pare sia stata ritrovata in uno stabilimento molto distante, qualcuno ha pure ipotizzato che fosse tutta una bufala per creare caos e rubare sotto gli ombrelloni.

Un altro evento a carattere molto locale è che la Pop è appassionata di pappagalli e con il suo occhio di lince è riuscita ad individuarne una coppia in gabbia sul balcone dei vicini.
Mi costringe a scendere in cortile per guardarli da lontano.
La colpa è un po' pure mia visto che ci piaceva tanto la canzone del pappagallo

Piccola nota: il ragazzo nel cartone animato è Riccardo Mazzoli in persona, il bravissimo disegnatore di quasi tutti i cartoni dello Zecchino e il pappagallo è un leit motiv che spesso torna ad esempio anche in "Sei forte papà", c'è la capocchia appesa allo specchietto della macchina.


Io la rassicuravo dicendole che mentre nella canzone il volatile è triste perchè non ha una compagna, in questo caso invece ce l'ha, è fidanzato ed è contento.
Non ho fatto in tempo a dirlo che ieri mi sono accorta che nella gabbia c'era un solo pappagallino, l'altro è stirato, credo perchè lo hanno lasciato a cuocersi al sole.
Ora non so cosa si inventeranno gli incauti padroni visto che anche il loro figlio è rimasto molto addolorato dalla notizia e oggi fissava la gabbia mestamente.






giovedì 9 agosto 2012

Un souvenir molto speciale

C'è chi torna dalle vacanze con un souvenir tipico del luogo che ha visitato, magari delle volte un po' pacchiano e kitch e per questo entra di diritto nella galleria degli orrori delle buone cose di pessimo gusto.
Io, se mi dice molto ma molto bene, tornavo con un'amicizia o con un amore.
Ma gli amori passano e di essi poi non è rimasto che uno sbiadito ricordo.
Le amicizie, se sono vere, rimangono negli anni.
Il mio souvenir più importante in realtà non l'ho scovato io personalmente in vacanza ma una mia amica che una volta partì per il Marocco da sola e in villaggio conobbe una ragazza anche lei in viaggio da sola. Al ritorno insistette molto per farcela conoscere e così partimmo per quello che sarebbe stato il primo di una lunga serie di appuntamenti fissi con il carnevale di Venezia e nella sua patria padana facemmo conoscenza con Sofia.
Sapete quanto io ami le coincidenze, qualche anno prima avevamo chiamato la nostra gatta proprio così: una micia dal pelo nero e lucente, furba e felina al punto giusto e qualche tempo dopo incontrammo un'altra Sofia, stavolta umana, sulla nostra strada. Ma anche lei magra, lunga e con i capelli nerissimi.
Abbiamo affibbiato ad entrambi sempre nuovi nomignoli e li abbiamo scambiati fra loro senza che si offendessero, in sintesi erano sempre Sofia-gatta e Sofia-umana.
Quando incontro persone veramente speciali penso sempre che lo siano talmente tanto da non essere di questo mondo ma marziane, extraterrestri.
Sofia è di sicuro fra questi, se un giorno mi svelasse la sua origine aliena  non me ne stupirei affatto.
Lei è l'allegria, l'ottimismo, l'amicizia in senso puro, lei c'è stata in tutti i momenti importanti, quelli positivi e negativi. La notte prima del matrimonio c'era ed era anche al nostro tavolo alla cena e per poco non ci faceva perdere il volo del viaggio di nozze per accompagnarla di corsa alla stazione. Con lei ogni aereo, ogni treno è stato preso al volo per stare il più possibile insieme.
Per lei abbiamo fatto levatacce mattutine per prendere treni ad orari improbabili all'alba, compravamo i biglietti trenitalia in offerta, poi ci passava a prendere alla stazione e partivamo alla volta di Trieste o della Croazia, lei guidava e noi che russavamo in macchina. O abbiamo cercato ogni pretesto per incontrarci a metà strada o a Roma o in Veneto da lei.
La lontananza con lei non è mai stato davvero un problema, anzi è stata sempre l'occasione per farci dei bei viaggi insieme: in crociera, in barca a vela, a Venezia, a Sorrento, a Ponza, sul Lago di Garda, sulla neve...o per vedere bei concerti insieme.
Ogni weekend trascorso con lei è stato pieno di cose da vedere e da fare intervallato dalle rituali pause per lo spritz o i fermini come li chiamiamo noi.
Come poi spesso accade, l'amicizia con quella che ce la presentò si affievolì chissà perchè mentre la nostra con lei rimane tuttora.
Ora ci vediamo un po' di meno rispetto a prima ma qualche weekend lo passiamo ancora insieme.
Spesso se vedo un'offerta speciale sui voli o sui treni il primo pensiero è organizzare un viaggio da lei, ci dovevamo vedere anche quest'anno per il ponte del 29 giugno ma poi causa mio riposo forzato abbiamo dovuto rimandare.
Io e lei ci sentiamo tutti i giorni in una strana modalità: ci scriviamo un sacco di email telegrafiche da una riga che hanno tutta la sintassi tipica degli sms. Credo che abbia iniziato lei, addirittura delle volte scrive abbreviando e puntando le parole e non ci si capisce nulla, ho il dubbio che non possa usare più di un certo numero di caratteri!!
Io ho cercato di imparare da lei il veneto e ogni tanto mi cimento anche se esce fuori un improbabile misto veneto-spagnolo.
Oppure mi diverto a fare la traduzione simultanea delle sue telefonate in dialetto, un po' capisco e un po' invento.
Infiniti sono i bei ricordi legati a lei, forse più di tutti i viaggi che abbiamo fatto in tre, in macchina, alla ricerca di posti tipici dove mangiare, paesini caratteristici da visitare.
Io e lei siamo entrambi figlie uniche e ci piace considerarci, anche perchè un po' ci somigliamo, come sorelle acquisite ma vere, forse più di quelle di sangue perchè in famiglia ti può capitare bene o ti può capitare male, invece è proprio come dicono che le amiche vere sono le sorelle che si scelgono.

E a proposito di souvenir una delle canzoni meno conosciute di Ligabue, ma non per questo meno bella.




lunedì 6 agosto 2012

My way

"E dillo 'na vota sola..." anzi "E DILLO 'NA VOTA SOLAAAAAAAA"

Il gradevolissimo vicino sta facendo una deliziosa festa in giardino con tanto di cantante live che finora ci ha deliziato con i pezzi del buon Frank, ora è passato al repertorio classico e andrà avanti fino a notte fonda.
Bella musica, peccato il volume decisamente alto e che ovviamente non abbia avvertito ma va bè fa parte, pure questo, delle delizie d'agosto.
http://buonecosedipessimogusto.blogspot.it/2012/08/ferie-dagosto.html

Oggi va un po' così, ci sono cose che non sopporto, frasi che ti disturbano e che ti ritrovi concentrate tutte insieme in poche ore e ti girano i maroni.

Una delle mie più grandi paure dell'essere mamma me l'ha istillata Tatalucia, grazie anche per questo mi ci voleva proprio!, ed è quella di non trattare il bambino per la sua età ma, inconsciamente, di volerlo far rimanere sempre piccolo, dipendente da noi, per poterlo coccolare e tenerlo legato a noi.

Quindi si vedono bambini di 3-4 anni che fanno cose da piccoli, tipo che mangiano cibo a pezzettini o non mangiano da soli ecc.
Dall'esterno è facile giudicare e pensare che è sbagliato e che è evidente che le cose non vanno bene così.
Ma da dentro probabilmente non è così.
Non si capisce che in questo modo non si sta facendo il bene del bambino, che bisognerebbe aiutarlo a crescere, non soffocarlo e proteggerlo nella bambagia. La mamma pensa solo di dare tanto amore al proprio piccolo e ovviamente non lo fa in cattiva fede.
Non è facile, soprattutto i primi tempi, le giornate spesso scorrono identiche le une alle altre, si finisce per fare le stesse cose secondo una routine ben collaudata e si va avanti un po' per inerzia. Spesso non viene proprio in mente di sperimentare cose nuove, per paura, per pigrizia o magari semplicemente perchè uno non ci pensa.
Non è affatto facile, non ti consegnano il libretto di istruzioni alla nascita ma solo un "Tanti auguri" e poi te la devi vedere tu col pargolo.
Perchè tanto se le cose vanno male è colpa tua, della mamma.
Ma se tutto va bene, hai semplicemente fatto il tuo dovere, non hai alcun merito.
Una cosa importantissima è il confronto con le altre mamme, Il parco e ogni punto di aggregazione, piscina ecc. è fondamentale, si guardano le altre, si parla, ci si confronta e conforta. Delle volte non sempre è facile perchè alcune tendono a barare, a vantare primati inesistenti o esagerati dei propri figli facendoti sentire sempre una mezza beghina.
Potrei davvero scriverci uno stupidario da "Mio figlio a 6 mesi è totalmente indipendente" a "Pensa che si mette il carillon da solo e si addormenta".
Ma nel mucchio si può sempre fare una media e cogliere spunti interessanti o delle cose da imitare.

"YES IT WAS MY WAYYYYYYYYYYYYYY"


Questi giorni sono pesantucci sarà perchè stare tutto il giorno con la Pop non è affatto facile, soprattutto andando al mare quando in teoria dovrei stare a riposo.
Poi lei è strana, delle volte è nervosa, altre non ha tanta voglia di camminare anzi al contrario sembra non le interessi più e le piace stare in braccio.
Sono fasi immagino, lo so.
Ma sentirsi chiedere in continuazione quando magari lei smania "Cos'ha? Perchè fa così?" tanto che vorrei rispondere "E che ne so? Se lo sapessi sarei diventata miliardaria, avrei scritto subito un libro sull'argomento".
O sentire una mamma dello stabilimento che è preoccupata perchè sua figlia di 13 mesi ancoraaaa non cammina, proprio a me lo viene a chiedere, che la mia ne ha 8 di più e poi mi dice "Ah la tua sembra più piccola" mavaiacacare.

"NIGHT AND DAY YOU ARE THE ONEEEEEEEEEEEEEEE"

Perchè vorrei tanto andarmene per la mia strada senza dar retta alle voci, spesso a sproposito degli altri e pensare che il mio istinto di chioccia sia più che sufficiente.

"AND MORE, MUCH MORE THAN THIS, I DID IT MY WAYYYYYYY"

'Naltra volta? Ma non l'aveva già fatta?
Sarà un segno del destino, forse ha ragione il vecchio Frank, è giusto fare le cose in my way, anzi in MY WAYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYY.












domenica 5 agosto 2012

Ferie d'agosto

I poracci fanno le ferie ad agosto, i privilegiati invece le fanno in periodi in cui fa caldo ma non c'è la folla. I poracci sfigati le fanno la settimana di ferragosto così oltre a trovare il sovraffollamento, pagano il massimo.
Comunque considerando che in tempi di crisi, ma 'sta crisi c'è poi?, c'è chi non parte proprio, meglio non lamentarsi troppo.
Ma a me se c'è una cosa che urta è proprio il caos, il pigia-pigia, la confusione; non sopporto vedere la ridente e amena località di mare dove mm è cresciuto ridotta a un carnaio, se devo rivivere qui le stesse cose che ci sono a Roma: traffico, problemi di parcheggio, a questo punto rimanevo lì.
Il bello della piccola cittadina è potersi spostare a piedi, o raggiungere tutto in 5 minuti.
Ad agosto tutti questi privilegi decadono, il piccolo paese di mare si infogna con un miliardo di villeggianti e scoppia letteralmente perchè non ce la fa a sostenere tutta questa affluenza.
Se uno vede la nostra adorata spiaggia dorata dall'alto sembra diventare rosa dalla quantità di epidermide esposta a bagno o al sole.
Insomma tanto entusiasmo prima di partire, poi arrivo qui, ad agosto e dopo poche ore vorrei già ripartire.
Già ma per andare dove? Non è che altrove in questo periodo la situazione sia migliore.
I villeggianti che vengono qui sono di vario tipo.
Ci sono i fagottari: ovvero i giornalieri, sono temutissimi e odiati dagli esercenti perchè vengono e cercano di portarsi tutto da casa senza spendere neanche un centesimo qui. Sono carichi di vettovaglie e di ogni possibile accessorio parasole e gioco da spiaggia, arrivano all'alba e ripartono addirittura a notte fonda. Sono spesso famiglie molto numerose e con tanti bambini e frequentano ovviamente la spiaggia libera. Portano talmente tanta roba da mangiare che secondo me del mare non gli frega proprio nulla, loro vengono qui pe' magnà e basta.
E' un continuo lavoro di mandibole, un unico pasto che si protrae dalla colazione alla cena. Ovviamente sono anche temutissimi come vicini di ombrellone, certo che se vi servisse qualcosa, potete chiederglielo, loro ce l'hanno di sicuro!

Probabilmente i fagottari quando diventano stanziali e affittano casa diventano soppalcatori, hanno l'istinto del branco e devono stare tutti uniti non c'è niente da fare. Quindi affittano un ombrellone con due lettini e poi ci stanno in 18 o affittano un appartamento con 4 posti letto, poi tappezzano il pavimento di materassi e ci dormono in 20. Questi sono i più temuti dai proprietari di case che pensano di affittare a una tranquilla famigliola e poi si trovano l'appartamento devastato.

Poi ci sono gli abituè che vengono qui da una vita, stessa spiaggia e stesso mare salvo poi lamentarsi che una volta si stava meglio e che è tutto cambiato e che questo è davvero l'ultimo anno.

Riguardo lo scarso senso dell'ospitalità dei commercianti della zona ne ho già parlato
 ma forse ad agosto raggiungono il loro top.
Ovviamente gli stabilimenti sono quasi tutti sold out e affiggono dei cartelli con scritto "Siamo al completo" ma ieri ho letto addirittura "Siamo al completo, è inutile insistere"...ci manca solo che minaccino di sputarci in faccia!
Il cliente viene troppo spesso considerato un fastidio, un rompiscatole, il fatto che paghi per ottenere un servizio è totalmente irrilevante.
Nel mio stabilimento ti salutano a stento e il sorriso è una chimera.
Oggi poi ho assistito ad una conversazione da cui ho capito la loro politica.

Un bagnino, non il classico bagnino ma uno che chissà perchè si veste con il costume e poi indossa uno strano cappello, occhiali e basette da Blues Brothers era stravaccato su una poltroncina di vimini dell'ingresso e salutava svogliato i clienti che entravano. Ad un certo punto entra un giovane che non risponde al saluto.
La padrona dello stabilimento ha prontamente ripreso il bagnino dicendogli "Eh no tu devi solo salutare quelli che ti dicono buongiorno per primi, gli altri no". E già probabilmente troppa fatica! E' così difficile capire che forse è loro compito salutare tutti quelli che entrano perchè se tu occupi quel posto è perchè questi pagano un servizio?
Sono allucinata....
Ora vorrei provocarli, se io li salutassi dicendo "Buongiorno bella come butta?", lei che fa? Mi risponde altrettanto? Quasi quasi ci provo.