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venerdì 22 maggio 2020

40ena (16°parte)

Ci si appresta ad affrontare la fase 3, la fase 2 e un pezzetto o quello che è.
Io, psicologicamente, sono uscita dalla 40ena già da un bel po'.



Rimane il fatto che rifuggo il contatto con le masse abnormi di persone, ma quello l'ho sempre fatto; altro che distanza sociale di 1 metro, meglio molta, ma molta di più.

Gli psicologi in questo periodo hanno parlato della sindrome della capanna ovvero della paura di uscire di casa ed affrontare il mondo e la realtà soprattutto in seguito ad un periodo di isolamento volontario o meno.
Durante la 40ena ogni tanto mi è capitato di avere questa sensazione ma anche e soprattutto di avere paura di provarla.
Per questo mi forzavo ogni tanto di uscire anche se fuori trovavo un panorama desolante da day after.

Un altro aspetto interessante che mi è capitato di leggere riguarda l'effetto nocebo che è il contrario del placebo, quello che ti fa convincere che un rimedio o un farmaco dia effetti positivi quando in realtà non contiene nulla di speciale. Allo stesso modo, ma al contrario, ci si può convincere che tutto andrà male anche senza basi reali e poi accadrà davvero che ci sarà lo scatafascio anche perchè non avremo fatto nulla per evitarlo ma anzi ci saremo crogiolati nell'autocommiserazione e fatalismo. Per questo dall'inizio del lockdown ho evitato le persone negative a riguardo o ho troncato bruscamente discorsi che vertevano in quel senso chiosando con un: è presto per dirlo, staremo a vedere, viviamo alla giornata.

Se penso al primissimo periodo, il silenzio assordante, le Pop chiuse in casa per due settimane, i giochi in balcone, la ricerca del proprio spicchio di sole, della dose di vitamina d...mi chiedo davvero come abbiamo fatto?
La clausura, lo stare chiusi in casa, il non vedere persone che abitano a 1 metro da te e che prima incontravi quotidianamente.
Forse quello che ha causato lo sblocco della situazione è stato quando ho notato che le Pop dopo aver ballato 5 minuti in casa arrancavano con il fiatone, allora mi sono detta:"Eh no ora basta". E abbiamo messo il naso fuori dall'uscio.

Ci siamo permessi di fare questo, di prenderla con filosofia e/o leggerezza anche perchè per fortuna a Roma il Coronavirus ci ha preso proprio di striscio. A chi era tentato di farsi prendere dal panico, complottisti, tragediografi, menagrami dicevo: ma scusa conosci qualcuno amico o amico dell'amico che è stato infettato? No... Allora punto.
O magari l'abbiamo preso tutti ma senza sintomi.
Certo al Nord la situazione è completamente diversa e per noi difficile da comprendere.
Diverso sarebbe stato se avessero iniziato a fioccare ricoveri nel palazzo, scomparse e decessi tanto da creare una situazione tipo "Dieci piccoli indiani": ...E poi non ne rimase più nessuno.

Io ho reagito alle restrizioni dei regi dpcm con rabbia, frustrazione, indignazione...mi sono sempre sembrati esagerati e confusi. Non vedendo poi risultati a breve spesso mi chiedevo: ma non sarebbe meglio accelerare i tempi, facciamo un'unica contagiata, un mega-assembramento e amen!?




Da un po' ci siamo affacciati anche noi alla fantastica Dad Didattica a distanza, prima asincrona ora anche sincrona. Si utilizzano diverse piattaforme, le Pop sono diventate esperte, di sicuro più di me, nell'utilizzare queste tecnologie, a me capita sempre che quando mancano pochi minuti all'on air mi prende l'angoscia che qualcosa non funzioni e non è una paura immotivata visto che i primi 10 minuti trascorrono tra: ti vedo ma non ti sento, ti sento ma non ti vedo, non ti vedo nè ti sento...ma voi mi vedete?
C'è un'altra cosa che mi indispone: sono una che quando converso inconsapevolmente faccio le facce tanto da essere un libro aperto e le volte che me l'hanno fatto notare ho pensato con sgomento: ma davvero si vede così tanto?
Quindi al telefono un pochino mi salvo ma con queste videochiamate proprio no e ho sempre il terrore di essere sgamata o che ascoltando quello che dice qualcun'altro io commenti il suo discorso con un'espressione eloquente delle mie.
Ovviamente queste videolezioni sono un succedaneo vista l'emergenza e mai potranno sostituire le lezioni classiche vere e proprie anche perchè arrivati a fine esperienza i bambini non ne possono più e altrettanto i genitori di fare da surrogati di insegnanti.



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