Fare un viaggio di poco più di 500 km e trovarsi catapultati in un'altra epoca, in un'altra dimensione. Quasi un viaggio indietro nel tempo a quello che eravamo, o forse che erano i nostri nonni o bisnonni.
Era partito come un viaggio di svago: andiamo a trovare una famiglia conosciuta in crociera con cui abbiamo condiviso gran parte della vacanza perchè i bambini avevano fatto subito amicizia, ci siamo ritrovati di fronte una quotidianità a noi sconosciuta ma che ci ha fatto riflettere.
Gli aspetti fondamentali sono due: quello umano e quello animale, mai come in questo caso legati da un vincolo strettissimo.
Partiamo da quello animal-bucolico.
Il nostro amico ci aveva detto en passant di lavorare in un'azienda agricola ma mai ci saremmo aspettati che possedesse una masseria, una vera fattoria con 100 mucche, pecore, vigna, campi per coltivare il fieno, uliveto e che producesse latte e formaggi. L'abbiamo visitata con grande entusiasmo delle Pop. Una vera fattoria, tutt'altra cosa da quelle linde e pinte che spesso ci vengono propinate negli agriturismi! Ci siamo resi conto di quanto ne sappiamo poco e di come siamo cittadini votati al consumismo e alle multinazionali!
Abituati ai preconfezionati cordon bleu Aia senza porci troppe domande sulla provenienza, sul fatto che deriva da un essere vivente ma anche sul lavoro e sulla sofferenza che c'è dietro. Per quieto vivere ignoriamo questioni morali: ma il pollo come vive? come viene fatto fuori? Limitandoci ad alzare le spalle e a pensare: è la vita, l'uomo è onnivoro. E poi le solite noiose questioni: allora non si dovrebbero indossare abiti e scarpe di cuoio ecc.
Ammettiamo la nostra ignoranza su agricoltura, allevamento ovino, bovino ecc. e il nostro stupore crescente mentre visitiamo la masseria e poniamo le nostre domande magari anche sceme al nostro Angelo (nomen omen).
Incredibile ma finalmente per la prima volta in vita mia assaggio il latte appena munto, lo odoro e esordisco:"Sa di latte!" mentre quello che si compra se si annusa sa di ....nulla! Mangiamo la burrata, la stracciatella, la mozzarella, la ricotta... sapori forti, decisi insomma veri.
Nel mio immaginario gli animali allevati vivono in condizioni penose, anguste con sadici contadini che le trattano male, nutriti con farine strane e antibiotici e alla fine vengono ammazzate senza pietà.
Qui invece vedo un legame fortissimo fra uomo e animale, sento rispetto e quasi affetto. Le mucche devono essere trattate bene così come la terra perchè più le curi e più ti danno. Ognuna ha un nome, l'allevatore ci parla, ci scherza; il rapporto è continuo e molto stretto: vengono munte ogni 12 ore in un locale con un tiralatte che munge 6 mucche per volta.
Un altro aspetto che ignoravamo è che per avere più latte si fanno partorire le mucche ogni anno e l'inseminazione non viene più come un tempo fatta dal toro ma bensì in maniera artificiale utilizzando delle palettes di semi bovini che vengono venduti con tanto di curriculum genetico garantito!
Ed ecco qui che troviamo quindi quello che non ti aspetti: la tradizione che incontra la tecnologia! Non c'è più, o forse non c'è solo, lo zio Tobia di un tempo ma c'è anche quello colto, curioso e interessato alle novità, ci parla di mungitrici automatiche, di apparecchi per misurare quanti passi fanno le mucche e da quello capire se sono in calore perchè a quanto pare in quel periodo camminano molto di più.
Sarei ipocrita se non dicessi che se nasce un maschio poco dopo diventa carne e lo stesso avviene per le mucche dopo 15 anni di onorato servizio ma mi piace pensare che abbiano almeno passato una vita decorosa in masseria.
Abbiamo visitato la fiera del bovino di Martina Franca curiosando fra gli stand e assistendo alle premiazioni delle mucche della razza Frisona e Bruna Alpina.
Vediamo pecore bellissime dal pelo lungo ma ci dicono che la lana viene tosata quando è estate perchè hanno caldo ma non se ne fa nulla perchè non è più richiesta, un tempo veniva usata per riempire i materassi ma ora si usa altro. Il nostro amico non mangia agnello perchè gli fa impressione e i suoi figli non mangiano formaggio forse perchè non ne possono più.
E caso strano proprio a lui dove in masseria contano solo le femmine, per contrappasso la vita ha donato 3 figli maschi!
Conosciamo anche Cecilio il maestoso ariete.
Ho visto innanzitutto una grande passione, un lavoro lento, umile e sapiente che non conosce pause e giorni festivi, una dedizione alla terra e agli animali, una collaborazione fra uomini e con gli animali. Una vita regolata dai cicli della natura e delle stagioni in cui tutto è fatto con rispetto e dedizione.
Delle volte è bello essere smentiti e scardinare i propri preconcetti in questa maniera!
La seconda parte:
http://buonecosedipessimogusto.blogspot.it/2014/10/un-moderno-cowboy-parte-2-il-lato-umano.html
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