Ho scritto poco ultimamente, molto poco.
Il motivo come mi piace pensare, è perchè ero impegnata a fare altro, ero impegnata a vivere.
Scrivere presuppone un momento di riflessione, di stasi, per raccogliere le idee e gettarle su una pagina bianca (anche se telematica).
Ero impegnata a raccogliere materiale su cui scrivere, magari inconsapevolmente; forse a vivere esperienze, sensazioni di cui non avrei mai potuto parlare pena querela, ma non fa nulla.
E di materiale se ne è aggiunto in abbondanza, di cose ne sono successe davvero tante.
Soprattutto dal punto di vista "lavorativo", ancora non lo considero tale, faccio fatica a ritenerlo una professione eppure mi tiene impegnata per varie ore e mi permette di avere qualche spicciolo tutto per me.
Se mi chiedono la professione in maniera ufficiale rispondo ancora: non lavoro. Poi se incalzano: casalinga? Nooo ti prego casalinga no, meglio disoccupata. E i successivi minuti sono riservati alla riflessione se è più deprimente essere o l'uno o l'altro, soprattutto se la domanda precedente era: titolo di studio?
Se mi chiedono invece in via ufficiosa che lavoro faccio, sul vago rispondo: organizzo attività per bambini, se la situazione me lo consente sono capace di parlarne a ruota libera per più di un'ora. E a quanto pare con un entusiasmo contagioso visto che la gente prende appunti per la quantità di informazioni che sciorino. Ricevendo le mie tartassanti email alcuni si infastidiscono in maniera esagerata e rispondono aggressivi trincerandosi dietro una tastiera, altri ne rimangono colpiti, affascinati e chiedono di incontrarmi per parlarne di persona. Mi fanno i complimenti per il tipo di attività proposte, per l'originalità, per il fatto di avere un'unica persona referente che si occupa di tutto e non come quelli che storcono il naso e mi hanno chiesto:"Ma scusa tu esattamente di cosa ti occupi?".
Di tutto, perchè qual è il problema? Solo che quando vado agli incontri approfitto della possibilità concessami e butto i miei progetti sulla scrivania uno di seguito all'altro incalzando come se giocassi a scopa: oro, primiera e settebello, carte a me!
Gli entusiasti mi accolgono con calore e vedo realizzata in pieno l'espressione: la fama mi precede... e l'incontro si svolge come tra vecchi amici, in discesa. Alcuni pensano che il mio non sia un nome vero ma il nome di un'associazione; a proposito che gioia avere un nome poco usato, anche dopo anni la gente si ricorda subito di te!
I primi spicci guadagnati li buttavo sulla mensola della cucina, non li contavo, li mettevo lì accartocciati, quasi non sentissi di meritarli, come se non fossero miei. All'inizio già solo il fatto che potessi far partecipare le Pop senza pagare mi sembrava un successo, se andava male ero la prima a sacrificare la mia parte, poi ho capito che invece il mio lavoro di promozione è importante quanto quella di chi fa l'attività.
E quindi dalla timida, insicura e inesperta fanciulla che ero 3 anni fa c'è stata una bella evoluzione e ora invece sono passati a chiamarmi cagnaccio!
Ma quello che cerco di fare è di tutelare gli interessi di chi seguo e di conseguenza anche i miei, cerco di ottenere le condizioni e le offerte più vantaggiose e dico con fermezza no ai furbetti che ci chiedono di lavorare gratis sotto promesse di pubblicità garantita, visibilità...ma de che!?
Non ho mai tenuto un conto dei guadagni, ho vissuto molto alla giornata e intanto sono passati 3 anni e le attività che seguo si sono moltiplicate, un po' con il passaparola, un po' per casi fortuiti delle vita ma sempre con il denominatore comune di promuovere cose belle, che mi piacciono e in cui credo, altrimenti non riuscirei neanche a venderle.
Spesso dico che non mi piaceva ciò che trovavo in giro per le Pop e allora me lo sono creato.
Non ho più la sedia sotto il culo per 8 ore al giorno, entrate fisse, malattia pagata, ferie retribuite. Non per mia scelta ma di fatto non ce l'ho.
Sull'altro piatto della bilancia ho inventato, trovato, creato un'attività che mi dà libertà, tempo e soddisfazioni.
È stata una grande fortuna-bravura perchè senza mi sarei sentita persa, dopo più di 10 anni di lavoro dipendente 8.30-17.30 e soprattutto senza più un'entrata personale fissa di cui disporre.
Facile quando dicono: ma sì fai la mamma a tempo pieno. Bello sì, i primi 8-10 mesi che il bambino sta a casa, poi quando inizia scuola che fai? Fai il maniaco appostato fuori dal cancello del nido tutto il tempo attaccato alla ringhiera del cortile?
Non voglio manco far parte della schiera delle mamme da bar che bivaccano vicino scuola a parlare sempre di fondo cassa, rappresentanti, cosa regaliamo per la fine dell'anno....
Voglio pure qualcos'altro.
E così me lo sono trovato.
Anche perchè ritrovarsi mio malgrado a fare la casalinga dopo non esserlo mai stato non è da me.
Non puoi manco fare shopping perchè non puoi sperperare soldi e allora che ci vai a fare nei negozi?
Un po' ti dai alla cucina ma senza grande convinzione, se non l'hai mai fatto finora non è che uno inizia di botto e diventa magari pure masterchef!
Un po' ti dai alle pulizie ma pure lì senza crederci più di tanto.
Pulisci a fondo di qua e di là poi torni in salone e scopri con sgomento che quella macchia sul parquet è ancora lì che ti guarda. Ci torni sopra col mocio per far sparire la bastarda, ti accanisci. Poi quando tornano le Pop da scuola in 5 secondi hanno cosparso il pavimento di briciole, la tv e gli specchi (in contemporanea) di sugna e il lavandino del bagno di dentifricio.
Per cui ti rendi conto che la macchia sul pavimento è davvero il minimo ma soprattutto che non sarai mai schiava di quella macchia che ti guarda tronfia dal parquet e che con il riflesso del sole sembra sempre più grande.
Cara macchia, non mi avrai, se hai deciso di farmi diventare casalinga disperata, non ci riuscirai mai.
Fior fior di pediatri sostengono che
LE BRAVE MAMME HANNO PAVIMENTI APPICCICOSI, PIATTI SPORCHI E BAMBINI FELICI
chi posso essere io per smentirli?
La mia nuova (nuova?) attività è altalenante, ci sono momenti molti intensi, altri vuoti in cui si prepara quello che accadrà.
Ci sono giorni di incontri e altri di contatti via telefono o email. Da questo punto di vista sto diventando più pigra, vado in giro solo se davvero serve, quando ad esempio mi chiama una scuola altrimenti ricevo, previo appuntamento, con comodità al bar sotto casa o delle volte anche al parco.
Mi consente di frequentare posti che amo: i teatri, le scuole, le librerie...
Mi permette di far entrare qualche spiccio e di poter fare ad esempio la spesa o di pagare le bollette in maniera autonoma senza chiedere soldi a mio marito. Sarà un mio limite ma è una cosa che non mi va proprio giù e lo considero un grandissimo passo per l'umanità intera e non solo per il mio ego e la mia dignità!
Il mio nuovo lavoro è caratterizzato da non essere incentrato sulla mia presenza fisica, in genere è auspicabile che io ci sia ma non indispensabile, sono pochissimi gli appuntamenti a cui devo esserci per forza e praticamente nulli quelli che non si possono rinviare all'occorrenza. Questo fa sì che io sia molto presente con le Pop e che ci sia anche in caso di loro malattie, o scioperi, assemblee di scuola ecc. ed è una gran fortuna, in tutti i loro appuntamenti, in tutto ciò che fanno io ci sono, sempre.
Mi permette al mattino dopo averle accompagnate a scuola, di farmi una corroborante passeggiata nel parco in ottima compagnia, di osservare con superiorità la fila di macchine sul ponte e pensare:"Ma sì in fin dei conti non mi dice poi così male!".
Mi consente mentre camminiamo di parlare, di confrontarmi, di organizzarmi, di pianificare...e quando le maestre mi chiedono:"Scusate ma dove avete la vostra sede?" Le vorrei rispondere: al parco!
Il mio capo diceva che il lavoro perfetto è quello che ti fa svegliare la mattina col sorriso sulle labbra, io non so se ho raggiunto davvero questi livelli. So che è un'attività che mi diverte, che vedere ogni volta quello che propongo sia esso musica, teatro o feste mi emoziona e mi fa ridere anche se è la centesima replica. Le stesse battute mi fanno ridere ogni volta, la stessa musica mi fa provare ogni volta le stesse emozioni. E forse il segreto è proprio questo.
E che poi per la prima volta quest'anno mi abbia pure consentito di pagarmi da sola un pezzetto di settimana bianca non è stato affatto male!
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