Da cittadina metropolitana quale sono una delle cose che mi meraviglia di più di casa di mm è che dalla finestra, oltre che una magnifica vista sul mare, si potesse anche vedere il faro.
Lo guardo con la Pop quasi ogni sera che siamo qui, lo salutiamo prima di andare a dormire.
Questo faro fa un giro lento e tre veloci.
Fuuuuc-fuc-fuc-fuc
Nonno G., oltre alle navi di legno, costruiva anche fari.
All'inizio ce ne aveva costruito uno enorme, l'ho pregato di farcelo un po' più piccolo perchè non avremmo saputo dove metterlo, senza battere ciglio nè replicare, la volta successiva che siamo tornati ce ne ha dato uno più piccolo.
Fuuuuc-fuc-fuc-fuc
Nonno G. era in grado di costruire o riparare qualsiasi cosa. È andato via troppo presto, aveva ancora tanti aeroplanini da realizzare per i suoi nipoti e tanti loro giochi da aggiustare.
L'estate scorsa si stava specializzando nella realizzazione di spaccanoci ma non un semplice aggeggino di quelli che si trovano in commercio. Bensì una tavola di legno con un supporto in metallo su cui porre la noce e un martello annesso per colpirla. Aveva trovate geniali, agli ingegneri Ikea sarebbe piaciuto molto. All'inizio ci ha dato uno spaccanoci abbastanza piccolino, rettangolare, la volta dopo, visti i nostri entusiasmi per il primo, ce ne ha fatto un altro enorme, rotondo. Io lo chiamavo la piazza d'armi e gli dissi "Ok come grandezza fermiamoci qui."
Fuuuuc-fuc-fuc-fuc
Io e Nonno G. la pensavamo in maniera diametralmente opposta su tanti argomenti: politica, storia, religione...però riuscivo a parlarci in maniera sorprendentemente tranquilla. È stato un grande insegnamento: il rispetto viene prima di tutto e forse sono giunta finalmente a capire il significato della frase: gli estremi spesso finiscono per toccarsi.
Nonno G. era discreto e poco propenso ad effusioni amorose ma il giorno dopo il nostro matrimonio, finiti i bagordi e i festeggiamenti quando ci siamo trovati per un attimo da soli mi ha abbracciato e commosso mi ha detto "Finalmente la mia nuorina!" e io sono rimasta di stucco. Non aveva mai spinto per farci sposare ma con quella frase ci ha fatto capire quanto quel passo fosse importante e sperato da lui.
Di Nonno G. ricordo la grande ironia, le barzellette, sempre le stesse da anni, al limite dello sconcio che la moglie si limitava spesso ad ascoltare sorridendo e scuotendo la testa.
Quell'ironia mi è venuta a trovare anche durante il funerale mentre le suore hanno accompagnato la messa cantando e mi sono ricordata di quante volte le ha prese in giro dicendo che erano stonate.
Mi veniva quasi da dire "Dai nonno G. ammettilo che è uno scherzo!".
In casa ogni oggetto, ogni angolo parla di lui e reca impressa la sua impronta.
Mi aspetto quasi da un momento all'altro di sentire la sua voce o di vederlo passeggiare in giardino o ci sorprendiamo a pensare: lui cosa avrebbe detto o cosa avrebbe fatto?
La Pop da quando era molto malato lo evitava, quasi avesse già capito. L'ha nominato dopo tanto tempo proprio nel momento in cui se ne è andato. All'improvviso ha guardato il faro di legno e detto:"Nonno!".
Fuuuuc-fuc-fuc-fuc
Non credo nel dopo, nè che ci rivedremo ma aspetto il crepuscolo per uscire in balcone con la Pop per andare a salutare il faro e farmi due chiacchiere con lui.
Fuuuuc-fuc-fuc-fuc
Fuuuuc-fuc-fuc-fuc
Nonno G. era in grado di costruire o riparare qualsiasi cosa. È andato via troppo presto, aveva ancora tanti aeroplanini da realizzare per i suoi nipoti e tanti loro giochi da aggiustare.
L'estate scorsa si stava specializzando nella realizzazione di spaccanoci ma non un semplice aggeggino di quelli che si trovano in commercio. Bensì una tavola di legno con un supporto in metallo su cui porre la noce e un martello annesso per colpirla. Aveva trovate geniali, agli ingegneri Ikea sarebbe piaciuto molto. All'inizio ci ha dato uno spaccanoci abbastanza piccolino, rettangolare, la volta dopo, visti i nostri entusiasmi per il primo, ce ne ha fatto un altro enorme, rotondo. Io lo chiamavo la piazza d'armi e gli dissi "Ok come grandezza fermiamoci qui."
Fuuuuc-fuc-fuc-fuc
Io e Nonno G. la pensavamo in maniera diametralmente opposta su tanti argomenti: politica, storia, religione...però riuscivo a parlarci in maniera sorprendentemente tranquilla. È stato un grande insegnamento: il rispetto viene prima di tutto e forse sono giunta finalmente a capire il significato della frase: gli estremi spesso finiscono per toccarsi.
Nonno G. era discreto e poco propenso ad effusioni amorose ma il giorno dopo il nostro matrimonio, finiti i bagordi e i festeggiamenti quando ci siamo trovati per un attimo da soli mi ha abbracciato e commosso mi ha detto "Finalmente la mia nuorina!" e io sono rimasta di stucco. Non aveva mai spinto per farci sposare ma con quella frase ci ha fatto capire quanto quel passo fosse importante e sperato da lui.
Di Nonno G. ricordo la grande ironia, le barzellette, sempre le stesse da anni, al limite dello sconcio che la moglie si limitava spesso ad ascoltare sorridendo e scuotendo la testa.
Quell'ironia mi è venuta a trovare anche durante il funerale mentre le suore hanno accompagnato la messa cantando e mi sono ricordata di quante volte le ha prese in giro dicendo che erano stonate.
Mi veniva quasi da dire "Dai nonno G. ammettilo che è uno scherzo!".
In casa ogni oggetto, ogni angolo parla di lui e reca impressa la sua impronta.
Mi aspetto quasi da un momento all'altro di sentire la sua voce o di vederlo passeggiare in giardino o ci sorprendiamo a pensare: lui cosa avrebbe detto o cosa avrebbe fatto?
La Pop da quando era molto malato lo evitava, quasi avesse già capito. L'ha nominato dopo tanto tempo proprio nel momento in cui se ne è andato. All'improvviso ha guardato il faro di legno e detto:"Nonno!".
Fuuuuc-fuc-fuc-fuc
Non credo nel dopo, nè che ci rivedremo ma aspetto il crepuscolo per uscire in balcone con la Pop per andare a salutare il faro e farmi due chiacchiere con lui.
Fuuuuc-fuc-fuc-fuc
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