Entriamo in clima festaiolo nei giorni che precedono il mio compleanno.
Sono sempre restìa alle ricorrenze, più che altro alle feste comandate ma celebrare la data della propria nascita, la vita trascorsa con le persone che ami, credo che sia una delle poche occasioni che credo debbano essere santificate.
Quest'anno cade poi il mio quarantesimo genetliaco, già lo scrivo a lettere e non a numeri perché fa meno effetto. Inutile dire che la cifra tonda impone riflessioni e bilanci in sé.
Faccio finta di non ricordami che da piccola vedevo i quarantenni come veri e propri vecchi, non grandi ma vecchi proprio!
Dalla mia parte c'è però che non me li sento proprio, anzi me ne sento a mala pena la metà, sia per fisico, o meglio per il benessere fisico, che per testa. Non dico di sentirmene 20 perché quell'età me la ricordo abbastanza instabile ma poco più.
Non mi sento arrivata e non mi sento matura, anzi sento che ogni giorno è un traguardo raggiunto, un piccolo passetto in più e se il tutto avviene senza feriti sono contenta.
Ho qualche sassolino nella scarpa da togliermi, giusto un paio di vendette da compiere che siccome pare va servita fredda chissà ancora quanto tempo dovrà passare ma per tranquillizzare tutti posso dire che riguardano il mio periodo fiorentino.
Quarantenne de che? Ho ancora la capacità tutta adolescenziale (o puerile?!) di comportarmi in maniera impulsiva, di incazzarmi infiammandomi come un prospero, di fidarmi a capofitto di qualcuno anima e core.
In qualcosa però sono cambiata, ho perso la capacità e la pazienza di capire le persone, di aspettare e di venire incontro perché no, perché mi sono stufata. Ci posso pure provare all'inizio ma poi lascio correre, ognuno per la propria strada.
Mi piace chiamare queste persone dead man walking, perché per me è davvero come se non esistessero più.
Ho fatto altre due considerazioni in questi giorni riguardanti sempre il tempus fugit.
Sono morti due grandi personaggi della tv, dello spettacolo, della nostra infanzia e ne siamo tutti rimasti colpiti in maniera profonda quasi più che se fosse una persona davvero conosciuta. Quando succede rimango sempre basita dall'età di queste persone mentre noi li immaginiamo sempre cristallizzati come noi ce li ricordavamo. Oltre a pensare "Ci mancherà, niente sarà più come prima" secondo me sotto sotto questi lutti ci obbligano pure a pensare che una fase della nostra vita è inesorabilmente si è chiusa per sempre quando invece vorremmo che si protraesse il più possibile.
Una vicenda che mi ha colpito molto riguarda una ragazza americana, malata di Sla che ha deciso di scegliere l'eutanasia ma prima di dare una grande festa di addio invitando tutti gli amici e vietandogli di farsi vedere in lacrime da lei. Dopo aver visto insieme il suo film preferito, aver bevuto ed essersi divertiti insieme, si è vestita con un kimono e portata su una collina osservando il tramonto le è stata praticata l'ultima iniezione. Ci vuole coraggio a morire ma ce ne vuole pure a vivere.
Dicevo non mi sento realizzata solo in quanto mamma ma preferisco essere definita in mille modi tra i quali madre perchè non è solo quello il senso della mia vita.
Anche se sono contenta di condividere tanto tempo con le Pop e mi sento fortunata di guardarle crescere e seguirle da vicino. Un solo e unico giorno sono stata via da casa in orario lavorativo e tornando a casa con loro che mi accoglievano festose mi sono chiesta:"Che vita è questa?" ben conscia che la stragrande maggioranza di persone che conosco fa questa routine.
Qualcosa che mi manca però c'è.
L'indipendenza economica.
Sarò sincera ma proprio spegnendo l'ultima candelina dei 39 non ho chiesto romanticamente la pace nel mondo o l'amore eterno ma in uno slancio fulmineo ho chiesto "Soldi" anzi "Sordi" (l'accento mettetecelo voi che io ci litigo sempre).
Non che io sia mai stata una spendacciona anzi ma non avere più a disposizione un budget mensile mi pesa.
Un altro desiderio da candelina che si sta affacciando da un po' è il terzo Pop, lo so che cozza malamente con il precedente ma ai sogni non si comanda sarà perché in quel guazzo di sudore latte cagliato dei primi mesi mi ci trovo proprio bene. Forse in un'altra vita ero una balia...
E questa fottuta cifra tonda 40 mi riporta coi piedi per terra e mi spaventa, faccio i calcoli e mi dico:"Non ci siamo proprio". Forse solo con un colpo di testa si potrebbe giustificare il tutto e penso che si tratterebbe comunque davvero di un'ultima possibilità.
Grazie ministero della salute per rammentarcelo così puntualmente.