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venerdì 21 novembre 2014

La casa di Babbo Natale

Visto che tanti, dopo aver visto le nostre foto di ritorno dal weekend, mi chiedono: com'è, com'è?
Eccomi qui a dirvi la mia.
In breve: grande operazione furbona e sorniona che ha centrato nell'impresa impossibile ovvero trapiantare Babbo Natale dalla finnica Rovaniemi a nientepopodimenoche... Montecatini Terme!
La cittadina toscana un tempo famosa per le sue acque e i suoi impianti termali stava morendo: hotel chiusi, strutture turistiche che ormai avevano fatto il loro tempo ma in cui i proprietari non si arrischiavano ad investire un penny viste le scarse probabilità di guadagni futuri. Bellissimi edifici liberty lasciati al proprio destino e all'abbandono più totale. Ristoranti e alberghi un tempo di qualche pregio ora erano coperti da quella patina di polvere e moquette stantia che gli ottimisti definiscono vintage e tutti gli altri "io non metterei piede in quel posto manco se mi pagassero".
Qualche volpone ha avuto l'idea: se Maometto non va alla montagna...portiamo 'i Babbo Natale (in toscano) qui da noi.
E cosa hanno fatto? Hanno organizzato un percorso a tappe tematico tutto sul Natale localizzando le attrazione negli edifici storici della città.
Complice anche aver fatto molta pubblicità sui vari gruppi d'acquisto in cui proponevano pacchetti hotel+casa di Babbo Natale, la soluzione ha avuto successo. Dai primi di novembre, perchè il Natale come diceva qualcuno quando arriva, arriva e non sta di certo a badare al calendario, la cittadina ha ripreso vita. Si è popolata di famiglie, di tantissimi bambini, gli hotel sono finalmente pieni. 
È strano giungere lì a inizio novembre e trovarla già addobbata e festosa di luci scintillanti, in ogni hotel e ristoranti ci sono decorazioni natalizie, pupazzi di neve, pinguini, igloo. Ma ai bambini, si sa, basta poco, il resto ce lo mettono loro di fantasia!
Di gente ce n'era già tantissima considerando che ancora non è neanche iniziato il periodo clou di dicembre e forse le attrazioni non sono in grado di reggere questo afflusso massiccio di persone, spesso perciò si formano lunghe file.
C'è una zona dove si può scrivere e imbucare la lettera per Babbo Natale

in foto la breve lista di una bambina, giusto due cose

poi la casa dove si attraversano varie stanze addobbate per poi giungere al cospetto di Lui, 'i Babbo Natale in persona e fare insieme l'agognata foto.

Io mi sono immedesimata in lui vedendo la fila interminabile di persona che lo attendeva, lui sotto i riflettori con le luci sparate in faccia e un po' mi ha fatto pena, ho cercato di provocarlo dicendogli:"Coraggio manca poco più di un mese" ma incredibilmente nè mi ha mandata a cacare nè ha fatto espressioni più eloquenti della frase precedente. Forse era straniero o chissà.

Alla Pop di tutto questo è rimasta impressa la scena di lui che si è tolto per un momento gli occhialini d'oro per poi riposizionarseli sul naso. Alla piccola invece fa abbastanza schifo e guarda con aria di sufficienza o addirittura si mette a piangere tutto quello che riguarda maschere, travestimenti e affini.

Il dispiegamento di forze nella italica città di Babbo Natale è stato notevole e ammirevole, ovunque c'erano ragazze vestite da elfe che davano il benvenuto ai bambini andandogli incontro, facendo dei palloncini o truccandoli. Dappertutto c'erano pupazzi di neve, persino il vecchio Olaf, polverina dorata, tintinnii di campanelli e sempre a palla canzoni di Natale tanto che alla fine, volenti o no, si viene contagiati ed è impossibile non canticchiare
Poi abbiamo visto un'altra attrazione fuori dal pacchetto, a pagamento quindi e posizionata nel minigolf del paese, si trattava del bosco degli Elfi un percorso guidato di varie tappe che alla fine ha portato al conseguimento del diploma di Elfo con tanto di cappellino con orecchie a punta.
Qualcosa da migliorare c'è ancora soprattutto considerando che è cambiato totalmente il target di chi frequenta ora questa cittadina, dagli anziani con la sciatica ai saltellanti bambini quindi c'è bisogno di maggiori attrezzature per i piccoli: bagni con i fasciatoi, seggioloni nei ristoranti ma anche indicazioni più chiare e maggiori informazioni.

Che dire? A noi, ormai adulti e disincantati, potrebbe pure sembrare tutta una trovata commerciale, un modo di intrattenere molto banale fondato su pupazzi e decorazioni semplici e infantili ma ai bambini è piaciuto e pure tanto. La Pop è convinta che Natale sia passato e ora già pensa al carnevale...

venerdì 14 novembre 2014

Stefano

Passeggiata di riflessione nel parco.
Foglie gialle a terra, nelle strade vicino gli operai montano le luci di natale, fa caldo, c'è una luce accecante. Cammino e le parole si compongono nella mente.

Poi mi chiedono:"Ma quanto ci metti a scrivere un post?", niente, le parole sono già lì, le devo solo buttare sul foglio anzi spargerle và che fa più figo, dargli voce e lo spazio che reclamano.

È di questi giorni la notizia: tutti assolti.


Ha ragione Lorenzo (Jovanotti) quando scrive che Stefano, la sua immagine ci è talmente famigliare da sembrarci davvero uno di famiglia.
In questi anni sono girate ovunque le foto del suo corpo, magro da far orrore, coperto di ematomi che sembra incredibile ma quasi non lo riconosco nelle immagini da vivo, sorridente, un ragazzo come tanti.
Pensi a lui e lo associ sempre a quelle foto di quel corpo violato, ricucito in fretta dopo l'autopsia, quelle istantanee fredde e crude che sono rimbalzate ovunque su internet e nei telegiornali. Neanche sembra un corpo di un uomo, mi ricorda invece uno di quei falsi scoop del ritrovamento di un alieno e della sua autopsia. Area 51.
E di paranormale e fantascientifico in questa storia c'è molto.

Mi chiedo come mai la famiglia abbia scelto di mandare in giro immagini così crude e al tempo stesso così private del proprio caro. Forse per dare una testimonianza della impossibilità della "Morte per cause naturali".

Credo che la scelta delle parole da usare sia fondamentale, non avvenga a caso ma dietro ragionamenti e schemi precisi. Non l'hanno mai chiamato per nome. Nei casi di cronaca solo i bambini vengono chiamati col nome proprio per suscitare compassione e commozione, sensazioni in cui i giornalisti sguazzano con godimento.
Chiamare per cognome una persona è un modo per creare una separazione, per mettere una distanza fra noi e lui.
Dopo la condanna ho notato che si riferivano a lui definendolo curiosamente "il geometra romano", neanche più il rispetto, la dignità di chiamarlo con il proprio nome.
Stefano.
Invece viene usato un termine ancor più freddo, asettico e impersonale; la professione identifica un ragazzo morto in circostanza tutte da chiarire.
Ci si allontana ancora di più dalla persona e da quello che rappresenta. Niente empatia, niente partecipazione emotiva.
L'equazione è presto fatta: era un balordo quindi se l'è cercata.
Stefano.

Ne parlai tempo fa, all'inizio del Blog

È un tema che mi indigna, mi turba e al tempo stesso mi appassiona.
Con sorpresa scopro che è un argomento che ho in comune con Gabriele (R.).
È il motivo per cui mi avvicino all'ospedale Pertini sempre con una sensazione di inquietudine addosso sapendo di trovarmi fra le mura in cui tutto è avvenuto.

È un mio incubo, forse è quello di chiunque, Franz (Kafka) docet, trovarsi imprigionato, subire soprusi, non poter fare niente per difendersi. Essere vittima di chi dovrebbe mantenere l'ordine e far rispettare le leggi ma anche tutelarti e rispettarti.
Abuso di potere.
Spesso viene perpetrato da chi si trova in posizione dominante, da chi sta dietro un vetro o con dei gradi sulle spalle che gli danno il diritto e l'arroganza di sentirsi un superdio e di poter spadroneggiare e fare di te quello che gli pare.

Quando frequentavo la mensa di S. Egidio notai, e qui ritorna l'importanza delle parole, che i volontari, spesso ragazzi si rivolgevano a chi veniva a mangiare tranquillamente dando del tu, considerandoli quindi sotto sotto inferiori a loro, quasi con un sottile disprezzo, cosa che non avrebbero mai fatto invece con un una qualsiasi persona della stessa età incontrata fuori di lì. Io non ci sono mai riuscita, mi è stato insegnato di dare del Lei a persone adulte fino a che non sono loro a dire:"Ma no dai dammi del tu" e per questo mi prendevano sempre un po' in giro.

Nel proprio piccolo capita a chiunque di subire soprusi, prepotenze da parte di chi si sente superiore a noi e con il coltello dalla parte del manico. Una volta venimmo fermati da una pattuglia, ci fecero la multa perchè ci fermammo in curva, l'agente si giustificò dicendo che mm alla guida aveva fatto un'espressione strana, l'aveva guardato male sennò avrebbe chiuso un occhio e non ce l'avrebbe fatta.

Voglio pagare per i miei errori se sbaglio, non voglio sconti nè favori ma pretendo di essere trattata con rispetto e dignità. 

Stefano.






martedì 11 novembre 2014

Mammologia

Dopo aver accumulato un tot di anni di esperienza sul campo, posso dire di avere una certa dimestichezza con questa specie. Spinta dalla mia curiosità innata verso il genere umano cerco sempre di avere contatti e relazionarmi con essa delle volte attaccando pipponi assurdi con pretesti banali. Forse alla fine temevo un po' gli appartenenti a questa specie e cercavo di non farmi notare da loro quando ero al parco e cercavo di mimetizzarmi da pioppo o fingevo di parlare lingue di un altro sistema solare. Ma alla fine ho ceduto anche perchè spesso le chiacchiere tra madri sono gli unici ritagli di socialità quotidiani.

Ultimamente mi sono perfezionata in un ramo che qualche anno fa disprezzavo fortemente. Avete presente quando correte in ufficio in ritardo e vedete quegli odiosi capannelli di mamme che dopo aver portato i figli a scuola stanno fuori al cancello a chiacchierare fino alle 9,30 o addirittura proseguono le loro ciance in un bar davanti a cappuccino e cornetto per cui con un ghigno e un po' di malcelata invidia mormorate:"Ma queste non c'hanno un ..zzo da fare?". Concludete con serena razionalità che forse lavorano di notte in un night club visto anche il modo in cui si vestono e si truccano alle 9 del mattino...

Attingo al mondo mamme frequentando e a volte anche solo osservando le auguste genitrici dei compagni di scuola di nido e materna (all'inizio spesso confondendole), le mie pari grado di nuoto, danza, musica e altre mille attività extrascolastiche, le mie amiche ecc. Non me ne vogliate e se vi piccate è perchè... sotto sotto c'ho preso!!


Per praticità e amor di inventario le suddivido in categorie.

LE SUPERFIGHE
In gran parte rientrano nella categoria di cui sopra "Mamme ar bare". Sono fighe in maniera schifosa, in parte per l'abbigliamento sempre alla moda e in tiro neanche andassero ad un vernissage, con disinvoltura volteggiano su tacchi 16 destreggiandosi con abilità fra un passeggino hi-tech, un maxi borsone firmato e il cellulare sempre in mano. Meschinamente credo che mai un rigurgito di pupo abbia mai osato colare sui loro vestiti e figuriamoci se abbia mai sfiorato la loro epidermide.
Inutile dire che per il fisico sono fighe in maniera paurosa, magre, toniche da far schifo, per cui sono giunta alla conclusione che è impossibile che abbiano tenuto una creatura per 9 mesi dentro di sè e averla poi generata, allattata ecc senza portare segni evidenti di decadimento sul loro corpo. Sostengo quindi che partoriscano per gemmazione perchè non vi è altra possibile soluzione e risposta al mio ego affranto.
Fighe, truccate e perfette a qualsiasi ora del giorno e della notte. Non c'è nulla da fare, fa parte di quelle ingiustizie della vita per cui alcune donne risultano gnocche anche con un sacco di patate indosso e altre possono fare di tutto ma cesse sono e cesse restano.

In antitesi alle superfighe abbiamo ovviamente
LE CESSE
che vanno a prendere i figli a scuola un po' come capita, con i capelli dritti, con sotto la giacca il pigiama (tanto non si vede ma invece tranquilla si vede eccome!), con la tuta da ginnastica anche se sono mesi che non fanno attività fisica che non sia scendere le scale. In genere hanno sulle magliette tracce sospette di origine biologica: rigurgiti, moccioli ecc perchè il posto per comodo dove mettere il naso è la maglia della mamma altro che fazzolettino! Se indosso una maglia bianca le Pop mi sporcano di colore o di roba scura, se mi metto una felpa nera vengo colpita da latte e roba chiara. È matematico! Per questo ultimamente ricorro al colorato, fiorato, mimetico sperando di celare patacche e aloni. Le superfighe si agghindano come un albero di natale e chissà a quali mega eventi partecipano mentre a noi ci restano sfigatissimi apericena...c'est la vie!

Una categoria che odio, forse la peggiore è quella delle
SIC
Scopa in culo
Puoi essere miss mondo o l'ultima dei Mohicani non mi interessa, se ti incrocio entrando o uscendo dal cancello di scuola, della piscina ecc ci si deve salutare. Anche se non ti ricordi bene chi sono o io-quella-da-qualche-parte-l'ho-già-vista, frequentiamo lo stesso ambiente, i nostri figli fanno le stesse attività quindi non sono Pacciani nè Bin Laden anche perchè sono defunti quindi scendi dal piedistallo e saluta.
Una sottocategoria sono quelle che ti danno del Lei e ti fanno sentire Matusalemme ma forse lo fanno per educazione e non per mettere distanza fra voi, spero.

ANSIOLIN
Ne conosco a vagonate: oh dio sarà troppo freddo, troppo coperto, troppo caldo, troppo medio...Forse essendo io abbastanza calma attiro il genere perchè tendo a mitigare le loro paure anche a costo di dare sonore randellate sulle loro capine per cercare di riportarla alla ragione. Il più delle volte rispondo alle loro perplessità spesso infondate sgranando gli occhi e già questo basta come calmante.

LE COMPETITIVE
Forse nei primi anni di scuola ancora non se ne vedono ma già al parco è un continuo fare a gara di percentili, misure, taglie, altezza e pesi. Di conseguenza è un continuo barare o specificare:"No il mio Peppino non ha ancora 6 mesi come il Suo ma ha appena 5 mesi e 29 giorni". Il top della competitività si raggiunge nelle attività sportive, emerge già da acquaticità per neonati 0-12 mesi in su.
Ne parlammo qui
Le dolci mamme si trasformano, diventano iene, urlano dagli spalti, incitano, si sbracciano, ammiccano, fanno il pollice in su come il facebookiano mi piace, cercano di parlare di nascosto con l'istruttore, raccomandano il proprio pargoletto, si informano sui suoi progressi, danno consigli non richiesti. Solidarietà ai maestri che si trovano con pazienza ad arginare questi soggetti e ad ascoltarli comunque con un sorriso perchè comunque pagano e anche a quelli che svolgono le loro attività a porte chiuse per poter lavorare con serenità allontanando i chiassosi e competitivi genitori.

NON SOLO MAMME
Le mie preferite, quelle con cui puoi parlare di tutto anche e soprattutto non solo di mamma- cacca-pipì. Per cui c'è anche altro al mondo, c'è altro fuori dalla porta, insomma per fortuna c'è altro.

LE RINCOGLIONITE
Quelle che osservandole incasinate, con i capelli dritti, mentre le cascano 800 cose dalle mani ti fanno alzare di una spanna la propria considerazione di mamma commentando acidamente: c'è chi sta peggio o considerando biecamente nei periodi più neri: se ce l'ha fatta lei posso farcela pure io. Quando siete in un momento no pensate a come si comporterebbero loro e avrete immediatamente una botta di autostima in più!

Fuori concorso

I PAPÀ
Ancora non partecipano molto alle attività dei figli  e quindi sono ancora rari da incrociare ma ci si possono fare spesso interessantissime chiacchierate e scambiare ottimi punti di vista proprio perchè rappresentano l'altra parte della mela e non rientrano nelle categorie di cui sopra. Poi se il padre rientra nella foto di cui sotto mejo me sento!

NONNI
Questi invece sono presentissimi e spesso ho più confidenza con loro e ci parlo pure meglio che con i genitori dei bambini.